«Forze oscure»; «asse malvagio»; «lotta tra umanità e animalismo».
Così parla Benjamin Netanyahu, così parla il distruttivo fanatismo sionista, per il quale – afferma un generale noto per aver teorizzato contro i palestinesi la legittimità della «quarta dimensione, quella dell’incertezza, dell’illegalità e del disordine, al di fuori di modelli concettuali accettati e prevedibili» – «i bimbi massacrati e rapiti a Gaza» sono solo quelli israeliani. I bambini palestinesi possono invece morire senza che nessuno riconosca la loro infanzia e la loro umanità.
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54 commenti
agbiuso
«Violato il diritto internazionale» solo in Libano, ministro Crosetto, solo in Libano?
Israele fa strame del diritto internazionale perché è razzialmente superiore.
Sino a che non si comprenderà (o si farà finta di non comprendere) questo semplice principio religioso non si potrà capire nulla delle politiche israeliane.
agbiuso
In attesa della guerra, due parole sul sionismo
il Simplicissinus, 3.8.2024
Forse non c’è niente di più “occidentale”, parlo di questo Occidente decaduto e tanto più violento quanto più è debole, che uccidere un negoziatore di pace, come appunto è accaduto con l’assassinio – commissionato da Netanyahu – del leader dell’Ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, Per giunta l’omicidio è avvenuto a Teheran aprendo la possibilità per una risposta iraniana che tutti ormai si attendono a giorni se non a ore, almeno secondo quanto affermano i servizi statunitensi e inglesi. Non si è trattato di un atto inconsulto, ancorché come al solito feroce: l’unica speranza per Israele di uscire fuori dal cul de sac in cui è volontariamente cacciata, è quella di provocare una guerra più generale in tutto il Medio Oriente, in maniera da essere difeso dall’Impero senza i tentennamenti che l’immensa strage di Gaza, assai più vasta di quella delle cifre ufficiali, provoca nei tutori di Tel Aviv. Si tratta in effetti anche di uno sgravio di responsabilità troppo gravi per essere dimenticate. In questo frangente, non è nell’interesse dei leader sionisti di Israele prolungare una situazione “né di guerra né di pace”, subire un logoramento economico terribile ed esporsi al pericolo di una guerra civile con i coloni armati e le sette integraliste. Quindi ci troviamo di fronte a una provocazione mirata, lucida, spietata per il mondo intero.
Del resto è evidente che si gli Usa attaccassero l’Iran e anche Hezbollah in risposta alla risposta, come già propone il delirante senatore Graham, un prodotto del catabolismo americano, di certo scenderebbero in campo in qualche modo anche Russia e Cina e il conflitto diventerebbe generale con tutto quello che ne consegue. Tuttavia, comunque vada a finire, diventa sempre più chiaro che il sogno sionista non solo è morto, ma in effetti non si è mai realizzato. Israele dopo aver rubato la terra ai palestinesi per interposte potenze anglosassoni, come risarcimento il genocidio tentato compiute da altri e in qualche modo facilitate anche da coloro che oggi sono i difensori di Tel Aviv, doveva essere la patria degli ebrei, una patria che li liberasse dall’essere senza radici. Reseau International pubblica un articolo nel quale viene citato Aaron David Gordon, uno dei primi teorici del sionismo il quale scriveva: “Siamo un popolo parassitario: non abbiamo radici nella terra, né terra sotto i piedi. Non siamo solo parassiti economici, ma anche saprofiti della cultura altrui, della loro poesia, della loro letteratura e persino dei loro valori e ideali. Ogni corrente della loro vita ci trasporta, ogni brezza che soffia nelle loro regioni ci trasporta. Dovremmo allora stupirci di non essere nulla agli occhi degli altri popoli?” Di qui l’idea di fondare uno stato ebraico, magari mandando al macero gli straordinari contributi degli ebrei alla nostra civiltà e che – al contrario di quanto si pensi – sono per soprattutto laici e non riconducibili a fattori religiosi che pure hanno avuto il loro peso, ma soltanto in negativo. Si trattava di un’aspirazione condivisibile, che tuttavia si è realizzata in maniera monca e a detrimento di altri.
Così questa nascita alla fine è fallita non soltanto perché si è imperniata sull’occupazione di terre altrui ormai da millenni ( in Palestina nel 1898 considerato l’anno in cui i sionisti dichiararono il loro desiderio di creare lo Stato di Israele, c’era solo il 5% di ebrei), ma anche perché questo Stato è sempre vissuto grazie al fondamentale appoggio totale di altri Paesi e soprattutto agli ebrei della diaspora che nel frattempo avevano assunto posizioni di rilievo negli Usa, dopo averle avute ( e in parte conservate) in Europa prima delle guerre mondiali. Sì adesso c’è terra sotto i piedi, ma questa terra è contesa, incerta, la cui stessa esistenza si deve ad altri: Gordon scriveva di voler far fuoriuscire gli ebrei da una condizione parassitaria e dipendente dalla cultura occidentale con la fondazione di uno stato, ma la condizione di dispersione e di dipendenza in forme diverse rimane. Certo, parte della colpa ricade sulle potenze anglosassoni che hanno fatto pasticci a non finire in Palestina e hanno agito nella prospettiva di creare una testa di ponte in Medio Oriente, rimane però il fatto che ancora oggi il progetto sionista dipende in gran parte dall’esterno visto che questa corrente non è stata in grado di fondare uno stato normale, ma vive, al pari degli Usa nella convinzione di essere eccezionale.
agbiuso
Invito naturalmente a non acquistare più alcun prodotto dell’azienda Adidas.
agbiuso
Se Israele ritiene di poter lanciare bombe anche sullo Yemen e diffondere morte in tutta l’area del Vicino Oriente, di poter vivere in una guerra continua con i suoi vicini, è sul fondamento di due convinzioni:
-che sia il popolo eletto da Yahveh e lo sia in eterno;
-che godrà sempre del sostegno e delle armi degli stati anglosassoni.
Ecco, il sionismo è questo.
agbiuso
Orrore su orrore da parte dei sionisti dell’esercito israeliano (IDF). Questo è accaduto nella Cisgiordania occupata da Israele ignorando decine di (inutili) risoluzioni delle Nazioni Unite.
Israele riesce a superare in ferocia i nazisti del Novecento.
agbiuso
Alcuni esempi di eroiche azioni dei nazi-sionisti dell’esercito di Israele (IDF)
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“Mi annoiavo e ho sparato”. La licenza di uccidere dell’esercito israeliano a Gaza
l’AntiDiplomatico, 9.7.2024
I soldati israeliani sono autorizzati ad “aprire il fuoco sui palestinesi praticamente a piacimento, compresi i civili”, e hanno trasformato Gaza in un “paesaggio disseminato di cadaveri”, ha riportato +972 Mag.
I giornalisti della rivista con sede a Tel Aviv hanno intervistato sei soldati israeliani che hanno preso parte all’invasione e all’occupazione di Gaza negli ultimi mesi.
Le fonti, cinque che hanno preferito rimanere anonime, hanno raccontato come i soldati israeliani “giustiziassero sistematicamente i civili palestinesi” semplicemente perché entravano in aree designate come “no-go zone”.
“C’era totale libertà di azione”, ha detto B., un soldato presente a Gaza. “Se c’è [anche] una sensazione di minaccia, non c’è bisogno di spiegare: si spara e basta”.
Quando i soldati vedono qualcuno avvicinarsi, “è consentito sparare al suo centro di massa [il suo corpo], non in aria”, ha continuato B. “È consentito sparare a tutti, a una ragazza, a una donna anziana”.
ha poi citato un episodio avvenuto a novembre, quando i soldati hanno ucciso tra i 15 e i 20 palestinesi, tra i quali bambini, che erano fuggiti dalla direzione sbagliata quando è scoppiata una sparatoria nei pressi di una scuola.
“Tutti quelli che sono andati a destra sono stati uccisi… C’era un mucchio di cadaveri”, ha aggiunto a +972.
Un altro soldato, S., ha dichiarato che un commilitone ha sparato e ucciso una famiglia palestinese solo perché stava passeggiando nei pressi del complesso protetto dei soldati.
“All’inizio hanno detto ‘quattro persone’. Poi sono diventati due bambini più due adulti e alla fine sono un uomo, una donna e due bambini. Puoi assemblare tu stesso l’immagine.”
A., un ufficiale che ha prestato servizio nella Direzione delle operazioni dell’esercito, ha spiegato che avrebbe dovuto ottenere l’autorizzazione prima di sparare contro “ospedali, cliniche, scuole, istituzioni religiose, [e] edifici di organizzazioni internazionali”.
Ma in pratica, “posso contare sulle dita di una mano i casi in cui ci è stato detto di non sparare. Anche con obiettivi delicate come le scuole, [l’approvazione] sembra solo una formalità”.
ha aggiunto: “Lo spirito nella sala operativa era ‘Prima spara, poi fai domande’. Questo era la consegna… Nessuno verserà una lacrima se radessimo al suolo una casa quando non ce ne era bisogno, o se sparassimo a qualcuno a cui non dovevamo sparare”.
ha precisato ulteriormente: “La sensazione nello scenario di guerra, e questa è una versione attenuata, era che ogni persona che uccidevamo, la consideravamo un terrorista… L’obiettivo era contare quanti [terroristi] avevamo ucciso oggi”.
I soldati hanno testimoniato che in tutta Gaza, cadaveri di palestinesi in abiti civili erano sparsi lungo le strade e i terreni aperti. “Tutta la zona era piena di cadaveri”, ha ricordato S., un riservista.
Una fonte non militare che ha visitato Gaza ha rivelato a +972 che i soldati israeliani hanno giustiziato i palestinesi sfollati che cercavano di tornare alle loro case.
“Vicino al complesso militare tra la Striscia di Gaza settentrionale e meridionale, abbiamo visto circa dieci corpi colpiti alla testa, apparentemente da un cecchino, [apparentemente mentre] cercavano di tornare a nord. I corpi erano in decomposizione; c’erano cani e gatti intorno a loro”.
I soldati israeliani hanno anche impedito ai palestinesi di tornare alle loro case, bruciandole e demolendole dopo averle occupate.
Un soldato di nome S. ha affermato che la politica era “se ti muovi, devi bruciare la casa”.
“Prima di andartene, bruciate la casa, ogni casa”, ha ribadito B. “Questo è sostenuto a livello di comandante di battaglione. È così che [i palestinesi] non saranno in grado di tornare, se lasciassimo indietro munizioni o cibo, i terroristi non saranno in grado di utilizzarli”.
agbiuso
Israele, il suo esercito (IDF), il suo governo, costituiscono un’espressione di infinito cinismo, di menzogna sistematica, di autentica e sincera ferocia.
agbiuso
Vi faccio una semplice domanda.
Che tipo di copertura mediatica, di attenzione mediatica, di approfondimento mediatico ci sarebbero stati se migliaia di palestinesi avessero marciato per le vie di Gerusalemme gridando “morte agli ebrei”?
Immagino valanghe di editoriali sulla nuova e pericolosa ondata di antisemitismo. Ve lo dico perché ieri migliaia di fanatici israeliani, a Gerusalemme, hanno gridato “morte agli arabi”, hanno chiesto la distruzione di Gaza, l’uccisione di più bambini possibili, la pulizia etnica dei palestinesi. In più hanno malmenato un giornalista palestinese che riprendeva l’ennesima prova di intolleranza, odio, razzismo da parte dei nazional-sionisti israeliani.
La notizia è stata riportata (e ci mancherebbe) ma senza alcun approfondimento. È stata data rapidamente per poi passare ad altro. Il tutto per non far capire ai cittadini italiani l’orrore che sta accadendo in Palestina e quanto una fetta consistente della società israeliana sia ormai colma di odio. Nel gruppo di fanatici c’erano purtroppo tanti giovanissimi ragazzi israeliani. Vittime anche loro dell’odio che gli viene inculcato.
Mi ricordano i giovanissimi durante il nazismo. Educati ad odiare l’altro e a sentirsi superiori per volontà divina. Almeno voi informatevi.
Alessandro Di Battista, l’AntiDiplomatico, 6.6.2024
agbiuso
Molto chiaro. “L’80% dei palestinesi in Giudea e Samaria” sono dei terroristi e formerebbero uno stato terrorista. Bisogna quindi cacciarli dalla Giudea e dalla Samaria e, prima ancora, sterminarli. Tutti, comprese le donne e i bambini.
Apprezzo, davvero, la chiarezza di Netanyahu. Disprezzo, invece, i complici europei e italiani di questa esplicita rivendicazione di un genocidio in nome della propria superiorità etnica, religiosa, storica, razziale.
Siamo ripiombati nel peggio della storia del Novecento.
agbiuso
Festeggiare la Nakba è festeggiare uno sterminio. Nazionalsocialisti mascherati?
agbiuso
Schizofrenia sulle rovine di un mondo
il Simplicissimus, 17.5.2024
Tutto ciò che il tribunale della storia potrebbe dire su questi terribili anni è contenuto in questa foto orwelliana in cui la realtà del massacro dei palestinesi si accosta a sdolcinati messaggi di pace e amore. Non è una foto recentissima ma fa parte di quelle che il governo israeliano è andato pubblicando fin dal mese di novembre dell’anno scorso per accreditare una sua grottesca immagine di pace e bene. Il testo del tweet nel quale questo documento frutto della demenza contemporanea, spiegava: “Yoav Atzmoni, membro della comunità LGBTQ+, voleva inviare un messaggio di speranza alla popolazione di Gaza che vive sotto la brutalità di Hamas. La sua intenzione era quella di issare la prima bandiera dell’orgoglio a Gaza come un appello alla pace e alla libertà”.
A parte il miserabile tentativo di ribaltare la realtà si tratta di una di quelle operazioni che si chiamano “lavaggio in rosa” che consistono nel legare qualcosa di fortemente negativo dal punto di vista etico ed emotivo come la strage di Gaza a qualcosa ritenuto positivo come la bandiera dell’amore alternativo, smussandone in qualche modo l’orrore. Il fatto è che in questo caso tutto diventa completamente assurdo perché viene praticato da una destra sionista e ultrareligiosa che non considera affatto positive le bandiere gay e invece pare compiacersi delle rovine sullo sfondo provocato dalle bombe. Insomma manda un messaggio radicalmente diverso a seconda che esso si rivolga a un pubblico occidentale o agli adepti della Grande Israele che nel panorama di morte e distruzione scorgono la promessa di poter finalmente fondare uno stato su base razziale.
Tuttavia quando uno stesso messaggio provoca reazioni così antitetiche non è affatto contradditorio, ma semplicemente vuoto, vale a dire non ha nessun senso, è costruito con i singoli brandelli di una pseudo ideologia costruita esclusivamente su frammenti sparsi e su pezzi di interesse della classe dominante, non è una interpretazione del mondo sia pure schematica e meccanica, ma è solo un nascondimento del mondo stesso. Così come il tizio che ha sparato a Fico in Slovacchia si definisce pacifista e inneggia alla guerra in Ucraina anche questa foto è la dimostrazione che la schizofrenia è l’unica cultura del nostro tempo. Non esistono valori che valgano in generale, ma soltanto insensate antinomie che cambiano di luogo in luogo, di narrazione in narrazione fino al nulla.
agbiuso
Domenica 12 maggio ho ricevuto questa lettera da parte di un gruppo di studenti catanesi:
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Il 15 maggio ricorre il giorno della Nakba, in cui lo stato d’Israele si è impossessato delle terre, delle case e delle vite del popolo palestinese. In questa occasione, Giovani Palestinesi Italia ha lanciato una giornata di mobilitazione nazionale nelle università contro il genocidio che sta avvendendo in Palestina. Negli ultimi giorni è iniziata l’invasione di Rafah, ultimo baluardo dei territori che ancora non sono sotto il controllo dello Stato Israeliano. Nell’esiguo territorio di Rafah vivono più di 1,3 milioni di palestinesi, che si trovano a dover affrontare i bombardamenti senza viveri e risorse essenziali, ospedali, scuole, infrastrutture. Israele ha già preso il controllo del valico tra Rafah e l’Egitto, l’unico da cui passavano gli aiuti umanitari.
Invitiamo docenti e ricercatori e ricercatrci dell’Università di Catania a scioperare dal lavoro accademico durante questa giornata. Dall’inizio delle lezioni, ci ritroveremo al Monastero dei Benedettini per manifestare il dissenso della comunità universitaria rispetto al genocidio in Palestina, chiedendo una presa di posizione chiara da parte del Rettore della nostra Università, che comporti delle azioni concrete.
Ai docenti e alle docenti in particolare, è avanzata la richiesta di poter intervenire durante le lezioni dei prossimi giorni per informare gli studenti e le studentesse sulle mobilitazioni in atto e sul genocidio in corso.
Vi ringraziamo della presa visione, speriamo di ritrovarvi il 15 maggio al nostro fianco!
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Invece che non fare lezione, opzione che mi sembra sterile, ho preferito dedicare parte della lezione di oggi (15.5.2024) a ricordare le radici profonde della questione palestinese dal 70 e.v. sino alla Nakba del 15.5.1948 passando per la dissoluzione dell’Impero Ottomano e la Dichiarazione Balfour del 2.11.1917.
Ho letto e spiegato alcuni dei miei interventi successivi al 7.10.2023 e ho poi partecipato alla mobilitazione degli studenti.
Qui sotto una foto del Monastero e una della lezione.
agbiuso
La vergogna del governo italiano, del governo Meloni.
Un esecutivo atlantista e sionista sino al disgusto.
agbiuso
Criminali in soccorso di un altro criminale di guerra.
È comunque già stupefacente che la Corte penale internazionale stia indagando su Netanyahu e sul governo di Israele. Stavolta Israele sta evidentemente superando ogni limite di disumanità e di ferocia (e anche di scarsa intelligenza politica).
agbiuso
Una reale, integrale decadenza dell’Occidente anglosassone e dei suoi servitori
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La truffa ucraina colpisce Israele
il Simplicissimus, 17.4.2024
Siamo di fronte a una notizia incredibile, ma che dà il senso della situazione di sfilacciamento a cui va incontro il mondo occidentale. Sembra che dopo l’attacco iraniano, nugoli di truffatori ucraini si siano messi all’opera per sfruttare il momento di paura degli israeliani: chiamando da numeri artefatti elettronicamente si sono presentati come funzionari dell’ Aereonautica invitando i cittadini a fare donazioni di qualsiasi importo in maniera da mantenere efficiente il sistema dell’Iron Dome nel caso di un nuovo attacco iraniano.
Gli interlocutori hanno convinto gli israeliani contattati che i missili serviti per respingere l’attacco sono costati un miliardo, (cifra peraltro non lontana dalla realtà per difetto se si prende tutto l’insieme delle difese) e dunque l’aeronautica si rivolgeva ai cittadini per consolidare le difese. La cosa sarebbe passata sotto silenzio se un ufficiale del quartier generale del controllo aereo, non avesse avvisato la polizia dopo che sua moglie era stata contattata dai truffatori con la richiesta di soldi. L’inchiesta preliminare ha rivelato che transazioni bancarie per le donazioni si svolgevano attraverso banche ucraine, ma intanto i truffatori sono ..riusciti a mettersi in tasca due milioni di dollari.
Una sciocchezza pensando che a noi hanno rubato circa 140 miliardi grazie ai truffatori che sono al governo in tutta Europa.
agbiuso
Mi sembra un’analisi molto interessante sul significato della risposta data dall’Iran all’attacco dell’esercito di Israele contro l’ambasciata iraniana in Siria.
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Dall’Iran una risposta dura e sofisticata
il Simplicissimus, 14.4.2024
Che il mondo sia cambiato è ormai evidente a tutti: la risposta di Teheran all’attacco israeliano contro la sua ambasciata di Damasco non si è fatta attendere ed è stata complessa, portata come vedremo su diversi piani, ma soprattutto è stata una risposta venuta nonostante le dure minacce congiunte di Israele e degli Usa. Ancora una volta dopo l’Ucraina la sfida è stata accettata e la ex superpotenza americana si è persino rivolta alla Cina, alla Turchia e all’Arabia Saudita chiedendo loro di convincere l’Iran a non rispondere al bombardamento illegale di Israele, dimostrando in questo modo di non avere più le redini della situazione e di navigare a vista senza piano B in nessuna situazione.
D’altra parte la reazione iraniana è stata complessa, qualcosa di molto più sofisticato rispetto a ciò che sono in grado di fare gli americani, gli occidentali o i suprematisti di Tel Aviv. Da una parte abbiamo una risposta simbolica portata con uno sciame di droni tra i più lenti a disposizione dell’Iran e quindi facilmente abbattibili anche da un sistema di difesa aerea poco efficace come Iron Dome. Alcuni di loro hanno comunque colpito alcune postazioni militari. Il loro compito era solo dimostrativo nei confronti della popolazione israeliana senza l’intenzione di nuocere davvero, ma con quella di essere di monito e di dare comunque al governo di Tel Aviv, ma anche a quello di Washington una scappatoia per dire di avere sconfitto l’ assalto di Teheran. Inoltre la salva di droni ha esaurito le difese aeree di Israele che ora è molto più vulnerabile. Dall’altra parte abbiamo invece il lancio di missili balistici multi testata, usati per la prima volta dall’Iran che sono stati “consegnati” con precisione sulle basi aeree di Ramon e di Hatzerim ( quest’ultima è quella da dove sono partiti gli aerei per il raid su Damasco) provocando numerosi danni e la distruzione di un certo numero di aerei e di elicotteri che rimane imprecisato, ma che secondo gli iraniani sarebbe di 11 caccia (F16, ma forse anche F35) e 9 elicotteri Apache. Da Israele non una parola, ma trattandosi di installazioni militari si può conservare il segreto e non elencare le perdite qualora queste siano imbarazzanti,
La terza risposta è stato il sequestro della nave portacontainer MSC Aries vicino allo Stretto di Hormuz. La nave è gestita da Zodiac Maritime, una società di proprietà del miliardario israeliano Eyal Ofer e la sua cattura da parte di una squadra iraniana trasportata da un elicottero, è chiaramente un avvertimento agli Stati Uniti e ai loro alleati del Golfo di non pensare ad un attacco sull’Iran, perché una chiusura dello Stretto di Hormuz, che è nella piena possibilità di Teheran come risposta a un assalto sul proprio territorio, aumenterebbe i prezzi globali del petrolio e quantomeno metterebbe a repentaglio la rielezione di Biden, visto che in questa eclissi della ragione non bastano le pietose condizioni mentali dell’uomo per sostituirlo.
Certo dall’Occidente si alzerà una grande canea, perché quando sono loro a bombardare tutto va bene, ma non tollerano di essere a loro volta bombardati. Però ho proprio l’impressione che questa volta abbaieranno e basta, magari facendo il doppio gioco come accade per la Francia che da una parte manda un reparto della legione straniera in Ucraina e poi firma un contratto per il raddoppio della fornitura di gas naturale liquefatto russo, dando a Mosca i soldi per far fuori molte centinaia di volte i duecento fantaccini della republique, ma tutti rigorosamente non francesi. Del resto Parigi è riuscita a fare una figuraccia anche con gli Houti nel Mar Rosso, vista che una fregata francese ha dovuto scappare perché aveva sparato tutte le munizioni in 12 attacchi venuti dallo Yemen non riuscendo a neutralizzare la base da dove arrivavano droni e razzi.
Biden dal canto suo ha già avvisato che non appoggerà un contrattacco contro l’Iran, vista che Israele afferma di aver abbattuto tutti droni. Un effetto che Teheran ha contribuito consapevolmente a creare. Naturalmente tutti sanno che il raid ha impegnato solo una piccolissima parte degli arsenali iraniani, ma l’importante è di non farlo sapere in giro.
E tuttavia c’è un perdente sicuro in questa storia: ora un miliardo e mezzo di mussulmani guardano all’Iran che ha osato sfidare l’egemone per difendere i palestinesi, mentre la Turchia di Erdogan si è segnalata per la sua assenza e per la sua timidezza. Il Sultano che voleva essere un punto di riferimento quanto meno per i mussulmani del Medio Oriente, si è rivelato una tigre di carta, un uomo incerto la cui parola è inaffidabile.
agbiuso
Da Chi vince e chi perde in Palestina?
il Simplicissimus, 9.4.2024
In Palestina invece dopo sei mesi di combattimenti Israele non è riuscita a sconfiggere la forza guerrigliera di Hamas armata alla leggera, priva di difesa aerea, artiglieria e carri armati e nemmeno è riuscita ad ottenere la liberazione degli ostaggi. Indubbiamente le forze israeliane si sono dimostrate abbastanza abili nell’uccidere donne, bambini e anziani disarmati, nel bombardare ospedali e cliniche ( cosa che en passant sarebbe un crimine di guerra), scuole, chiese, moschee, università centri profughi delle Nazioni Unite e anche abbastanza ciniche nell’uccidere oltre 200 giornalisti e 224 operatori umanitari. Ma questo sparare nel mucchio o prendere di mira i testimoni della strage per chiudere loro la bocca per sempre sta solo affondando qualsiasi simpatia verso Israele senza farle vincere la guerra, anzi ne sta compromettendo in maniera grave l’economia, perché i coloni non vogliono tornare nelle zone vicine alla Striscia di Gaza, i richiamati hanno dovuto lasciare il lavoro ed esiste nel mondo un vasto movimento di boicottaggio dei prodotti israeliani.
[…]
Ma per così dire è credibile che Israele speri in una vittoria? Lasciamo da parte l’Iran che ha dieci volte la popolazione di Israele e le cui postazioni nucleari sono affondate dentro montagne inaccessibili a qualsiasi raid aereo o missilistico ma anche Hezbollah è un un osso durissimo: in passato ha già prevalso sulle truppe di Tel Aviv e dispone oggi di missili a lungo raggio che possono colpire con precisione le profondità di Israele. Non dico che si tratterebbe di un suicidio ma qualcosa di molto simile all’autoinfliggersi sofferenze, a meno che, appunto, Israele non cerchi di trascinare l’Occidente al fronte per farsi salvare. Cosa ha da offrire il governo sionista agli Usa e all’Europa intontiti dalla sconfitta in Ucraina? Lo ha chiarito l’attacco all’ambasciata iraniana di Damasco: distruggere le norme, le convenzioni internazionali e le leggi di guerra, creare un’anarchia geopolitica in cui ogni illegalità è consentita e in cui una Casa Bianca frustrata, potrebbe scorgere una risorsa per tamponate le sconfitte, generando paura. E’ la filosofia che Tel Aviv e il sionismo perseguono da decenni.
Ma in realtà proprio questo atteggiamento costituirebbe, anzi costituisce la maggiore sconfitta possibile, perché ogni resistenza non solo diventa più decisa, ma acquista un significato etico, una difesa della civiltà contro la barbarie. Certo l’Occidente in caduta libera e ormai privo di una chiara idea della realtà, finirà quasi certamente per cadere in questa trappola, subendone tutte le conseguenze.
agbiuso
Lo Stato d’Israele è diventato ormai il pericolo più grande per la pace nel mondo.
agbiuso
Per fortuna c’è ancora vita studentesca negli Atenei italiani. I loro rettori, invece, sono al servizio del potere pro tempore, come durante il Ventennio fascista.
–Video dall’Università di Bologna
agbiuso
Il genocidio in corso a Gaza e in Cisgiordania sta dissolvendo a poco a poco i tanti tabù su Israele. La rappresentante dell’ONU in Palestina parla apertamente di apartheid, anzi di Israele come entità politica che “incarna per eccellenza l’apartheid”.
agbiuso
agbiuso
Succede a Brescia.
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Palestina, il voto della vergogna al comune di Brescia. Cremaschi: “Abbiamo assistito al crollo del PD”
Giulia Bertotto
l’AntiDiplomatico, 31.1.2024
“Innanzitutto è bene ricordare che nel Consiglio Comunale di Brescia circa il 60% è composto da voci del centro sinistra, come Azione, Italia Viva, Sinistra Italiana passando per il Pd e alcune liste civiche, mentre il restante (inferiore al) 40% conta membri della destra. La destra ha presentato un ordine del giorno circa un mese e mezzo fa nel quale chiedeva l’approvazione di tutte le cose più vergognose della propaganda di Netanyahu, come l’equiparazione di antisionismo e antisemitismo, di conseguenza con questo documento qualsiasi forma di critica allo stato israeliano equivarrebbe ad un atto di antisemitismo.
[…]
Arrivati alla fase delle mozioni il clima si è fatto davvero teso e abbiamo assistito al crollo del PD davanti alla destra neofascista in appoggio al primo ministro israeliano. La mozione approvata raccoglie il peggio del neofascismo israeliano unificando antisemitismo e antisionismo aprendo di fatto una caccia alle streghe nei confronti di chi sostiene l’autodeterminazione del popolo palestinese e soprattutto un immediato Cessate il fuoco”.
agbiuso
agbiuso
Ma tutto questo, la pace e la giustizia, per il governo del popolo eletto non ha importanza. La Palestina è stata promessa a Israele da Yahweh. Questo è la suprema giustizia, questo comporta l’elezione data da un dio.
agbiuso
L’ambasciatore israeliano Gilard Erdan ha ragione: la vita di un bambino di Israele non è in alcun modo paragonabile a quella di 7000 bambini palestinesi uccisi.
È la perfetta logica nazionalsocialista; solo molto più alta nelle percentuali.
agbiuso
Condivido questa affermazione di Massimo Fini
agbiuso
The Israel Supporter And The Sandwich
di Caitlin Johnstone
Israel supporter: [Walks up to a guy at a restaurant, grabs his sandwich, starts eating it.]
Guy: Hey!
Israel supporter: What?
Guy: That’s my sandwich!
Israel supporter [still eating]: Sandwich? What sandwich?
Guy: Right there! You’re eating it right now!
Israel supporter: No I’m not.
Guy: Oh my God! You’re standing right in front of me eating my sandwich! I can see you doing it with my own eyes!
Israel supporter (finishing sandwich): Nope. Never happened.
Guy: You owe me another sandwich you prick! You stole from me!
Israel supporter: So you’re saying Jews steal? That’s an anti-semitic canard!
Guy: What?? I didn’t even know what religion you are! I’m just mad you stole my sandwich and ate it right in front of me!
Israel supporter: That never happened. Or if it did happen it wasn’t me. Or if it was me I had to do it because of something another guy did; he left me no choice.
Guy: How is this happening? This is ridiculous!
Israel supporter: Sounds like you just hate Jews.
Guy: Why the hell do you keep babbling about Jews?? This has nothing to do with Jews! This is about you personally and the specific thing you just did!
Israel supporter: Okay Hitler. [Steals silverware on the table, exits.]
agbiuso
“Per esistere Israele deve essere necessariamente uno stato razzista e di fatto uno stato violento e stragista , questo almeno è il pensiero sionista che ovviamente non ha nulla a che fare con l’ebraismo quanto piuttosto con un fanatismo divenuto sempre più cieco”.
Da: Gaza, la “strage demografica”
il Simplicissimus, 17.12.2023
agbiuso
Da Gaza, lettera aperta di 900 giornalisti: “I media non devono nascondere le ripetute atrocità di Israele. I termini corretti sono genocidio e pulizia etnica”
Paginauno, 5.12.2023
“Come reporter, redattori, fotografi, produttori e altri lavoratori delle redazioni di tutto il mondo, siamo sconvolti dal massacro dei nostri colleghi e delle loro famiglie da parte dell’esercito e del governo israeliano.
Scriviamo per sollecitare la fine della violenza contro i giornalisti a Gaza e per chiedere ai responsabili delle redazioni occidentali di essere lucidi nel coprire le ripetute atrocità di Israele contro i palestinesi.
Considerate la prassi decennale di prendere di mira letalmente i giornalisti, le azioni di Israele mostrano una soppressione della libertà di parola su vasta scala.
Considerate la prassi decennale di prendere di mira letalmente i giornalisti, le azioni di Israele mostrano una soppressione della libertà di parola su vasta scala.
Rinnoviamo l’appello ai giornalisti affinché dicano tutta la verità senza timori o favoritismi. Affinché utilizzino termini precisi ben definiti dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani, tra cui “apartheid”, “pulizia etnica” e “genocidio”.
agbiuso
Essendo incapace di neutralizzare Hamas, Israele prosegue la sua guerra contro i bambini di Gaza.
agbiuso
L’ONU chiede a Israele di rispettare gli accordi e il diritto internazionale. Non lo ha mai fatto ma va certamente chiesto:
L’Assemblée générale de l’ONU demande à Israël de libérer le plateau du Golan
agbiuso
“Selon le journaliste et auteur israélien, Gideon Levy, l’armée israélienne commet régulièrement des “crimes de guerre” dans les territoires palestiniens occupés depuis 55 ans, et pas seulement en temps de guerre, et le seul moyen de mettre fin à l’occupation est que le gouvernement de Tel-Aviv commence à en ‘payer le prix’ “.
Da: Gideon Levy, journaliste israélien : “L’occupation ne cessera pas tant qu’Israël n’en paiera pas le prix”
1.12.2023
agbiuso
La guerra contro gli ospedali
il Simplicissimus, 25.11.2023
Una pulsione sadica del sionismo che parla dei palestinesi come di una massa disumanizzata. Non ci sono madri, padri, figli, insegnanti, medici, avvocati, cuochi, poeti, tassisti o negozianti. I palestinesi, nel lessico israeliano, rappresentano un contagio che deve essere debellato. […]
E tuttavia le bugie usate da Israele per assolversi dalle proprie responsabilità divoreranno la società israeliana. Ne corroderanno la vita morale, religiosa, civica, intellettuale e politica. Le bugie eleveranno i criminali di guerra allo status eroico e demonizzeranno coloro che hanno una coscienza. Ma la stessa cosa accadrà ai complici che vedono, aiutano e tacciono, cioè a quell’occidente che si compiace delle regole, mentre egli stesso viola quelle fondamentali, per esempio armando Israele che viola ogni giorno, ogni momento, la convenzione di Ginevra. Si tratta di società ormai marce che finiranno entro qualche anno per crollare sotto il peso della loro stessa insensatezza. E nel frattempo come assurde calamite attiriamo odio e rabbia: si siamo odiati perché non abbiamo valori, siamo odiati perché le regole valgono solo per gli altri e non per noi. Siamo odiati perché ci siamo arrogati il diritto di compiere massacri indiscriminati. Siamo odiati perché siamo crudeli e indifferenti, siamo odiati perché siamo ipocriti, parliamo di protezione dei civili, dello stato di diritto e di umanitarismo mentre estinguiamo la vita di centinaia di persone a Gaza ogni giorno e stiamo sterminando gli ucraini per non ammettere la sconfitta. Che alla fine ci sarà comunque e sarà molto dolorosa.
agbiuso
Eh sì, il governo escatologico di Israele e le sue diramazioni vorrebbero che anche il Pontefice Romano si ponesse dalla parte della violenza e del terrorismo sionista.
agbiuso
“Israele che non è per nulla nato come “risarcimento” per l’Olocausto, ma come piattaforma che permettesse all’occidente di controllare l’area petrolifera: dunque la strage di palestinesi non è qualcosa che riguarda solo Israele, ma tutti gli utilizzatori finali di questo costrutto statuale che riproduce in se proprio quei meccanismi di esclusione, razzismo e xenofobia di cui sono stati vittima i padri di gran parte degli abitanti”
Da: Israele comincia a perdere sostegno
il Simplicissimus, 18.11.2023
agbiuso
Dei settanta anni e più di violenza perpetrata contro i palestinesi, l’ebreo Noam Chomsky afferma che «It is not war, it is murder». E infatti “terrorista” è ormai l’autodefinizione che lo Stato di Israele dà in realtà a se stesso.
agbiuso
Dichiarazioni sintomatiche della follia politica che agita il governo sionista ed escatologico-apocallitico di Israele.
agbiuso
L’orrore della menzogna, del razzismo, dell’ingiustizia, del massacro.
agbiuso
“Il mondo è testimone di un’epoca di una depravazione paragonabile a quella della Germania nazista ed è davvero disgustoso vedere come il regime sionista che commette questi crimini di guerra ha l’ardire di invocare la memoria dell’Olocausto come scusa per le sue azioni”.
Da Comincia da Gaza il crollo delle oligarchie occidentali
il Simplicissimus, 4.11.2023
agbiuso
Chi, nella storia moderna, era mai arrivato a tanto?
agbiuso
“Paradossalmente però questa situazione potrebbe alla fine inaugurare una nuova Israele finalmente liberata dal peso del sionismo, dell’escatologia razzista che si porta dietro e che alla fine ha posto le premesse di una sconfitta”.
da Guerra di lunga durata: Israele e gli Usa rischiano grosso
il Simplicissimus, 2.11.2023
agbiuso
Persino l’Unione Europea dichiara intollerabili i crimini dei coloni israeliani.
agbiuso
Verso la soluzione finale a Gaza: decine di migliaia di morti, buona parte bambini, le città rase al suolo, i sopravvissuti espulsi. E tutto questo per il governo escatologico di Israele è giustificato dai testi biblici.
agbiuso
“Save the Children sostiene che in 3 settimane sono morti a Gaza più bambini di quelli uccisi ogni anno, dal 2019, nelle altre guerre”.
Il crimine di Israele è inemendabile.
agbiuso
Persino gli USA denunciano i crimini dei coloni di Israele contro i civili palestinesi. Persino gli USA.
agbiuso
Netanyahu, un imbonitore, un bugiardo seriale.
agbiuso
Una riflessione di Andrea Zhok.
https://t.me/andreazhok/314, 27.10.2023
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L’attacco di terra di Israele è come la venuta del Messia, posposta a tempo indeterminato.
Si tratta di un giochino che farebbe sorridere se si potesse sorridere di un mattatoio di donne e bambini.
Ogni santo giorno i vertici israeliani annunciano al mondo l’imminente attacco di terra. Ma sapendo perfettamente che in un attacco di terra anche il nemico ha l’intollerabile diritto di sparare in risposta, e di uccidere, l’attacco è stato posposto, dal primo annuncio, diciotto volte.
Nel frattempo mentre tutto il mondo si concentra trattenendo il fiato sul terribile attacco di terra che non c’è, Israele “prepara il terreno” sbriciolando sistematicamente la Gaza civile (Hamas nel frattempo è per lo più al riparo nei tunnel suburbani), e prendendo per fame e sete la popolazione.
Così si procede ad uno sterminio di civili che è sotto gli occhi di tutti – tranne dei cittadini occidentali che si abbeverano al mainstream – e che fa in media 350 morti civili al giorno, ogni giorno.
Ora, i sentimenti personali non interessano a nessuno e non sono la base per formare nessun ragionamento costruttivo. Tuttavia, per quel nulla che conta, confesso che la quantità di corpi straziati, di padri estratti dalle macerie abbracciati al figlio, di donne in lacrime che hanno perduto tutto e tutti, la quantità di dolore visto in questi giorni ha colmato per me la misura. Non riesco più a guardare oltre.
E gli stessi miserabili pagliacci occidentali che cercavano col lumicino i civili colpiti dai russi in quella che è sempre stata palesemente una guerra tra eserciti regolari, ora tacciono o minimizzano come spiacevoli danni collaterali un massacro unilaterale di civili senza precedenti dalla seconda guerra mondiale (solo nella guerra del Vietnam ci fu qualcosa di simile, ma con minore concentrazione temporale).
Ecco, non crediate che dimenticheremo le vostre facce ipocrite, le vostre menzogne come fogne a cielo aperto, il vostro cinismo ributtante. Potete anche continuare da qui all’eternità ad arricchirvi incassando gli assegni per il leasing della vostra anima, potete continuare a darvi ragione a vicenda nei talk show, potete continuare a bullizzare i più deboli.
Sappiate che niente sarà dimenticato, in terra come in cielo.
agbiuso
Israele contro i neonati palestinesi:
agbiuso
Netanyahu: fanatismo, follia, ferocia.
agbiuso
Soltanto i ciechi e gli accecati non vedono e non vogliono vedere che quanto accade a Gaza è un genocidio, un lucido e programmato genocidio attuato da Israele e sostenuto in tutti i modi dagli Stati Uniti d’America, un Paese che mostra ormai senza infingimenti la propria natura guerrafondaia e terroristica, un Paese che è diventato il più pericoloso per la pace su questo martoriato pianeta.
E allora pongo di nuovo le domande che rivolsi qualche mese fa:
Che cosa autorizza un Paese come gli Stati Uniti d’America a intromettersi nelle decisioni, nella vita, nelle libertà di altri Paesi? In nome di che che cosa gli USA sono giudici dei destini di ciò che avviene nel continente asiatico, in America Latina, in Europa, ovunque? Da dove proviene questo privilegio assoluto di decidere per tutti che cosa sia il bene e che cosa il male? Che cosa legittima la pretesa che gli altri popoli, stati, nazioni debbano obbedire ai giudizi, alle decisioni, alle azioni degli Stati Uniti?
agbiuso
Una sintesi della storia e delle condizioni dei palestinesi in Palestina, nella terra che da decenni è loro sottratta dal sionismo anglosassone.
agbiuso
La crisi dell’Occidente e la battaglia per le anime europee
di Andrea Zhok – 15.10.2023
La fase storica che stiamo vivendo è contrassegnata da una profonda crisi, forse terminale, dell’impero americano. Con il riflusso della globalizzazione economica e il decrescere della presa USA sul mondo i processi di controllo, ricatto e destabilizzazione strategica promossi dai centri di potere americani hanno subito un’accelerazione.
Essendo i paesi del blocco di alleanze americano tutte liberaldemocrazie, il problema del controllo dell’opinione pubblica è centrale. Si è avviata così una fondamentale battaglia per le anime delle popolazioni occidentali, e questa battaglia ha il suo epicentro non in America, ma in Europa, dove la tradizione di una cultura critica e plurale era assai più vigorosa che negli USA.
Il primo passo in questa direzione è stato l’assoggettamento dell’Unione Europea alla catena di comando americana, assoggettamento testato dalla vicenda pandemica, ed oramai conclamato. Pochi ricordano che il progetto europeo era nato sotto gli auspici di rappresentare un contraltare alla potenza americana, un terzo polo organizzato che rifuggisse non solo il modello sovietico, ma anche quello degli alleati americani. Questo ruolo autonomo, ispirato all’esperienza dei welfare state europei del dopoguerra, è entrato in crisi con la trasformazione della Comunità Europea in Unione Europea, con la svolta neoliberale del Trattato di Maastricht, ed è oggi soltanto un ricordo remoto.
Per comprendere gli estremi della battaglia per le anime in corso gettiamo uno sguardo, a titolo di campionatura, ad alcuni fatti recenti, relati al conflitto israelo-palestinese.
In questi giorni l’UE ha chiesto a META di rimuovere dalle loro piattaforme tutti i contenuti ritenuti “disinformazione”, pena sanzioni fino al 6% del fatturato mondiale.
Il commissario europeo Thierry Breton è intervenuto ufficialmente presso Elon Musk per sollecitare interventi di controllo e censura sulla “disinformazione” su Twitter in occasione del conflitto israelo-palestinese.
Il Digital Services Act approvato dall’Unione Europea nel 2022 è il primo intervento legislativo che istituzionalizza la censura sulle piattaforme mediatiche europee. Naturalmente ciò che riceve lo stigma di “disinformazione” e “fake news” sono sempre soltanto le tesi che turbano la narrativa corrente, e il controllo sulle agenzie di “fact-checkers indipendenti” garantisce che vengano alzate continuamente alle autorità le palle giuste da schiacciare.
Intanto è ripartita la giostra delle modifiche ed emendazioni delle pagine di Wikipedia con contenuti scomodi, sulla stessa linea vista per il Covid e per l’Ucraina.
In Italia l’apparato di manganellatori mediatici a servizio permanente che popolano TV e giornali si è attivato nelle oramai usuali spedizioni punitive verso i dissenzienti con un profilo pubblico rilevante. Così Alessandro Orsini ed Elena Basile sono divenuti l’insistente oggetto di sfottò, agguati mediatici e fatwe. Il povero Patrick Zaki, da idolo del mainstream, è caduto istantaneamente in disgrazia giocandosi candidature europee e benefit vari per aver ingenuamente detto quello che pensava su Israele e Palestina. Moni Ovadia, per il quale gli squadristi mediatici non riescono a ricorrere alla solita equazione antisionista = antisemita, è stato sollecitato a lasciare il posto di direttore del Teatro comunale di Ferrara.
A livello internazionale, gli eventuali giornalisti che non si limitassero a ricopiare le veline degli apparati americani corrono sistematicamente il rischio di prendersi un’accidentale sventagliata di mitra. Così è successo l’altrieri ai giornalisti della Reuters e di Al Jazeera, ma l’elenco dei giornalisti uccisi dall’esercito israeliano in questi anni è lungo.
Grazie al cielo ci sono giornalisti come i nostri, che se ne stanno nel tinello romano a roteare bandierine da tifosi ed esercitarsi come ventriloqui dell’amico americano; altrimenti non si saprebbe dove veicolare prebende e riconoscimenti.
In questa fase l’interesse americano è tutto rivolto alla moltiplicazione di focolai di conflitto perché ciò gli permette di mettere a frutto i suoi due ultimi, residuali, punti di forza: la perdurante preminenza nell’armamentario convenzionale e la collocazione geografica isolata, che rende l’America immune dalle conseguenze immediate dei conflitti che rinfocola. È in quest’ottica che si comprende quanto rivelato ieri dalla visione di e-mail interne (Huffington Post), ovvero che il Dipartimento di Stato USA ha scoraggiato i diplomatici che lavorano alle questioni mediorientali dal fare dichiarazioni pubbliche che contengano parole come “de-escalation”, “cessate il fuoco”, “fine della violenza”, “spargimento di sangue”, “ripristino della calma”. Gli ordini di scuderia sono di gettare benzina sul fuoco.
In questo contesto il controllo dei flussi di opinione pubblica è determinante.
Il metodo – è importante comprenderlo – non è più quello della censura sistematica che era richiesto dagli autocrati di un secolo fa, ma quello della manipolazione e censura qualificata.
Si può prendere a questo proposito l’esempio della “notizia” di quattro giorni fa intorno ai 40 neonati decapitati da Hamas. La notizia è stata diffusa sulla base di un sentito dire, e il giorno dopo era la notizia di apertura di più o meno tutte le testate mondiali. Ieri la giornalista della CNN Sarah Snider, che ha reso inizialmente virale la “notizia” si è scusata perché la notizia non era poi stata confermata. Sky News ha detto oggi che la notizia non è stata “ancora” confermata (dopo quattro giorni su cosa si confida? sugli esperti di effetti speciali?)
Ora, c’è chi dirà ingenuamente che quest’ammissione della CNN è un segno del fatto che in occidente esiste la libertà di stampa. Ma naturalmente l’asimmetria tra una notizia clamorosa sbattuta in prima pagina in tutto il mondo e gli eventuali dubbi che in seguito filtrano qua e là tra le righe equivalgono sul piano politico ad aver indirizzato la maggioranza dell’opinione pubblica in una direzione definita (sdegno emozionale contro gli assassini), anche se tra qualche mese o anno si dovesse ammettere serenamente che la notizia era effettivamente destituita di fondamento.
È quello che potremmo chiamare “metodo Colin Powell”, o metodo “gli indiani buoni sono gli indiani morti”.
Prima si crea un caso sufficiente a demonizzare una parte e lo si fa con sufficiente vigore da produrre un’operazione di sterminio.
Dopo di che, ad operazione conclusa, si ammette cavallerescamente che invero le cose non stavano proprio così, vantandosi peraltro della propria onestà e trasparenza.
Prima si agitano fialette di presunte armi chimiche all’ONU, si spiana uno stato sovrano, donne, bambini, cani e criceti, poi anni dopo – tra uno scotch e l’altro – si ammette con un sorriso distratto che vabbè, era un espediente, che vogliamo farci, chi ha avuto ha avuto ha avuto.
Prima si stermina la popolazione autoctona di pellerossa, dipingendoli come mostri assetati di sangue bianco, poi quando oramai sono ridotti ad attrazioni folcloristiche, si dà avvio ad una cinematografia piena di indiani buoni e coloni coscienziosi.
Nel mondo contemporaneo non c’è nessun bisogno di tentare l’impresa, complessa quanto inutile, di bloccare il 100% delle informazioni vere. Basta manipolare, censurare, filtrare selettivamente per le masse di pubblico e per il tempo sufficienti a creare un certo danno irreversibile.
Ma si illuderebbe il cinico che pensasse che oggi questo gioco distruttivo ha al suo centro soltanto qualche milione di “pedine palestinesi sacrificabili”. Se la situazione non viene immediatamente congelata e disinnescata, al centro dell’attuale grande operazione demolitiva sono e saranno innanzitutto i popoli europei.
È l’Europa che sta già subendo e subirà l’impatto della devastazione dei rapporti verso Est con la guerra in Ucraina.
Ed è l’Europa che subirà l’impatto di una destabilizzazione duratura nel medio oriente, dove un conflitto che chiamasse in causa Israele, Siria, Libano, Iran e magari anche Iraq, Egitto, Giordania, ecc. rappresenterebbe una bomba sociale ed economica a tempo indeterminato per l’Europa – per tacere dei rischi di un coinvolgimento bellico diretto.
E curiosamente l’unico minimo comune denominatore di questi conflitti sta nel ruolo degli USA, che sono anche la forza che ne trae i maggiori vantaggi e quella che ha la maggiore capacità di influsso sui media internazionali.
Ma va da sé che chi unisce i puntini è un complottista.
agbiuso
Barbari e criminali.
agbiuso
L’ospedale bombardato: il mondo arabo esplode
il Simplicissimus, 18.10.2023
Gli occidentali sono bravissimi ad inventare storie terribili sui loro nemici mentre sono essi a perpetrare nella realtà gli stessi orrori che attribuiscono ad altri. Ci dev’essere qualcosa di freudiano in questo visto che la lingua batte dove il dente duole: avevano accusato i russi di usare bombe a frammentazione e invece sono loro, gli yankee, a fornire queste bombe ai morituri ucraini; avevano accusato i russi di usare il fosforo bianco e invece eccolo comparire in Israele contro civili inermi; avevano fatto strame di ogni plausibilità accusando i siriani di aver colpito un ospedale mostrando foto che si riferivano a fatti lontani nello spazio e nel tempo e adesso invece abbiamo l’eroico bombardamento dell’ospedale arabo Al-Ahli a Gaza, già diventata un cratere.
Poco tempo la bomba nella raffinata testa di Netanyahu si è fatta strada l’idea che forse era stata una grande cazzata e così il governo ha tentato di lavarsi la coscienza di altri 600 morti e 900 feriti sostenendo di essere estranei e che l’ospedale sarebbe stato distrutto dall’esplosione accidentale di un razzo in un “laboratorio” di Hamas. Però questi bucano un’ invasione persino dopo che sono stati avvisati da servizi di altri Paesi, ma improvvisamente sembrano sapere ogni cosa, persino sulle esplosioni accidentali. Ovviamente si tratta di assurde bugie per questi motivi: 1) Se ci fosse stato un laboratorio vi sarebbero state esplosioni secondarie che invece non si sono verificate; 2) non può essere stato un razzo di Hamas perché la deflagrazione è stata troppo grande; 3) le caratteristiche della detonazione ricordano una munizione JDAM da 1000 libbre in termini di resa che sono state usate più volte nei giorni scorsi. Quest’ultimo fatto pone un problema: le bombe in questione infatti sono normali ordigni a caduta a cui però viene aggiunto un sistema di guida – Joint Direct Attack Munition – che rende possibile dirigere queste bombe e renderle molto precise. Quindi è difficile che si tratti di un errore.
Tale sistema è stato sviluppato sia per colpire con più precisione il nemico, sia per evitare inutili vittime civili, anche se a dire il vero le truppe americane se ne fregano altamente visto che possono comunque contare su una copertura narrativa che ripulisce la loro vergogna, ma in questo caso la precisione sarebbe stata usata proprio per colpire l’ospedale e accelerare così la fuga da Gaza o magari placare la rabbia di Netanyahu che esce distrutto dalla guerra. Ad ogni modo adesso Israele non ha la possibilità di dimostrare in modo credibile la propria estraneità a questa strage e dunque si sta mettendo contro tutto il mondo mussulmano con il quale stava tentando di costruire dei rapporti diplomatici. Alla fine ha proprio ragione Hamas quando dice che la colpa di tutto ricade sugli Usa, non solo perché lo zampino americano in tutto questo è chiaro come l’orma di un dinosauro nella roccia, ma anche perché il feroce e senile Biden ha trascinato tutto l’occidente in una ridicola difesa incondizionata del governo sionista come se davvero ci fosse un pericolo per l’esistenza stessa di Israele peraltro presentata sempre e in maniera incongrua come la più grande potenza del Medio Oriente. E questo ha scatenato i sionisti che si sono sentiti con le spalle coperte per qualsiasi abominio Che pena vedere i politici nulla pensanti in questo continente in via di estinzione affermare il diritto di Israele ad esistere e cancellare d’emblée 75 anni di sofferenze del popolo palestinese: è gente che non perde occasione di dimostrare che fa irrimediabilmente schifo.
Ad ogni modo distruggere volontariamente un ospedale, ha fatto esplodere la rabbia in tutto il mondo musulmano, con massicce manifestazioni a Beirut, Doha, Amman, Cairo, Teheran, Rabat, Sanaa ma anche oltre perché quando è troppo è troppo con manifestazioni e scontri a Barcellona, Berlino, Montreal. I leader arabi si sono rifiutati di incontrare Biden che così non andrà più in Giordania, ma rimarrà in Israele confermando con la sua faccia da lugubre pagliaccio la regia americana in tutto questo. La Casa Bianca pare troppo stupida per capirlo o così distante dalla realtà da credere di potersi ancora permettersi questa arroganza: ma gli Usa come il loro presidente non riescono più a trattenersi e stanno via via alienandosi pezzi di mondo. Che costerà carissima anche a noi, altro che i finti e patetici attentati messi in scena dai servizi.