Ucraina, genesi di un conflitto
Il numero 52, anno XXVI (maggio-giugno 2022) della rivista Indipendenza pubblica un ampio e documentato saggio dedicato alla guerra in corso tra la NATO e la Federazione Russa in territorio ucraino. L’autore è Francesco Labonia, il quale conduce una analisi assai rigorosa e di ampio respiro, di natura geopolitica. È la migliore analisi che sinora io abbia letto su questo argomento.
Il testo si intitola «Ucraina / Genesi di un conflitto, oltre il fermo immagine» e si trova alle pagine 27-39 della rivista; qui sotto l’indice del saggio e una mia selezione di brani. Non trascrivo le numerose note che indicano puntualmente la fonte di ogni informazione.
Se la Russia è l’aggressore operativo, gli Stati Uniti e la NATO (con il regime di Kiev per procura) sono l’aggressore strategico. Aggressore strategico è colui che inizia prima la guerra, ma decide per necessità o calcolo di costringere il suo avversario al primo passo operativo, non lasciandogli scelta, obbligandolo ad intervenire affinché appaia come ‘colui che ha iniziato’. […]
Siamo dunque nel nono anno di guerra civile allorché il Cremlino si vede costretto all’intervento miliare per difendere i diritti di molti ucraini russofoni all’interno dell’Ucraina e allo stesso tempo tutelare, come vedremo più avanti, la stessa sicurezza della Federazione russa. […]
L’attuale presidente ucraino, Volodymir Zelensky, in campagna elettorale (2019) prometterà la fine della guerra nel Donbass e lo smantellamento del sistema oligarchico e di corruzione nel Paese, salvo poi rimangiarsi tutto una volta eletto. […]
Si riprendono in questo modo le fila dell’operato dell’amministrazione Obama e dei suoi ‘falchi’ interni (l’allora segretaria di Stato, Hillary Clinton, in testa), con l’infervorata sintonia della destra ‘neocon’. Del resto, dal 2014 al 2022, USA ed alleati hanno riempito l’Ucraina di basi militari e laboratori biologici, inviato quantità enormi di armi ed altro materiale bellico, addestrato esercito e paramilitari. […]
Tra il 16 ed il 21 febbraio dal fronte ucraino si abbatte una pioggia di fuoco in Donbass, su città e villaggi, contro case, ospedali, centrali idroelettriche, infrastrutture. I bombardamenti di artiglieria contro la popolazione aumentano drammaticamente, come attestano anche i rapporti quotidiani degli osservatori dell’OSCE. Al Cremlino si è di fronte a una scelta difficile: restare a guardare il massacro del popolo di lingua russa del Donbass oppure intervenire sapendo che, qualunque fosse stata la portata e il raggio d’azione, l’intervento avrebbe creato una crisi internazionale, con certezza d’indurimento delle sanzioni e il rischio di un allargamento del conflitto. […]
Il giorno prima, il 19 febbraio, secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, il presidente ucraino Zelensky rifiuta una proposta di mediazione avanzata dal cancelliere Scholz incentrata sulla neutralità dell’Ucraina in cambio di sicurezza garantita da Russia e Stati Uniti. Lo stesso giorno, alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza, Zelensky dichiara di voler riconsiderare la rinuncia del suo Paese alle armi nucleari sancita con il Memorandum di Budapest (dicembre 1994). La dichiarazione, avallata dall’amministrazione Biden, a Mosca era paventata ed è percepita come una dichiarazione di guerra. […]
In Ucraina sono le fanatizzate ed invasate milizie neo-naziste ad essere individuate da USA e NATO come analogo soggetto operativo da potenziare. […]
Nel Paese, non è la sola componente sciovinista, neo-nazista, visceralmente anti-russa, fautrice del suprematismo bianco e della purezza razziale (ora ‘ucraina’, quella ritenuta autentica, di ceppo scandinavo e proto-germanico, ora genericamente ‘bianca’) in vista – così affermano – di una crociata finale contro gli untermenschen (i ‘subumani’), in primis gli slavi, i russi, da sterminare o ridurre in schiavitù. […]
In Ucraina sono in corso diverse guerre insieme: quella civile, quella tra Kiev e Mosca, quella per procura degli Stati Uniti e della NATO contro la Russia, quella per la messa in riga atlantica di Francia e Germania, quella su scala planetaria tra anglosfera contro multipolarismo, con principale antagonista la Cina. […]
La Russia, con il suo agire e la sua stessa (r-)esistenza, ha due colpe imperdonabili agli occhi di Washington: sta fungendo da levatrice di un mondo multipolare che, rispetto a quello unipolare post implosione dell’URSS (1991), priverebbe le classi dominanti degli Stati Uniti e dell’Occidente (una minoranza di popoli del pianeta) di ogni preminenza politica, economica, militare, facendo anche esplodere le contraddizioni tra loro e all’interno delle loro società. Inoltre, con il suo enorme potenziale di forniture energetiche e materie prime in cambio di commercio e cooperazione, rischia di sfaldare l’indispensabile – per Washington – posizione di dominio sul continente europeo. […]
Il gruppo dirigente statunitense è consapevole che gli USA sono una potenza in declino. […] È l’incubo che sta alimentando la spirale di follia espansionista sanguinaria e bellicista, particolarmente nelle ultime tre decadi, della politica estera statunitense. […]
Le sanzioni hanno avuto un effetto controproducente: petrolio e gas sono rincarati pressoché a livello mondiale, facendo segnare dei balzi positivi per la bilancia russa e rafforzando il tasso di cambio del rublo, elementi piuttosto importanti per la massima coesione interna. […] L’isolamento internazionale della Russia è praticamente fallito, così come l’obiettivo di metterla in ginocchio economicamente. […]
Allargare il conflitto, coinvolgendo NATO e USA più di quanto già sia, è quindi nell’interesse di Kiev che, senza un loro intervento diretto, non ha alcuna possibilità di vincere. […]
Quali sono i vantaggi che può rivendicare, ad oggi, Washington? […] Ha rintuzzato energicamente, per non dire sgretolato, l’Intesa franco-tedesca e le sue velleità di essere direttorio e forza motrice di un’autonomia strategica ‘europea’. […] Allo stato, il destino di Francia e Germania è indirizzato su un crinale di degrado politico ed economico. […] Washington, rafforzando così l’esercizio del suo controllo, ha creato ulteriori e più profonde fratture dentro la UE. […]
Si porrà il problema dell’inglobare (forse!) nella UE un Paese che, già prima della guerra, non era definito ‘democratico’, con un grado di corruzione a livelli stratosferici causa anche una corrotta oligarchia alimentata dalle casse euro-atlantiche perché il Paese divenisse un’anti-Russia, privo di effettivo stato di diritto, nullo come attività economica. […]
Più in generale, è paradossale che, volendo seguire gli Stati Uniti, i vari governi sul continente europeo stiano facendo di tutto nell’alimentare la guerra alle porte di casa e tagliare in tal modo i ponti con quella parte del mondo rispetto a cui si è economicamente complementari (Russia per le risorse, Cina per la manifattura di base, svariati significativi Paesi, ad es. l’India, come grandi mercati). Perseguendo questa china il loro destino è segnato: senza o addirittura contro la Russia, sono condannati a perdere rapidamente molta della loro influenza internazionale. […]
La globalizzazione, vettore dell’ideologia atlantica su scala planetaria, si sta restringendo al piccolo mondo europeo, e poco più, della ‘globalità’ atlantica. […] Mosca, del resto, se sul piano economico sta pagando un costo contenibile, allo stato attuale, su quello strategico è già assurta a punto di riferimento di quella maggioritaria parte del mondo che si sente da decenni bullizzata dall’arrogante strapotere USA. […]
Il governo atlantico-europeista di Draghi sopravanza in nefandezze tutti i precedenti, a partire dal suo essere così privo del senso dell’interesse nazionale in qualunque decisione assuma e, specularmente, essere in spaventosa sudditanza suicidaria alla NATO, cioè a Washington, anteponendo agli interessi del Paese quelli estranei e stranieri, accettando tutto, sacrificando tutto, a qualsiasi prezzo, senza fiatare. È banale, nella sua tragicità, rilevare ad esempio che il riarmo italiano senza precedenti per la NATO e l’Ucraina lascia sempre più alla marcescenza ciò che è pubblico (la sanità, la scuola i trasporti, la ricerca scientifica, eccetera), la manifattura italiana, il futuro stesso del Paese e delle sue generazioni.
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58 commenti
agbiuso
Da: Ucraina, la corsa degli asini di Buridano
il Simplicissimus, 8.3.2024
Ma è l’unico modo che ora l’Occidente, in particolare la sua parte anglo-americana, ha per fare qualcosa che non sia quella di ordinare inutili assalti contro le difese russe: ovvero attaccare le infrastrutture civili e uccidere civili. Pertanto, il confine sottile tra atti di sabotaggio e terrorismo puro sarà sempre più sfumato. Il terrorismo è l’arma dei deboli, gli Stati Uniti e, soprattutto, il Regno Unito, che militarmente non è nemmeno un’entità, sono deboli e oltretutto appoggiando le atrocità di Gaza stanno spazzando via ogni residuo di moralità: la loro incapacità di combattere la Russia su piano strategico non li induce alla pace, ma ad alzare la posta verso la guerra nucleare. Sono ormai difettosi, pronti per la discarica della storia. E solo dei perfetti imbecilli possono seguirli su questa strada.
agbiuso
Da: Rivelazioni e disperazioni
il Simplicissimus, 5.3.2024
La crisi isterica dell’Europa di fronte alla consapevolezza che l’Ucraina è finita e che la Russia sta vincendo utilizzando un decimo delle proprie forze è accresciuta dal timore che dopo aver seguito e appoggiato in modo subalterno, acritico e suicida la strategia statunitense su Kiev, gli Usa ora possano mollare l’osso lasciando il continente alla mercé di una crisi economica auto provocata, di una Russia molto più forte di prima e al letterale annientamento di qualsiasi peso del continente nella geopolitica planetaria.
agbiuso
Il Napoleone da strapazzo
il Simplicissimus, 27.2.2024
Sta avvenendo esattamente ciò che è accaduto in molto momenti della storia: quando il nemico avanza ci si fa prendere dal panico e dalla confusione, così invece di pensare a un modo per portare il conflitto a un livello più baso si aumenta l’aggressività. Così per esempio successe ai romani che poi si ritrovarono ad essere terribilmente sconfitti a Canne, così è successo dopo Stalingrado, quando una Germania ancora forte non pensò a cercare un armistizio, magari ritirandosi su linee più difendibili, ma anzi rilancio con la guerra totale.
Naturalmente questi sono fatti tragici che però il miserabile milieu politico europeo sta trasformando in una farsa indegna; siccome in Ucraina non c’è alcuno stallo, ma i russi hanno ormai preso l’iniziativa e potrebbero sfondare il fronte per non parlare del rischio di un collasso dell’esercito ucraino, i minus habens che governano come Kapò questo continente derubato e violentato dagli Usa, invece di ammettere l’enorme cazzata che hanno fatto tenendo bordone alla follia americana parlano di aumentare le risorse finanziarie a Kiev e inviare altri armi anche se ormai scarseggiano. Anzi quei governanti che sono più vicini a certe sfere della finanza e più dementi tentano di dichiarare la guerra totale facendo balenare la possibilità dell’invio di truppe Nato diciamo così ufficiali e far deflagrare la guerra mondiale.
Quell’idiota degenerato di Macron ci ha provato lunedì scorso radunando più di 20 capi di Stato e di governo europei a Parigi per discutere su come procedere in Ucraina spingendo per un intervento convenzionale diretto della Nato. Il povero Napoleone di Waterloo ha cercato di intestarsi la crociata contro la Russia e di fare della Francia l’hub della russofobia, Ma tutti, a cominciare da Scholz hanno detto di non volerne sapere, sia perché hanno sgamato il gioco di Parigi e sia perché la Russia ha fatto sapere più volte ai massimi livelli che se la Nato dovesse intervenire direttamente il passaggio al livello nucleare sarebbe inevitabile.
In realtà questo tira e molla sull’intervento diretto dell’Alleanza Atlantica, che poi si divide in varie sceneggiature che riguardano la Polonia, i Paesi baltici, la Moldavia, viene tirato in ballo nell’ingenua speranza che Mosca si spaventi, il che è davvero il colmo del ridicolo perché l’unica cosa evidente è che sono questi leader da strapazzo ad essere impauriti, per se stessi e per i loro avidi padroni.
agbiuso
Da: La grande battaglia che ha chiuso un’epoca
il Simplicissimus, 25.2.2024
“È proprio tutta l’Alleanza atlantica che ne esce sconfitta perché ha addestrato e armato l’esercito di Kiev e pianificato nei particolari tutte le azioni. In campo è stata messa una forza enorme che tuttavia è stata schiacciata e annientata dalla Russia che pure in questo conflitto è stata sempre in grande svantaggio numerico.
[…] Così come Kursk fu la svolta determinante nella seconda guerra mondiale, bruciando le riserve in fatto di uomini addestrati, carri armati e aerei forse ancor più di Stalingrado, la sconfitta ucraina non ha certo posto fine al conflitto perché il corpo esausto del Paese è tenuto in piedi dagli Usa, ma è stato il colpo decisivo nel cambiamento del mondo”
agbiuso
Da: 730 giorni che hanno cambiato il mondo
il Simplicissimus, 24.2.2024
Oggi è il secondo anniversario dell’operazione militare speciale della Russia in Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, quando Putin ordinò l’intervento delle forze russe per due motivi: proteggere la popolazione russofona della regione del Donbass che resisteva da otto anni dell’aggressione appoggiata anzi suggerita dalla Nato e in secondo luogo, denazificare il regime che le potenze occidentali avevano illegalmente instaurato con un colpo di stato a Kiev nel 2014. Si è trattato di un fatto storico perché per la prima volta dal dopoguerra un grande Paese si è opposto militarmente all’arroganza occidentale, ma di fatto espressa dagli Usa, ponendo dei paletti a ciò che l’egemone riteneva suo di diritto e facendo fiorire la multipolarità del mondo che fino ad allora era in qualche modo compressa dalle minacce e dalle manovre dell’impero dell’impero.
[…]
In poche parole il vero volto delle “democrazie” occidentali e del loro cosiddetto “ordine globale basato su regole” viene pienamente rivelato come una forma di fascismo.
[…]
Dopo il conflitto spartiacque in Ucraina – e grazie alla forza d’animo e alla risolutezza russa – la farsa occidentale è ora smascherata. L’asse dell’imperialismo occidentale guidato dagli Stati Uniti si trova finalmente ad affrontare una nemesi, il giorno della resa dei conti.
agbiuso
Da: A Monaco passa l’autodistruzione dell’Europa
il Simplicissimus, 19.2.2024
Gli ottusi applaudenti non sapevano che la precipitosa ritirata dalla città fortificata era stata ordinata perché la 3a Brigata Azov aveva già totalmente ignorato gli ordini e aveva iniziato a ritirarsi da sola, seguita da altre unità. Per evitare il collasso totale del comando, Syrsky, il nuovo capo dell’esercito è stato costretto a dare un ordine ufficiale di ritirata, nonostante Zelensky non volesse saperne.
Una élite stupida e degradata accoglie con grandi applausi Zelensky, la cui unica speranza di salvezza consiste nel tentativo di innescare una guerra nucleare con la Russia che trasformerebbe l’Europa in un cratere fumante mezz’ora dopo la scellerata azione. E’ chiaro che questo milieu politico deve essere cacciato al più presto perché sta diventando ogni giorno di più una questione di vita e di morte.
agbiuso
Ottimo.
Lo “sconforto” dell’organizzazione mondiale più pericolosa per la pace nel mondo, la NATO, significa che diminuisce il pericolo di guerre per i popoli.
agbiuso
A Kiev arriva un nuovo macellaio di fiducia di Biden
il Simplicissimus, 9.2.2024
Bisogna dirlo. l’amministrazione americana ha un certo genio per incasinare lee cose scegliere sempre la strada sbagliata dopo l’arrivo a Kiev della Nuland per cercare di disinnescare il conflitto tra Zelensky e il capo dell’esercito Zaluzhny, favorevole alla fine dei massacri e alle trattive, alla fine si è scelto il personaggio peggiore. E’ proprio il genio dell’America. L’ex comico e oggi massacratore a cuor leggere ha scelto come successore a capo dell’esercito il generale Alexander (Olexsandr in dialetto ucraino) Syrsky suscitando una vera e propria tempesta all’interno del Paese perché si tratta di un comandante odiato dalle truppe ucraine, soprattutto da quelle in prima linea. Viene chiamato “macellaio” ed è conosciuto in altri ambienti come un tritacarne senza scrupoli che si è rifiutato di cedere di un centimetro a Bakhmut mentre invocava inutili assalti assalti frontali, portando allo sterminio di un intero gruppo dell’esercito sul campo.
Zelensky, lo elogia per i suoi grandi successi quale la “difesa” di Kiev (che in realtà i russi non volevano prendere) e l’offensiva di Kharkov dove furono i russi a ritirarsi senza combattere perché al tempo non volevano sacrificare troppe forze per quella parte di fronte ed erano invece interessati ad attirare truppe ucraine lontano dai luoghi di maggiore frizione. Ma se questi “successi” sono in qualche modo dubbi è certo invece che Syrsky nel 2015, sarebbe stato anche responsabile del famigerato calderone di Debaltsevo dove le truppe ucraine furono circondate dalle milizie del Donbass e persero più di 3000 uomini oltre a tutta l’artiglieria e ai blindati. Nonostante questo smacco gigantesco il suo servilismo lo ha mantenuto a galla nella palude del potere ucraino ed è finalmente arrivato a riemergere alla luce del sole nel momento in cui sull’Ucraina calla il buio. Non perché sia particolarmente abile, ma perché risponde alle richieste di Zelensky e dunque degli americani di non badare al consumo di uomini purché continui a sembrare che l’Ucraina esiste e combatta assieme alla Nato. Tanto ormai è chiaro che semmai si dovrà trovare un altro Paese disposto a fare da serbatoio di carne da cannone, ma adesso è importante che tutto venga sacrificato alla causa della possibile rielezione di Biden.
La prima cosa che farà Syrsky, sarò di buttare tutte le riserve ad Avdeevka, dove i russi stanno avanzando per mostrare che Kiev merita ancora armi e miliardi. Manderà i suoi soldati ad assalire con scarsissimi mezzi le postazioni russe e a morire per dimostrare che è più fico di Zaluzhny e il suo signore supremo non ha scommesso su di lui invano. Zelensky, a sua volta, deve mostrare qualcosa mediaticamente spendibile come successo per elemosinare più soldi dai suoi padroni occidentali. Né Syrsky né Zelensky si preoccupano di quanti soldati e ufficiali ucraini che moriranno per questi soldi. Hanno sempre un posto dove scappare. E inoltre è sempre meglio avere un comandante odiato dalle proprie truppe che uno amato dalle stesse come Zaluzhny.
Paradossalmente il nuovo comandante dell’esercito ucraino è nato in Russia, non lontano da Mosca e si è diplomato alla prestigiosa Scuola Superiore di Comando Militare, mentre suo padre ex colonnello dell’esercito russo e suo fratello vivono ancora in Russia. La cosa potenzialmente potrebbe rivestire un certo interesse perché rivela qualcosa in più del nuovo comandante: un opportunismo e un servilismo senza confini che lo avevano portato nel 2013, poco prima di Maidan, a festeggiare la Giornata della Russia assieme alla 72a brigata di cui era al tempo comandante, mangiando una torta con le bandierine russa e ucraina Bisogna capire se l’esercito lo seguirò davvero e se vorrà davvero sacrificarsi fino all’ultimo uomo.
agbiuso
“I leader europei mi fanno pena, non per la loro nullità che anzi li ha aiutati ad afferrare le loro poltrone di burattini, ma piuttosto per i loro toni insicuri e autoritari insieme che sono un chiaro indizio di una disperazione profonda. Essi hanno portato al disastro il nostro continente e oggi per non dover confessare il fallimento e la loro ubbidienza non solo agli Usa, ma a sinedri di ricchi privati che di fatto governano Washington, sono costretti tutti giorni ad alzare la posta. Adesso straparlano del fatto che la Russia vorrebbe fare guerra all’Europa, lo dicono a cittadini inebetiti e generalmente non più in grado di capire dove cominci la realtà dove finiscano questi bluff straccioni: dunque cercano ancora di estorcere soldi al proprio cittadini per darli al regime nazista di Kiev e di continuare a inviare armi, anche se la guerra è palesemente persa ed è diventata una disfatta”
Il testo continua qui con una significativa testimonianza su ciò che rimane dell’Ucraina:
Il buio oltre il Dnepr
il Simplicissimus, 21.1.2024
agbiuso
La situazione del fronte ucraino nel gennaio del 2024 (secondo un canale ucraino):
agbiuso
Da: La sconfitta ucraina e la cecità dei globalisti reazionari
il Simplicissimus, 5.1.2024
“La stragrande maggioranza dei nostri cosiddetti esperti militari rivela un’incapacità profonda di comprendere l’approccio russo alla guerra. È il risultato della demonizzazione dell’avversario che impedisce di comprendere il suo modo di pensare.
[…]
C’è un motivo più profondo per comprendere l’impossibilità di vedere chiaro nelle vicende di questo come di altri conflitti ed è l’impossibilità di confessare che le economie finanziarizzate e delle bolle speculative non funzionano, soprattutto quando non possono rivolgersi ad altri per i manufatti e le materie prime ovvero per le azioni economiche reali che sono tutte o quasi in mano agli avversari. In realtà la sconfitta in Ucraina è molto più che militare è la sconfitta del globalismo reazionario nel quale stiamo vivendo, ed ecco perché si cerca in ogni modo di nascondere la realtà degli eventi e il loro significato: ammettere una sconfitta totale del regime di Kiev significa automaticamente ammettere la catastrofe di un sistema che proprio da questa guerra sperava di potersi affermare su tutto il pianeta”
agbiuso
Il massacro dei giovani, e meno giovani, ucraini deve essere completo.
Il Moloch statunitense ha bisogno di sangue per continuare a esistere e a tentare di dominare il pianeta.
agbiuso
“Questo fa comprendere che l’Occidente dopo aver preparato e attuato la strage degli ucraini mandandoli all’assalto nei vari tritacarne che si sono creati contro un esercito russo di molto superiore sia negli armamenti che nella comprensione del “campo di battaglia” dove gli americani si sono rivelati dei veri dilettanti, ora ha bisogno di una nuova narrativa visto che non è più possibile sostenere neanche lontanamente l’eventualità di una vittoria ucraina”
Da: Lettera di un soldato tradito
il Simplicissimus, 19.12.2023
agbiuso
Ucraina, comincia la resa.
La mia ammirazione per la pazienza e la forza della Russia, attaccata dalla NATO e da un’Europa al servizio degli USA.
agbiuso
“I veri autori della strage che è poi seguita e che a quanto pare è stata catastrofica oltre ogni immaginazione per l’Ucraina ,si trovano come sempre a Washington.
[…]
Il fatto che un’altra storia di propaganda occidentale sia stata ora rivelata direttamente da Kiev non interessa quasi a nessuno, soprattutto ai media al potere. Lì l’Ucraina è quasi diventata una nota a piè di pagina, mentre i costrutti della propaganda vengono sempre più smascherati”.
Da: Kiev conferma, l’Occidente ha impedito la pace
il Simplicissimus, 28.11.2023
agbiuso
Da Gli Usa vogliono gli adolescenti al fronte
il Simplicissimus, 21.11.2023
Questo è tutto ciò che c’è da sapere sul Pentagono e sui suoi colleghi di Londra: sono fondamentalmente dei codardi che si nascondono disperatamente dietro le spalle di donne e ragazzini di 17 anni o dietro uomini che invecchiano
agbiuso
L’ora di scappare
il Simplicissimus, 20.11.2023
La concentrazione dei media nelle mani della cupola globalista almeno ha un vantaggio: quando si cominciano a leggere in contemporanea sui giornali cose in netto contrasto con ciò che dicevano prima di una certa data, in alcuni casi prima di una certa ora, si capisce di trovarsi di fronte di fronte a un cambiamento di narrazione concertato che arriva dalle centrali del potere E adesso finalmente le sopraffine menti che abitano Washington hanno capito che gli ucraini stanno cedendo, che i russi passano sempre di più ad un atteggiamento attivo e non puramente difensivo, che insomma bisogna fare in fretta per salvare il salvabile I quotidiani americani in mano alla cupola globalista, cioè quasi tutti, stanno facendo un vero e proprio autodafè corale: riconoscono che l’Ucraina non può vincere, che la Russia non ha subito grandi danni dalle sanzioni e anzi ha performance superiori a quelle occidentali e si ritrova con un surplus di 75 miliardi di dollari, che Putin è più forte che mai, che l’esercito di Mosca è una temibile macchina da guerra invece dell’insieme imbelle descritto da due anni a questa parte da questi idioti americani. e perdonatemi l’ossimoro che comunque vale per tutti i livelli politico ammnistrativi, che insomma se non si interviene immediatamente, gli Usa rischiano di non poter attuale il loro piano b, ovvero congelare il fronte, offrire alla Russia i territori già conquistati in cambio di un’Ucraina in viaggio verso la Nato. E si accaniscono contro Zelensky perché vuole ancora attaccare e non si arrende alla logica americana della pace per evitare la sconfitta
Le meravigliose teste non pensanti di Washington sanno benissimo che lo scopo principale della Russia è il disarmo e la neutralità dell’Ucraina e che quindi Mosca non accetterà una pace a queste condizioni per cui sperano di poter accusare moralmente la Russia per non volere la pace , quando sono proprio loro che hanno portato all’inutile sacrificio di mezzo milione di uomini e hanno impedito che Ucraina e Russia siglassero un accordo di pacificazione già nella primavera del 2022. Non hanno compreso che ormai non hanno alcun credito in giro per il mondo, specie dopo aver appoggiato militarmente ed economicamente il genocidio in corso a Gaza. Essi non vogliono prendere atto del decalogo scritto da un capitano cinese del 4 secolo avanti Cristo Míngxian Duìzhăng (明显队长) che sembra l’ovvietà allo stato puro, ma che invece contiene una saggezza che ormai ha abbandonato l’Occidente:
Se la guerra è inevitabile, allora devi combattere.
Se puoi attaccare, allora devi attaccare.
Se non puoi attaccare, devi difenderti.
Se non puoi difenderti, devi ritirarti.
Se non puoi ritirarti, devi correre e nasconderti.
Se non puoi scappare e nasconderti, allora devi capitolare e arrenderti.
Se non capitoli e non ti arrendi, allora muori.
Non si sa bene a quale punto vogliano fermarsi i grandi strateghi americani dopo aver fallito dalla prima all’ultima le mosse per cercare di indebolire la Russia, qualcosa che di solito non riesce nemmeno se lo si fa apposta, ma il fatto è che ormai l’Ucraina non solo non è più in grado di attaccare, ma ha soprattutto carenza di uomini per difendersi quindi il congelamento del fronte è solo l’ennesima illusione: gli ucraini saranno costretti a ritirarsi prima da soli e poi seguiti dal loro crudele padrone che dovrà rintanarsi e nascondersi all’interno della sua area geografica. Questo colpo sarà così forte che nessuno può dire se gli Usa e di conseguenza la Nato e l’Europa delle stragi, potranno superare politicamente questa sconfitta epocale. Dopotutto, è passato più di un secolo dall’ultima volta che gli Stati Uniti sono stati in grado di sostenersi senza derubare continuamente altri paesi (esportando inflazione, sconvolgendo le economie, fingendo di essere un “rifugio sicuro” finanziario) e accumulando debiti che non hanno intenzione di rimborsare mai.
agbiuso
“Il tragicomico duce di Kiev insiste sul continuare ad attaccare ad oltranza nella convinzione che finché c’è segno di vita non verrà abbandonato dai suoi burattinai”
da Le notti dei lunghi coltelli di Kiev: arriva la resa dei conti
il Simplicissimus, 8.11.2023
agbiuso
“La carne da cannone da gettare nel tritacarne voluto da Washington e applaudito da Bruxelles scarseggia sempre più a Kiev e la giunta nazigolpista sta spremendo le ultime riserve”.
Da La reazione degli ucraini alla “mobilitazione per la vittoria” di Zelensky
di Fabrizio Poggi, l’AntiDiplomatico, 31.10.2023
agbiuso
Ucraina/NATO verso la sconfitta.
agbiuso
“Un’ulteriore prova statisticamente molto chiara dell’esistenza di programmi statunitensi di armi biologiche in Ucraina”
dall’articolo Dall’Ucraina sbarcano virus e batteri super resistenti
il Simplicissimus, 4.10.2023
Sta qui, molto probabilmente, una delle ragioni più forti della guerra che la NATO ha scatenato in Ucraina, una ragione assai tradizionale: la necessità di nascondere un crimine.
agbiuso
Dal Canada al Trentino, i nazisti sono ovunque: è “La svastica sul sole”
di Daniele Luttazzi –Il Fatto Quotidiano
27 settembre 2023
Il conflitto in Ucraina sta sottoponendo i cittadini europei non solo ad assurde vessazioni economiche, ma soprattutto a un disagio psichico che non mi sembra adeguatamente segnalato: quello dovuto alla dissonanza cognitiva di chi vive in un Occidente democratico, dopo la vittoria sul nazifascismo nella Seconda guerra mondiale, ma si trova circondato da continui tributi a nazisti poiché gli Usa e la Nato hanno deciso di fare la guerra alla Russia servendosi dell’Ucraina, il Paese autocratico dove il nazista Bandera è un eroe nazionale.
Un anno fa, a tutti sembrò bizzarro che Putin annunciasse un’operazione speciale contro “i nazisti ucraini”. Non si capiva perché lo facesse, e cosa c’entrassero i nazisti: i più non sapevano dei crimini neonazisti in Donbass, denunciati da Onu, Osce e Amnesty. Quasi tutta la stampa italiana, a parte il Fatto e il manifesto, si trasformò in megafono propagandistico per nascondere la verità che solo ora viene ammessa dal segretario generale della Nato Stoltenberg, e cioè che la Nato arma l’Ucraina in funzione anti-russa dal 2014, che Putin invase l’Ucraina per fermare la Nato, e che la Nato decise di non trattare con la Russia, anche se così si sarebbe evitata questa guerra del cazzo. E così siamo arrivati alla raccapricciante standing ovation della Camera canadese per l’ex SS Yaroslav Hunka.
La scena pare tratta da un episodio di L’uomo nell’alto castello, la serie tv tratta dal romanzo di Philip Dick La svastica sul sole, che immagina una realtà alternativa in cui Germania e Giappone hanno vinto la Seconda guerra mondiale. Provai lo stesso raccapriccio da dissonanza cognitiva un anno fa vedendo Gramellini su Rai3 che usava toni struggenti per esaltare Vyacheslav Abroskin, generale della brigata filonazista Azov: arrivò a paragonarlo, in un panegirico da voltastomaco, addirittura a Oskar Schindler (t.ly/6oTDI).
E ho provato lo stesso raccapriccio quest’estate, durante la mia vacanza in Trentino. Decido di visitare Brunico, ridente capoluogo della Val Pusteria. Salgo al castello e mi accorgo che di fronte c’è una collina boscosa, cui si arriva attraversando un ponte sospeso sulla strada provinciale. Un cartello comunica che sulla collina c’è un cimitero militare dei caduti nella Prima e nella Seconda guerra mondiale, “il cimitero degli eroi”. Da un secolo, un’associazione di donne di Brunico si occupa della cura delle tombe, che sono quasi 900, divise per confessione religiosa: cristiana, ortodossa, giudea e musulmana. Si giunge al sacrario salendo una scalinata di 71 gradini. Nessuno ti avverte che, come arrivi, ti trovi davanti a tombe di nazisti, con tanto di croce celtica e foto in divisa da SS. Ho scattato delle foto perché non ci si può credere: t.ly/85lQg. A sinistra, per esempio, una tomba con croce celtica gigantesca ricorda l’SS-Sturmbannführer Luis Thaler, a cui a Ognissanti viene dedicata “una toccante cerimonia” (t.ly/WQVU9). Thaler comandava l’Unità di riserva delle Unità armate delle SS (400 uomini) e il Gruppo pronto impiego dell’82° Reggimento SS Italien (200 uomini). Responsabile dell’eccidio di Rodengo (dieci uomini accusati di attività partigiana, torturati e trucidati dai nazisti in fuga il giorno dopo la Liberazione: t.ly/CMjnN, t.ly/NDQm2, t.ly/1eNHB), fu catturato dai partigiani bresciani e fucilato; le sue ultime parole furono “Viva la Germania! Viva Adolf Hitler!”. Ero ancora piuttosto sconvolto quando, tornato a Fiè, vedo una casetta pittoresca adornata da artistiche voliere. Accanto al portone d’ingresso, una targa elegante in tedesco ricorda che lì nacque l’anatomo-fisiologo Max Clara. Chi è? Un nazista che condusse ricerche ed esperimenti su prigionieri, giustiziati o da giustiziare. Stiamo vivendo in un incubo alla Philip Dick. Vogliamo svegliarci?
agbiuso
Nazionalsocialisti in Canada (oltre che in Europa).
agbiuso
A conferma delle analisi militari di John J. Mearsheimer:
Seymour Hersh: per l’intelligence Usa la guerra è finita e ha vinto la Russia
L’AntiDiplomatico, 22.92023
I servizi segreti statunitensi ritengono che le truppe ucraine non riusciranno a rompere le linee di difesa dell’esercito russo. Lo ha affermato il giornalista americano premio Pulitzer Seymour Hersh nel suo ultimo scritto.
“Ci sono elementi significativi nella comunità dell’intelligence statunitense, sulla base di rapporti sul campo e di intelligence tecnica, che credono che l’esercito ucraino demoralizzato abbia rinunciato alla possibilità di superare le linee di difesa russe a tre livelli, pesantemente minate”, ha spiegato il giornalista sulla sua pagina sulla piattaforma Substack.
Hersh ha anche sottolineato che gli ucraini hanno rifiutato l’idea di tentare di impadronirsi della Crimea e delle quattro nuove regioni della Russia.
L’esercito ucraino, ha proseguito, non può più vincere. “La guerra è finita. La Russia ha vinto. Non c’è più alcuna offensiva ucraina, ma la Casa Bianca e i media americani devono continuare a mentire”, ha scritto Hersh, citando un funzionario dell’intelligence statunitense.
Secondo l’interlocutore del giornalista, dopo diverse settimane di gravi perdite e senza grandi progressi, le truppe ucraine hanno effettivamente annullato la controffensiva.
Se all’esercito ucraino venisse ordinato di continuare l’offensiva si ammutinerebbe, perché i soldati non vogliono più morire, ha ribadito il funzionario.
“La guerra continua perché [il presidente ucraino Volodymyr] Zelenskyj insiste su questo punto”, ha precisato Hersh.
Allo stesso modo, si è rammaricato che né l’ufficio del leader ucraino né la Casa Bianca affrontino la possibilità di una tregua, né siano interessati a negoziati per porre fine alle ostilità.
L’Ucraina ha lanciato una controffensiva all’inizio di giugno contro le posizioni russe fortemente radicate nelle regioni di Donbas, Kherson e Zaporozhye. Tuttavia, non ha compiuto progressi sostanziali e ha pagato con decine di migliaia di vite ucraine e centinaia di veicoli corazzati forniti dalla NATO, poiché le forze ucraine non sono state in grado di raggiungere nemmeno le prime principali linee difensive russe in un mese e mezzo.
agbiuso
Segnalo una analisi accurata e chiarissima di John J. Mearsheimer della situazione militare in Ucraina.
Questo uno dei brani più significativi:
–DESTINATA A FALLIRE LA CONTROFFENSIVA UCRAINA DEL 2023
–Pdf dell’articolo (con alcune mie evidenziazioni)
“Sembra che la maggior parte delle élite occidentali e la maggior parte degli ucraini siano rassegnati al fatto che non si può sfuggire a una sanguinosa guerra di logoramento con la Russia. Sembra anche che molti dubitino che l’Ucraina possa prevalere in questa lotta, il che ovviamente è una delle ragioni principali per cui le élite di politica estera e i politici occidentali hanno spinto così tanto per la controffensiva.
Hanno capito che l’Ucraina sarebbe stata in grave difficoltà, in una guerra lunga. Dopo tutto, la Russia ha un vantaggio di 5:1 in termini di bacino di reclutamento, e la capacità – almeno nel breve e medio termine – di produrre più artiglieria e altre armi chiave rispetto all’Ucraina e all’Occidente messi insieme. Inoltre, non è chiaro se l’Occidente, e in particolare gli Stati Uniti, continueranno a impegnarsi a fondo per sostenere l’Ucraina, quando le speranze di vittoria sono minime. Così, l’Ucraina – con l’Occidente che spingeva da dietro – ha scommesso che la Blitzkrieg avrebbe fornito i mezzi per sfuggire alla guerra di logoramento e infine prevalere sulla Russia. Ma la strategia si è rivelata un fallimento. Ora è difficile raccontare una storia sul futuro dell’Ucraina che si concluda con un lieto fine”.
agbiuso
A Kostantinovka, come ovunque, il terrorismo degli USA, della NATO, della dittatura ucraina viene fomentato anche dall’informazione italiana.
La fake del mercato di Konstantinovka
di Marinella Mondaini, L’AntiDiplomatico, 7.9.2023
agbiuso
Trascrivo l’incipit dell’articolo di Clara Statello La “fame di uomini” del regime di Kiev: Zelensky mobilita disabili lievi, sieropositivi e malati cronici, uscito su L’Antidiplomatico del 5.9.2023.
Il regime dittatoriale dell’Ucraina continua, su ordine degli USA, a mandare al massacro il suo popolo, al modo dei nazionalsocialisti nelle ultime fasi della II Guerra mondiale. Si può sperare che di fronte alla catastrofe la dittatura di Zelensky possa crollare.
“Zelensky proclama sui media le ‘magnifiche sorti e progressive’ dell’avanzata ucraina, che in tre mesi ha consentito il recupero di un’area complessiva di 248 kmq, poco più della città di Catania. Un risultato timido, raggiunto con un altissimo prezzo in termini di vite umane. Le ingenti perdite minano la capacità militare dell’esercito e l’Ucraina sembra addirittura in difficoltà nel mobilitare le riserve. La “fame di uomini” costringe Kiev a misure dure: sabato è stato emesso un decreto per reclutare gli individui con “scarsa idoneità al servizio militare”, ovvero disabili e malati cronici, addirittura sieropositivi asintomatici. Il parlamento, inoltre, valuta l’estradizione dei disertori fuggiti all’estero”.
agbiuso
Il fallimento di una “controffensiva” ormai leggendaria come l’assedio di Ilio era evidente sin dall’inizio.
Ma l’obiettivo è un altro, è la progressiva distruzione dell’Europa e delle sue risorse (oltre che dell’Ucraina stessa) a favore dell’economia e dell’imperialismo statunitensi.
Per l'Europa - agb
[…] sta accadendo in Ucraina – una terra e un popolo mandati al macello nella guerra contro la Russia preparata, voluta, finanziata e sostenuta dagli USA e dall’Unione Europea loro serva – rappresenta un’inquietante prospettiva per l’intero […]
agbiuso
“La politica di distruzione dell’Ucraina portata avanti negli ultimi 30 anni dagli angloamericani è una delle catastrofi umanitarie peggiori che il mondo abbia mai visto”
Vertice NATO a Vilnius: l’Ucraina rimane fuori dalla porta
12.7.2023
agbiuso
Questo amministratore si erge a capo dell’Inquisizione antirussa – «Chiarire la sua posizione» – e ostracizza mentre definisce «odiose» le «situazioni di ostracismo».
Non si sa se sia più forte la malafede, l’autoritarismo o l’assenza di qualunque capacità logica.
agbiuso
Un efficace video di Pubblicità Progresso sui rischi che si corrono nell’uso delle droghe:
Video
agbiuso
Kissinger pone fine alla favoletta dell'”Invasione non provocata”
L’AntiDiplomatico, 28.5.2023
“Penso che la proposta di accettare l’Ucraina nella NATO sia stato un grave errore e abbia portato a questa guerra”. Così l’ex Segretario di Stato Henry Kissinger in un’intervista al Wall Street Journal. Una constatazione ovvia, ma che l’establishment d’Occidente nega in maniera ossessiva.
agbiuso
Se al posto del Cremlino fosse stata la Casa Bianca?
L’AntiDiplomatico, 4.5.2023
I droni lanciati sul Cremlino questa notte indicano il livello di follia raggiunto da questa guerra. Certo, si tratta di un’azione del tutto spettacolare, dal momento che non potevano fare che qualche danno, non avendo alcuna possibilità di penetrare il bunker che protegge il presidente russo.
Ma si può immaginare cosa sarebbe successo se al posto del Cremlino ci fosse stata la Casa Bianca… l’Ucraina sarebbe stata letteralmente incenerita. Kiev nega responsabilità sull’accaduto, ma non può essere creduta, nonostante stavolta il suo diniego potrebbe essere vero.
Mosca non può far altro che puntare il dito contro Kiev: non può certo accusare Washington o altri Paesi (che pure usano gli ucraini come manovalanza) senza dare inizio a una guerra, e a una guerra atomica data la portata dell’attacco subito (l’ipotesi che sia parto di guerriglieri russi è ridicola: servono capacità altissime per violare i sofisticati presidi che di certo difendono il Cremlino; né è una false flag, è assurdo pensare che il Cremlino possa ostentare proprie vulnerabilità).
Si tratta di una pazzia vera e propria che sta alla Nato sedare. Stavolta Mosca può lasciar correre, ma puntare una posta tanto alta contando sulla moderazione della risposta russa è follia.
E dire che a essere additato come pazzo è Putin. Se fosse davvero pazzo, nessuno dei suoi tanti e variegati nemici avrebbe osato tanto.
Servirebbe che Biden chiamasse il suo omologo russo: la linea rossa è stata istituita proprio per eventualità del genere; cioè per rassicurare il nemico, che tale rimane anche se ci si parla, che non si vuole un conflitto atomico.
Ma, anche se a livello più basso, una linea di dialogo Nato – Russia si è certamente aperta tra la notte e la mattina. Lo denota il fatto che un attacco tanto spettacolare è stato reso di pubblico dominio solo molte ore dopo l’accaduto, a giorno inoltrato.
Evidentemente nelle ore precedenti, nel segreto, si sono intrecciate richieste, spiegazioni, rassicurazioni e quanto altro. Il mondo è rimasto così per ore sospeso sull’abisso, senza che nessuno sapesse nulla.
Bisogna chiudere questa maledetta guerra. E in fretta.
Ps. L’attacco al Cremlino ha un ulteriore scopo. La controffensiva ucraina stenta a partire e tanti sono gli articoli che trasudano diffidenza sul suo esito. Pericolosa flessione della propaganda. Serviva una notizia di successo. L’attacco spettacolare riempie il buco e rinfocola la narrativa trionfalistica.
agbiuso
I governi italiani passati e presenti (Draghi, Meloni) sono tra i più servili al mondo nei confronti degli Stati Uniti d’America.
Si meritano pertanto tale trattamento.
agbiuso
L’ultima guerra contro l’Europa
di Gianandrea Gaiani, Redazione AnalisiDifesa
“L’Ultima guerra contro l’Europa. Come e perché fra Russia, Ucraina e NATO le vittime designate siamo noi”.
24.2.2023
La guerra in Ucraina sta modificando radicalmente gli assetti e gli equilibri del Vecchio Continente. L’Ucraina è devastata dal conflitto e comunque vada sul campo di battaglia la Russia ne uscirà indebolita mentre l’Europa perderà il suo primato economico e ha cessato di esistere come soggetto geopolitico con aspirazioni di autonomia strategica, relegata al ruolo di vassallo sempre più debole degli Stati Uniti.
In attesa di sviluppi militari o diplomatici che definiscano il possibile esito del conflitto tra russi e ucraini, è già possibile ipotizzare chi siano gli sconfitti e i vincitori nella guerra iniziata nel 2014 ma allargatasi a uno scontro convenzionale su vasta scala a partire dal 24 febbraio 2022.
Comunque vada a finire sui campi di battaglia tra gli sconfitti vi sarà l’Ucraina che uscirà in ogni caso devastata in termini economici, occupazionali, di distruzioni belliche, di impatto sociale dei tanti morti e feriti e forse anche di perdite territoriali.
Non si può escludere neppure che l’Ucraina cessi di esistere, stritolata dalle pretese russe a est e dagli “appetiti” della Polonia a ovest, che secondo alcuni, in caso di collasso bellico di Kiev, potrebbe tentare di assumere di nuovo il controllo di quei territori occidentali un tempo parte integrante dello stato polacco.
Come spesso accade nei conflitti, entrambi i contendenti rischiano di uscirne perdenti o gravemente indeboliti. Per questo anche la Russia pagherà in ogni caso un prezzo elevato a causa della rottura delle relazioni con l’Occidente e con un’Europa di cui la Federazione Russa è in realtà parte integrante sul piano storico, sociale e culturale.
Già costretta a guardare soprattutto all’Asia per le relazioni geopolitiche e per l’export di energia, la Russia “orfana” dell’Europa rischia un più stretto e meno tranquillizzante abbraccio della Cina la cui potenza economica e demografica sovrasta la Russia, certo lo stato più esteso del mondo ma con appena 150 milioni di abitanti e un PIL fino a ieri inferiore a quello dell’Italia.
Tra gli sconfitti di questo conflitto c’è sicuramente l’Europa, costretta a fare i conti con la propria incapacità e irrilevanza geopolitica e con la pochezza della sua classe dirigente, a cominciare dalla Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen.
Un’Europa condannata dalle sue stesse decisioni, anche rispetto alla guerra in Ucraina, a subire una disastrosa crisi economica ed energetica rinunciando agli approvvigionamenti sicuri e a buon mercato di gas e petrolio russo.
Ci siamo colpevolmente disinteressati di risolvere la crisi in Ucraina esplosa nel 2014 lasciandone la gestione in mano agli Stati Uniti che avevano tutto l’interesse, insieme alla Gran Bretagna, a gettare benzina sul fuoco proprio per indebolire un’Europa che, oltre ad essere un competitor economico, puntava a raggiungere una maggiore autonomia strategica e militare. Come negli anni ’90 con la crisi in ex Jugoslavia, la cui gestione venne lasciata dagli europei agli Stati Uniti attraverso la NATO, anche nella guerra in Ucraina gli europei sono semplici comparse.
Il prezzo che l’Europa paga a causa della sua irrilevanza è già altissimo in termini di sicurezza energetica, de-industrializzazione, sicurezza, stabilità sociale e indebolimento militare anche a causa delle ampie quantità di armi e munizioni donate in rapida successione all’Ucraina in base a decisioni politiche spesso aspramente contestate dai vertici militari, consapevoli della pochezza in termini quantitativi degli strumenti militari disponibili.
I vincitori indiscussi di questa guerra, indipendentemente dal suo esito, sono inevitabilmente gli Stati Uniti, tornati a dominare un’Europa che non sarà più la prima potenza economica mondiale e sembra aver rinunciato, anche per timore dei russi, a trovare una propria dimensione strategica e militare indipendente da Washington.
Se dall’estate 2021 la “difesa europea” era tornata in auge (sull’onda dell’umiliante sconfitta in Afghanistan) incentrata sull’autonomia strategica dagli Stati Uniti, oggi si parla di “forze armate europee” complementari o addirittura integrate nella NATO.
Se le due guerre mondiali hanno fatto perdere all’Europa la predominanza strategica e gli imperi coloniali, la guerra in Ucraina rischia di togliere al Vecchio Continente anche la supremazia economica faticosamente riconquistata negli ultimi decenni grazie anche al traino della locomotiva tedesca.
L’impoverimento dell’Europa, che a causa del caro-energia vedrà i suoi prodotti perdere competitività sui mercati globali, costituisce un ulteriore elemento che rischia di imporci il vassallaggio nei confronti degli Stati Uniti da cui dipendiamo in modo crescente anche per le costose forniture di gas liquido.
Del resto nel novembre 2022 la Federazione di industriali “Business Europe” riunitasi a Stoccolma valutava che «la sopravvivenza dell’industria europea è chiaramente a rischio: si intravedono segni di delocalizzazione della produzione e si teme che in futuro migliaia di imprese chiuderanno, soprattutto PMI».
E gli Stati Uniti, dove le aziende pagano l’energia molte volte meno che in Europa, non ci aiuteranno. L’organizzazione economica evidenziava infatti che «c’è preoccupazione sulle misure che gli Stati Uniti hanno adottato con l’Inflation Reduction Act, che sono misure incompatibili con le regole del WTO, in quanto discriminatorie verso le esportazioni delle imprese straniere».
Gianandrea Gaiani
agbiuso
Un’analisi di Carlo Formenti dedicata alla miseria dell’informazione e ai clamorosi silenzi del pacifismo italiano e internazionale:
Fra paranoia bellicista e schizofrenia pacifista
Avanti!, 21.3.2023
agbiuso
“Russia, Cina, Iran, Corea del Nord possiedono tutti assieme una manciata di basi militari extraterritoriali (6 la Russia, 4 la Cina, tutte in paesi loro prossimi). Gli USA da soli possiedono invece oltre 800 basi militari extraterritoriali, distribuite su tutti i continenti. […]
Da occidentali spiace dirlo, ma nonostante il profluvio di autoassoluzioni hollywoodiane, da tempo agli occhi del resto del mondo gli USA appaiano come il bullo del quartiere e la Nato come la sua gang”
Lo sguardo altrui
di Andrea Zhok – 22.2.2023
agbiuso
Dichiarazioni da irresponsabili, da guerrafondai, da criminali.
Coerenti, dunque, con l’identità della Nato.
agbiuso
Temo che la situazione in Ucraina – le sue radici, le sue ragioni – sia proprio quella qui enunciata.
agbiuso
No a Zelensky al festival di Sanremo! Indipendenza si mobilita
Indipendenza! 4.2.2023
Sabato 11 febbraio 2023 è previsto un intervento, per via telematica, del presidente ucraino Zelensky al festival di Sanremo.
Indipendenza sarà presente a Genova (mattina e pomeriggio) e a Sanremo (dal primo pomeriggio), in forma statica ed itinerante, per tenere giornali parlati, diffondere il volantino (in allegato il fronte-retro) e la rivista cartacea…
Vogliamo un’Italia neutrale
Perché la nostra Costituzione ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Perché la guerra in Ucraina è iniziata con l’espansione ad est della NATO (anni Novanta) e non vorremmo finisse con un conflitto nucleare devastante per il Pianeta e per l’Umanità.
Perché da decenni in Ucraina sono stati investiti miliardi di dollari per formare politici, per addestrare e armare militari e milizie, per sostenere partiti, giornali, radio, tv, per mettere in atto il colpo di Stato di Euro-Maidan, a Kiev (2014).
Perché in Ucraina i russofoni e gli ucraini dissidenti, i loro partiti, le loro associazioni sindacali e chi dava loro voce da molti anni sono brutalmente attaccati e repressi dalle autorità suprematiste di Kiev.
Perché la fine dei rapporti diplomatici, economici, commerciali e culturali tra Russia e Paesi europei conviene solo agli Stati Uniti.
Perché siamo stufi di pagare le guerre NATO con tagli allo stato sociale e spese in armamenti.
Perché l’Italia conosce bene la ‘democrazia NATO’, leggasi strategia della tensione.
Per questi motivi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky
– traditore del suo popolo,
– prosecutore della linea suprematista del collaborazionista nazista ucraino Stepan Bandera (capo delle Waffen SS Galicia contro l’URSS e la cui nascita, il 1° gennaio, è dal 2019 festa nazionale per voto parlamentare),
– garante degli interessi sovranazionali euro-atlantici, in Italia non è il benvenuto.
agbiuso
Non so chi sia questo tizio e perché faccia il ministro della Difesa (o forse si capisce perché) ma la gravità di simili affermazioni è palese: la Russia è Europa, da sempre. E l’Ucraina è intrisa di cultura russa, da molti secoli.
Ignorare la storia dell’Europa è molto grave per un europeo, soprattutto se ha responsabilità politiche.
agbiuso
Da un canale Telegram:
agbiuso
Segnalo una intelligente e plausibile analisi di Carlo Formenti, a partire dal libro di Marco Pondrelli Ucraina tra Russia e Nato (Anteo Edizioni)..
Questo il link: LA VERITA’ SULLA GUERRA RUSSO-UCRAINA (30.12.2022) e questi i capoversi conclusivi del testo:
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Le cause della guerra contro l’Ucraina sono insomma simili a quelle che avevano quasi scatenato la Terza Guerra mondiale quando l’Urss aveva inviato i propri missili a Cuba. Del resto, osserva Pondrelli, il fatto che la Russia impegni solo una minima parte delle sue risorse militari, dimostra che il suo obiettivo strategico non è invadere l’Ucraina, bensì riprendere il controllo sulle regioni di lingua ed etnia russa e costringere l’Ucraina a rinunciare all’ingresso nella Nato.
Quanto al ruolo – o meglio all’assenza di qualsiasi ruolo autonomo- dell’Europa, Pondrelli ricorda come a preoccupare gli Usa e a indurli a provocare il conflitto sia stato, ancor più delle rinnovate ambizioni russe, il timore del saldarsi di un asse russo tedesco che sembrava configurarsi nei primi anni del nuovo millennio: un asse Russia-Germania (e quindi Europa, visto il ruolo egemonico di Berlino nella Ue) e la sua possibile proiezione verso la Cina, impegnata a costruire la Nuova Via della Seta, rappresenterebbe infatti un compattamento del continente eurasiatico che taglierebbe fuori gli Stati Uniti. Ecco perché, conclude Pondrelli, la guerra ucraina è anche e soprattutto una guerra contro l’Europa, per staccarla dalla Russia e indebolirla economicamente, un progetto che gli Stati Uniti stanno mettendo in atto con l’appoggio dell’Inghilterra e dei Paesi dell’Est Europa.
agbiuso
Washington Post: L’Ucraina sta precipitando in un abisso economico
L’AntiDiplomatico, 15.12.2022
agbiuso
Analisi documentata, intelligente e realistica di che cosa sta accadendo davvero in Ucraina.
Dall’operazione speciale alla “guerra elettrica”: così la Russia sta guadagnando grandi vantaggi
di Pepe Escobar, 26.11.2022
agbiuso
Consiglio la lettura.
Nessuno ha capito Kherson
di Marco Di Mauro
Avanti!, 12.11. 2022
agbiuso
Trascrivo qui l’incipit dell’analisi di Renato Strumia dal titolo Verso nuovi equilibri : La sfida per il nuovo ordine mondiale
in Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe
“L’attacco della Russia all’Ucraina ha già reso chiaro, a tutti, che la posta in gioco è molto più alta di un conflitto di confine tra paesi legati tra di loro da una storia millenaria.
A tutti dovrebbe essere ormai chiaro che è in corso una guerra per procura tra Russia e Nato, con l’Ucraina come vittima sacrificale; una guerra il cui obiettivo finale è disarticolare e degradare la Russia, per consentire agli USA di mettere poi nel mirino la Cina, la cui ascesa sta minando, in chiave strategica, un modello egemonico in evidente difficoltà”.
agbiuso
Guarda guarda, in Ucraina viene praticata la tortura…(in Australia lo sapevamo).
E l’Unione Europea e gli USA finanziano i torturatori con il denaro dei loro cittadini.
Come definirli?
agbiuso
Il governo ucraino conferma la sua natura terroristica.
agbiuso
In politica, come nella vita tutta, la prima domanda alla quale rispondere per capire è «Cui prodest? A chi porta vantaggio?». Il sabotaggio del gas russo -e tutta la guerra in Ucraina- porta vantaggi agli Stati Uniti d’America e danni enormi all’Europa.
È da qui che bisogna partire.
agbiuso
Al di là della condivisione o meno degli elementi che la compongono, si tratta di una interessante analisi che conferma ciò di cui non molti si accorgono: la potenza della filosofia quando riesce ad arrivare nei luoghi del dominio.
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L’Unione Europea messa in ginocchio dagli Straussiani
di Thierry Meyssan
Fonte: “L’Unione Europea messa in ginocchio dagli Straussiani”,
di Thierry Meyssan, traduzione di Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 13.9.2022
agbiuso
Generale Mini a l’AD: “Offensiva ucraina significativa per la propaganda, ma sul terreno le condizioni non sono mutate di molto. Anzi…”
Fonte: L’Antidiplomatico, 14.9.2022
– Il conflitto in Ucraina è praticamente assente dalla campagna elettorale in corso in Italia, nonostante sia chiaramente l’evento che più condizionerà le vite degli italiani nei prossimi mesi. Da che cosa deriva questo silenzio? E come può l’Italia farsi volano di pace nei prossimi mesi
La posizione assunta dal nostro paese nella questione ucraina è talmente imbarazzante da costituire un brutto argomento elettorale. Per tutto il mese di febbraio potevamo fare qualcosa perché la guerra non cominciasse. Sarebbe bastato discutere sulla politica, gli interessi e la sicurezza dell’Europa invece di accettare ad occhi chiusi una versione distorta della realtà come quella prospettata dagli Usa, dalla Ue e dalla Nato. Sarebbe bastato leggere le norme del Trattato atlantico e quello dell’Unione per rendersi conto che chi si professava atlantista ed europeista le stava calpestando. Volevamo il ripristino della sovranità dell’Ucraina, il disimpegno dalla dipendenza energetica dalla Russia, maggiore sicurezza in Europa? Tutto questo si poteva ottenere discutendo e negoziando. Se non altro per guadagnare tempo. È stata scelta la strada della guerra, l’abdicazione della diplomazia, la rinuncia alla politica di sicurezza per far prevalere Cultura, Valori e interessi altrui su quelli nostri e quelli genuinamente europei. Una guerra vile, fatta fare agli altri, per le loro fobie e le loro vendette. Ora, gli autori di questo scempio si dovrebbero svergognare da soli spiegandolo agli italiani e implorando il loro voto? Meglio tacere. Poi, dopo le elezioni, un modo per favorire la pace ci sarebbe: leggere i trattati, assolvere gli impegni assunti per la pace e denunciare quelli che pur parlando di pace e sicurezza conducono inesorabilmente alla guerra.
agbiuso
La guerra non è ancora iniziata
di Vincenzo Costa, 11.9.2022
Papa Francesco ha parlato di “guerra mondiale”. Un’espressione sulle prime impropria. Si tratta, potremmo dire, di una guerra limitata, per una controversia di confine, al massimo di una guerra tra due paesi, se si vuole di una guerra dettata dalle mire imperiali di Putin. Eppure, forse Papa Francesco vuole invitarci ad allargare lo sguardo, perché è come se questo fosse catturato da due soli pezzi dello scacchiere, e in questo modo non presta attenzione alla posizione degli altri pezzi degli scacchi.
1. Verso una nuova fase della guerra in Ucraina
La guerra in Ucraina è stata segnata sinora da due fasi. Nella prima la Russia mirava, sbagliando, a rovesciare il governo ucraino. Immaginava di trovare un largo consenso tra la popolazione ucraina, che sarebbe stata una sorta di guerra di liberazione. I russi hanno scoperto che non era così, che era una trappola. L’esercito ucraino era pronto, li aspettava, erano stati per anni costruite le necessarie trincee. La macchina della propaganda era già pronta. La Russia ha dovuto modificare i suoi obbiettivi e la sua strategia.
È iniziata una guerra di posizione, in cui la Russia ha svolto una funzione di supporto in una guerra civile interna all’Ucraina. Gli obbiettivi sono stati limitati al Donbass, al riconoscimento della Crimea e alla neutralità dell’Ucraina. I russi pensavano che su questa base un negoziato sarebbe stato possibile e una soluzione diplomatica del conflitto percorribile. Si sbagliavano.
Il governo ucraino ha messo chiaramente in luce che la soluzione era una sola: ritiro dei russi da tutta l’Ucraina, Crimea compresa. Evidentemente, sapevano di poterlo fare.
In questa fase, i russi hanno comunque cercato di limitare l’estensione del conflitto. Non abbiamo visto bombardamenti a tappeto delle città, come avevamo visto a Belgrado per esempio o in Iraq. Anche una certa cautela è stata avanzata. Per esempio, l’Azovstal poteva essere annichilito, senza combattimenti uomo a uomo, che sono molto dispendiosi e comportano perdite. Naturalmente, non ho dubbi che vi siano stati crimini, come so anche che gli ucraini bombardano i mercati delle città, facendo vittime tra i civili. Come del resto sappiamo che l’esercito ucraino usa scuole e ospedali come basi militari. Non è che in guerra vi siano dei crimini: è la guerra ad essere un crimine.
Ma ora è partita una controffensiva massiccia, che sembra abbia spezzato le linee russe, l’esercito ucraino è penetrato per decine di chilometri. Come è stato possibile?
In primo luogo, in virtù del fatto che l’Occidente ha inviato un intero arsenale, miliardi di dollari di armi, ma soprattutto in quanto queste armi vengono usate direttamente dagli occidentali, che forniscono l’intelligence, i dati per orientare i tiri, molte cose che possono essere fatte da remoto. Sul campo sono dispiegati una quantità enorme di “mercenari” e di “volontari”. Al netto significa che unità militari occidentali operano sul suolo ucraino senza le loro divise.
Decine di miglia di soldati ucraini vengono addestrati in Inghilterra e in altri paesi NATO, Borrel ha annunciato che i paesi UE ospiteranno e addestreranno sul loro territorio soldati destinati alle prime linee contro i russi, in modo da familiarizzarli con i sistemi d’arma occidentali.
Attraverso il confine tra paesi UE e Ucraina fluisce un fiume di armi, devastanti, che sta dissanguando le stesse riserve occidentali, al punto che il ministro degli esteri tedesco ebbe a dire: “dopo queste basta perché stiamo esaurendo le nostre scorte strategiche”.
È evidente che la NATO è dentro il conflitto, che lo dirige, lo supporta, lo organizza, fornisce tutte le informazioni (via satellite indica la localizzazione dei militari russi e poi dove dirigere i sistemi d’arma, che gli USA forniscono). La guerra è tra NATO e Russia.
Sinora i russi hanno accennato a ciò, ma hanno evitato di trarne tutte le conseguenze. Probabilmente perché pensavano che si sarebbe giunti a un negoziato. Perché trarne le conseguenze ha conseguenze militari devastanti. Significa rendere obbiettivi strategici luoghi lontani dal fronte, colpire in maniera massiccia parti dell’Ucraina lontani dal fronte. I russi hanno un po’ fatto finta che la guerra fosse limitata al fronte. Ogni tanto qualche missile, ma più per dire “ci siamo” che per qualcosa di significativo.
Adesso questo gioco non può più essere sostenuto. Continuare così significa portare al massacro i propri soldati, demotivarli. La guerra entra in una nuova fase, in una terza fase.
Leggo che settimana prossima Putin effettuerà delle chiamate internazionali, con leaders internazionali. Per dire cosa? Per alzare bandiera bianca?
Non sappiamo che cosa dirà, né lo sapremo. Ma possiamo immaginarlo, sospettarlo. Credo che li metterà sul chi va là, avviserà che il gioco cambia, che è finita l’epoca del far finta.
Vi è del resto un punto che resta oscuro in tutta questa controffensiva. Essa era annunciata da mesi, persino normali cittadini come noi sapevano che vi erano nuovi armi, soldati addestrati. Dovevano saperlo anche i comandi russi. Eppure non è stato rafforzato il fronte. Non è stato fatto niente per prepararsi a questa controffensiva. Inefficienza dei comandi russi? Deficit di intelligence?
Solo quando i buoi sono scappati il ministero della difesa russa ha diffuso video con colonne di camion e armamenti che si dirigevano verso il fronte.
L’impressione che si ha è che sia stato voluto. Perché? Perché si sta per entrare in una nuova fase della guerra in Ucraina, una fase ancora più sanguinosa, più insidiosa, pericolosa, con grandi probabilità di allargamento del conflitto.
La popolazione russa deve sentire che la patria è in pericolo, e lo è davvero, perché se davvero gli ucraini sfondassero in profondità la Russia diverrebbe terra di conquista come lo fu nell’epoca di Yeltsin.
I russi devono capire che si combatte per la patria, che non è più una guerra verso l’esterno.
2. Allargare lo sguardo agli altri pezzi della scacchiera
C’è un fuoco che può divampare, e questo emerge se, sommariamente e senza poter connettere tra loro i puntini allarghiamo lo sguardo agli altri pezzi della scacchiera.
1) C’è un conflitto latente tra Grecia e Turchia e le autorità greche hanno comunicato alla UE e alla NATO che vi è la possibilità di un conflitto altrettanto devastante in Europa, tra Grecia e Turchia. La Turchia è il secondo esercito NATO, ma sta giocando in maniera spregiudicata, su tutti i tavoli. Senza la Turchia la NATO sarebbe monca, sguarnita su un fianco fondamentale. Quale prezzo chiederà Erdogan? Ed Erdogan ha mira molto ambiziose in Asia, che può realizzare solo a due condizioni: o con il disfacimento della Federazione russa o con il suo consenso regolato.
2) La Serbia sta riarmando, soprattuto con sistemi di difesa antiaerea. Comprensibile dopo l’esperienza dei bombardamenti di Belgrado. In quel caso tutto fu reso possibile dalla debolezza russa. Ma ora le cose sono cambiate, e la Serbia si rifiuta di riconoscere il Kossovo. Del resto, perché dovrebbe? I motivi di conflitto crescono. La serbia acquista droni dalla turchia. Il gioco è complesso.
3) L’Ungheria si smarca dall’Occidente, del resto che non ami particolarmente l’Ucraina è comprensibile. Le minoranze ungheresi erano duramente represse ed invitate ad andarsene dai nazionalisti ucraini. Poi, l’Ungheria ha chiaro che gli USA stanno stritolando la UE, capisce che il vento economico gira in un altro modo, e piuttosto che entrare a fare parte degli agnelli sacrificali gioca la sua partita (gas russo a prezzi stracciati, che significa “signori, investite qui che abbiamo costi dell’energia accettabili e producete in maniera concorrenziale”). Le minacce stanno perdendo peso.
4) La Libia è sempre una polveriera, dominata da Russi, turchi, i francesi presi a calci nel sedere dopo avere combinato un mare di guai ai nostri danni (col silenzio di Gentiloni, ma si sa che era un cameriere non un presidente del consiglio italiano)
5) A Taiwan continuano le provocazioni alla Cina, prima le visite, poi la vendita di armi, poi flette giapponesi attorno all’isola. Chiaro che si vuole provocare il dragone, in modo da gridare poi come sempre “c’è un aggressore e c’è un aggredito”. La Cina mostra i muscoli ma sta sulla sue. I cinesi ragionano nell’ordine dei secoli, non reagiscono. Colpiranno quando lo decisono loro, non quando li costringono gli altri. E colpiranno quando avranno sviluppato il loro arsenale nucleare al giusto livello. La cosa è in corso.
6) Il ministero della difesa polacco dice che nel periodo tra “tre e dieci anni” la polonia entrarà in guerra con la Russia. Il riarmo è pesantissimo. Ma la Polonia gioca per sé, non per l’Ucraina. La Polonia ha avviato una disputa persino con la Repubblica Ceca, a cui chiede la restituzione di pezzi di territorio. Figuriamoci con l’Ucraina. I polacchi ragionano in termini di grande Polonia, di cui l’Ucraina è una parte, per non dire che un pezzo di Ucraina la considerano Polonia a tutti gli effetti. Agli ucraini i polacchi dicono più o meno quello che Renzi diceva a Letta: “stai sereno”.
Sono solo alcuni pezzi, ve ne sono molti altri.
Tanti pezzi, ma un unico gioco. Ogni mossa modifica il sistema.
Ognuno sta posizionando i propri pezzi, in vista della guerra, tutti riarmano, anche noi lo facciamo.
La guerra non è ancora iniziata. E’ in cammino, un cammino lento ma deciso, con una direzione chiara
agbiuso
Il colonialismo del passato che continua nel presente. Con le solite motivazioni ideologiche di supremazia: religiosa, tecnologica, politica, culturale e così via.
Le loro cannoniere e la nostra attesa
Andrea Zhok, 4.9.2022
agbiuso
Ecco, questo è un esempio assai plastico di che cosa voglia dire la parola stupidità, bêtise, idiocy, Dummheit.
agbiuso
Guerra in Ucraina. Biden intende farla durare il più a lungo possibile
Alessandro Orsini
Il Fatto Quotidiano 30.8.2022
La Nato in Ucraina rappresenta una minaccia esistenziale per la Russia. Ne consegue che la Russia è disposta a sacrificare la propria esistenza pur di vincere la guerra. La guerra in Ucraina può finire in vari modi, ma è pressoché impossibile che finisca con la sconfitta della Russia e il ritiro senza condizioni delle sue truppe. Quando sentiamo dire ai leader europei che la guerra con la Russia finirà con la liberazione della Crimea e degli altri territori occupati, ci piace ricordare che il più grande crimine di un capo di Stato verso il proprio popolo è la mancanza di senso della realtà. Mario Draghi ha appena dichiarato che: “La lotta per la Crimea è parte della lotta per liberare l’Ucraina”. A Draghi ricordiamo che l’ottimismo senza realismo può causare milioni di morti. Dichiarazioni che incoraggiano l’Ucraina a battersi per liberare la Crimea sono provenute da molti altri leader europei. Com’è possibile che non vedano la realtà davanti ai loro occhi?
La Crimea non può essere liberata nemmeno teoricamente giacché Biden non sta aiutando veramente l’Ucraina: alimenta la guerra dall’esterno, ma non aiuta Kiev. Biden non fornisce all’Ucraina le armi per una controffensiva efficace essendo consapevole che Putin, posto in una condizione disperata, ricorrerebbe alle armi nucleari. Draghi dovrebbe prestare attenzione al tipo di armi che Biden ha concesso all’Ucraina. All’inizio del conflitto, Biden ha rifornito l’Ucraina dei missili Javelin e dei Manpads, che sono rispettivamente missili anti-carro e anti-elicottero. Biden si è limitato a dare agli ucraini il minimo indispensabile per non essere travolti: Javelin e Manpads servono più per difendersi che per attaccare. Quando la Russia ha iniziato a radere al suolo intere città come Mariupol, Biden ha consegnato all’Ucraina, con estenuante lentezza, armi più potenti come gli Himars, artiglieria a medio e lungo raggio. Tuttavia, la gittata degli Himars dipende dalle munizioni. Alcune arrivano lontano e altre vicino. Biden si è rifiutato di inviare le munizioni a lungo raggio per impedire agli ucraini di colpire il territorio russo. Zelensky protesta, ma Biden fa spallucce e rassicura continuamente Putin che gli Usa non si impegneranno direttamente nella guerra. Come dire: “Caro Putin, fai con calma”.
Biden vuole sconfiggere la Russia in Ucraina, ma è consapevole di poterlo fare soltanto attraverso la strategia del dissanguamento. La guerra deve proseguire il più a lungo possibile senza degenerare in un conflitto nucleare. La guerra perfetta, per Biden, è una guerra che duri molti anni senza porre Putin in una condizione disperata. Nella visione di Biden, il modello ideale di guerra in Ucraina è la guerra in Siria, che dissangua la Russia, o la guerra in Yemen, che sfianca l’Iran. Non è la guerra per la conquista del Giappone nella seconda guerra mondiale che si concluse con due bombe atomiche. Se gli Stati Uniti le hanno utilizzate per piegare il Giappone nel 1945, la Russia può usarle nel 2022 per piegare l’Ucraina. Non è putinismo; è realismo.
Sotto il profilo morale, gli uomini non sono progrediti dal 1945 a oggi; i russi potrebbero fare agli ucraini ciò che gli americani hanno fatto ai giapponesi. Moralmente gli uomini non sono cambiati. I problemi dell’umanità sono gli stessi e anche le ricette per risolverli: razzismo, guerre per dirimere le controversie internazionali, militarizzazione di intere società, demonizzazione del nemico politico, nazionalismo guerrafondaio, corsa agli armamenti, occupazione dei territori altrui e disprezzo per il diritto internazionale da parte di tutti i blocchi, incluso quello liberale, come dimostra, tra le altre cose, la perdurante occupazione israeliana dei territori palestinesi, ma anche la violazione dei diritti umani in Egitto dove vige una dittatura appoggiata proprio dagli Stati Uniti e dall’Unione europea.
agbiuso
La realtà è putiniana
Marco Travaglio, 30.8.2022
Se la nostra campagna elettorale non fosse falsata dalle ingerenze americane, i partiti discuterebbero soltanto della questione fondamentale: le sanzioni dell’Europa contro la Russia, che si sono rivelate sanzioni contro l’Europa, mentre alla Russia non fanno un baffo. Tant’è che Putin brucia il metano che non ci vende più (guadagnando più di prima dal boom dei prezzi) e la Von der Leyen ci invita con nonchalance a “prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo“: cioè a una sanzione della Russia contro l’Ue che, diversamente da quelle dell’Ue contro la Russia, farebbe malissimo ai destinatari, cioè a noi che saremo autosufficienti forse fra 3-4 anni. Un disastro di queste proporzioni, causato dall’insipienza delle classi dirigenti europee, inclusi i nostri Migliori, dovrebbe monopolizzare il dibattito elettorale: i partiti dovrebbero chiedersi se non sia il caso di rivedere sanzioni che danneggiano chi le impone, mentre la presunta vittima se la ride. Invece ne parla solo Salvini, che appena pronuncia la parola Russia fa pensare a Savoini al Metropol e agli accordi fra Lega e Russia Unita. Ma il tema è troppo serio – visti i danni incalcolabili che le auto-sanzioni stanno per provocare a migliaia d’imprese che falliranno e a milioni di famiglie che sprofonderanno nella miseria più nera – per lasciarlo al Cazzaro Verde.
Le sanzioni dovevano accelerare il default russo e dissanguare il regime putiniano per levargli i mezzi per la guerra ucraina, scatenargli contro il malcontento popolare e accelerarne la caduta. Invece i russi mantengono il controllo del Sud-Est ucraino, la controffensiva di Kiev esiste solo sui giornali della propaganda atlantista, l’economia russa tiene botta e Putin appare ben saldo. A dissanguarsi è l’Ue, per la gioia degli unici beneficiari di questa follia collettiva: gli Usa. Lo dice il Fmi, smentendo il Consiglio Ue: in Russia il calo del Pil nel 2022 non sarà dell’11%, ma del 6. E siccome l’export di energia supererà di 100 miliardi di dollari quello del 2021, il totale delle esportazioni crescerà, con un’inflazione vicina al 10% dell’Eurozona. Anche l’Economist conferma che l’Ue ha confuso i sogni con la realtà: “L’economia russa continua a battere le attese e la guerra delle sanzioni non va come previsto”; dopo lo choc iniziale “il sistema finanziario s’è stabilizzato e il Paese sta trovando nuovi fornitori, inclusa la Cina. Intanto in Europa la crisi energetica potrebbe innescare una recessione”. Che renderà sempre più impopolare il sostegno militare all’Ucraina, vista la sua conclamata inutilità in assenza di risultati sul campo.
Fino a quando i governi europei continueranno a sanzionare i loro popoli, a credere alla loro propaganda e a scambiare la realtà per putinismo?