Ucraina, genesi di un conflitto
Il numero 52, anno XXVI (maggio-giugno 2022) della rivista Indipendenza pubblica un ampio e documentato saggio dedicato alla guerra in corso tra la NATO e la Federazione Russa in territorio ucraino. L’autore è Francesco Labonia, il quale conduce una analisi assai rigorosa e di ampio respiro, di natura geopolitica. È la migliore analisi che sinora io abbia letto su questo argomento.
Il testo si intitola «Ucraina / Genesi di un conflitto, oltre il fermo immagine» e si trova alle pagine 27-39 della rivista; qui sotto l’indice del saggio e una mia selezione di brani. Non trascrivo le numerose note che indicano puntualmente la fonte di ogni informazione.
Se la Russia è l’aggressore operativo, gli Stati Uniti e la NATO (con il regime di Kiev per procura) sono l’aggressore strategico. Aggressore strategico è colui che inizia prima la guerra, ma decide per necessità o calcolo di costringere il suo avversario al primo passo operativo, non lasciandogli scelta, obbligandolo ad intervenire affinché appaia come ‘colui che ha iniziato’. […]
Siamo dunque nel nono anno di guerra civile allorché il Cremlino si vede costretto all’intervento miliare per difendere i diritti di molti ucraini russofoni all’interno dell’Ucraina e allo stesso tempo tutelare, come vedremo più avanti, la stessa sicurezza della Federazione russa. […]
L’attuale presidente ucraino, Volodymir Zelensky, in campagna elettorale (2019) prometterà la fine della guerra nel Donbass e lo smantellamento del sistema oligarchico e di corruzione nel Paese, salvo poi rimangiarsi tutto una volta eletto. […]
Si riprendono in questo modo le fila dell’operato dell’amministrazione Obama e dei suoi ‘falchi’ interni (l’allora segretaria di Stato, Hillary Clinton, in testa), con l’infervorata sintonia della destra ‘neocon’. Del resto, dal 2014 al 2022, USA ed alleati hanno riempito l’Ucraina di basi militari e laboratori biologici, inviato quantità enormi di armi ed altro materiale bellico, addestrato esercito e paramilitari. […]
Tra il 16 ed il 21 febbraio dal fronte ucraino si abbatte una pioggia di fuoco in Donbass, su città e villaggi, contro case, ospedali, centrali idroelettriche, infrastrutture. I bombardamenti di artiglieria contro la popolazione aumentano drammaticamente, come attestano anche i rapporti quotidiani degli osservatori dell’OSCE. Al Cremlino si è di fronte a una scelta difficile: restare a guardare il massacro del popolo di lingua russa del Donbass oppure intervenire sapendo che, qualunque fosse stata la portata e il raggio d’azione, l’intervento avrebbe creato una crisi internazionale, con certezza d’indurimento delle sanzioni e il rischio di un allargamento del conflitto. […]
Il giorno prima, il 19 febbraio, secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, il presidente ucraino Zelensky rifiuta una proposta di mediazione avanzata dal cancelliere Scholz incentrata sulla neutralità dell’Ucraina in cambio di sicurezza garantita da Russia e Stati Uniti. Lo stesso giorno, alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza, Zelensky dichiara di voler riconsiderare la rinuncia del suo Paese alle armi nucleari sancita con il Memorandum di Budapest (dicembre 1994). La dichiarazione, avallata dall’amministrazione Biden, a Mosca era paventata ed è percepita come una dichiarazione di guerra. […]
In Ucraina sono le fanatizzate ed invasate milizie neo-naziste ad essere individuate da USA e NATO come analogo soggetto operativo da potenziare. […]
Nel Paese, non è la sola componente sciovinista, neo-nazista, visceralmente anti-russa, fautrice del suprematismo bianco e della purezza razziale (ora ‘ucraina’, quella ritenuta autentica, di ceppo scandinavo e proto-germanico, ora genericamente ‘bianca’) in vista – così affermano – di una crociata finale contro gli untermenschen (i ‘subumani’), in primis gli slavi, i russi, da sterminare o ridurre in schiavitù. […]
In Ucraina sono in corso diverse guerre insieme: quella civile, quella tra Kiev e Mosca, quella per procura degli Stati Uniti e della NATO contro la Russia, quella per la messa in riga atlantica di Francia e Germania, quella su scala planetaria tra anglosfera contro multipolarismo, con principale antagonista la Cina. […]
La Russia, con il suo agire e la sua stessa (r-)esistenza, ha due colpe imperdonabili agli occhi di Washington: sta fungendo da levatrice di un mondo multipolare che, rispetto a quello unipolare post implosione dell’URSS (1991), priverebbe le classi dominanti degli Stati Uniti e dell’Occidente (una minoranza di popoli del pianeta) di ogni preminenza politica, economica, militare, facendo anche esplodere le contraddizioni tra loro e all’interno delle loro società. Inoltre, con il suo enorme potenziale di forniture energetiche e materie prime in cambio di commercio e cooperazione, rischia di sfaldare l’indispensabile – per Washington – posizione di dominio sul continente europeo. […]
Il gruppo dirigente statunitense è consapevole che gli USA sono una potenza in declino. […] È l’incubo che sta alimentando la spirale di follia espansionista sanguinaria e bellicista, particolarmente nelle ultime tre decadi, della politica estera statunitense. […]
Le sanzioni hanno avuto un effetto controproducente: petrolio e gas sono rincarati pressoché a livello mondiale, facendo segnare dei balzi positivi per la bilancia russa e rafforzando il tasso di cambio del rublo, elementi piuttosto importanti per la massima coesione interna. […] L’isolamento internazionale della Russia è praticamente fallito, così come l’obiettivo di metterla in ginocchio economicamente. […]
Allargare il conflitto, coinvolgendo NATO e USA più di quanto già sia, è quindi nell’interesse di Kiev che, senza un loro intervento diretto, non ha alcuna possibilità di vincere. […]
Quali sono i vantaggi che può rivendicare, ad oggi, Washington? […] Ha rintuzzato energicamente, per non dire sgretolato, l’Intesa franco-tedesca e le sue velleità di essere direttorio e forza motrice di un’autonomia strategica ‘europea’. […] Allo stato, il destino di Francia e Germania è indirizzato su un crinale di degrado politico ed economico. […] Washington, rafforzando così l’esercizio del suo controllo, ha creato ulteriori e più profonde fratture dentro la UE. […]
Si porrà il problema dell’inglobare (forse!) nella UE un Paese che, già prima della guerra, non era definito ‘democratico’, con un grado di corruzione a livelli stratosferici causa anche una corrotta oligarchia alimentata dalle casse euro-atlantiche perché il Paese divenisse un’anti-Russia, privo di effettivo stato di diritto, nullo come attività economica. […]
Più in generale, è paradossale che, volendo seguire gli Stati Uniti, i vari governi sul continente europeo stiano facendo di tutto nell’alimentare la guerra alle porte di casa e tagliare in tal modo i ponti con quella parte del mondo rispetto a cui si è economicamente complementari (Russia per le risorse, Cina per la manifattura di base, svariati significativi Paesi, ad es. l’India, come grandi mercati). Perseguendo questa china il loro destino è segnato: senza o addirittura contro la Russia, sono condannati a perdere rapidamente molta della loro influenza internazionale. […]
La globalizzazione, vettore dell’ideologia atlantica su scala planetaria, si sta restringendo al piccolo mondo europeo, e poco più, della ‘globalità’ atlantica. […] Mosca, del resto, se sul piano economico sta pagando un costo contenibile, allo stato attuale, su quello strategico è già assurta a punto di riferimento di quella maggioritaria parte del mondo che si sente da decenni bullizzata dall’arrogante strapotere USA. […]
Il governo atlantico-europeista di Draghi sopravanza in nefandezze tutti i precedenti, a partire dal suo essere così privo del senso dell’interesse nazionale in qualunque decisione assuma e, specularmente, essere in spaventosa sudditanza suicidaria alla NATO, cioè a Washington, anteponendo agli interessi del Paese quelli estranei e stranieri, accettando tutto, sacrificando tutto, a qualsiasi prezzo, senza fiatare. È banale, nella sua tragicità, rilevare ad esempio che il riarmo italiano senza precedenti per la NATO e l’Ucraina lascia sempre più alla marcescenza ciò che è pubblico (la sanità, la scuola i trasporti, la ricerca scientifica, eccetera), la manifattura italiana, il futuro stesso del Paese e delle sue generazioni.
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agbiuso
Volontà di impotenza
Il Simplicissimus, 11.10.2024
Per una volta un giornale italiano si è segnalato per aver detto più di quanto non abbiano scritto le testate internazionali che danno il la al coro delle rane bollite e di quelle vendute. Certo è strano che giornali pieni zeppi di tromboni senza testa e senza onore, capaci – per esempio – di dire che le manifestazioni pro Palestina possono essere considerate espressioni di odio, possano aver operato uno squarcio nello scenario costruito con tanta cura e con ossessive bugie. Ma fatto sta che il Corriere della Sera trattando dell’ennesimo tour europeo di Zelensky che ha avuto come tappa obbligata una visita dalla Meloni come consolazione per il vertice di Ramstein saltato all’ ultimo momento, scrive finalmente che il tirannello di Kiev è disposto a un cessate il fuoco lungo tutta la linea del fronte, senza tuttavia rinunciare in via formale ai territori perduti in cambio di garanzie di sicurezza da parte degli Stati Uniti e dell’ingresso nell’Ue.
Il quotidiano infarcisce questa verità sulla follia del comico e dell’Occidente stesso, con le solite ridicolaggini, tipo che i russi perdono mille uomini al giorno mentre è esattamente il contrario. Queste notazioni bugiarde su una presunta debolezza della Russia sono necessarie per non far sembrare il tutto un po’ folle, perché è evidente anche a un bambino che a queste condizioni Mosca non potrebbe accettare alcun cessate il fuoco: si tratterebbe di dare ai nazisti solo tempo per riorganizzarsi e ricominciare la partita, esattamente come è accaduto per gli accordi truffaldini di Minsk. Però l’Occidente è così fuori di testa da ritenere che gli altri non capiscano questi trucchetti da quattro soldi.
La rivelazione del Corriere potrebbe sembrare una banalità da ciclostile, ma non lo è perché ufficialmente Zelensky non può sembrare disposto a perdite territoriali, sia pure temporanee, per non rischiare un golpe da parte delle forze naziste e ultranazionaliste che lo hanno in pugno. Ma la cornice in cui si inserisce quest’ultimo comico viaggio del caudillo di Kiev è che Usa e Ue stanno cercando una formula miracolosa per spacciare una sconfitta per una vittoria contando sull’ipnosi e sull’atarassia delle opinioni pubbliche: la narrazione delirante che stanno fabbricando è quella di creare una inesistente “minaccia per l’Europa” da parte della Russia e spacciando un cessate il fuoco come un “salvataggio dell’Europa”. Naturalmente però la ricerca di questo eventuale cessate il fuoco è di per sé il riconoscimento dell’impossibilità di Kiev di continuare il conflitto. Dopo sei mesi di propaganda deliberatamente fasulla sulla Russia che “disperatamente” insegue un cessate il fuoco, è emerso più chiaro che mai che in realtà sono l’Ucraina e la Nato a cercare disperatamente di radunare gli alleati ormai recalcitranti per cercare di portare la Russia a un armistizio. In realtà, Mosca ha segnalato più forte che mai che non c’è nulla su cui negoziare al momento visto che le sue richieste sulla smilitarizzazione e la neutralità dell’Ucraina sono del tutto al di fuori di questi fumosi tentativi di fermare l’avanzata delle truppe russe. E inoltre perché un armistizio nel momento in cui l’esercito di Kiev è a pezzi? Un ex generale ucraino di nome Sergei Krivonos ha persino detto che “ormai solo un miracolo può salvare l’Ucraina”.
Ma l’Occidente di miracoli non ne fa e anzi tutto ciò che tocca si trasforma ormai in merda. Così è assai presumibile che una sconfitta che ormai appare inevitabile diventerà il sepolcro della Ue degli oligarchi. Non tutto il male viene per nuocere.
agbiuso
Nato, le comiche di Ramstein
il Simplicissimus, 9.10.2024
Si può provare ad indossare i più diversi abiti di scena, variopinti e sgargianti, ma con questo non si sfiora nemmeno la realtà. La Reuters ha annunciato che il presidente Joe Biden ha annullato martedì il suo imminente viaggio in Germania nel quale doveva presiedere l’incontro di più alto livello mai tenuto dal gruppo di Ramstein, ovvero quello dei donatori di armi all’Ucraina, che mirava a sottolineare il suo incrollabile sostegno a Kiev. Questo gruppo di guerrafondai aveva programmato il vertice dal 10 al 13 ottobre sfruttando l’arrivo di Biden in occasione della prima visita ufficiale di un presidente Usa in Germania da quasi 40 anni, cosa che sembra quasi una beffa viste le condizioni mentali del personaggio e la sua uscita di scena come candidato per le presidenziali.
Ma tutto questo non ci sarà perché la Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente rimanderà il viaggio per gestire i preparativi per l’uragano Milton e gli sforzi di soccorso dopo l’uragano Helene: “Non credo proprio di poter uscire dal Paese in questo momento”, ha detto, aggiungendo che spera di riprogrammare il viaggio. Una vera sventura per il gruppo Ramstein visto che il tema all’ordine del giorno era prendere una decisione riguardo agli “attacchi a lungo raggio” sulla Russia nonostante il fatto che questo potrebbe innescare una guerra nucleare. È fin troppo chiaro che nessuno si sente di fare questa scelta, soprattutto in assenza del padrone, ed è così è venuta l’idea di tenere il vecchio Joe a Washington con la ridicola scusa del possibile uragano in arrivo. Immaginare quest’uomo ormai non più in sé coordinare le azioni in vista di uragano è degna di Zelig.
La cosa tragica è che lo stesso uomo dovrebbe prendere decisioni riguardo alla vita e alla morte dell’Europa: dopotutto ci sono così tanti obiettivi americani, britannici, francesi. tedeschi e italiani per una rappresaglia russa, che l’armageddon sarebbe assicurato. Ci ha pensato il governo tedesco a risollevare il morale con una trovata davvero spassosa: ha ribadito “la disponibilità di Scholz a colloqui con il presidente russo Vladimir Putin, a condizione che questi offrano una prospettiva di progresso sulla strada verso una pace giusta e sostenibile (aggettivo ormai rituale e immancabile dalle scatolette di tonno alle toilette ndr.) ma ha avvertito la Russia di non interpretare ciò come una debolezza”. Tranquillo cancelliere, la Russia non deve interpretare proprio nulla, queste sono solo manifestazioni di una insostenibile stupidità.
agbiuso
Da: Rifiutiamo la guerra illegale della Ue
il Simplicissimus, 28.9.2024
Se Zelensky ha per ora fallito nella sua missione di far scoppiare un conflitto mondiale, ci pensa Netanyahu a dare speranza ai guerrafondai con i suoi bombardamenti sul Libano e il suo vano tentativo di indebolire gli avversari uccidendone i capi e non rendendosi conto che questo è del tutto inutile, visto che i capi possono cambiare, ma cresce sempre di più la resistenza contro Israele. Tuttavia è ormai chiaro a chiunque abbia ancora un po’ di cervello e di autonomia rispetto alla sagra di un’informazione bugiarda per vocazione che rischiamo concretamente un conflitto mondiale la cui vittima sacrificale sarà proprio l’Europa, con un posto di prima fila, assieme alla Germania, assegnato all’Italia che ha truppe di occupazione americane in ogni dove.
agbiuso
Da: Gli USA appaltano l’escalation nucleare ai vassalli europei e preparano la guerra contro l’Iran
ottolinaTV, 17.9.2024,
Il panico che si è scatenato nell’Occidente collettivo da quando hanno realizzato che ci sono Paesi che non hanno più nessuna intenzione di obbedire alle regole dell’ordine internazionale che le ex potenze coloniali hanno costruito a immagine e somiglianza dei loro interessi, e che questi paesi sono attrezzati per imporre a tutto il pianeta la fine del dominio dell’uomo bianco e un nuovo ordine multipolare.
agbiuso
Da: Il terrorismo che nasce dal terrore
il Simplicissimus, 25.9.2024
Ma se vogliamo, le visioni e le illusioni predominanti in ambito Nato, sono storia vecchia: la Russia, nella forma di Unione Sovietica, ha sconfitto la migliore forza militare occidentale nell’evo moderno, ovvero l’esercito tedesco, e il semplice fatto che l’Occidente si sia sforzato di riscrivere questa storia rivendicando la vittoria come propria senza riconoscere il ruolo decisivo dell’Urss, rivela non solo il programma ideologico dell’Impero e lo scadente livello degli studi, ma anche il trauma profondo e duraturo che è all’origine della russofobia. Questa “ferita” persiste e ora si è metastatizzata in un nuovo ciclo di demenza, esemplificato dai piani della Nato di tentare un remix dell’Operazione Barbarossa. Ma ora l’umiliazione geopolitica dell’alleanza atlantica rimane un segreto solo per gli strati più ingenui dell’opinione pubblica, quella più indifesa rispetto all’incessante lavaggio del cervello e il rimbecillimento collettivo postmoderno. È solo grazie a questo che Zelensky può andare in giro a propagandare il suo grottesco piano della vittoria che consiste in più guerra per arrivare alla pace. Proprio come se la realtà non esistesse. Ma del resto non abbiamo sentito le stesse sciocchezze dai politici europei. compresi quelli italiani e persino da un signore che abita dalle parti del Quirinale? Il male oscuro dell’Occidente permea ogni istituzione ed è la radice della sconfitta.
agbiuso
Da: Le tigri di carta moneta
il Simplicissimus, 19.9.2024
Semplicemente la valanga di soldi per l’apparato militare più grande del mondo è stata spesa in maniera sbagliata e soprattutto per dare non il miglior risultato, ma il maggior profitto possibile alle corporation del settore che sono poi una parte preminente della governance reale di Washington. La parte che spende è in qualche modo anche quella che riceve e questo corto circuito tipico del capitalismo finanziario si sta rivelando disastroso. Tanto più che ora gli Usa devono affrontare una spesa per il debito che arriva a 1100 miliardi l’anno per i soli interessi e il bilancio per la Difesa (che in realtà si dovrebbe chiamare Offesa) va incontro a limiti strutturali.
agbiuso
Le ragioni economiche, e quindi le vere ragioni, del conflitto in Ucraina e della distruzione di quel popolo. Il mio auspicio, sempre più convinto e motivato, è che la Russia vinca totalmente questa guerra contro gli USA e la NATO.
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Ucraina, la sporca guerra del denaro
il Simplicissimus, 12.9.2024
In una intervista Victoria Nuland che come sappiamo è stata la “curatrice” dell’operazione Maidan costata 5 miliardi di dollari, ha ammesso apertamente che il motivo per cui Boris Johnson è volato a Kiev alla fine dei colloqui di pace tra Ucraina e Russia, svoltisi nel marzo del 2022, era quello di far naufragare l’accordo, in modo che i produttori di armi statunitensi potessero andare avanti con i loro mega accordi previsti per rifornire il Paese. Si tratta di un’ammissione importante perché mostra che la guerra in Ucraina e la russofobia occidentale è sostanzialmente innestata sul denaro. Questo di certo indigna, ma non stupisce: che vi sia una relazione tra conflitti e profitto delle classi di comando è un fatto scontato.
Ma nel caso dell’Ucraina gli interessi occidentali e statunitensi in particolare hanno determinato prima il destino di povertà e infine la distruzione del Paese fin dai tempi della dissoluzione dell’Unione sovietica. L’Ucraina era l’area europea di gran lunga più ricca di risorse minerarie e agricole, ma ben presto divenne il più povero a causa delle oligarchie locali che rastrellavano i beni per svenderli alle loro controparti occidentali: la guerra è stata soltanto l’acme di uno sfruttamento intensivo e senza limiti che va avanti dagli anni ’90. Certo il desiderio di accerchiare la Russia, secondo gli ossessivi comandamenti dell’impero, ha dato fuoco alle polveri, ma non si trattava solo di avvicinarsi pericolosamente con i missili al territorio russo, ma anche di cancellare la possibilità che il Paese stringesse accordi con Mosca e mettesse in pericolo il sistema di sfruttamento intensivo.
Per uscire dal vago citerò solo alcune delle risorse ucraine per far toccare con mano questa realtà. L’Ucraina infatti è:
prima in Europa per riserve accertate di minerale di uranio recuperabile;
al secondo posto in Europa e al decimo nel mondo per riserve di minerale di titanio;
sempre al secondo posto nel mondo per riserve esplorate di minerali di manganese (2,3 miliardi di tonnellate, ovvero il 12% delle riserve mondiali);
possiede la più grande riserva di minerale di ferro al mondo (30 miliardi di tonnellate), mentre è al secondo posto nel nostro continente per riserve di minerale di mercurio;
è al terzo posto in Europa (13° nel mondo) per riserve di gas di scisto (22 trilioni di metri cubi) e settimo nel mondo per riserve di carbone (33,9 miliardi di tonnellate);
è il primo in Europa per superficie coltivabile e il terzo al mondo per superfici della fertilissima terra nera;
detiene il primo posto al mondo per esportazione di olio di girasole, il secondo per produzione di orzo, il quarto per esportazione di orzo, mais e patate oltre ad essere un importante produttore di miele, grano, segale e uova;
al tempo dell’Unione sovietica era il primo produttore di ammoniaca, l’ottavo al mondo in termini di capacità installata di centrali nucleari;
il terzo (dopo Usa e Francia) nella produzione di localizzatori e apparecchiature di navigazione; il terzo esportatore di ferro e il quarto di titanio oltre ad essere il decimo produttore di acciaio;
Come si può facilmente vedere la guerra continua fino all’ultimo ucraino per non perdere questo scrigno già quasi tutto in mani occidentali o “prenotato” da investimenti occidentali. Personaggi come Mitt Romney, John Kerry, Joe Biden, Nancy Pelosi, John McCain e i loro emissari hanno reso possibile questa ruberia in nome e per conto delle corporation nord americane. Per loro è solo un bene che l’Ucraina sia distrutta così da poter imporre salari da fame e costi bassissimi per le loro imprese. La prospettiva di perdere questo bendidio li spinge a continuare la guerra con mezzi terroristici (vedi missili a lunga gittata) nella speranza di conservarne almeno una parte. Ma si tratta di una pura illusione: la guerra in Ucraina è ben lungi da aver saturato le capacità militari della Russia che proprio in questi giorni ha lanciato le più grandi esercitazioni navali della sua storia moderna. “Okean-2024” è iniziata martedì e si terrà simultaneamente nell’Oceano Pacifico e nell’Oceano Artico, nonché nel Mar Mediterraneo, nel Mar Caspio e nel Mar Baltico. L’obiettivo delle esercitazioni è valutare la prontezza al combattimento della Marina e dell’Aeronautica russa, nonché verificarne l’interoperabilità. Le manovre coinvolgono oltre 400 navi e sottomarini, nonché imbarcazioni ausiliarie, circa 120 velivoli e oltre 90.000 uomini. Chi vuole la guerra totale per conservare il frutto delle proprie rapine avrà pane per i suoi denti, ammesso che gli rimangano.
agbiuso
La Russia è il futuro dell’Ucraina
il Simplicissimus, 10.9.2024
Esiste una narrazione ed esiste una realtà: filosoficamente parlando la realtà nel suo insieme è una narrazione umana del mondo in un determinato periodo che tuttavia ha un senso solo se ingloba le verità fattuali che si presentano. La contemporaneità occidentale invece si distingue per l’esistenza di una narrazione completamente slegata dai fatti, anzi in diretta antitesi con essi e diventa perciò stesso mera propaganda, un nulla che si insinua nelle menti e crea dissonanze cognitive. Niente lo dimostra meglio della vicenda ucraina: non sto parlando delle balle quotidiane sparate in sostituzione dei colpi di cannone che la Nato produce in quantità largamente insufficiente, ma di una realtà più generale che viene completamente ignorata, ovvero che l’Ucraina non potrà più esistere se non come territorio russo o terra di nessuno, se proprio si vuole dare credito alla fantasie bagnate dei guerrafondai globalisti.
Ciò che generalmente viene ignorato è che dopo Maidan il Paese, non solo ha visto un totale crollo economico, ma ha perso la metà dei suoi abitanti in età riproduttiva in parte uccisi in una guerra senza speranza per conto dell’Alleanza atlantica (il milione di morti non è più un’ipotesi lontana dalla realtà), in parte per la perdita di popolose regioni come il Donbass che non volevano saperne di dipendere da Kiev, in parte per la fuga della popolazione verso la Russia o l’Europa, fuga che continua ancora oggi nonostante il draconiano regime di Zelensky tenti di impedirlo in ogni modo. In parte, infine, per il crollo verticale delle nascite: il tasso di natalità per donna è sprofondato ormai da anni a 0,71 (quello italiano che è uno dei più bassi del mondo è molto superiore: 1,24). Questo vu0l dire che entro il 2100 non esisterà più una popolazione ucraina anche tenendo conto che lo spopolamento progressivo aumenta la propensione all’emigrazione, un fatto verificato in tremila anni di storia.
Dunque, a parte alcune propaggini occidentali del territorio che finiranno in mano a Polonia e forse Ungheria, il resto non avrà altra possibilità che quella di essere inglobato dalla Russia, anche indipendentemente dalle vicende belliche. Tra l’altro, nonostante il lavaggio del cervello fatto da vent’anni a questa parte, la maggior parte degli ucraini sono in effetti russi e una volta eliminata la fonte della pervasiva propaganda ultranazionalista, non ci saranno più difficoltà a riconoscere questa realtà. Tutto ciò non ha minimamente sfiorato le menti di chi ha pensato e programmato la guerra e ha continuato ad essere ignorato anche quando sono svanite le speranze di un rapido crollo della Russia. In effetti la guerra continua su ordine dell’influente oligarchia americana che si è appropriata a suo tempo delle migliori risorse agricole e minerarie del Paese e ora fa di tutto per non perderle. Di certo essa non bada a perdite, sebbene proprio queste diminuiscano di giorno in giorno la possibilità di sopravvivenza dell’Ucraina, anche quale Paese fantoccio.
Fra qualche mese è molto probabile che dovremo assistere a una nuova ondata migratoria di ex nazisti e uomini di regime che prenderanno il largo proprio come accadde dopo la dissoluzione del Vietnam del Sud quando la spina dorsale del regime di Diem abbandonò il Paese per evitare la punizione per l’immensa strage con la quale si era arricchita. Ma il grosso della popolazione rimanente potrà avere un futuro solo con la Russia con la quale condivide la lingua (l’ucraino imposto dopo Maidan è solo un dialetto della Galizia che pochi usavano realmente tanto che lo stesso comico Zelensky parlava in russo), la religione, oggi di fatto vietata dal regime, la cultura e la storia. In quel momento la sgangherata e triviale narrazione occidentale si rivelerà esattamente per ciò che è stata: un incubo propagandista e un’integrale bugia.
agbiuso
Da: La Svezia sconfitta per la seconda volta a Poltava
il Simplicissimus, 5.9.2024
«Non sappiamo bene se si tratti di topi che abbandonano la nave che affonda o le vittime di una purga voluta dal tiranno in conto terzi di Kiev, ma in fondo non fa molta differenza: l’Ucraina è ormai come un vascello fantasma, un guscio in cui si nascondono i corsari della Nato e mentre si avverte che l’avventura sta finendo, tutto va in malora».
agbiuso
La catastrofe di Kursk
il Simplicissimus, 27.8.2024
Secondo Alistair Crooke l’Occidente è arrivato a considerare la narrazione della guerra più importante della guerra stessa dal momento che permette di imporre un allineamento ideologico e rafforzarlo attraverso media compiacenti. Così ad esempio non si è ragionato sulla capacità produttiva sufficiente a sostenere gli obiettivi militari, ma su quella di imporre una “realtà” immaginata che ogni giorno si sgretola un po’ richiedendo interventi di manutenzione narrativa. Ha perfettamente ragione: ancora adesso dopo due anni e mezzo di guerra si usa questa strategia per creare confusione sulla follia di Kursk, alterandone la vera portata, gli intenti e gli spaventosi risultati.
Gli ucraini hanno perso fino ad ora seimila tra gli uomini più addestrati e un migliaio abbondante di mezzi di tutti i tipi, ma in realtà non sono penetrati che per una trentina di chilometri in territorio russo, sguarnendo peraltro altre parti del fonte dove i russi ora avanzano più velocemente. Ma non si è trattato per nulla di un’idea di Zelensky, bensì di una trovata della Nato che aveva bisogno di qualcosa per riportare l’Ucraina nei titoloni e nella speranza di poter davvero raggiungere Kursk e la sua centrale nucleare: la prova di questo sta non soltanto nel numero inconsueto di falsi mercenari occidentali presenti sul campo di battaglia – per cui chi ora si dice sorpreso dall’operazione, mente per la gola – ma soprattutto nel fatto che essi portassero con sé molti sistemo EW di origine europea e ancora segreti per disturbare i droni e azzerare le comunicazioni dell’avversario. Li hanno montati sui veicoli di testa delle colonne e dei gruppi mobili per testarne l’efficacia, nella speranza che la sorpresa avrebbe fatto arretrare il nemico fono alla conquista dell’intero oblast. Questo è stato in parte un problema per i russi, tuttavia in pochi giorni essi hanno portato sul campo di battaglia un rivoluzionario sistema a guida ottica dei droni che così non possono più essere disturbati dalle interferenze elettroniche e hanno ripreso l’iniziativa, facendo strage di carri e mezzi corazzati. Da ciò deriva una spiacevole realtà: Kursk è stata un’idea della Nato che ha visto ben presto esaurirsi le ultime e ancora segrete realizzazioni militari dell’alleanza.
Ecco perché si può parlare di catastrofe: Kursk era una scommessa per alterare in qualche modo l’equilibrio strategico che vedeva il regime di Kiev esaurirsi in un bagno di sangue infinito, ma tale scommessa è stata persa nel peggiore dei modi dimostrando che l’avversario è in grado di replicare anche alle ultime “novità” occidentali in fatto di armi. E ha rivelato il semplicismo ignorante che domina nei suoi circoli militari e politici occidentali quando hanno pensato che i russi dopo l’invasione del proprio territorio se la sarebbero presa con Putin. La storia che segue a questo nuovo carnaio è solo sconfitta su sconfitta: la sistematica distruzione della rete elettrica ed energetica, il regolare annientamento di magazzini di armi, l’annullamento della capacità industriale non lasciano scampo. Né si può seriamente pensare alla massiccia creazione di nuove truppe: nuovi dati sulla telefonia cellulare mostrano che ha popolazione del Paese sta subendo un tracollo. Il numero di utenti mobili attivi in Ucraina è ora di 16 milioni, le schede SIM attive sono circa 25 milioni. Facendo un calcolo sia pure approssimativo sulle utenze governative, amministrative e militari l’ex primo ministro ucraino Azarov calcola che ora in Ucraina ci sono circa 18-19 milioni di persone contro i 38 milioni nel 2022.
La partita è persa, ma qui subentra tutto il problema delle narrazioni “vincenti” sparse a piene mani negli anni precedenti: esse sono elementari, esclusivamente emotive, rifuggono dall’argomentazione e sono volte a creare un consenso sul nulla. Vale a dire: è difficile tornare indietro mentre l’avventura di Kursk ha definitivamente fatto saltare la possibilità di negoziati. Così la Nato sarà costretta al confronto diretto non volendolo realmente e non potendolo sostenere.
agbiuso
L’Ucraina si conferma un regime dittatoriale, oltre che corrottissimo.
Uno stato i cui reggitori applicano la corte marziale e negano ogni diritto civile, compresa (come in questo caso) la libertà religiosa.
La menzogna della NATO, dell’Unione Europea e degli USA posti a difesa della “democrazia” svela ancora una volta e per l’ennesima volta la propria vera natura.
agbiuso
Da: Lazzi, frizzi, schizzi, girigogoli e ghiribizzi
il Simplicissimus, 19.8.2024
Si tratta davvero di letame, di un assurdo tentativo di scaricare la colpa di un’azione sconsiderata dopo che le truppe meglio equipaggiate e motivate del regime di Kiev e un gran numero di mercenari della Nato sono stati arrestati con enormi perdite di soldati e di mezzi dalla prima linea di difesa dell’esercito russo, che, come non è stato detto in mezzo alla fiera delle ipotesi e allo sventolio di bandierine, si trova a circa 11-12 chilometri dal confine. Perché poi i responsabili dell’oblast di Kursk non avessero pensato di istituire difese proprio al ridosso del confine è qualcosa che si sta discutendo a Mosca. Ma questa azione voluta dai generali della Nato che stanno all’intelligenza come i passeri stanno ai falchi, ha sguarnito altre parti del fronte favorendo l’avanzata delle truppe russe, mentre gli invasori sono ora braccati nelle foreste di confine dove si nascondono dopo aver fatto vittime civili nei villaggi della zona.
[…]
Una semplice idiozia, una farsa in mezzo al dramma: svanito l’effetto alcolico dell’euforia adesso che l’operazione è stata dichiarata terroristica da Mosca, visti i morti civili che ha fatto, ci si trova davanti al problema che i prigionieri possono essere fucilati sul posto o rinchiusi per molti anni in galera. Specie se sono terroristi che parlano inglese, o francese o tedesco. Siamo al trionfo dell’idiocrazia e dunque dei lazzi e dei frizzi che tuttavia regolarmente si trasformano in cazzi e mazzi.
agbiuso
Come è stato evidente sin dall’inizio.
L’Ucraina è uno stato guidato da terroristi. Spero che la Russia riesca a neutralizzarlo, nonostante l’attiva complicità degli Stati Uniti d’America e dell’Unione Europea con i terroristi ucraini, i quali agiscono contro l’Europa.
agbiuso
Da: Ucraina, la sanguinosa dichiarazione di sconfitta
il Simplicissimus, 12.8.2024
«L’attacco ucraino, senza avere alcuna altra possibilità reale se non la morte di altre migliaia di ucraini, non fa altro che convincere Mosca del fatto che non ci sarà pace senza una completa disfatta dell’Ucraina».
agbiuso
Morire per Kamala
il Simplicissimus, 7.8.2024
La Casa Bianca ha disperatamente bisogno di una prova di esistenza in vita dell’Ucraina, specie dopo il crollo economico del Paese che ha annunciato di non essere più in grado di pagare i debiti. Ma la cosa non riguarda più Biden che si è ritirato dalla corsa presidenziale, bensì la possibilità del suo successore designato, ovvero Kamala Harris di vincere le elezioni, magari con qualche “aiutino”. E così le truppe di Kiev stanno tentando una specie di mini contrattacco la cui prima ondata si è ben presto esaurita con la distruzione di molti mezzi, praticamente quasi tutti i 30 corazzati che sono stati usati. Ma non importa granché, visto che l’abilità militare del Pentagono si esercita assai meglio fra i media consenzienti piuttosto che sul campo di battaglia, l’unica cosa che si cerca è la possibilità di fare credere che non ci si trova di fronte a una sconfitta definitiva, che il paziente appanna ancora lo specchietto delle allodole.
Vista la mala parata di questo tentativo si è subito detto che probabilmente si tratta di un’azione diversiva per poi portare l’attacco vero più a sud oppure di una iniziativa per tentare di richiamare truppe russe nella zona e tentare una sorta di attacco dimostrativo in direzione della centrale nucleare russa di Kursk, che dista 55 chilometri dal confine ucraino, per far tornare alla ribalta Kiev che ormai agonizza. Chi lo sa, si tratta di chiacchiere che corrono sul filo teso tra Kiev e Washington e sul quale i funamboli dei media compiono le più ardite acrobazie e non dicono che questo attacco inutile portato con poche migliaia di uomini, forse meno di due battaglioni, è stato preparato giusto per fare qualcosa visto che i russi stanno accelerando la loro avanzata e c’era bisogno di un’operazione di pubbliche relazioni per distogliere l’attenzione dai successi degli avversari.
Che peraltro sono inevitabili visto i due fattori principali. Il primo è la mancanza di uomini di cui soffre Kiev e che la leva forzata non riesce a colmare, tanto più che si sta innescando una fuga in massa dal Paese, nonostante la sorveglianza e le trappole tese dai servizi nelle zone di confine di cui l’immagine di apertura del post è un esempio. Il secondo è che la produzione bellica di Mosca è oggi stratosfericamente superiore alla capacità industriale combinata dell’Occidente. Naturalmente anche questo non può essere rivelato all’uomo della strada che rimane nella bolla ipnotica della superiorità della Nato. E visto che siamo anche in tempo di olimpiadi il significato di questi attacchi corrisponde perfettamente alla logica di questa fase della guerra: quando un atleta viene atterrato, deve alzare rapidamente le mani e dimostrare all’arbitro che è in grado di combattere, altrimenti il combattimento verrà interrotto e il lottatore dichiarato sconfitto.
Dai non tu crucciare Kamala, ancora tre mesi e una pira di migliaia di uomini da sacrificare sul tuo altare inclusivo, magari puoi anche farti qualcuna delle tue risate che ricordano il verso della iena. Sarebbe davvero in tono con gli eventi. Ma evidentemente qualcosa si sta spezzando in questa macchina così ben oliata del consenso a un regime nazista: piccole cose, per carità, ma significative. Per esempio Anna Netrebko, una delle più acclamate cantanti liriche al mondo sarà a Roma e poi in Florida per festeggiare con la Tosca i 125 anni dalla prima rappresentazione e anche se con qualche giorno di ritardo, i 100 anni dalla morte di Giacomo Puccini. Questo nonostante si sia rifiutata di parlare male della Russia, abbia più volte incontrato Putin e goda quindi di una sorta di ostracismo idiota. Evidentemente si sta stemperando, almeno alla periferia degli eventi, l’insano clima russofobico che era stato creato e che ora, con il carro dell’Ucraina che comincia a bruciare, potrebbe non essere più così favorevole alle carriere dei servi sciocchi. Del resto i russi hanno già preso New York, un piccolo villaggio, battezzato così forse per sottolineare l’abbraccio tra l’impero americano e il regno nazista usato come una clava: un piccolo simbolo per una grande sconfitta.
agbiuso
C’era una volta l’Ucraina
il Simplicissimus, 26.7.2024
In questi giorni di rivelazioni sul sistema politico americano e sulle sue finzioni democratiche, l’Ucraina e la sua guerra sono state dimenticate salvo la gentile concessione del tiranno di Kiev per una eventuale partecipazione della Russia al prossimo vertice di cosiddetta pace. Questa posizione meno ridicola e intransigente la si deve in parte alla scelta di Vance ( notoriamente contrario alla guerra ucraina) come eventuale vice di Trump, ma soprattutto ai colpi che le forze ucraine e quelle della Nato stanno subendo ogni giorno grazie ad armi che Mosca avrebbe dovuto esaurire nel marzodel 2022. La Russia attacca su tutti i fronti e comincia a guadagnare sempre più territorio.
Niente di meglio per comprendere la situazione sul campo che le rivelazioni al Guardian, giornale guerrafondaio quant’altri mai, del nuovo capo delle forze ucraine Syrskyi, il quale in una ventina di righe sconfessa tutte le menzogne occidentali che circolano fin dall’inizio della guerra. Nel tentativo di chiedere ancora più armi a una Nato che si è ormai dissanguata, egli svela alcune verità chiave. Ammette finalmente che la Russia ha cominciato l’operazione speciale con meno di 100 mila uomini, che tale forza è cresciuta fino ai 520 mila uomini di oggi che diventeranno 700 mila per la fine dell’anno. In questo stesso periodo di tempo il numero di carri armati impegnati è salito da 1700 a 3500, mentre i sistemi di artiglieria dai 4500 iniziali sono saliti a 89oo, per non parlare dei droni che vengono prodotti a un ritmo 5 volte superiore rispetto all’occidente. E’ chiaro che inizialmente Putin aveva schierato un velo di truppe di gran lunga inferiore a quelle ucraine e Nato, attendendosi che la pressione militare comunque molto forte, avrebbe indotto l’Ucraina a chiedere la pace, cosa che in effetti avvenne, ma che venne vanificata dall’intervento occidentale, concretizzatasi con l’arrivo del super pagliaccio Boris Johnson a Kiev.
Ora se i russi sono avanzati sia pure lentamente già all’inizio dell’operazione, come si pensa di sconfiggerli ora che sono almeno cinque volte tanto e dopo che l’esercito ucraino ha subito una vera e propria ecatombe in quella controffensiva che ha dimostrato l’inadeguatezza delle armi e soprattutto del pensiero militare occidentale? Lasciamo perdere le disperate sciocchezze secondo le quali i russi perderebbero 100 mila uomini al mese e che sarebbero a corto di mezzi, perché sono destinate ai più stupidi nell’ambito di popolazioni istupidite. D’altronde, come ha rivelato il maggiore generale Riho Yukhtegi delle Forze armate estoni, il piano per la creazione di nuove 10 brigate è già fallito e gli uomini che vengono raggranellati con la forza servono a mala pena a rimpiazzare le perdite che rimangono altissime, anche se accuratamente non dichiarate. La conferma di tale situazione viene anche dall’ex vice capo di stato maggiore dell’Ucraina Igor Romanenko il quale dice che c’è una grave carenza di uomini e che in alcune sezioni del fronte, i soldati non sono sufficienti nemmeno per le azioni difensive. Per giunta pare che il salario dei soldati morti (il 15 per cento del bilancio ucraino) finiscano nel buco nero del corrotto regime di Kiev, un’altra buona ragione per secretare il livello delle perdite.
Né si può sperare in soluzioni miracolose visto che lo stesso Syrskyi ammette che gli F-16 donati all’Ucraina verrebbero probabilmente relegati a ruoli di difesa aerea e afferma che le capacità della contraerea russa e la potenza dell’aviazione di Mosca sono troppo grandi perché gli F-16 possano avvicinarsi alla linea del fronte. Non c’è perciò da meravigliarsi se la diserzione e il rifiuto dei soldati di combattere stiano crescendo, così come cresce fra le truppe la sensazione di essere mandate in battaglie organizzate per scopi politici dal regime di Kiev, ma in sostanza da Washington.
E’ chiaro che a questo punto stiamo parlando di un cadavere e che ogni possibile mossa non può prescindere da un intervento diretto dei Paesi europei con tutte quello che ne segue. Del resto più passano in giorni, più è difficile per l’Occidente fare la pace senza apparire sconfitto, cosa che è assolutamente necessaria per la sopravvivenza del sistema. Ma le idee sono confuse e totalmente prive di realismo: non basta che gli aiuti vengano dimezzati come sta facendo la Germania e men che meno i vaneggiamenti di Trump sulla possibilità di affittare l’Ucraina per rafforzarne la posizione, visto che a Kiev gli americani sono già i padroni di casa. Immagino che tra poco Kamala, la iena ridens, ci farà sapere che gli Usa manderanno al fronte Flash, Lanterna Verde, Hulk, gli Avengers e l’uomo ragno. Dopotutto Hollywood ha conquistato la luna, non si può mai sapere.
agbiuso
Da: Morire per Biden: comici contro i pagliacci occidentali
il Simplicissimus, 4.7.2024
«La squadra di Biden ha assolutamente bisogno di successi in Ucraina: se poi decine di migliaia di soldati ucraini morissero senza senso, per i democratici statunitensi non sarebbe un problema. La cosa principale è che i democratici rimangano al potere negli Stati Uniti»
agbiuso
Da: Gli Usa hanno scelto il sostituto di Zelensky?
Fabrizio Poggi, l’AntiDiplomatico, 2.7.2024
«E, in quest’ultimo caso, chi dei tanti nomi circolati e circolanti rivestirà il ruolo – per il tempo che gli rimane – di nuovo nazigolpista capo dell’Ucraina, autoproclamatasi “indipendente” nel 1991, in continuità con quella fantomatica Rada centrale antisovietica che, dopo la Rivoluzione d’Ottobre, si era autoproclamata organo supremo della Repubblica popolare d’Ucraina e, in aperta lotta col potere sovietico, apriva le frontiere alle truppe tedesche, come, settant’anni dopo, i suoi erede, avrebbero fatto con quelle americane?”
agbiuso
Da: Sussurri e grida sull’Ucraina
il Simplicissmus, 26.6.2024
Ormai l’atlantismo come calco per il pianeta sta tirando le cuoia e qualsiasi cosa accada non sopravviverà alla sconfitta, nonostante i tentativi di suscitare un’escalation russa. Basti pensare che proprio ieri la Malesia ha detto al sottosegretario del Dipartimento del Tesoro americano, che riconoscerà solo le sanzioni imposte dal consiglio di sicurezza dell’Onu e non quelle poste da un singolo Paese o da gruppo di Paesi. Inizia la fine.
agbiuso
Ma l’Italia (compreso il governo Meloni) finanzia intanto con miliardi di euro le guerre dei nazionalsocialisti ucraini e distrugge la propria economia per garantire la ricchezza degli Stati Uniti d’America.
agbiuso
“C’è da meravigliarsi se gli emergenti restano un tantino perplessi dinanzi agli anglo-americani che a Kiev realizzano un colpo di Stato, armano e si appropriano economicamente di un Paese che perde la sua esigua democrazia abolendo le opposizioni e poi le elezioni e combatte una guerra suicida per interessi americani? Tutto in ossequio al Diritto Internazionale?»
Da: Elena Basile – G7, Lucerna e l’illogicità orwelliana
l’AntiDiplomatico, 18.6.2024
agbiuso
«Il discorso del duce di Kiev il quale offre la pace all’avversario che sta vincendo a patto che egli si dichiari sconfitto, eppure non è un sogno è la realtà di un complesso mediatico che scrive e parla a vanvera sulla falsariga di una diplomazia che in mancanza di cervello ha fatto della cieca arroganza la sua unica cifra».
Da: Putin frantuma l’onanismo geopolitico della Nato
il Simplicissimus, 16.6.2024
agbiuso
Eccellente analisi di Domenico Quirico sul quotidiano Il Secolo XIX, 29.5.2024
Come con gli istruttori in Vietnam si scivola nello scontro diretto (pdf)
agbiuso
Vendita sottobanco di un cadavere
il Simplicissimus, 31.5.2024
Una tragedia fa presto a trasformarsi in farsa e oggi tutte le “autorizzazioni” date a Kiev di poter usare i missili forniti dall’occidente per colpire il territorio russo corrispondono a questo: la vendita alle opinioni pubbliche occidentali e segnatamente a quella americana, incredibilmente rozza, di un cadavere come se fosse ancora vivo. Questi missili infatti sono stati sempre usati dagli ucraini sia contro la Crimea che contro Belgorod e altre parti del territorio russo: non è certo una novità, ma qualcosa bisogna pur dire di fronte al disastro e anche di fronte alla vendetta russa che proprio tre giorni fa si è condensata nella completa distruzione di un centro sotterraneo recentemente costruito in cui i piloti ucraini dei futuri F-16 venivano addestrati per le loro missioni da personale prevalentemente belga e olandese. Dopo l’attacco il sito era disseminato di diverse centinaia di cadaveri e altre centinaia di feriti gravi venivano evacuati in Polonia e Germania. Questo è solo un esempio eclatante, ma ce ne sono molti altri: quasi l’intero esercito ucraino, compresi almeno una dozzina di ufficiali di alto rango, sono ormai ansiosi di fare amicizia con la parte russa in preparazione a ciò che accadrà. Pochissimi di loro sono così stupidi da voler morire per Zelenskyj, che indefinitiva si muove, ma è già morto.
Ma allora come giustificare il risultato catastrofico dello stanziamento infinito di denaro e armi contro il regime straordinariamente corrotto di Kiev? A questo punto, l’Ucraina non ha alcuna industria, ha un esercito in gran parte distrutto e un sistema politico che consiste in un solo partito chiamato “Servitore del popolo”, omonimo della sitcom in cui recitava Vladimir Zelenskyj prima di diventare presidente. Ma la sua carriera di attore è finita da tempo, così come la sua carriera politica ora che il suo mandato presidenziale di cinque anni è scaduto il 20 maggio di quest’anno. L’Ucraina è in bancarotta; la metà della sua popolazione popolazione se ne è andata, ha deciso di essere russa o si è dispersa in tutta Europa; è improbabile che la rete energetica sopravviva al prossimo inverno; la maggior parte degli uomini in età militare idonei a prestare servizio sono morti. È un paese in decomposizione dove emerge una fiorente sottocultura di persone che forniscono informazioni strategicamente importanti ai russi nel tentativo di ingraziarseli.
Data questa situazione, cosa potrebbe essere considerata una sorta di vittoria per i politici europei e americani, che a questo punto temono seriamente per le loro carriere di stragisti e di idioti a tempo pieno? Un’idea è quella di vendere il cadavere in decomposizione dell’Ucraina alla Russia, caricando su Mosca la responsabilità di rianimarlo. Ma cosa potrebbe spingere la Russia a elaborare un qualsiasi tipo di accordo e a farlo con sufficiente fretta da permetterle di influenzare positivamente le imminenti elezioni non dico in Europa dove non conta nulla, ma negli Stati Uniti? Molto difficile anche perché ormai i russi non si fidano assolutamente più degli occidentali visto che mentono sempre con una costanza ammirevole.
Ciò che gli americani e gli europei non riescono a capire è che questi inganni pesano sulla loro reputazione planetaria in un mondo che cambia rapidamente e che ormai ha sgamato il vero significato dell’“ordine internazionale basato sulle regole” di cui i politici americani ed europei continuano a cianciare. Quindi devono mettere un po’ di belletto al cadavere ucraino: il “permesso” di usare i missili contro la Russia che è sempre stato dato è solo un po’ di fard sulle guance. Il resto del funerale potrebbe essere costituito dal creare nuovi problemi altrove, per esempio – visto che non sono riusciti ancora ad impadronirsi della Georgia – in Moldavia potenziando il loro piano per distruggere il Paese e farlo assorbire dalla Romania in maniera che diventi magicamente Nato. mentre esso per costituzione è neutrale. Hanno già fatto alcuni preparativi in questo senso: vietare l’uso sia della lingua russa che di quella moldava, insediare un presidente fantoccio (Maya Sandu è cittadina rumena) e corrompere il sistema giudiziario e gran parte del resto del governo per servire interessi stranieri, il tutto portando alla miseria la popolazione moldava, anch’essa in rapida diminuzione.
Se la Nato perseguirà questo piano, allora la Russia potrebbe essere costretta a tempo debito ad annettere la Transnistria russa e a riconoscere la Repubblica popolare di Gagauzia, offrendole sostegno militare per prevenire il genocidio. Ma questo sarebbe difficile da spacciare come una vittoria e consentire ai politici europei e americani di sopravvivere alla colossale massa di errori che hanno accumulato. Alla fine si ritrovano nella stessa condizione di Zelensky: non sono nient’altro che personaggi di una serie.
agbiuso
Zelensky il ricercato
il Simplicissimus, 6.5.2024
Non bisogna mai confidare nell’ovvio soprattutto quando esso si manifesta con chiarezza. E’ abbastanza ovvio in effetti che il Cremlino abbia designato Zelensky – così come molti altri alti funzionari e generali ucraini – come “ricercati” dopo una serie infinita di attacchi ai civili nel Donbass e in Russia: l’accusa di terrorismo è pienamente giustificata anche se essa non è esplicitamente richiamata dal ministero degli Interni della Federazione. Tuttavia questo provvedimento poteva essere preso prima: arriva ora per mettere in chiaro che alla Russia non interessa alcun accordo di pace con Zelensky che peraltro il 21 maggio prossimo perderà ogni legittimità.
Innanzitutto questo affonda il “vertice della pace” in programma in Svizzera per il 15 giugno e dal quale è grottescamente esclusa la Russia: espongano pure il loro pagliaccio in questo incontro dell’occidente onanistico, perché tanto sarà impossibile trattare con un uomo considerato non solo illegittimo all’interno del suo Paese, ma addirittura un criminale ricercato in Russia. Con una semplice mossa Mosca ha reso instabile la barchetta del vertice svizzero, in promo luogo perché esclude di fatto Zelensky da qualsiasi trattativa e dunque anche da soluzioni che prevedano una riacquisizione da parte dell’Ucraina dei territori persi. Ormai è il tragicomico di Kiev è l’unico a crederci.
In secondo luogo ostentare all’incontro in Svizzera, l’icona Zelensky che è ormai fuori dai giochi per la pace, sarà una dimostrazione palpabile dell’impotenza occidentale che mette in piedi questi inconsistenti incontri al vertice senza il cosiddetto nemico, giusto per fare scena e in terza istanza l’assenza di colloqui veri consentirà alle truppe russe di continuare nella loro avanzata, certo graduale, ma che intanto logora le rimanti forse ucraine, soprattutto quelle filonaziste, favorendo così un’implosione dell’Ucraina dall’interno. Non c’è alcun dubbio che proprio questo sia l’incubo di Washington, ossia che ciò che resta dell’Ucraina, segua una propria traiettoria e si sottragga alle volontà di Washington. E questo lo si intuisce chiaramente da tutto il resto della rappresentazione messa in scena dalla Nato
Quando Macron fa eco a se stesso (un giorno sì e l’altro pure) su un possibile intervento della Francia nel caso la Russia sfondasse o quando si minaccia di un intervento generale della Nato – possibilità recentemente agitata dal giornale italiano che prende il nome di Repubblica ed è direttamente al servizio del Washington consensus – non si fa altro che assumere atteggiamenti che si spera possano impaurire la Russia. Non c’è nulla di concreto e quando la Repubblica scrive che 100.000 soldati della Nato potrebbero prendere parte a un simile intervento, non si vuole dire che queste truppe raccogliticce possano o vogliano davvero affrontare i 500 mila russi del fronte ucraino che già se la vedono con oltre 20 mila uomini della truppe Nato, sia pure sotto false spoglie, ma si fa intendere che esse dovrebbero dissuadere Mosca dal prendere Kiev. Cioè il tentativo della Nato è visibilmente quello di conservare lo scheletro ucraino, ormai spolpato dalla carne da cannone, per futuri utilizzi. Ma è proprio questo che Mosca non può accettare e la presenza di truppe Nato a Kiev non sarebbe motivo per fermare la Russia, ma anzi per stimolarla ad andare avanti.
Insomma è inutile dire che ancora una volta la Nato sta compiendo un grave errore di valutazione e non si rende conto che nel momento in cui ha costretto la Russia a intervenire nel Donbass è stato come infrangere un tabù: e che ora agitarlo per tentare di tornare indietro è solo patetico.
agbiuso
“Insomma il patto di sicurezza Usa-Ucraina è un preludio all’arrivo del regime di Kiev al tavolo dei negoziati alle condizioni della Russia mentre può dare all’Occidente la parvenza di ottenere un guadagno da una guerra che è costata almeno 500.000 vite ucraine, oltre un milione e 300 mila tra feriti e mutilati, molte centinaia di miliardi di dollari, la scomparsa economica e politica dell’Europa dalla ribalta planetaria. Cosa per cui l’atteggiamento dei governanti inglesi e francesi, appare patetico più che insensato, un infantile tentativo di negazione della realtà e fanno rullare i tamburi di guerra più forte di prima quando il loro padrone li ha già scavalcati, non prima di averli sfruttati e rovinati”
Da: Ucraina, il patto della sconfitta
il Simplicissimus, 3.5.2024
agbiuso
L’Occidente sta sempre e inflessibilmente dalla parte delle democrazie, contro i tiranni. E sempre dalla parte dei diritti umani. Sempre.
agbiuso
Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa
Andrea Zhok – l’AntiDiplomatico, 26.4.2024
Tre giorni fa, il 16 aprile, l’autorevolissima rivista di provata fede atlantista “Foreign Affairs” ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno alle intenzioni di Putin di invadere l’Europa, di arrivare a Lisbona, di abbeverare i cavalli nelle acquasantiere di San Pietro, e con ciò anche alla relativa reazione bellicista da parte europea.
L’articolo è a firma di un docente dell’Henry A. Kissinger Center for Global Affairs della Johns Hopkins School of Advanced International Studies, e di un associato del think tank RAND, ex Senior Fellow per la Russia e l’Eurasia all’International Institute for Strategic Studies. Praticamente la crema dei falchi atlantisti.
Nell’articolo si ricostruisce, con documentazione, lo sviluppo di una trattativa tra Putin e Zelensky (tra le rispettive delegazioni) dal 28 febbraio 2022 (neanche una settimana dopo l’invasione russa!) fino alla fine di aprile. La trattativa ha avuto luogo in parte in Bielorussia e in parte in Turchia.
DI questa trattativa era già stata fatta menzione più volte, tra l’altro anche dallo stesso Putin che ne aveva mostrata una bozza ai leader delle nazioni africane e dall’ex primo ministro israeliano Bennett.
Ovviamente le prodi difese antidisinformazione del giornalismo nostrano non avevano mancato, con la loro aria saputella da mantenuti, di ridicolizzare queste notizie come “fake news”.
Tra il 29 marzo e il 15 aprile si era pervenuti ad un accordo di massima, che prevedeva per l’Ucraina di rimanere uno Stato permanentemente neutrale e non nucleare, di rinunciare all’adesione alla Nato e in generale ad alleanze militari, di non consentire l’insediamento di basi militari o truppe straniere sul proprio territorio.
La questione della Crimea era menzionata proponendo una risoluzione pacifica del contenzioso nei successivi 15 anni.
La Russia accettava l’adesione dell’Ucraina all’UE.
Per il Donbass si ristabiliva la validità degli accordi di Minsk (II), con il riconoscimento di un’ampia autonomia alle regioni russofone, all’interno dello stato ucraino.
Gli accordi naufragano bruscamente nella seconda metà di aprile, quando la firma della bozza sembrava dietro l’angolo. L’accoglienza americana ai negoziati era stata scettica dall’inizio, ma la svolta avviene dopo la visita di Boris Johnson, allora premier britannico in carica, che si fa latore del messaggio di “Combattere la Russia fino all’ottenimento della vittoria”. Le trattative si interrompono subito dopo. Che a questa svolta abbiano contribuito il cosiddetto “massacro di Bucha” o il ritiro delle truppe russe dalla direttrice di Kiev, preso come un segno di debolezza, è oggetto di congetture.
E’ a questo punto che in Occidente si preme unilateralmente sull’acceleratore della fornitura di armamenti, respingendo ogni ipotesi di accordo. Ed è evidente a tutti che senza la piena copertura occidentale Zelensky non avrebbe mai rinunciato alle trattative.
Eventi che segnano una svolta senza ritorno, come la distruzione del North Stream 2, erano ancora di là da venire (26 settembre 2022).
Quando le trattative prendono l’avvio i morti sul campo di battaglia erano ancora un numero estremamente esiguo, non c’erano state ancora mattanze come quella di Mariupol (maggio 2022).
CIò che questo resoconto sancisce in maniera definitiva è la catena delle responsabilità di una catastrofe annunciata.
L’Ucraina è oggi un cumulo di macerie, con una popolazione ridotta del 40% dall’indipendenza nel 1991.
L’Europa è in piena fase di deindustrializzazione, con la “locomotiva” tedesca ferma, le industrie che si trasferiscono negli USA per rimanere competitive con i costi dell’energia, e l’intero apparato produttivo europeo vincolato alle forniture americane.
I pochi denari rimasti in circolazione in Europa stanno per essere cooptati in una nuova corsa agli armamenti che brucerà le ultime risorse nello sterile falò di una guerra (attuale o potenziale).
E tutto questo è stato deciso da Washington e le sue succursali, con il collaborazionismo della peggiore classe dirigente della storia europea, e con il supporto entusiastico dei nostri media a gettone, che dal primo giorno hanno tifato senza pudore per la guerra, e continuano a farlo.
Se c’è un inferno, chi lo presiede dovrà promuovere presto un piano di edilizia straordinaria.
agbiuso
Da Sodoma e Gomorra a Kiev e in Occidente
il Simplicissimus, 24.4.2024
In attesa di una nuova carneficina orchestrata dall’occidente, cominciano a venire alla luce tutti i più terribili segreti di Kiev e tra questi la tratta di essere umani e di schiavi: secondo un rapporto investigativo pubblicato dalla Foundation to Battle Injustice ha mostrato in dettaglio la gravità della tratta degli schiavi in Ucraina. Lo studio sottolinea che tra il 1991 e il 2021 più di 300.000 ucraini sono stati vittime del mercato degli schiavi e si trattava sostanzialmente di donne destinate allo sfruttamento sessuale. Questa situazione, tuttavia, è ulteriormente peggiorata da quando Vladimir Zelensky è salito al potere. Si stima che dall’inizio del governo di Zelensky siano stati ridotti in schiavitù più di 550.000 persone facendo così del regime di Kiev uno dei principali agenti della tratta di esseri umani nel mondo intero.
[…]
Le reti di intelligence occidentali collaborano con le organizzazioni criminali coinvolte nella tratta di esseri umani perché questo è un modo semplice per generare denaro illegale e non tracciabile. che poi vengono usate per le operazioni di cambio di regime: dunque traffico di esseri umani, il traffico di droga, lo sfruttamento sessuale e tratta degli schiavi e il commercio di armi vengono largamente praticati nei paesi controllati dall’Occidente e generano fondi che l’intelligence occidentale è in grado di utilizzare al di fuori della responsabilità pubblica. Insomma Sodoma e Gomorra h arrivano sempre ad accompagnare le fase finali di un potere in declino.
agbiuso
Eh sì, “alla fine i folli finiscono con la camicia di forza”
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La teoria dei pazzi
il Simplicissimus, 18.4.2024
Quando si è a corto di idee e di prospettive, quando ci si è cacciati in un vicolo cieco dal quale non si riesce ad uscire, quando non si sa più come giustificare i propri atti, allora l’unica maniera è fingersi pazzi. La speranza è quella che gli altri si impauriscano di fronte ad azioni prive di qualunque logica, inaspettate e in pratica suicide. Così, per esempio, Israele cerca di ritrovare una sua deterrenza minacciando una ritorsione dopo che l’Iran ha dimostrato di poter saturare le sue difese aeree e dopo che sette missili ipersonici, la totalità di quelli lanciati, sono passati indenni da tutta la contraerea Nato messa assieme. Se Teheran dopo la prima ondata di droni dei quali aveva peraltro avvisato tutte le capitali che contano e persino il direttore della Cia, ne avesse prevista un’altra, cosa assolutamente nelle sue possibilità, Israele si sarebbe trovata senza difese. A maggior ragione un attacco senza preavviso e portato su diverse ondate metterebbe in ginocchio il governo sionista e tuttavia Netanyahu spera che facendo il pazzo, promettendo vendetta anche se questo significa esporre la propria gente a una distruzione di massa, gli altri si intimoriscano perché non hanno modo di contrattare e di mediare con un folle al comando.
Possibile che a Tel Aviv non abbiano capito che con il suo attacco l’Iran ha raccolto preziose informazioni sulla dislocazione e la capacità del sistema di difesa aerea israeliano? Possibile che il messaggio dei missili ipersonici che rimandano a testate nucleari di cui l’Iran è certamente in possesso (come del resto Israele) non sia stato colto? No, tutto è chiarissimo, ma solo facendo finta di non avere la capacità di intendere, ma solo quella di volere, Tel Aviv può sperare di conservare un minimo della vecchia deterrenza che non esiste più.
La stessa cosa accade, sia pure in un contesto diverso, in Europa ed è rappresentata dalla decisione di quell’idiota senza speranza di Macron di inviare un po’ di truppe in Ucraina, truppe che peraltro sono già state attaccate dai russi e hanno già i propri morti e feriti. Esse saranno ricordate per essere giunte proprio alla vigilia della caduta di Chasov Yar con una perfetta scelta di tempo per apparire perdenti. Ci si chiede che senso possa avere mandare qualche centinaio di soldati visto che l’Ucraina avrebbe comunque bisogno di centinaia di migliaia di uomini? Per giunta in un momento nel quale i personaggi più in vista di Kiev, Zelensky compreso, stanno già facendo la valigia, dopo aver accumulato incredibili fortune sui conti esteri? E nel momento in cui tutte le idiozie dette sulla Russia e sulla sua incapacità militare si rivelano per quello che sono: baggianate ideologiche da quattro soldi? Non significa nulla o meglio Macron vorrebbe comunicare a Putin che la Francia e con essa la Gran Bretagna è anche disposta a suicidarsi per l’Ucraina, che si tratta insomma di pazzi pericolosi con cui non si può ragionare e ai quali bisogna concedere qualcosa. Peccato che fuori dalle terre occidentali, lo sappiano tutti che l’orso russo potrebbe facilmente tagliere le unghie al gattino europeo anche se soffia come fosse in amore. Peccato che tutta quella follia stimoli l’idea che la Russia non sarà sicura finché esisterà un Ucraina. E dunque la follia da disperazione delle élite europee sfiora il patetico.
In effetti tutti se la ridono di questi atteggiamenti e tendono a considerare un mero spettacolo la commedia europea, una rappresentazione alla Ionesco dove alla totale soggezione agli Usa si contrappone una sorta di bellicismo acefalo e privo tra l’altro dei mezzi per esercitarlo. Ridicolo… tanto che il cancelliere Sholz che si è deciso ad andare in Cina con una delegazione della Confindustria tedesca per piatire contratti, non è stato accolto al suo arrivo a Shangai da nessun personaggio politico, ma solo dal vicesindaco della città, a sottolineare il fatto che Pechino considera negativamente l’atteggiamento tedesco di autoumiliazione verso gli Usa e deprimente una politica così scioccamente anti russa, oltre ché gli ondeggiamenti anticinesi.
Ma alla fine i folli finiscono con la camicia di forza.
agbiuso
Questo breve intervento di Alberto Capace è assai lucido, plausibile, chiarificatore della situazione in Ucraina e dei suoi prossimi sviluppi.
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Il monito della Russia
il Simplicissimus, 13.4.2024
Tutte le chiacchiere, le riunioni, le fantasie occidentali sono andate in fumo ieri durante la riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu: il rappresentante permanente russo presso le Nazioni Unite, Vasily Nebenzya, ha chiarito molto bene quali siano le intenzioni Mosca riguardo al regime ucraino:
“Ecco come passerà alla storia: come un regime disumano e odioso di terroristi e nazisti che hanno tradito gli interessi del loro popolo e li hanno sacrificati per il denaro occidentale, per Zelensky e la sua cerchia dei suoi fidi.
In queste condizioni, i tentativi del capo del regime di Kiev di promuovere la sua formula e di convocare vertici a sostegno del regime di Kiev causano solo confusione.
Molto presto l’unico argomento degli incontri internazionali sull’Ucraina sarà la capitolazione incondizionata del regime di Kiev. Consiglio a tutti voi di prepararvi in anticipo.”
Tutte le ipotesi Nato di creare una situazione di stallo e di trattare sulla base di questa, stanno saltando dopo la svolta terroristica del regime di Kiev, che si rivela giorno dopo giorno una scelta scellerata e stupida perché la Russia ora è decisa a demolire tutte le strutture vitali ucraine. E’ molto difficile in ogni caso che Zelensky e i suoi, anche ammesso che conservino il potere, riescano davvero a radunare coscritti in numero sufficiente a riempire gli enormi vuoti apertisi nell’esercito ucraino: la resistenza contro i reclutamenti forzati cresce di giorno in giorno e la gente finirà per scappare o in Russia o in Occidente. Lo stesso parlamento di Kiev si sta svuotando per i parlamentari se ne fuggono. E non bastano di certo i raggruppamenti nazisti allevati dall’occidente, come Centuria la cui foto ricordo apre questo post, a ribaltare la situazione.
A questo punto i vari Macron che hanno tentato di riempire il terribile vuoto di buone notizie, immaginando un intervento diretto dei soldati Nato e dando ai media il compito di creare questa nuova narrazione, dovranno scegliere tra una guerra che li distruggerà o rivelare il proprio bluff. Proprio l’ impossibilità di riportare la Nato alla ragione, totalmente persa dopo la sconfitta, ha fatto comprendere ai russi che non è possibile arrivare a un’intesa minimamente credibile e che dovrnnno sostanzialmente prendere tutta l’Ucraina per evitare di avere questa piaga ai propri confini. Probabilmente Mosca favorirà la spartizione dell’estremo lembo occidentale dell’ex Ucraina tra Polonia, Ungheria e Slovacchia che presenta meno rischi di creare una situazione di terrorismo endemico, tipo Cecenia.
agbiuso
Forse sarebbe il caso di prendere atto della sconfitta, arrendersi alla Russia e porre fine a questa guerra, a questo massacro, no?
agbiuso
Meno cibo e diritti sociali e più armi.
Mi sembra una proposta molto intelligente, tipicamente britannico-colonialista.
agbiuso
Il difficile risveglio della NATO
Il Simplicissimus, 4.4.2024
Uno dei leit motiv ripetuti ossessivamente come il mantra di questi disgraziati tempi è: “realizza i tuoi sogni” , “non rinunciare ai tuoi sogni” e altre variazioni sul tema che hanno preso il posto dei progetti, delle speranze, delle idee, dei programmi e delle aspirazioni da quando tutto è diventato incerto, precario, privo di diritti effettivi. I sogni sono appunto sogni, quindi non ti sorprendere se non si realizzano, l’importante è continuare a sognare e non svegliarsi mai. Questo tipo di ideologismo è uno dei capisaldi del potere, ma evidentemente ha finito per coinvolgere gli stessi che lo hanno inventato e che lo usano nei loro ipnotismi sociali. E’ per esempio evidente che in Ucraina il sogno di usare questo Paese come clava dell’impero per sottomettere la Russia, si è infranto, non ha più senso e tuttavia si vuole continuare a sognare, nonostante che i fatti non lo permettano più e che l’ammissione della sconfitta sia ormai apertamente evocata.
Basta prendere Politico il giornale del globalismo chic il quale ammette che potrebbe non essere sbagliata l’idea che se l’Ucraina continuasse a combattere perderebbe tutto il territorio ad est del Dnper. Ecco un brano dell’articolo con cui in un certo senso si alza bandiera bianca : “Ovviamente, gli avvertimenti di Zelensky fanno parte di un ampio sforzo diplomatico per liberare gli aiuti militari di cui le sue forze hanno così disperatamente bisogno e di cui sono a corto da mesi: tutto, dai proiettili di artiglieria da 155 millimetri ai sistemi di difesa aerea Patriot e ai droni. Ma la triste verità è che, anche se il pacchetto venisse approvato dal Congresso degli Stati Uniti, un massiccio rifornimento potrebbe non essere sufficiente per evitare un grave sconvolgimento del campo di battaglia”. Per carità si usa sconvolgimento al posto di sconfitta, ma il senso è chiaro soprattutto se – come chiarisce la rivista più avanti- è che anche se fossero sbloccati 60 miliardi gli Usa e men che meno l’Europa non sono più in grado di fornire armi pesanti in quantità significative. Per esempio i Bradley non ci sono più e non è possibile costruirne di nuovi perché la fabbrica è sparita da tempo. E’ solo un esempio, ma rende l’idea.
Del resto gli stessi alti ufficiali ucraini che pure devono ovviamente seguire una linea di prudenza e di ottimismo, anche se rimangono nell’anonimato hanno detto a Politico: “Non c’è nulla che possa aiutare l’Ucraina adesso perché non esistono tecnologie serie in grado di compensare l’Ucraina per la grande massa di truppe che la Russia probabilmente scaglierà contro di noi. Noi non disponiamo di queste tecnologie e anche l’Occidente non le possiede in numero sufficiente”. In realtà più che la massa di truppe russe che Mosca non ha nessuna intenzione di aumentare, anche se si presentano circa 30 mila volontari al mese, sarebbe la massa enorme delle vittime ucraine causate della scellerata condotta di guerra della Nato a pesare come un macigno. L’unica speranza per Zelensky e soci è quella di provocare la Russia con atti di terrorismo nella speranza che essa reagisca in modo eccessivo che possa coinvolgere la Nato nel conflitto. Ma se fossi a Kiev non ci spererei troppo: una cosa sono le dichiarazioni bellicose, un’altra la codardia di fondo dei guerrieri da boudoir di cui è affollata l’Europa e che di certo non mancano nemmeno alla Casa Bianca.
Certo ora l’occidente propone piani di pace irrealistici e assurdi, in modo che Mosca si rifiuti di firmare un accordo e Kiev abbia una scusa per chiedere più armi. Ovviamente la Russia non accetterà alcun accordo di pace che non includa la formazione di nuove regioni. I referendum popolari hanno dimostrato la volontà della popolazione locale di far parte della Federazione Russa e Mosca ha soddisfatto questa richiesta. I russi non possono semplicemente “abbandonare” la propria gente, motivo per cui gli accordi che escludono le nuove regioni verranno ignorati. In pratica, di fronte alla sconfitta imminente e alla possibile perdita di ulteriori territori, il regime neonazista ucraino e i suoi burattinai sono nel panico e invece di fare la cosa giusta, negoziando alle condizioni russe e accettando la sconfitta, preferiscono fingere di cercare la pace.
agbiuso
MORIRE DI NATO
Marco Della Luna – 22.3.2024
L’unico motivo per cui la Russia potrebbe colpirci con missili nucleari è la presenza in Italia di missili nucleari statunitensi puntati contro la Russia. Se scoppierà una guerra tra Washington e Mosca, noi saremo vaporizzati per questa unica ragione. Dunque, lungi dal costituire una protezione, la NATO è l’unica possibile causa della nostra distruzione.
Assediata ormai da decenni dall’espansione verso Est della NATO e da una sessantina di basi militari USA intorno ai suoi confini, la Russia non ha interesse né mezzi né uomini per invaderci o per sostenere una guerra convenzionale con la NATO, i cui membri hanno un PIL e un bilancio della difesa ventupli di quelli russi. Inoltre, annettere un paese, poniamo la Polonia, contro la volontà del suo popolo, comporterebbe per essa dapprima il conquistarlo militarmente (con enormi perdite e costi, oltre al fatto che scatterebbe l’intervento NATO); e successivamente il sostenere enormi, permanenti spese per l’occupazione, subendo al contempo continui e sanguinosi attacchi partigiani, sia in Polonia che in Russia, e reprimendoli con misure poliziesche altrettanto sanguinarie, mentre gran parte dell’opinione pubblica di gran parte del mondo, oltre che interna, si farebbe sentire pesantemente.
Dato quanto sopra, è del tutto inverosimile che la Russia intenda annettere anche solo la parte non russofona dell’Ucraina, ancor più inverosimile è che intenda occupare paesi NATO, mentre per converso è evidente che chi afferma che abbia tali progetti sta mentendo al fine portare soldi del già tartassato contribuente all’industria degli armamenti, e lo fa esponendoci al rischio di una guerra termonucleare. E’ pure da menzionare che soprattutto gli USA, oltre a star declinando sempre più come potenza globale unipolare, sono attanagliati da una grave crisi innanzitutto sociale, e minacciati, assieme al resto dell’Occidente, da un gigantesco tracollo finanziario, bancario e monetario, specialmente a causa dell’enorme massa di moneta e bonds creata in occasione della pandemia e poi della campagna ucraina. Gli allarmi di guerra probabilmente servono anche a distrarre l’opinione pubblica da tali problemi e a preparare uno stato di emergenza bellico-sanitaria permanente, che consenta di gestire più liberamente e coercitivamente il corpo sociale.
Sempre da quanto detto sopra, è ovvio che, se scoppiasse una guerra tra la NATO e la Russia, essa sarebbe automaticamente una guerra con i missili nucleari strategici, e noi, con tutte le basi statunitensi che ospitiamo sul nostro territorio, verremmo letteralmente fritti in poche ore, e non ci sarebbe di alcuna utilità che gli USA venissero successivamente in nostro soccorso – e probamente non verrebbero affatto, non potrebbero venire, essendo anch’essi stati colpiti come noi e non avendo alcun interesse a venire, tanto più che dovrebbero attraversare un Oceano Atlantico pattugliato da sommergibili russi. Quindi, di nuovo, a che ci serve la NATO?
(Se mi concedete una battuta, io spero che, in caso di guerra termonucleare, i dirigenti russi decidano di concentrare i loro missili su bersagli politicamente più importanti e di risparmiare l’Italia e i paesi NATO mediterranei, in modo di lasciare queste zone libere da contaminazioni radioattive, così da potersi trasferire qui dopo la catastrofe, che guasterà anche la parte più vivibile della Russia stessa).
Intanto, governanti di Washington, Londra, Parigi Berlino, Stoccolma e Varsavia stanno evocando esplicitamente la guerra con la Russia. Il patetico Macron, prodotto di sintesi dei laboratori Rothschild, parla addirittura di inviare soldati francesi al fronte del Donbass. Ciò oggettivamente aumenta il rischio di una tale guerra, sebbene lo scopo di tali evocazioni, con tutta probabilità, sia solo quello di far guadagnare gli industriali degli armamenti e costruire un regime di controllo sociale in stato di economia di guerra oltre che di pandemia e di crisi climatica permanenti – con immancabile controllo dell’informazione.
Grazie alle sanzioni ufficialmente dirette contro la Russia, già si è ottenuto di far pagare all’Europa “libera” almeno il quadruplo per il gas, a vantaggio delle compagnie statunitensi che ce lo vendono e che hanno raddoppiato i loro utili a spese delle nostre bollette e della competitività delle nostre industrie, le quali infatti stanno chiudendo per trasferirsi all’estero, dato che oramai l’Europa libera è l’area del mondo dove l’energia costa di più, quindi dove produrre conviene di meno. Ciò anche a causa dei costi della green transition, adottata solo da noi nel mondo, quindi già per questo assurda ed autolesionista. Persino la Porsche trasferisce la sua produzione negli USA, i quali, grazie a questa migrazione di fabbriche e di capitali, stanno reindustrializzandosi a nostro spese oltre che recuperando, a scapito dell’Euro, parte del terreno perduto dal dollaro come moneta degli scambi internazionali.
Questo è il quadro delle alleanze tra noi vassalli e il capitale dominante al di là dell’Atlantico. Ma è anche il quadro di un apparato istituzionale statuale e sovra statuale oramai palesemente in mano a un’oligarchia portatrice di interessi antisociali – un’ Oligarchia per popoli superflui (come intitolai il mio saggio del 2010): la fine del “pubblico”, della res publica. Ultima nota: ad esortare all’invio di nostri soldati in Ucraina per contrastare l’imperialismo russo è proprio Emmanuel Macron, presidente di un paese che esercita, esso sì, un feroce imperialismo economico e militare sulle sue 14 ex colonie africane, costrette a versare l’85% degli introiti delle loro esportazioni alla Banque de France. Finché non si ribellano.
agbiuso
Cade anche la maschera della guerra combattuta “per la democrazia contro la dittatura”.
agbiuso
Da: Ucraina, la corsa degli asini di Buridano
il Simplicissimus, 8.3.2024
Ma è l’unico modo che ora l’Occidente, in particolare la sua parte anglo-americana, ha per fare qualcosa che non sia quella di ordinare inutili assalti contro le difese russe: ovvero attaccare le infrastrutture civili e uccidere civili. Pertanto, il confine sottile tra atti di sabotaggio e terrorismo puro sarà sempre più sfumato. Il terrorismo è l’arma dei deboli, gli Stati Uniti e, soprattutto, il Regno Unito, che militarmente non è nemmeno un’entità, sono deboli e oltretutto appoggiando le atrocità di Gaza stanno spazzando via ogni residuo di moralità: la loro incapacità di combattere la Russia su piano strategico non li induce alla pace, ma ad alzare la posta verso la guerra nucleare. Sono ormai difettosi, pronti per la discarica della storia. E solo dei perfetti imbecilli possono seguirli su questa strada.
agbiuso
Da: Rivelazioni e disperazioni
il Simplicissimus, 5.3.2024
La crisi isterica dell’Europa di fronte alla consapevolezza che l’Ucraina è finita e che la Russia sta vincendo utilizzando un decimo delle proprie forze è accresciuta dal timore che dopo aver seguito e appoggiato in modo subalterno, acritico e suicida la strategia statunitense su Kiev, gli Usa ora possano mollare l’osso lasciando il continente alla mercé di una crisi economica auto provocata, di una Russia molto più forte di prima e al letterale annientamento di qualsiasi peso del continente nella geopolitica planetaria.
agbiuso
Il Napoleone da strapazzo
il Simplicissimus, 27.2.2024
Sta avvenendo esattamente ciò che è accaduto in molto momenti della storia: quando il nemico avanza ci si fa prendere dal panico e dalla confusione, così invece di pensare a un modo per portare il conflitto a un livello più baso si aumenta l’aggressività. Così per esempio successe ai romani che poi si ritrovarono ad essere terribilmente sconfitti a Canne, così è successo dopo Stalingrado, quando una Germania ancora forte non pensò a cercare un armistizio, magari ritirandosi su linee più difendibili, ma anzi rilancio con la guerra totale.
Naturalmente questi sono fatti tragici che però il miserabile milieu politico europeo sta trasformando in una farsa indegna; siccome in Ucraina non c’è alcuno stallo, ma i russi hanno ormai preso l’iniziativa e potrebbero sfondare il fronte per non parlare del rischio di un collasso dell’esercito ucraino, i minus habens che governano come Kapò questo continente derubato e violentato dagli Usa, invece di ammettere l’enorme cazzata che hanno fatto tenendo bordone alla follia americana parlano di aumentare le risorse finanziarie a Kiev e inviare altri armi anche se ormai scarseggiano. Anzi quei governanti che sono più vicini a certe sfere della finanza e più dementi tentano di dichiarare la guerra totale facendo balenare la possibilità dell’invio di truppe Nato diciamo così ufficiali e far deflagrare la guerra mondiale.
Quell’idiota degenerato di Macron ci ha provato lunedì scorso radunando più di 20 capi di Stato e di governo europei a Parigi per discutere su come procedere in Ucraina spingendo per un intervento convenzionale diretto della Nato. Il povero Napoleone di Waterloo ha cercato di intestarsi la crociata contro la Russia e di fare della Francia l’hub della russofobia, Ma tutti, a cominciare da Scholz hanno detto di non volerne sapere, sia perché hanno sgamato il gioco di Parigi e sia perché la Russia ha fatto sapere più volte ai massimi livelli che se la Nato dovesse intervenire direttamente il passaggio al livello nucleare sarebbe inevitabile.
In realtà questo tira e molla sull’intervento diretto dell’Alleanza Atlantica, che poi si divide in varie sceneggiature che riguardano la Polonia, i Paesi baltici, la Moldavia, viene tirato in ballo nell’ingenua speranza che Mosca si spaventi, il che è davvero il colmo del ridicolo perché l’unica cosa evidente è che sono questi leader da strapazzo ad essere impauriti, per se stessi e per i loro avidi padroni.
agbiuso
Da: La grande battaglia che ha chiuso un’epoca
il Simplicissimus, 25.2.2024
“È proprio tutta l’Alleanza atlantica che ne esce sconfitta perché ha addestrato e armato l’esercito di Kiev e pianificato nei particolari tutte le azioni. In campo è stata messa una forza enorme che tuttavia è stata schiacciata e annientata dalla Russia che pure in questo conflitto è stata sempre in grande svantaggio numerico.
[…] Così come Kursk fu la svolta determinante nella seconda guerra mondiale, bruciando le riserve in fatto di uomini addestrati, carri armati e aerei forse ancor più di Stalingrado, la sconfitta ucraina non ha certo posto fine al conflitto perché il corpo esausto del Paese è tenuto in piedi dagli Usa, ma è stato il colpo decisivo nel cambiamento del mondo”
agbiuso
Da: 730 giorni che hanno cambiato il mondo
il Simplicissimus, 24.2.2024
Oggi è il secondo anniversario dell’operazione militare speciale della Russia in Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, quando Putin ordinò l’intervento delle forze russe per due motivi: proteggere la popolazione russofona della regione del Donbass che resisteva da otto anni dell’aggressione appoggiata anzi suggerita dalla Nato e in secondo luogo, denazificare il regime che le potenze occidentali avevano illegalmente instaurato con un colpo di stato a Kiev nel 2014. Si è trattato di un fatto storico perché per la prima volta dal dopoguerra un grande Paese si è opposto militarmente all’arroganza occidentale, ma di fatto espressa dagli Usa, ponendo dei paletti a ciò che l’egemone riteneva suo di diritto e facendo fiorire la multipolarità del mondo che fino ad allora era in qualche modo compressa dalle minacce e dalle manovre dell’impero dell’impero.
[…]
In poche parole il vero volto delle “democrazie” occidentali e del loro cosiddetto “ordine globale basato su regole” viene pienamente rivelato come una forma di fascismo.
[…]
Dopo il conflitto spartiacque in Ucraina – e grazie alla forza d’animo e alla risolutezza russa – la farsa occidentale è ora smascherata. L’asse dell’imperialismo occidentale guidato dagli Stati Uniti si trova finalmente ad affrontare una nemesi, il giorno della resa dei conti.
agbiuso
Da: A Monaco passa l’autodistruzione dell’Europa
il Simplicissimus, 19.2.2024
Gli ottusi applaudenti non sapevano che la precipitosa ritirata dalla città fortificata era stata ordinata perché la 3a Brigata Azov aveva già totalmente ignorato gli ordini e aveva iniziato a ritirarsi da sola, seguita da altre unità. Per evitare il collasso totale del comando, Syrsky, il nuovo capo dell’esercito è stato costretto a dare un ordine ufficiale di ritirata, nonostante Zelensky non volesse saperne.
Una élite stupida e degradata accoglie con grandi applausi Zelensky, la cui unica speranza di salvezza consiste nel tentativo di innescare una guerra nucleare con la Russia che trasformerebbe l’Europa in un cratere fumante mezz’ora dopo la scellerata azione. E’ chiaro che questo milieu politico deve essere cacciato al più presto perché sta diventando ogni giorno di più una questione di vita e di morte.
agbiuso
Ottimo.
Lo “sconforto” dell’organizzazione mondiale più pericolosa per la pace nel mondo, la NATO, significa che diminuisce il pericolo di guerre per i popoli.
agbiuso
A Kiev arriva un nuovo macellaio di fiducia di Biden
il Simplicissimus, 9.2.2024
Bisogna dirlo. l’amministrazione americana ha un certo genio per incasinare lee cose scegliere sempre la strada sbagliata dopo l’arrivo a Kiev della Nuland per cercare di disinnescare il conflitto tra Zelensky e il capo dell’esercito Zaluzhny, favorevole alla fine dei massacri e alle trattive, alla fine si è scelto il personaggio peggiore. E’ proprio il genio dell’America. L’ex comico e oggi massacratore a cuor leggere ha scelto come successore a capo dell’esercito il generale Alexander (Olexsandr in dialetto ucraino) Syrsky suscitando una vera e propria tempesta all’interno del Paese perché si tratta di un comandante odiato dalle truppe ucraine, soprattutto da quelle in prima linea. Viene chiamato “macellaio” ed è conosciuto in altri ambienti come un tritacarne senza scrupoli che si è rifiutato di cedere di un centimetro a Bakhmut mentre invocava inutili assalti assalti frontali, portando allo sterminio di un intero gruppo dell’esercito sul campo.
Zelensky, lo elogia per i suoi grandi successi quale la “difesa” di Kiev (che in realtà i russi non volevano prendere) e l’offensiva di Kharkov dove furono i russi a ritirarsi senza combattere perché al tempo non volevano sacrificare troppe forze per quella parte di fronte ed erano invece interessati ad attirare truppe ucraine lontano dai luoghi di maggiore frizione. Ma se questi “successi” sono in qualche modo dubbi è certo invece che Syrsky nel 2015, sarebbe stato anche responsabile del famigerato calderone di Debaltsevo dove le truppe ucraine furono circondate dalle milizie del Donbass e persero più di 3000 uomini oltre a tutta l’artiglieria e ai blindati. Nonostante questo smacco gigantesco il suo servilismo lo ha mantenuto a galla nella palude del potere ucraino ed è finalmente arrivato a riemergere alla luce del sole nel momento in cui sull’Ucraina calla il buio. Non perché sia particolarmente abile, ma perché risponde alle richieste di Zelensky e dunque degli americani di non badare al consumo di uomini purché continui a sembrare che l’Ucraina esiste e combatta assieme alla Nato. Tanto ormai è chiaro che semmai si dovrà trovare un altro Paese disposto a fare da serbatoio di carne da cannone, ma adesso è importante che tutto venga sacrificato alla causa della possibile rielezione di Biden.
La prima cosa che farà Syrsky, sarò di buttare tutte le riserve ad Avdeevka, dove i russi stanno avanzando per mostrare che Kiev merita ancora armi e miliardi. Manderà i suoi soldati ad assalire con scarsissimi mezzi le postazioni russe e a morire per dimostrare che è più fico di Zaluzhny e il suo signore supremo non ha scommesso su di lui invano. Zelensky, a sua volta, deve mostrare qualcosa mediaticamente spendibile come successo per elemosinare più soldi dai suoi padroni occidentali. Né Syrsky né Zelensky si preoccupano di quanti soldati e ufficiali ucraini che moriranno per questi soldi. Hanno sempre un posto dove scappare. E inoltre è sempre meglio avere un comandante odiato dalle proprie truppe che uno amato dalle stesse come Zaluzhny.
Paradossalmente il nuovo comandante dell’esercito ucraino è nato in Russia, non lontano da Mosca e si è diplomato alla prestigiosa Scuola Superiore di Comando Militare, mentre suo padre ex colonnello dell’esercito russo e suo fratello vivono ancora in Russia. La cosa potenzialmente potrebbe rivestire un certo interesse perché rivela qualcosa in più del nuovo comandante: un opportunismo e un servilismo senza confini che lo avevano portato nel 2013, poco prima di Maidan, a festeggiare la Giornata della Russia assieme alla 72a brigata di cui era al tempo comandante, mangiando una torta con le bandierine russa e ucraina Bisogna capire se l’esercito lo seguirò davvero e se vorrà davvero sacrificarsi fino all’ultimo uomo.
agbiuso
“I leader europei mi fanno pena, non per la loro nullità che anzi li ha aiutati ad afferrare le loro poltrone di burattini, ma piuttosto per i loro toni insicuri e autoritari insieme che sono un chiaro indizio di una disperazione profonda. Essi hanno portato al disastro il nostro continente e oggi per non dover confessare il fallimento e la loro ubbidienza non solo agli Usa, ma a sinedri di ricchi privati che di fatto governano Washington, sono costretti tutti giorni ad alzare la posta. Adesso straparlano del fatto che la Russia vorrebbe fare guerra all’Europa, lo dicono a cittadini inebetiti e generalmente non più in grado di capire dove cominci la realtà dove finiscano questi bluff straccioni: dunque cercano ancora di estorcere soldi al proprio cittadini per darli al regime nazista di Kiev e di continuare a inviare armi, anche se la guerra è palesemente persa ed è diventata una disfatta”
Il testo continua qui con una significativa testimonianza su ciò che rimane dell’Ucraina:
Il buio oltre il Dnepr
il Simplicissimus, 21.1.2024
agbiuso
La situazione del fronte ucraino nel gennaio del 2024 (secondo un canale ucraino):
agbiuso
Da: La sconfitta ucraina e la cecità dei globalisti reazionari
il Simplicissimus, 5.1.2024
“La stragrande maggioranza dei nostri cosiddetti esperti militari rivela un’incapacità profonda di comprendere l’approccio russo alla guerra. È il risultato della demonizzazione dell’avversario che impedisce di comprendere il suo modo di pensare.
[…]
C’è un motivo più profondo per comprendere l’impossibilità di vedere chiaro nelle vicende di questo come di altri conflitti ed è l’impossibilità di confessare che le economie finanziarizzate e delle bolle speculative non funzionano, soprattutto quando non possono rivolgersi ad altri per i manufatti e le materie prime ovvero per le azioni economiche reali che sono tutte o quasi in mano agli avversari. In realtà la sconfitta in Ucraina è molto più che militare è la sconfitta del globalismo reazionario nel quale stiamo vivendo, ed ecco perché si cerca in ogni modo di nascondere la realtà degli eventi e il loro significato: ammettere una sconfitta totale del regime di Kiev significa automaticamente ammettere la catastrofe di un sistema che proprio da questa guerra sperava di potersi affermare su tutto il pianeta”
agbiuso
Il massacro dei giovani, e meno giovani, ucraini deve essere completo.
Il Moloch statunitense ha bisogno di sangue per continuare a esistere e a tentare di dominare il pianeta.
agbiuso
“Questo fa comprendere che l’Occidente dopo aver preparato e attuato la strage degli ucraini mandandoli all’assalto nei vari tritacarne che si sono creati contro un esercito russo di molto superiore sia negli armamenti che nella comprensione del “campo di battaglia” dove gli americani si sono rivelati dei veri dilettanti, ora ha bisogno di una nuova narrativa visto che non è più possibile sostenere neanche lontanamente l’eventualità di una vittoria ucraina”
Da: Lettera di un soldato tradito
il Simplicissimus, 19.12.2023
agbiuso
Ucraina, comincia la resa.
La mia ammirazione per la pazienza e la forza della Russia, attaccata dalla NATO e da un’Europa al servizio degli USA.
agbiuso
“I veri autori della strage che è poi seguita e che a quanto pare è stata catastrofica oltre ogni immaginazione per l’Ucraina ,si trovano come sempre a Washington.
[…]
Il fatto che un’altra storia di propaganda occidentale sia stata ora rivelata direttamente da Kiev non interessa quasi a nessuno, soprattutto ai media al potere. Lì l’Ucraina è quasi diventata una nota a piè di pagina, mentre i costrutti della propaganda vengono sempre più smascherati”.
Da: Kiev conferma, l’Occidente ha impedito la pace
il Simplicissimus, 28.11.2023
agbiuso
Da Gli Usa vogliono gli adolescenti al fronte
il Simplicissimus, 21.11.2023
Questo è tutto ciò che c’è da sapere sul Pentagono e sui suoi colleghi di Londra: sono fondamentalmente dei codardi che si nascondono disperatamente dietro le spalle di donne e ragazzini di 17 anni o dietro uomini che invecchiano
agbiuso
L’ora di scappare
il Simplicissimus, 20.11.2023
La concentrazione dei media nelle mani della cupola globalista almeno ha un vantaggio: quando si cominciano a leggere in contemporanea sui giornali cose in netto contrasto con ciò che dicevano prima di una certa data, in alcuni casi prima di una certa ora, si capisce di trovarsi di fronte di fronte a un cambiamento di narrazione concertato che arriva dalle centrali del potere E adesso finalmente le sopraffine menti che abitano Washington hanno capito che gli ucraini stanno cedendo, che i russi passano sempre di più ad un atteggiamento attivo e non puramente difensivo, che insomma bisogna fare in fretta per salvare il salvabile I quotidiani americani in mano alla cupola globalista, cioè quasi tutti, stanno facendo un vero e proprio autodafè corale: riconoscono che l’Ucraina non può vincere, che la Russia non ha subito grandi danni dalle sanzioni e anzi ha performance superiori a quelle occidentali e si ritrova con un surplus di 75 miliardi di dollari, che Putin è più forte che mai, che l’esercito di Mosca è una temibile macchina da guerra invece dell’insieme imbelle descritto da due anni a questa parte da questi idioti americani. e perdonatemi l’ossimoro che comunque vale per tutti i livelli politico ammnistrativi, che insomma se non si interviene immediatamente, gli Usa rischiano di non poter attuale il loro piano b, ovvero congelare il fronte, offrire alla Russia i territori già conquistati in cambio di un’Ucraina in viaggio verso la Nato. E si accaniscono contro Zelensky perché vuole ancora attaccare e non si arrende alla logica americana della pace per evitare la sconfitta
Le meravigliose teste non pensanti di Washington sanno benissimo che lo scopo principale della Russia è il disarmo e la neutralità dell’Ucraina e che quindi Mosca non accetterà una pace a queste condizioni per cui sperano di poter accusare moralmente la Russia per non volere la pace , quando sono proprio loro che hanno portato all’inutile sacrificio di mezzo milione di uomini e hanno impedito che Ucraina e Russia siglassero un accordo di pacificazione già nella primavera del 2022. Non hanno compreso che ormai non hanno alcun credito in giro per il mondo, specie dopo aver appoggiato militarmente ed economicamente il genocidio in corso a Gaza. Essi non vogliono prendere atto del decalogo scritto da un capitano cinese del 4 secolo avanti Cristo Míngxian Duìzhăng (明显队长) che sembra l’ovvietà allo stato puro, ma che invece contiene una saggezza che ormai ha abbandonato l’Occidente:
Se la guerra è inevitabile, allora devi combattere.
Se puoi attaccare, allora devi attaccare.
Se non puoi attaccare, devi difenderti.
Se non puoi difenderti, devi ritirarti.
Se non puoi ritirarti, devi correre e nasconderti.
Se non puoi scappare e nasconderti, allora devi capitolare e arrenderti.
Se non capitoli e non ti arrendi, allora muori.
Non si sa bene a quale punto vogliano fermarsi i grandi strateghi americani dopo aver fallito dalla prima all’ultima le mosse per cercare di indebolire la Russia, qualcosa che di solito non riesce nemmeno se lo si fa apposta, ma il fatto è che ormai l’Ucraina non solo non è più in grado di attaccare, ma ha soprattutto carenza di uomini per difendersi quindi il congelamento del fronte è solo l’ennesima illusione: gli ucraini saranno costretti a ritirarsi prima da soli e poi seguiti dal loro crudele padrone che dovrà rintanarsi e nascondersi all’interno della sua area geografica. Questo colpo sarà così forte che nessuno può dire se gli Usa e di conseguenza la Nato e l’Europa delle stragi, potranno superare politicamente questa sconfitta epocale. Dopotutto, è passato più di un secolo dall’ultima volta che gli Stati Uniti sono stati in grado di sostenersi senza derubare continuamente altri paesi (esportando inflazione, sconvolgendo le economie, fingendo di essere un “rifugio sicuro” finanziario) e accumulando debiti che non hanno intenzione di rimborsare mai.
agbiuso
“Il tragicomico duce di Kiev insiste sul continuare ad attaccare ad oltranza nella convinzione che finché c’è segno di vita non verrà abbandonato dai suoi burattinai”
da Le notti dei lunghi coltelli di Kiev: arriva la resa dei conti
il Simplicissimus, 8.11.2023
agbiuso
“La carne da cannone da gettare nel tritacarne voluto da Washington e applaudito da Bruxelles scarseggia sempre più a Kiev e la giunta nazigolpista sta spremendo le ultime riserve”.
Da La reazione degli ucraini alla “mobilitazione per la vittoria” di Zelensky
di Fabrizio Poggi, l’AntiDiplomatico, 31.10.2023
agbiuso
Ucraina/NATO verso la sconfitta.
agbiuso
“Un’ulteriore prova statisticamente molto chiara dell’esistenza di programmi statunitensi di armi biologiche in Ucraina”
dall’articolo Dall’Ucraina sbarcano virus e batteri super resistenti
il Simplicissimus, 4.10.2023
Sta qui, molto probabilmente, una delle ragioni più forti della guerra che la NATO ha scatenato in Ucraina, una ragione assai tradizionale: la necessità di nascondere un crimine.
agbiuso
Dal Canada al Trentino, i nazisti sono ovunque: è “La svastica sul sole”
di Daniele Luttazzi –Il Fatto Quotidiano
27 settembre 2023
Il conflitto in Ucraina sta sottoponendo i cittadini europei non solo ad assurde vessazioni economiche, ma soprattutto a un disagio psichico che non mi sembra adeguatamente segnalato: quello dovuto alla dissonanza cognitiva di chi vive in un Occidente democratico, dopo la vittoria sul nazifascismo nella Seconda guerra mondiale, ma si trova circondato da continui tributi a nazisti poiché gli Usa e la Nato hanno deciso di fare la guerra alla Russia servendosi dell’Ucraina, il Paese autocratico dove il nazista Bandera è un eroe nazionale.
Un anno fa, a tutti sembrò bizzarro che Putin annunciasse un’operazione speciale contro “i nazisti ucraini”. Non si capiva perché lo facesse, e cosa c’entrassero i nazisti: i più non sapevano dei crimini neonazisti in Donbass, denunciati da Onu, Osce e Amnesty. Quasi tutta la stampa italiana, a parte il Fatto e il manifesto, si trasformò in megafono propagandistico per nascondere la verità che solo ora viene ammessa dal segretario generale della Nato Stoltenberg, e cioè che la Nato arma l’Ucraina in funzione anti-russa dal 2014, che Putin invase l’Ucraina per fermare la Nato, e che la Nato decise di non trattare con la Russia, anche se così si sarebbe evitata questa guerra del cazzo. E così siamo arrivati alla raccapricciante standing ovation della Camera canadese per l’ex SS Yaroslav Hunka.
La scena pare tratta da un episodio di L’uomo nell’alto castello, la serie tv tratta dal romanzo di Philip Dick La svastica sul sole, che immagina una realtà alternativa in cui Germania e Giappone hanno vinto la Seconda guerra mondiale. Provai lo stesso raccapriccio da dissonanza cognitiva un anno fa vedendo Gramellini su Rai3 che usava toni struggenti per esaltare Vyacheslav Abroskin, generale della brigata filonazista Azov: arrivò a paragonarlo, in un panegirico da voltastomaco, addirittura a Oskar Schindler (t.ly/6oTDI).
E ho provato lo stesso raccapriccio quest’estate, durante la mia vacanza in Trentino. Decido di visitare Brunico, ridente capoluogo della Val Pusteria. Salgo al castello e mi accorgo che di fronte c’è una collina boscosa, cui si arriva attraversando un ponte sospeso sulla strada provinciale. Un cartello comunica che sulla collina c’è un cimitero militare dei caduti nella Prima e nella Seconda guerra mondiale, “il cimitero degli eroi”. Da un secolo, un’associazione di donne di Brunico si occupa della cura delle tombe, che sono quasi 900, divise per confessione religiosa: cristiana, ortodossa, giudea e musulmana. Si giunge al sacrario salendo una scalinata di 71 gradini. Nessuno ti avverte che, come arrivi, ti trovi davanti a tombe di nazisti, con tanto di croce celtica e foto in divisa da SS. Ho scattato delle foto perché non ci si può credere: t.ly/85lQg. A sinistra, per esempio, una tomba con croce celtica gigantesca ricorda l’SS-Sturmbannführer Luis Thaler, a cui a Ognissanti viene dedicata “una toccante cerimonia” (t.ly/WQVU9). Thaler comandava l’Unità di riserva delle Unità armate delle SS (400 uomini) e il Gruppo pronto impiego dell’82° Reggimento SS Italien (200 uomini). Responsabile dell’eccidio di Rodengo (dieci uomini accusati di attività partigiana, torturati e trucidati dai nazisti in fuga il giorno dopo la Liberazione: t.ly/CMjnN, t.ly/NDQm2, t.ly/1eNHB), fu catturato dai partigiani bresciani e fucilato; le sue ultime parole furono “Viva la Germania! Viva Adolf Hitler!”. Ero ancora piuttosto sconvolto quando, tornato a Fiè, vedo una casetta pittoresca adornata da artistiche voliere. Accanto al portone d’ingresso, una targa elegante in tedesco ricorda che lì nacque l’anatomo-fisiologo Max Clara. Chi è? Un nazista che condusse ricerche ed esperimenti su prigionieri, giustiziati o da giustiziare. Stiamo vivendo in un incubo alla Philip Dick. Vogliamo svegliarci?
agbiuso
Nazionalsocialisti in Canada (oltre che in Europa).
agbiuso
A conferma delle analisi militari di John J. Mearsheimer:
Seymour Hersh: per l’intelligence Usa la guerra è finita e ha vinto la Russia
L’AntiDiplomatico, 22.92023
I servizi segreti statunitensi ritengono che le truppe ucraine non riusciranno a rompere le linee di difesa dell’esercito russo. Lo ha affermato il giornalista americano premio Pulitzer Seymour Hersh nel suo ultimo scritto.
“Ci sono elementi significativi nella comunità dell’intelligence statunitense, sulla base di rapporti sul campo e di intelligence tecnica, che credono che l’esercito ucraino demoralizzato abbia rinunciato alla possibilità di superare le linee di difesa russe a tre livelli, pesantemente minate”, ha spiegato il giornalista sulla sua pagina sulla piattaforma Substack.
Hersh ha anche sottolineato che gli ucraini hanno rifiutato l’idea di tentare di impadronirsi della Crimea e delle quattro nuove regioni della Russia.
L’esercito ucraino, ha proseguito, non può più vincere. “La guerra è finita. La Russia ha vinto. Non c’è più alcuna offensiva ucraina, ma la Casa Bianca e i media americani devono continuare a mentire”, ha scritto Hersh, citando un funzionario dell’intelligence statunitense.
Secondo l’interlocutore del giornalista, dopo diverse settimane di gravi perdite e senza grandi progressi, le truppe ucraine hanno effettivamente annullato la controffensiva.
Se all’esercito ucraino venisse ordinato di continuare l’offensiva si ammutinerebbe, perché i soldati non vogliono più morire, ha ribadito il funzionario.
“La guerra continua perché [il presidente ucraino Volodymyr] Zelenskyj insiste su questo punto”, ha precisato Hersh.
Allo stesso modo, si è rammaricato che né l’ufficio del leader ucraino né la Casa Bianca affrontino la possibilità di una tregua, né siano interessati a negoziati per porre fine alle ostilità.
L’Ucraina ha lanciato una controffensiva all’inizio di giugno contro le posizioni russe fortemente radicate nelle regioni di Donbas, Kherson e Zaporozhye. Tuttavia, non ha compiuto progressi sostanziali e ha pagato con decine di migliaia di vite ucraine e centinaia di veicoli corazzati forniti dalla NATO, poiché le forze ucraine non sono state in grado di raggiungere nemmeno le prime principali linee difensive russe in un mese e mezzo.
agbiuso
Segnalo una analisi accurata e chiarissima di John J. Mearsheimer della situazione militare in Ucraina.
Questo uno dei brani più significativi:
–DESTINATA A FALLIRE LA CONTROFFENSIVA UCRAINA DEL 2023
–Pdf dell’articolo (con alcune mie evidenziazioni)
“Sembra che la maggior parte delle élite occidentali e la maggior parte degli ucraini siano rassegnati al fatto che non si può sfuggire a una sanguinosa guerra di logoramento con la Russia. Sembra anche che molti dubitino che l’Ucraina possa prevalere in questa lotta, il che ovviamente è una delle ragioni principali per cui le élite di politica estera e i politici occidentali hanno spinto così tanto per la controffensiva.
Hanno capito che l’Ucraina sarebbe stata in grave difficoltà, in una guerra lunga. Dopo tutto, la Russia ha un vantaggio di 5:1 in termini di bacino di reclutamento, e la capacità – almeno nel breve e medio termine – di produrre più artiglieria e altre armi chiave rispetto all’Ucraina e all’Occidente messi insieme. Inoltre, non è chiaro se l’Occidente, e in particolare gli Stati Uniti, continueranno a impegnarsi a fondo per sostenere l’Ucraina, quando le speranze di vittoria sono minime. Così, l’Ucraina – con l’Occidente che spingeva da dietro – ha scommesso che la Blitzkrieg avrebbe fornito i mezzi per sfuggire alla guerra di logoramento e infine prevalere sulla Russia. Ma la strategia si è rivelata un fallimento. Ora è difficile raccontare una storia sul futuro dell’Ucraina che si concluda con un lieto fine”.
agbiuso
A Kostantinovka, come ovunque, il terrorismo degli USA, della NATO, della dittatura ucraina viene fomentato anche dall’informazione italiana.
La fake del mercato di Konstantinovka
di Marinella Mondaini, L’AntiDiplomatico, 7.9.2023
agbiuso
Trascrivo l’incipit dell’articolo di Clara Statello La “fame di uomini” del regime di Kiev: Zelensky mobilita disabili lievi, sieropositivi e malati cronici, uscito su L’Antidiplomatico del 5.9.2023.
Il regime dittatoriale dell’Ucraina continua, su ordine degli USA, a mandare al massacro il suo popolo, al modo dei nazionalsocialisti nelle ultime fasi della II Guerra mondiale. Si può sperare che di fronte alla catastrofe la dittatura di Zelensky possa crollare.
“Zelensky proclama sui media le ‘magnifiche sorti e progressive’ dell’avanzata ucraina, che in tre mesi ha consentito il recupero di un’area complessiva di 248 kmq, poco più della città di Catania. Un risultato timido, raggiunto con un altissimo prezzo in termini di vite umane. Le ingenti perdite minano la capacità militare dell’esercito e l’Ucraina sembra addirittura in difficoltà nel mobilitare le riserve. La “fame di uomini” costringe Kiev a misure dure: sabato è stato emesso un decreto per reclutare gli individui con “scarsa idoneità al servizio militare”, ovvero disabili e malati cronici, addirittura sieropositivi asintomatici. Il parlamento, inoltre, valuta l’estradizione dei disertori fuggiti all’estero”.
agbiuso
Il fallimento di una “controffensiva” ormai leggendaria come l’assedio di Ilio era evidente sin dall’inizio.
Ma l’obiettivo è un altro, è la progressiva distruzione dell’Europa e delle sue risorse (oltre che dell’Ucraina stessa) a favore dell’economia e dell’imperialismo statunitensi.
Per l'Europa - agb
[…] sta accadendo in Ucraina – una terra e un popolo mandati al macello nella guerra contro la Russia preparata, voluta, finanziata e sostenuta dagli USA e dall’Unione Europea loro serva – rappresenta un’inquietante prospettiva per l’intero […]
agbiuso
“La politica di distruzione dell’Ucraina portata avanti negli ultimi 30 anni dagli angloamericani è una delle catastrofi umanitarie peggiori che il mondo abbia mai visto”
Vertice NATO a Vilnius: l’Ucraina rimane fuori dalla porta
12.7.2023
agbiuso
Questo amministratore si erge a capo dell’Inquisizione antirussa – «Chiarire la sua posizione» – e ostracizza mentre definisce «odiose» le «situazioni di ostracismo».
Non si sa se sia più forte la malafede, l’autoritarismo o l’assenza di qualunque capacità logica.
agbiuso
Un efficace video di Pubblicità Progresso sui rischi che si corrono nell’uso delle droghe:
Video
agbiuso
Kissinger pone fine alla favoletta dell'”Invasione non provocata”
L’AntiDiplomatico, 28.5.2023
“Penso che la proposta di accettare l’Ucraina nella NATO sia stato un grave errore e abbia portato a questa guerra”. Così l’ex Segretario di Stato Henry Kissinger in un’intervista al Wall Street Journal. Una constatazione ovvia, ma che l’establishment d’Occidente nega in maniera ossessiva.
agbiuso
Se al posto del Cremlino fosse stata la Casa Bianca?
L’AntiDiplomatico, 4.5.2023
I droni lanciati sul Cremlino questa notte indicano il livello di follia raggiunto da questa guerra. Certo, si tratta di un’azione del tutto spettacolare, dal momento che non potevano fare che qualche danno, non avendo alcuna possibilità di penetrare il bunker che protegge il presidente russo.
Ma si può immaginare cosa sarebbe successo se al posto del Cremlino ci fosse stata la Casa Bianca… l’Ucraina sarebbe stata letteralmente incenerita. Kiev nega responsabilità sull’accaduto, ma non può essere creduta, nonostante stavolta il suo diniego potrebbe essere vero.
Mosca non può far altro che puntare il dito contro Kiev: non può certo accusare Washington o altri Paesi (che pure usano gli ucraini come manovalanza) senza dare inizio a una guerra, e a una guerra atomica data la portata dell’attacco subito (l’ipotesi che sia parto di guerriglieri russi è ridicola: servono capacità altissime per violare i sofisticati presidi che di certo difendono il Cremlino; né è una false flag, è assurdo pensare che il Cremlino possa ostentare proprie vulnerabilità).
Si tratta di una pazzia vera e propria che sta alla Nato sedare. Stavolta Mosca può lasciar correre, ma puntare una posta tanto alta contando sulla moderazione della risposta russa è follia.
E dire che a essere additato come pazzo è Putin. Se fosse davvero pazzo, nessuno dei suoi tanti e variegati nemici avrebbe osato tanto.
Servirebbe che Biden chiamasse il suo omologo russo: la linea rossa è stata istituita proprio per eventualità del genere; cioè per rassicurare il nemico, che tale rimane anche se ci si parla, che non si vuole un conflitto atomico.
Ma, anche se a livello più basso, una linea di dialogo Nato – Russia si è certamente aperta tra la notte e la mattina. Lo denota il fatto che un attacco tanto spettacolare è stato reso di pubblico dominio solo molte ore dopo l’accaduto, a giorno inoltrato.
Evidentemente nelle ore precedenti, nel segreto, si sono intrecciate richieste, spiegazioni, rassicurazioni e quanto altro. Il mondo è rimasto così per ore sospeso sull’abisso, senza che nessuno sapesse nulla.
Bisogna chiudere questa maledetta guerra. E in fretta.
Ps. L’attacco al Cremlino ha un ulteriore scopo. La controffensiva ucraina stenta a partire e tanti sono gli articoli che trasudano diffidenza sul suo esito. Pericolosa flessione della propaganda. Serviva una notizia di successo. L’attacco spettacolare riempie il buco e rinfocola la narrativa trionfalistica.
agbiuso
I governi italiani passati e presenti (Draghi, Meloni) sono tra i più servili al mondo nei confronti degli Stati Uniti d’America.
Si meritano pertanto tale trattamento.
agbiuso
L’ultima guerra contro l’Europa
di Gianandrea Gaiani, Redazione AnalisiDifesa
“L’Ultima guerra contro l’Europa. Come e perché fra Russia, Ucraina e NATO le vittime designate siamo noi”.
24.2.2023
La guerra in Ucraina sta modificando radicalmente gli assetti e gli equilibri del Vecchio Continente. L’Ucraina è devastata dal conflitto e comunque vada sul campo di battaglia la Russia ne uscirà indebolita mentre l’Europa perderà il suo primato economico e ha cessato di esistere come soggetto geopolitico con aspirazioni di autonomia strategica, relegata al ruolo di vassallo sempre più debole degli Stati Uniti.
In attesa di sviluppi militari o diplomatici che definiscano il possibile esito del conflitto tra russi e ucraini, è già possibile ipotizzare chi siano gli sconfitti e i vincitori nella guerra iniziata nel 2014 ma allargatasi a uno scontro convenzionale su vasta scala a partire dal 24 febbraio 2022.
Comunque vada a finire sui campi di battaglia tra gli sconfitti vi sarà l’Ucraina che uscirà in ogni caso devastata in termini economici, occupazionali, di distruzioni belliche, di impatto sociale dei tanti morti e feriti e forse anche di perdite territoriali.
Non si può escludere neppure che l’Ucraina cessi di esistere, stritolata dalle pretese russe a est e dagli “appetiti” della Polonia a ovest, che secondo alcuni, in caso di collasso bellico di Kiev, potrebbe tentare di assumere di nuovo il controllo di quei territori occidentali un tempo parte integrante dello stato polacco.
Come spesso accade nei conflitti, entrambi i contendenti rischiano di uscirne perdenti o gravemente indeboliti. Per questo anche la Russia pagherà in ogni caso un prezzo elevato a causa della rottura delle relazioni con l’Occidente e con un’Europa di cui la Federazione Russa è in realtà parte integrante sul piano storico, sociale e culturale.
Già costretta a guardare soprattutto all’Asia per le relazioni geopolitiche e per l’export di energia, la Russia “orfana” dell’Europa rischia un più stretto e meno tranquillizzante abbraccio della Cina la cui potenza economica e demografica sovrasta la Russia, certo lo stato più esteso del mondo ma con appena 150 milioni di abitanti e un PIL fino a ieri inferiore a quello dell’Italia.
Tra gli sconfitti di questo conflitto c’è sicuramente l’Europa, costretta a fare i conti con la propria incapacità e irrilevanza geopolitica e con la pochezza della sua classe dirigente, a cominciare dalla Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen.
Un’Europa condannata dalle sue stesse decisioni, anche rispetto alla guerra in Ucraina, a subire una disastrosa crisi economica ed energetica rinunciando agli approvvigionamenti sicuri e a buon mercato di gas e petrolio russo.
Ci siamo colpevolmente disinteressati di risolvere la crisi in Ucraina esplosa nel 2014 lasciandone la gestione in mano agli Stati Uniti che avevano tutto l’interesse, insieme alla Gran Bretagna, a gettare benzina sul fuoco proprio per indebolire un’Europa che, oltre ad essere un competitor economico, puntava a raggiungere una maggiore autonomia strategica e militare. Come negli anni ’90 con la crisi in ex Jugoslavia, la cui gestione venne lasciata dagli europei agli Stati Uniti attraverso la NATO, anche nella guerra in Ucraina gli europei sono semplici comparse.
Il prezzo che l’Europa paga a causa della sua irrilevanza è già altissimo in termini di sicurezza energetica, de-industrializzazione, sicurezza, stabilità sociale e indebolimento militare anche a causa delle ampie quantità di armi e munizioni donate in rapida successione all’Ucraina in base a decisioni politiche spesso aspramente contestate dai vertici militari, consapevoli della pochezza in termini quantitativi degli strumenti militari disponibili.
I vincitori indiscussi di questa guerra, indipendentemente dal suo esito, sono inevitabilmente gli Stati Uniti, tornati a dominare un’Europa che non sarà più la prima potenza economica mondiale e sembra aver rinunciato, anche per timore dei russi, a trovare una propria dimensione strategica e militare indipendente da Washington.
Se dall’estate 2021 la “difesa europea” era tornata in auge (sull’onda dell’umiliante sconfitta in Afghanistan) incentrata sull’autonomia strategica dagli Stati Uniti, oggi si parla di “forze armate europee” complementari o addirittura integrate nella NATO.
Se le due guerre mondiali hanno fatto perdere all’Europa la predominanza strategica e gli imperi coloniali, la guerra in Ucraina rischia di togliere al Vecchio Continente anche la supremazia economica faticosamente riconquistata negli ultimi decenni grazie anche al traino della locomotiva tedesca.
L’impoverimento dell’Europa, che a causa del caro-energia vedrà i suoi prodotti perdere competitività sui mercati globali, costituisce un ulteriore elemento che rischia di imporci il vassallaggio nei confronti degli Stati Uniti da cui dipendiamo in modo crescente anche per le costose forniture di gas liquido.
Del resto nel novembre 2022 la Federazione di industriali “Business Europe” riunitasi a Stoccolma valutava che «la sopravvivenza dell’industria europea è chiaramente a rischio: si intravedono segni di delocalizzazione della produzione e si teme che in futuro migliaia di imprese chiuderanno, soprattutto PMI».
E gli Stati Uniti, dove le aziende pagano l’energia molte volte meno che in Europa, non ci aiuteranno. L’organizzazione economica evidenziava infatti che «c’è preoccupazione sulle misure che gli Stati Uniti hanno adottato con l’Inflation Reduction Act, che sono misure incompatibili con le regole del WTO, in quanto discriminatorie verso le esportazioni delle imprese straniere».
Gianandrea Gaiani
agbiuso
Un’analisi di Carlo Formenti dedicata alla miseria dell’informazione e ai clamorosi silenzi del pacifismo italiano e internazionale:
Fra paranoia bellicista e schizofrenia pacifista
Avanti!, 21.3.2023
agbiuso
“Russia, Cina, Iran, Corea del Nord possiedono tutti assieme una manciata di basi militari extraterritoriali (6 la Russia, 4 la Cina, tutte in paesi loro prossimi). Gli USA da soli possiedono invece oltre 800 basi militari extraterritoriali, distribuite su tutti i continenti. […]
Da occidentali spiace dirlo, ma nonostante il profluvio di autoassoluzioni hollywoodiane, da tempo agli occhi del resto del mondo gli USA appaiano come il bullo del quartiere e la Nato come la sua gang”
Lo sguardo altrui
di Andrea Zhok – 22.2.2023
agbiuso
Dichiarazioni da irresponsabili, da guerrafondai, da criminali.
Coerenti, dunque, con l’identità della Nato.
agbiuso
Temo che la situazione in Ucraina – le sue radici, le sue ragioni – sia proprio quella qui enunciata.
agbiuso
No a Zelensky al festival di Sanremo! Indipendenza si mobilita
Indipendenza! 4.2.2023
Sabato 11 febbraio 2023 è previsto un intervento, per via telematica, del presidente ucraino Zelensky al festival di Sanremo.
Indipendenza sarà presente a Genova (mattina e pomeriggio) e a Sanremo (dal primo pomeriggio), in forma statica ed itinerante, per tenere giornali parlati, diffondere il volantino (in allegato il fronte-retro) e la rivista cartacea…
Vogliamo un’Italia neutrale
Perché la nostra Costituzione ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Perché la guerra in Ucraina è iniziata con l’espansione ad est della NATO (anni Novanta) e non vorremmo finisse con un conflitto nucleare devastante per il Pianeta e per l’Umanità.
Perché da decenni in Ucraina sono stati investiti miliardi di dollari per formare politici, per addestrare e armare militari e milizie, per sostenere partiti, giornali, radio, tv, per mettere in atto il colpo di Stato di Euro-Maidan, a Kiev (2014).
Perché in Ucraina i russofoni e gli ucraini dissidenti, i loro partiti, le loro associazioni sindacali e chi dava loro voce da molti anni sono brutalmente attaccati e repressi dalle autorità suprematiste di Kiev.
Perché la fine dei rapporti diplomatici, economici, commerciali e culturali tra Russia e Paesi europei conviene solo agli Stati Uniti.
Perché siamo stufi di pagare le guerre NATO con tagli allo stato sociale e spese in armamenti.
Perché l’Italia conosce bene la ‘democrazia NATO’, leggasi strategia della tensione.
Per questi motivi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky
– traditore del suo popolo,
– prosecutore della linea suprematista del collaborazionista nazista ucraino Stepan Bandera (capo delle Waffen SS Galicia contro l’URSS e la cui nascita, il 1° gennaio, è dal 2019 festa nazionale per voto parlamentare),
– garante degli interessi sovranazionali euro-atlantici, in Italia non è il benvenuto.
agbiuso
Non so chi sia questo tizio e perché faccia il ministro della Difesa (o forse si capisce perché) ma la gravità di simili affermazioni è palese: la Russia è Europa, da sempre. E l’Ucraina è intrisa di cultura russa, da molti secoli.
Ignorare la storia dell’Europa è molto grave per un europeo, soprattutto se ha responsabilità politiche.
agbiuso
Da un canale Telegram:
agbiuso
Segnalo una intelligente e plausibile analisi di Carlo Formenti, a partire dal libro di Marco Pondrelli Ucraina tra Russia e Nato (Anteo Edizioni)..
Questo il link: LA VERITA’ SULLA GUERRA RUSSO-UCRAINA (30.12.2022) e questi i capoversi conclusivi del testo:
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Le cause della guerra contro l’Ucraina sono insomma simili a quelle che avevano quasi scatenato la Terza Guerra mondiale quando l’Urss aveva inviato i propri missili a Cuba. Del resto, osserva Pondrelli, il fatto che la Russia impegni solo una minima parte delle sue risorse militari, dimostra che il suo obiettivo strategico non è invadere l’Ucraina, bensì riprendere il controllo sulle regioni di lingua ed etnia russa e costringere l’Ucraina a rinunciare all’ingresso nella Nato.
Quanto al ruolo – o meglio all’assenza di qualsiasi ruolo autonomo- dell’Europa, Pondrelli ricorda come a preoccupare gli Usa e a indurli a provocare il conflitto sia stato, ancor più delle rinnovate ambizioni russe, il timore del saldarsi di un asse russo tedesco che sembrava configurarsi nei primi anni del nuovo millennio: un asse Russia-Germania (e quindi Europa, visto il ruolo egemonico di Berlino nella Ue) e la sua possibile proiezione verso la Cina, impegnata a costruire la Nuova Via della Seta, rappresenterebbe infatti un compattamento del continente eurasiatico che taglierebbe fuori gli Stati Uniti. Ecco perché, conclude Pondrelli, la guerra ucraina è anche e soprattutto una guerra contro l’Europa, per staccarla dalla Russia e indebolirla economicamente, un progetto che gli Stati Uniti stanno mettendo in atto con l’appoggio dell’Inghilterra e dei Paesi dell’Est Europa.
agbiuso
Washington Post: L’Ucraina sta precipitando in un abisso economico
L’AntiDiplomatico, 15.12.2022
agbiuso
Analisi documentata, intelligente e realistica di che cosa sta accadendo davvero in Ucraina.
Dall’operazione speciale alla “guerra elettrica”: così la Russia sta guadagnando grandi vantaggi
di Pepe Escobar, 26.11.2022
agbiuso
Consiglio la lettura.
Nessuno ha capito Kherson
di Marco Di Mauro
Avanti!, 12.11. 2022
agbiuso
Trascrivo qui l’incipit dell’analisi di Renato Strumia dal titolo Verso nuovi equilibri : La sfida per il nuovo ordine mondiale
in Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe
“L’attacco della Russia all’Ucraina ha già reso chiaro, a tutti, che la posta in gioco è molto più alta di un conflitto di confine tra paesi legati tra di loro da una storia millenaria.
A tutti dovrebbe essere ormai chiaro che è in corso una guerra per procura tra Russia e Nato, con l’Ucraina come vittima sacrificale; una guerra il cui obiettivo finale è disarticolare e degradare la Russia, per consentire agli USA di mettere poi nel mirino la Cina, la cui ascesa sta minando, in chiave strategica, un modello egemonico in evidente difficoltà”.
agbiuso
Guarda guarda, in Ucraina viene praticata la tortura…(in Australia lo sapevamo).
E l’Unione Europea e gli USA finanziano i torturatori con il denaro dei loro cittadini.
Come definirli?
agbiuso
Il governo ucraino conferma la sua natura terroristica.
agbiuso
In politica, come nella vita tutta, la prima domanda alla quale rispondere per capire è «Cui prodest? A chi porta vantaggio?». Il sabotaggio del gas russo -e tutta la guerra in Ucraina- porta vantaggi agli Stati Uniti d’America e danni enormi all’Europa.
È da qui che bisogna partire.
agbiuso
Al di là della condivisione o meno degli elementi che la compongono, si tratta di una interessante analisi che conferma ciò di cui non molti si accorgono: la potenza della filosofia quando riesce ad arrivare nei luoghi del dominio.
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L’Unione Europea messa in ginocchio dagli Straussiani
di Thierry Meyssan
Fonte: “L’Unione Europea messa in ginocchio dagli Straussiani”,
di Thierry Meyssan, traduzione di Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 13.9.2022
agbiuso
Generale Mini a l’AD: “Offensiva ucraina significativa per la propaganda, ma sul terreno le condizioni non sono mutate di molto. Anzi…”
Fonte: L’Antidiplomatico, 14.9.2022
– Il conflitto in Ucraina è praticamente assente dalla campagna elettorale in corso in Italia, nonostante sia chiaramente l’evento che più condizionerà le vite degli italiani nei prossimi mesi. Da che cosa deriva questo silenzio? E come può l’Italia farsi volano di pace nei prossimi mesi
La posizione assunta dal nostro paese nella questione ucraina è talmente imbarazzante da costituire un brutto argomento elettorale. Per tutto il mese di febbraio potevamo fare qualcosa perché la guerra non cominciasse. Sarebbe bastato discutere sulla politica, gli interessi e la sicurezza dell’Europa invece di accettare ad occhi chiusi una versione distorta della realtà come quella prospettata dagli Usa, dalla Ue e dalla Nato. Sarebbe bastato leggere le norme del Trattato atlantico e quello dell’Unione per rendersi conto che chi si professava atlantista ed europeista le stava calpestando. Volevamo il ripristino della sovranità dell’Ucraina, il disimpegno dalla dipendenza energetica dalla Russia, maggiore sicurezza in Europa? Tutto questo si poteva ottenere discutendo e negoziando. Se non altro per guadagnare tempo. È stata scelta la strada della guerra, l’abdicazione della diplomazia, la rinuncia alla politica di sicurezza per far prevalere Cultura, Valori e interessi altrui su quelli nostri e quelli genuinamente europei. Una guerra vile, fatta fare agli altri, per le loro fobie e le loro vendette. Ora, gli autori di questo scempio si dovrebbero svergognare da soli spiegandolo agli italiani e implorando il loro voto? Meglio tacere. Poi, dopo le elezioni, un modo per favorire la pace ci sarebbe: leggere i trattati, assolvere gli impegni assunti per la pace e denunciare quelli che pur parlando di pace e sicurezza conducono inesorabilmente alla guerra.
agbiuso
La guerra non è ancora iniziata
di Vincenzo Costa, 11.9.2022
Papa Francesco ha parlato di “guerra mondiale”. Un’espressione sulle prime impropria. Si tratta, potremmo dire, di una guerra limitata, per una controversia di confine, al massimo di una guerra tra due paesi, se si vuole di una guerra dettata dalle mire imperiali di Putin. Eppure, forse Papa Francesco vuole invitarci ad allargare lo sguardo, perché è come se questo fosse catturato da due soli pezzi dello scacchiere, e in questo modo non presta attenzione alla posizione degli altri pezzi degli scacchi.
1. Verso una nuova fase della guerra in Ucraina
La guerra in Ucraina è stata segnata sinora da due fasi. Nella prima la Russia mirava, sbagliando, a rovesciare il governo ucraino. Immaginava di trovare un largo consenso tra la popolazione ucraina, che sarebbe stata una sorta di guerra di liberazione. I russi hanno scoperto che non era così, che era una trappola. L’esercito ucraino era pronto, li aspettava, erano stati per anni costruite le necessarie trincee. La macchina della propaganda era già pronta. La Russia ha dovuto modificare i suoi obbiettivi e la sua strategia.
È iniziata una guerra di posizione, in cui la Russia ha svolto una funzione di supporto in una guerra civile interna all’Ucraina. Gli obbiettivi sono stati limitati al Donbass, al riconoscimento della Crimea e alla neutralità dell’Ucraina. I russi pensavano che su questa base un negoziato sarebbe stato possibile e una soluzione diplomatica del conflitto percorribile. Si sbagliavano.
Il governo ucraino ha messo chiaramente in luce che la soluzione era una sola: ritiro dei russi da tutta l’Ucraina, Crimea compresa. Evidentemente, sapevano di poterlo fare.
In questa fase, i russi hanno comunque cercato di limitare l’estensione del conflitto. Non abbiamo visto bombardamenti a tappeto delle città, come avevamo visto a Belgrado per esempio o in Iraq. Anche una certa cautela è stata avanzata. Per esempio, l’Azovstal poteva essere annichilito, senza combattimenti uomo a uomo, che sono molto dispendiosi e comportano perdite. Naturalmente, non ho dubbi che vi siano stati crimini, come so anche che gli ucraini bombardano i mercati delle città, facendo vittime tra i civili. Come del resto sappiamo che l’esercito ucraino usa scuole e ospedali come basi militari. Non è che in guerra vi siano dei crimini: è la guerra ad essere un crimine.
Ma ora è partita una controffensiva massiccia, che sembra abbia spezzato le linee russe, l’esercito ucraino è penetrato per decine di chilometri. Come è stato possibile?
In primo luogo, in virtù del fatto che l’Occidente ha inviato un intero arsenale, miliardi di dollari di armi, ma soprattutto in quanto queste armi vengono usate direttamente dagli occidentali, che forniscono l’intelligence, i dati per orientare i tiri, molte cose che possono essere fatte da remoto. Sul campo sono dispiegati una quantità enorme di “mercenari” e di “volontari”. Al netto significa che unità militari occidentali operano sul suolo ucraino senza le loro divise.
Decine di miglia di soldati ucraini vengono addestrati in Inghilterra e in altri paesi NATO, Borrel ha annunciato che i paesi UE ospiteranno e addestreranno sul loro territorio soldati destinati alle prime linee contro i russi, in modo da familiarizzarli con i sistemi d’arma occidentali.
Attraverso il confine tra paesi UE e Ucraina fluisce un fiume di armi, devastanti, che sta dissanguando le stesse riserve occidentali, al punto che il ministro degli esteri tedesco ebbe a dire: “dopo queste basta perché stiamo esaurendo le nostre scorte strategiche”.
È evidente che la NATO è dentro il conflitto, che lo dirige, lo supporta, lo organizza, fornisce tutte le informazioni (via satellite indica la localizzazione dei militari russi e poi dove dirigere i sistemi d’arma, che gli USA forniscono). La guerra è tra NATO e Russia.
Sinora i russi hanno accennato a ciò, ma hanno evitato di trarne tutte le conseguenze. Probabilmente perché pensavano che si sarebbe giunti a un negoziato. Perché trarne le conseguenze ha conseguenze militari devastanti. Significa rendere obbiettivi strategici luoghi lontani dal fronte, colpire in maniera massiccia parti dell’Ucraina lontani dal fronte. I russi hanno un po’ fatto finta che la guerra fosse limitata al fronte. Ogni tanto qualche missile, ma più per dire “ci siamo” che per qualcosa di significativo.
Adesso questo gioco non può più essere sostenuto. Continuare così significa portare al massacro i propri soldati, demotivarli. La guerra entra in una nuova fase, in una terza fase.
Leggo che settimana prossima Putin effettuerà delle chiamate internazionali, con leaders internazionali. Per dire cosa? Per alzare bandiera bianca?
Non sappiamo che cosa dirà, né lo sapremo. Ma possiamo immaginarlo, sospettarlo. Credo che li metterà sul chi va là, avviserà che il gioco cambia, che è finita l’epoca del far finta.
Vi è del resto un punto che resta oscuro in tutta questa controffensiva. Essa era annunciata da mesi, persino normali cittadini come noi sapevano che vi erano nuovi armi, soldati addestrati. Dovevano saperlo anche i comandi russi. Eppure non è stato rafforzato il fronte. Non è stato fatto niente per prepararsi a questa controffensiva. Inefficienza dei comandi russi? Deficit di intelligence?
Solo quando i buoi sono scappati il ministero della difesa russa ha diffuso video con colonne di camion e armamenti che si dirigevano verso il fronte.
L’impressione che si ha è che sia stato voluto. Perché? Perché si sta per entrare in una nuova fase della guerra in Ucraina, una fase ancora più sanguinosa, più insidiosa, pericolosa, con grandi probabilità di allargamento del conflitto.
La popolazione russa deve sentire che la patria è in pericolo, e lo è davvero, perché se davvero gli ucraini sfondassero in profondità la Russia diverrebbe terra di conquista come lo fu nell’epoca di Yeltsin.
I russi devono capire che si combatte per la patria, che non è più una guerra verso l’esterno.
2. Allargare lo sguardo agli altri pezzi della scacchiera
C’è un fuoco che può divampare, e questo emerge se, sommariamente e senza poter connettere tra loro i puntini allarghiamo lo sguardo agli altri pezzi della scacchiera.
1) C’è un conflitto latente tra Grecia e Turchia e le autorità greche hanno comunicato alla UE e alla NATO che vi è la possibilità di un conflitto altrettanto devastante in Europa, tra Grecia e Turchia. La Turchia è il secondo esercito NATO, ma sta giocando in maniera spregiudicata, su tutti i tavoli. Senza la Turchia la NATO sarebbe monca, sguarnita su un fianco fondamentale. Quale prezzo chiederà Erdogan? Ed Erdogan ha mira molto ambiziose in Asia, che può realizzare solo a due condizioni: o con il disfacimento della Federazione russa o con il suo consenso regolato.
2) La Serbia sta riarmando, soprattuto con sistemi di difesa antiaerea. Comprensibile dopo l’esperienza dei bombardamenti di Belgrado. In quel caso tutto fu reso possibile dalla debolezza russa. Ma ora le cose sono cambiate, e la Serbia si rifiuta di riconoscere il Kossovo. Del resto, perché dovrebbe? I motivi di conflitto crescono. La serbia acquista droni dalla turchia. Il gioco è complesso.
3) L’Ungheria si smarca dall’Occidente, del resto che non ami particolarmente l’Ucraina è comprensibile. Le minoranze ungheresi erano duramente represse ed invitate ad andarsene dai nazionalisti ucraini. Poi, l’Ungheria ha chiaro che gli USA stanno stritolando la UE, capisce che il vento economico gira in un altro modo, e piuttosto che entrare a fare parte degli agnelli sacrificali gioca la sua partita (gas russo a prezzi stracciati, che significa “signori, investite qui che abbiamo costi dell’energia accettabili e producete in maniera concorrenziale”). Le minacce stanno perdendo peso.
4) La Libia è sempre una polveriera, dominata da Russi, turchi, i francesi presi a calci nel sedere dopo avere combinato un mare di guai ai nostri danni (col silenzio di Gentiloni, ma si sa che era un cameriere non un presidente del consiglio italiano)
5) A Taiwan continuano le provocazioni alla Cina, prima le visite, poi la vendita di armi, poi flette giapponesi attorno all’isola. Chiaro che si vuole provocare il dragone, in modo da gridare poi come sempre “c’è un aggressore e c’è un aggredito”. La Cina mostra i muscoli ma sta sulla sue. I cinesi ragionano nell’ordine dei secoli, non reagiscono. Colpiranno quando lo decisono loro, non quando li costringono gli altri. E colpiranno quando avranno sviluppato il loro arsenale nucleare al giusto livello. La cosa è in corso.
6) Il ministero della difesa polacco dice che nel periodo tra “tre e dieci anni” la polonia entrarà in guerra con la Russia. Il riarmo è pesantissimo. Ma la Polonia gioca per sé, non per l’Ucraina. La Polonia ha avviato una disputa persino con la Repubblica Ceca, a cui chiede la restituzione di pezzi di territorio. Figuriamoci con l’Ucraina. I polacchi ragionano in termini di grande Polonia, di cui l’Ucraina è una parte, per non dire che un pezzo di Ucraina la considerano Polonia a tutti gli effetti. Agli ucraini i polacchi dicono più o meno quello che Renzi diceva a Letta: “stai sereno”.
Sono solo alcuni pezzi, ve ne sono molti altri.
Tanti pezzi, ma un unico gioco. Ogni mossa modifica il sistema.
Ognuno sta posizionando i propri pezzi, in vista della guerra, tutti riarmano, anche noi lo facciamo.
La guerra non è ancora iniziata. E’ in cammino, un cammino lento ma deciso, con una direzione chiara
agbiuso
Il colonialismo del passato che continua nel presente. Con le solite motivazioni ideologiche di supremazia: religiosa, tecnologica, politica, culturale e così via.
Le loro cannoniere e la nostra attesa
Andrea Zhok, 4.9.2022
agbiuso
Ecco, questo è un esempio assai plastico di che cosa voglia dire la parola stupidità, bêtise, idiocy, Dummheit.
agbiuso
Guerra in Ucraina. Biden intende farla durare il più a lungo possibile
Alessandro Orsini
Il Fatto Quotidiano 30.8.2022
La Nato in Ucraina rappresenta una minaccia esistenziale per la Russia. Ne consegue che la Russia è disposta a sacrificare la propria esistenza pur di vincere la guerra. La guerra in Ucraina può finire in vari modi, ma è pressoché impossibile che finisca con la sconfitta della Russia e il ritiro senza condizioni delle sue truppe. Quando sentiamo dire ai leader europei che la guerra con la Russia finirà con la liberazione della Crimea e degli altri territori occupati, ci piace ricordare che il più grande crimine di un capo di Stato verso il proprio popolo è la mancanza di senso della realtà. Mario Draghi ha appena dichiarato che: “La lotta per la Crimea è parte della lotta per liberare l’Ucraina”. A Draghi ricordiamo che l’ottimismo senza realismo può causare milioni di morti. Dichiarazioni che incoraggiano l’Ucraina a battersi per liberare la Crimea sono provenute da molti altri leader europei. Com’è possibile che non vedano la realtà davanti ai loro occhi?
La Crimea non può essere liberata nemmeno teoricamente giacché Biden non sta aiutando veramente l’Ucraina: alimenta la guerra dall’esterno, ma non aiuta Kiev. Biden non fornisce all’Ucraina le armi per una controffensiva efficace essendo consapevole che Putin, posto in una condizione disperata, ricorrerebbe alle armi nucleari. Draghi dovrebbe prestare attenzione al tipo di armi che Biden ha concesso all’Ucraina. All’inizio del conflitto, Biden ha rifornito l’Ucraina dei missili Javelin e dei Manpads, che sono rispettivamente missili anti-carro e anti-elicottero. Biden si è limitato a dare agli ucraini il minimo indispensabile per non essere travolti: Javelin e Manpads servono più per difendersi che per attaccare. Quando la Russia ha iniziato a radere al suolo intere città come Mariupol, Biden ha consegnato all’Ucraina, con estenuante lentezza, armi più potenti come gli Himars, artiglieria a medio e lungo raggio. Tuttavia, la gittata degli Himars dipende dalle munizioni. Alcune arrivano lontano e altre vicino. Biden si è rifiutato di inviare le munizioni a lungo raggio per impedire agli ucraini di colpire il territorio russo. Zelensky protesta, ma Biden fa spallucce e rassicura continuamente Putin che gli Usa non si impegneranno direttamente nella guerra. Come dire: “Caro Putin, fai con calma”.
Biden vuole sconfiggere la Russia in Ucraina, ma è consapevole di poterlo fare soltanto attraverso la strategia del dissanguamento. La guerra deve proseguire il più a lungo possibile senza degenerare in un conflitto nucleare. La guerra perfetta, per Biden, è una guerra che duri molti anni senza porre Putin in una condizione disperata. Nella visione di Biden, il modello ideale di guerra in Ucraina è la guerra in Siria, che dissangua la Russia, o la guerra in Yemen, che sfianca l’Iran. Non è la guerra per la conquista del Giappone nella seconda guerra mondiale che si concluse con due bombe atomiche. Se gli Stati Uniti le hanno utilizzate per piegare il Giappone nel 1945, la Russia può usarle nel 2022 per piegare l’Ucraina. Non è putinismo; è realismo.
Sotto il profilo morale, gli uomini non sono progrediti dal 1945 a oggi; i russi potrebbero fare agli ucraini ciò che gli americani hanno fatto ai giapponesi. Moralmente gli uomini non sono cambiati. I problemi dell’umanità sono gli stessi e anche le ricette per risolverli: razzismo, guerre per dirimere le controversie internazionali, militarizzazione di intere società, demonizzazione del nemico politico, nazionalismo guerrafondaio, corsa agli armamenti, occupazione dei territori altrui e disprezzo per il diritto internazionale da parte di tutti i blocchi, incluso quello liberale, come dimostra, tra le altre cose, la perdurante occupazione israeliana dei territori palestinesi, ma anche la violazione dei diritti umani in Egitto dove vige una dittatura appoggiata proprio dagli Stati Uniti e dall’Unione europea.
agbiuso
La realtà è putiniana
Marco Travaglio, 30.8.2022
Se la nostra campagna elettorale non fosse falsata dalle ingerenze americane, i partiti discuterebbero soltanto della questione fondamentale: le sanzioni dell’Europa contro la Russia, che si sono rivelate sanzioni contro l’Europa, mentre alla Russia non fanno un baffo. Tant’è che Putin brucia il metano che non ci vende più (guadagnando più di prima dal boom dei prezzi) e la Von der Leyen ci invita con nonchalance a “prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo“: cioè a una sanzione della Russia contro l’Ue che, diversamente da quelle dell’Ue contro la Russia, farebbe malissimo ai destinatari, cioè a noi che saremo autosufficienti forse fra 3-4 anni. Un disastro di queste proporzioni, causato dall’insipienza delle classi dirigenti europee, inclusi i nostri Migliori, dovrebbe monopolizzare il dibattito elettorale: i partiti dovrebbero chiedersi se non sia il caso di rivedere sanzioni che danneggiano chi le impone, mentre la presunta vittima se la ride. Invece ne parla solo Salvini, che appena pronuncia la parola Russia fa pensare a Savoini al Metropol e agli accordi fra Lega e Russia Unita. Ma il tema è troppo serio – visti i danni incalcolabili che le auto-sanzioni stanno per provocare a migliaia d’imprese che falliranno e a milioni di famiglie che sprofonderanno nella miseria più nera – per lasciarlo al Cazzaro Verde.
Le sanzioni dovevano accelerare il default russo e dissanguare il regime putiniano per levargli i mezzi per la guerra ucraina, scatenargli contro il malcontento popolare e accelerarne la caduta. Invece i russi mantengono il controllo del Sud-Est ucraino, la controffensiva di Kiev esiste solo sui giornali della propaganda atlantista, l’economia russa tiene botta e Putin appare ben saldo. A dissanguarsi è l’Ue, per la gioia degli unici beneficiari di questa follia collettiva: gli Usa. Lo dice il Fmi, smentendo il Consiglio Ue: in Russia il calo del Pil nel 2022 non sarà dell’11%, ma del 6. E siccome l’export di energia supererà di 100 miliardi di dollari quello del 2021, il totale delle esportazioni crescerà, con un’inflazione vicina al 10% dell’Eurozona. Anche l’Economist conferma che l’Ue ha confuso i sogni con la realtà: “L’economia russa continua a battere le attese e la guerra delle sanzioni non va come previsto”; dopo lo choc iniziale “il sistema finanziario s’è stabilizzato e il Paese sta trovando nuovi fornitori, inclusa la Cina. Intanto in Europa la crisi energetica potrebbe innescare una recessione”. Che renderà sempre più impopolare il sostegno militare all’Ucraina, vista la sua conclamata inutilità in assenza di risultati sul campo.
Fino a quando i governi europei continueranno a sanzionare i loro popoli, a credere alla loro propaganda e a scambiare la realtà per putinismo?