Il 30.9.2021 ho tenuto una relazione nell’ambito del Convegno internazionale organizzato dai colleghi del Dipartimento di Scienze della Formazione di Unict. Convegno dedicato a L’invenzione della realtà. Scienza, mito e immaginario nel dialogo tra realtà psichica e mondo oggettivo.
Metto qui a disposizione l’audio del mio intervento, nel quale ho cercato di delineare forme, statuto e strutture di ciò che chiamiamo realtà. Più sotto, alcuni dei temi che ho affrontato.
- Sul realismo (file audio mp3; durata 30 minuti)
Qualunque sia lo specifico tema e ambito di una ricerca scientifica, essa presuppone almeno due elementi:
- che l’oggetto di indagine esista in qualche modo, non soltanto e non necessariamente nella modalità fisico-chimica dell’occupare un volume nello spazio attraverso una massa di atomi o mediante tutto ciò che viene identificato con l’elemento empirico-fisico;
- che di tale oggetto si possa conseguire una conoscenza spiegabile con il linguaggio, una conoscenza dunque che non sia soltanto ineffabile e interiore-psicologica.
- Un terzo elemento consiste nel convergere di ontologia e linguaggio in un ambito che è possibile definire con il termine di verità.
Ciò che chiamiamo realtà, mondo, essere è una struttura semantica asintotica, che non può essere colta con la certezza assoluta che le vecchie metafisiche e i più giovani scientismi pretendono di raggiungere.
I più avvertiti filosofi materialisti si rendono conto che metafisica e naturalismo non sono in contraddizione, che nozioni e concetti come sostanza, causa, potenza, qualità, quantità, verità, possiedono una densità ontologica e una complessità epistemologica che sarebbe del tutto impoverente disconoscere e negare. Si può partire dall’assunto che tutto ciò che esiste sia di natura fisica e da qui dispiegare metafisiche e ontologie molto articolate, complesse, aperte.
La metafisica è una scienza trascendentale, nel senso che gli oggetti che indaga non possono essere accostati e colti direttamente dalla percezione sensibile ma emergono dalle relazioni che la pluralità di enti che compongono il mondo, lo spazio, il tempo, la materia intrattengono tra di loro; enti che anche altre scienze studiano e che la metafisica riconduce a unità di senso – diventando epistemologia – e a unità di struttura – diventando ontologia.
Un atteggiamento metafisico implica anche l’andare oltre la dualità realismo / trascendentalismo. Il realismo si illude di poter pensare il mondo senza transitare dalla complessità del corpomente che ne elabora i significati. Il trascendentalismo si illude di poter rendere conto dei modi e dei limiti della conoscenza senza ammettere che essa inizia sempre dalla materia che c’è e rimane immersa nella prassi esistenziale ed ermeneutica in cui la vita procede e si raggruma.
Non potremmo esistere se non fossimo parte di un mondo che ci precede e che c’è indipendentemente da qualunque sguardo.
L’essere è insieme e inseparabilmente flusso e permanenza, poiché ogni mutamento ha senso in quanto qualcosa rimane e, di converso, il permanere di un ente si staglia sull’orizzonte del suo mutare, si staglia nel tempo.

Grazie Alberto, ho apprezzato molto il tuo intervento e ti ringrazio anche per averlo messo in rete.
Le soluzioni poste dai grandi sistemi filosofici sono tramontate e la visione di un pensiero eliodromico, tanto cara a Remo Bodei, non trova spazio in una società liquida, complessa ed esageratamente mediata e mediatizzata.
La debolezza del pensiero, forte del comprendere e dell’accoglienza, sta nel fatto di non poter comprendere appieno le strutture universali del reale. Il dato assume il suo significato, come ben dici. Il problema è anche che il dato assume significato solo nella visione della metafisica realistica. Di più non possiamo sapere e non ci è dato sapere. Possiamo solo avere la possibilità di guardare con occhi diversi, di intuire l’illimitato nel limite e l’infinità nel finito.
Rimane il fenomeno come manifestazione del reale: il diverso paradigma di identità e di differenza, come ben dici nella tua relazione. In questa inversione, il protagonista non è l’autore o il soggetto narrante, ma la scrittura che guida lo scrittore in itinerari impervi e inediti.
Grazie ancora per la densa relazione.
Grazie a te, cara Carmen, per il tuo testo che ben sintetizza alcune delle linee guida del mio intervento.
Davvero “il dato assume significato solo nella visione della metafisica realistica”; si tratta di una prospettiva che credo coniughi gli elementi più fecondi del realismo e del trascendentalismo.