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Il crepuscolo dell’Europa

Il crepuscolo dell’Europa

Qualunque sarà l’esito della fluida e anche un poco grottesca situazione politica italiana nella primavera del 2018, quanto avvenuto dal 4 marzo in poi ha mostrato con chiarezza a che cosa il dominio della burocrazia finanziaria dell’Unione Europea ha ridotto non soltanto l’Italia ma l’intera Europa.
Se infatti in 24 anni di berlusconismo nessun ministro indegno, corrotto, mafioso, soubrette, è stato respinto  dai Presidenti della Repubblica italiana,  alla sola prospettiva di ministri che potessero difendere l’Italia in Europa, Sergio Mattarella ha opposto un rifiuto che ha aperto una crisi politica e istituzionale molto grave e senza precedenti. Una crisi che ha certamente delle motivazioni interne ma che mi sembra chiaramente eterodiretta.
È ormai evidente il fatto che l’Italia non è un Paese sovrano, come non lo è la Grecia e come non lo sono i Paesi che compongono un’Unione nata male e gestita con criteri autocratici -come rileva Jean-Luc Mélenchon– e volti alla integrale sottomissione agli Stati Uniti d’America. È ormai evidente il fatto che molti governi non vengono scelti dalla maggioranza dei cittadini europei ma da altri poteri.
Per quanto riguarda nello specifico l’Italia, è evidente il fatto che forze antidemocratiche non possono e non vogliono permettere che nella ‘stanza dei bottoni’ entrino soggetti che non siano proni al sottobosco delinquenziale della politica italiana, all’oligarchia dell’Unione Europea, al controllo degli USA.
Naturalmente anche il Movimento 5 Stelle ha le sue contraddizioni, i suoi limiti, i suoi arrivisti, i suoi corrotti. Che un movimento politico -composto da alcune decine di migliaia a milioni di persone- sia puro è poco sensato sperarlo e  pretenderlo. Non esiste purezza nella cosa pubblica, esistono gradi diversi di corruzione. Alcune tollerabili, altre che oltrepassano il segno e diventano un fattore di distruzione del corpo sociale. Chi è arrivato a quel segno ha molto da nascondere e fa di tutto per impedire che movimenti e soggetti meno criminali vedano dall’interno -dalla ‘stanza dei bottoni’ appunto- i risultati della sua azione.
Quanto sta accadendo è anche una prova evidente del fatto che Mattarella paga il suo debito con Matteo Renzi, il quale lo volle al Quirinale e che non vuole in alcun modo il M5S al governo. Nel suo discorso del 28 maggio, infatti, Mattarella ha affermato di nutrire delle «perplessità su un Presidente del Consiglio non eletto in Parlamento». Ma fu proprio Renzi a diventare Presidente del Consiglio pur non essendo stato eletto in Parlamento. Una simile ‘perplessità’, fondata sulla certezza che gli italiani non abbiano memoria e non capiscano nulla di politica, mi offende profondamente come cittadino e come studioso, tanto più che dieci minuti dopo questa dichiarazione Mattarella ha convocato Carlo Cottarelli, non eletto da nessun italiano e sostenuto soltanto dal Partito Democratico, pesantemente sconfitto alle elezioni politiche.
Il comportamento dell’attuale inquilino del Quirinale non è certo una novità in politica e nella storia. Ha un nome antico e ritornante. Si chiama tradimento. Se non è infatti un tradimento della democrazia impedire la nascita di un governo sostenuto dalla maggioranza parlamentare, che cosa vuol dire la parola ‘tradimento’? 1
Il discorso con il quale Mattarella ha cercato di giustificare le proprie decisioni entra nel merito delle opinioni dei ministri proposti, cosa del tutto fuori legge, ed è -di fatto- un discorso da Presidente del Consiglio e non da Presidente della Repubblica. Secondo la nostra Costituzione il governo non è scelto dal Quirinale ma dalla maggioranza parlamentare, frutto di un un voto popolare che si può certamente non condividere ma che va rispettato. Un esito, tra l’altro, frutto di una legge elettorale imposta dal Partito Democratico a colpi di voti di fiducia e da Mattarella promulgata senza fiatare nel novembre del 2017.
Non a caso il discorso di Mattarella ha sùbito ottenuto l’entusiastico sostegno di chi ha condotto l’Italia al massacro sociale -il Partito Democratico- e la benevolenza di Silvio Berlusconi e probabilmente -al di là delle affermazioni pubbliche- dello stesso Salvini, che spera di ottenere da nuove elezioni il controllo dell’intera destra e, con essa, del governo. Un discorso che attribuisce alla Presidenza della Repubblica poteri che la Costituzione esclude. Un discorso che si fa garante dell’oligarchia da nessuno eletta dell’Unione Europea, vera nemica dell’Europa e dei suoi interessi economici e geostrategici.
La prova sta nell’incarico dato a Cottarelli di formare un governo esplicitamente avverso alla volontà espressa dal corpo elettorale. Cottarelli del quale Wikipedia dice, tra l’altro, che ha lavorato per il Fondo Monetario Internazionale, che «nel novembre 2013 è stato nominato dal Governo Letta Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica», che dal «1° novembre 2014, su nomina del Governo Renzi, è diventato direttore esecutivo nel Board del Fondo Monetario Internazionale».
Il Curriculum giusto per proseguire nel massacro sociale, contro i lavoratori, contro la scuola, contro l’Università, contro i servizi sanitari, contro la democrazia, contro il voto degli italiani. Un CV adatto a fare gli interessi delle oligarchie politiche e finanziarie dell’Unione Europea. Come affermano i comunisti di Potere al Popolo, «si conferma ciò che dovrebbe essere chiaro da tempo: la UE, le sue regole, i suoi trattati sono un colpo di stato permanente contro la nostra Costituzione. Rompere con essi è sempre di più un dovere democratico. Noi di Potere al Popolo, come nostro sacrosanto diritto, ci preparavamo a opporci al governo Salvini Di Maio per il suo programma e per la sua linea politica, opposti alla nostra. Ora diciamo con altrettanta fermezza che siamo contro Mattarella e il suo atto gravissimo e che intendiamo lottare per una democrazia senza sovranità limitata e senza presidenti della repubblica che, invece essere garanti di una repubblica parlamentare, si ergano a difensori dei risparmiatori, cioè di banche e finanza».
Giuseppe Conte indicato da una maggioranza parlamentare no. Carlo Cottarelli voluto dalle oligarchie dell’Unione Europea, dagli USA, da Berlusconi sì. Nella postmodernità non c’è bisogno di marce su Roma. È tutto molto più soft.
Che partiti nati dalla sinistra e persone che si credono di sinistra difendano una delle più feroci burocrazie finanziarie, responsabile del massacro sociale dell’Europa, conferma che il progetto di emancipazione nato con Karl Marx e con le lotte dei lavoratori è finito. Gli eventi italiani diventano così paradigmatici della direzione autoritaria verso la quale il nostro Continente si muove.
Prima tolsero valore al voto degli elettori del M5S ma non mi importava, non voto per il M5S.
Dopo tolsero valore al voto degli elettori della Lega ma non mi importava, non voto per  la Lega.
Poi ancora tolsero valore al voto degli elettori di Forza Italia ma non mi importava, non voto per Forza Italia.
E tolsero valore al voto degli elettori di Liberi e Uguali ma non mi importava, non voto per Liberi e Uguali.
Tolsero valore anche al voto degli elettori del Partito Democratico ma non mi importava, non voto per il Partito Democratico.
Infine tolsero direttamente il diritto di votare. Ma mi ci ero abituato.
Il popolo, si sa, è ignorante e incapace. Che i governi vengano scelti da raffinati banchieri e da presidenti prudenti. Torniamo alle oligarchie. Anzi ci siamo già tornati in questo crepuscolo dell’Europa.
«The markets and a ‘darkened’ outlook will teach Italy’s voters not to vote for populist parties in the next elections. […] I can only hope that this will play a role in the election campaign» (Dialogo tra Bernd Thomas Riegert e Günther Hermann Oettinger, ministro dell’Unione Europea al bilancio e alle risorse umane, 29.5.2018).

Nota
Sulla questione -delicata e importante- della correttezza costituzionale di Mattarella, non è vero quanto affermato dal mainstream mediatico sulla ‘maggioranza dei costituzionalisti italiani’ che ne avrebbe approvato il comportamento. Si tratta della ‘maggioranza dei costituzionalisti italiani di area PD’, come da molti è stato rilevato.
Propongo qui, per chi fosse davvero interessato e abbia un poco di tempo, la lettura di un documento assai lucido e argomentato, che mi è stato inoltrato da un collega il quale lo ha ricevuto da un costituzionalista il cui nome è preferibile non indicare, visto che non è ancora ordinario della disciplina e che dunque -lo so, è amaro dirlo- potrebbe subire delle conseguenze negative a causa delle sue opinioni: Sul caso Mattarella.

22 commenti

  • agbiuso

    Ottobre 31, 2021

    Davvero straordinario il discorso che le autorità italiane hanno oggi rivolto in occasione del G20 di Roma 2021.
    Lo si può leggere anche qui: G20 a Roma: il discorso della presidenza italiana

    ============

    Luca Deperi (Indipendenza, Savona)Vi anticipo il discorso che farò in occasione del G20 di Roma (potrete comunque vederlo in tv o in streaming, andrà in mondovisione).

    Signori capi di governo, benvenuti. Siete qui, per la prima volta dopo decenni, come ospiti. Non più come padroni.

    Signori Biden e Johnson noi non dobbiamo più nulla a USA e UK poiché se è vero che ci avete liberato dai nazisti è pur vero che avete sostituito la loro occupazione con la vostra occupazione.

    Dal 1946 in Italia avete deciso governi, imposto la politica estera, pilotato la politica economica. Avete utilizzato Gladio e la P2 per portare avanti, insieme a politici e funzionari locali, la strategia della tensione. Avete ucciso. Avete depredato. Sappiate che da ora in poi l’Italia si comporterà da Paese libero. Avremo una nostra politica estera e commerciale; faremo scambi con qualunque nazione riterremo opportuno utilizzando la valuta che di volta in volta concorderemo coi nostri interlocutori. Siamo liberi di non comprare più le vostre armi, di non servire la vostra Nato.

    A proposito, le vostre basi militari qui in Italia non sono gradite; tutti i militari e il personale dei servizi segreti stranieri devono lasciare il Paese.

    Signor Macron, spero avremo rapporti di buon vicinato. Dica alla sua Gendarmeria che se vuole rispetto deve dare rispetto: per chi rappresenta la propria nazione la frontiera è frontiera, noi di qua e voi di là; mi auguro nell’interesse di tutti che per i civili si possa giungere a comodi accordi di circolazione. La avviso che il TAV è bloccato immediatamente, credo saremo ottimi amici anche senza quell’inutile scempio.

    Signora Merkel, signor Scholz. Quando l’Italia ha aderito alla UE e all’Euro l’economia italiana era più forte di quella tedesca, noi eravamo un Paese in salute, la Germania era piena di problemi. Anche il nostro stato sociale funzionava meglio di oggi, anzi molto meglio di oggi. Nel frattempo i governi che hanno preceduto il mio, siano essi di centro destra o di centro sinistra, hanno sistematicamente obbedito a quanto da voi richiesto: riforme del lavoro, privatizzazioni, tagli al sociale, ecc.. Il risultato è stato che oggi voi rappresentate la principale potenza d’Europa e noi una nazione in crisi. Ecco perchè con decorrenza immediata lasciamo Euro e UE.

    Non riconosciamo alcun debito estero contratto in una valuta che non ci appartiene, che non possiamo stampare, che per decenni è stato un cappio al collo del popolo che rappresento. Non riconosciamo FMI e WB, soggetti finanziari privati che mentre hanno arricchito pochi hanno affamato molti. Non riconosciamo alcun accordo posto in essere dai traditori della Patria che ci hanno preceduto al governo della nazione.

    Signori, a voi tutti giro un messaggio per le multinazionali che rappresentate: chi vuole fare soldi in Italia deve dare lavoro in Italia e pagare le tasse in Italia. La festa è finita con delocalizzazioni ed elusione. Tra lavoro e capitale noi stiamo dalla parte del lavoro che quindi andremo a tutelare a discapito della rendita. Ciò fermo restando accordi commerciali di scambio che dovranno essere approvati di volta in volta dal ministero di competenza.

    Se ci incontreremo sarà bellissimo, altrimenti ognuno per la propria strada.

    Infine, sperando che questo G20 porti a proficui accordi, tengo a dirvi che nè a voi, nè a nessuno straniero verrà fatto del male nonostante il colonialismo che il mio popolo ha subito; lascerete l’Italia senza i vostri collaboratori/servi italiani i quali sono soggetti a corte marziale con l’accusa di alto tradimento.

    Buon soggiorno in Italia.

  • agbiuso

    Maggio 12, 2021

    Secondo i criteri adottati per Marco Gervasoni e altri, Camilla Cederna -che accusò di gravi reati il Presidente Giovanni Leone- avrebbe meritato l’ergastolo. Ma bisogna sapere che sono esistiti Leone e Cederna. Cosa che credo ignorino molti che difendono Mattarella sempre e comunque.
    Per non parlare delle parole sempre molto dure che i compagni anarchici hanno riservato, giustamente, a tutti i presidenti della Repubblica italiana, Mattarella compreso.
    Consiglio comunque prudenza a chi oggi plaude alla censura e alla galera per il reato di lesa maestà.
    Il futuro sovrano potrebbe essere Berlusconi o qualcosa che gli somiglia.

  • agbiuso

    Agosto 30, 2019

    A proposito dell’Unione Europea di Oettinger.

    Le ‘ricompense’ di Oettinger
    associazioneindipendenza, 30.8.2019

    “Si farà il possibile per facilitare il lavoro del nuovo governo italiano, quando entrerà in carica e per ricompensarlo”. Se ne è detto certo il commissario europeo al Bilancio uscente, il tedesco Guenther Oettinger, intervistato dall’emittente pubblica locale tedesca, la Swr. L’occhio indulgente e misericordioso, ovviamente ‘a tempo’, della Commissione Europea sa “ricompensare” le compiacenze e le sudditanze politiche.
    Questo è concesso all’Italia: sperare in qualche “ricompensa”, in un qualche zuccherino, in una qualche ‘comprensione’ da concedere anche al più maltrattato servo dei servi.

    Per avere –forse, peraltro– le “ricompense” di Bruxelles sarà necessario completare l’opera e avere una configurazione più chiara con la composizione della “squadra” di governo e con il suo indirizzo programmatico.

    Le parole di Oettinger, un ‘rigorista’ di ferro (per gli interessi tedeschi), particolarmente sferzante negli anni con l’Italia, ben esprimono la soddisfazione che serpeggia a Bruxelles, Francoforte, Berlino, Parigi, senza dimenticare l’ “endorsement” da Washington, che ha molto apprezzato la fedeltà atlantica di Conte e del suo ‘regista’, il presidente della Repubblica Mattarella.
    Tutto questo rischia di produrre un effetto paradossale, quello di infondere indirettamente un’aurea ‘positiva’ nella costruzione di sé ad una figura imbarazzante, di uno scarso –per limitarci a questo– spessore politico, come Salvini, e di una forza –la Lega– alter-europeista (critica con la UE, in modo approssimativo e confuso peraltro, solo per la propaganda di sé), neoliberista, anti-nazionale (regionalismo differenziato ed atlantismo ‘di ferro’) e anti-sociale (vedasi i provvedimenti che auspica e la sua idea di società).

  • agbiuso

    Gennaio 24, 2019

    Aquisgrana: metamorfosi o fine dell’Unione Europea?
    associazioneindipendenza, 24.1.2019

    Il 22 gennaio 2019 è destinato a passare alla Storia. Che il “Trattato di amicizia” franco-tedesca, firmato ad Aquisgrana, sia attuato o meno, implicherà ovviamente differenze profonde di scenario, pur tuttavia il messaggio che arriva è già dirompente per il suo significato politico e per le ripercussioni che comunque comporterà.
    Innanzitutto si tratta di un palese atto di insubordinazione e di sfida alla ‘leadership’ USA, uno strappo senza precedenti nel processo di costruzione europea perseguito dagli Stati Uniti dal secondo dopoguerra, di portata enormemente superiore allo strappo gollista tra la fine degli anni ’50 e ’60.
    In secondo luogo l’auto-formalizzatosi direttorio franco-tedesco cambia radicalmente la natura della cosiddetta “Unione” Europea. Chiaro l’intento sia di superare l’attuale Unione Europea confederale accentuando in modo ancor più marcato i peraltro già esistenti rapporti di subordinazione interni, sia di silurare il progetto di Unione Europea federalista, a governo unico, di spinelliana memoria e di atlantico interesse.

    Nell’Accordo, alla primazia decisionale e alla funzione ‘motrice’ di Germania e Francia nella UE fanno da contraltare i restanti Paesi dell’Unione. Questi, pur nella diversità di condizioni socio-economiche, brillano per non avere voce in capitolo, ignorati nel loro essere soggetti deboli, nelle loro economie prostrate, nelle loro privazioni di sovranità, nemmeno invitati nei previsti “consigli franco-tedeschi”, entità subalterne e, sottinteso, tenute ad adeguarsi alle decisioni di un direttorio che si pone ‘forte’ in termini militari, economici, commerciali, tecnologici. Il richiamo alla UE che echeggia un po’ qua e un po’ là nell’Accordo sembra fatto apposta intanto per configurare una ‘massa critica’ verso gli USA, l’alleato che si sa ostile a questi sviluppi.
    È del resto il timore della reazione USA, il suo configurarsi ostile che giustifica e rende necessario oggi quel Trattato un po’ ‘innaturale’ che, per ragioni interne ed estere, non è privo di rischi per gli stessi contraenti, in particolare per la Germania (si pensi ad esempio al ‘se’ e ‘come’ si riconfigureranno le relazioni con quei Paesi sinora gravitanti nell’orbita tedesca). Sarà ovviamente necessario aspettare la reazione statunitense e la forza invasiva assolutamente da non sottovalutare che è in grado di esercitare, in alcuni Paesi in modo particolare, Italia in primis.

    Il silenzio dei gruppi (sub)dirigenti italiani di semi-governo e di opposizione è paradigmatico dell’assoluto imbarazzo e dell’incapacità politica sia di comprendere gli eventi, sia di quali passi intraprendere. Si sta e ci si comporta come pesci in barile. Decenni di servilismo a Washington, a Bruxelles e a Francoforte, del resto, hanno fatto per generazioni bei danni.

    Il Trattato di Aquisgrana è la prosecuzione più ampia e meglio configurata, nelle intenzioni, del progetto di “esercito europeo” (la PeSCo) varato nel dicembre 2017 dai capi di Stato e di governo dell’Unione Europea (25 su 27 i Paesi sinora aderenti, con fuori solo Danimarca e Malta), su decisivo impulso di Francia e Germania (in primis per lanciare «operazioni militari ad alta intensità» fuori dall’UE in maniera efficace e tempestiva, sul presupposto di una Francia potenza atomica militare e di una Germania prima potenza industriale). Vi è, ad esempio, un interesse invasivo verso l’Africa (la Francia ha da difendere la sua area coloniale, insidiata da Cina e Stati Uniti).

    Sfrondato dalle frasi di circostanza e di equilibrismo diplomatico, si mira a rafforzare la cooperazione tra le rispettive forze armate con istituzione di un apposito Consiglio franco-tedesco di difesa e sicurezza (art. 4). Nella UE i due Stati si impegnano “a consultarsi regolarmente prima dei grandi eventi europei a tutti i livelli, cercando di definire posizioni comuni”. Saltata la richiesta tedesca di trasformare il seggio permanente della Francia in seggio UE (cioè condiviso con Parigi), alla fine si è convenuto sul prosieguo degli sforzi per la riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e, conseguentemente, “l’ammissione della Repubblica Federale di Germania quale membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è una priorità per la diplomazia franco-tedesca”. Quindi viene formulato l’obiettivo sia dell’integrazione delle rispettive economie “al fine di creare una zona economica franco-tedesca con regole comuni”, sia dell’armonizzazione bilaterale delle rispettive legislazioni, in particolare in materia di diritto commerciale, per “promuovere la convergenza tra i due Stati e migliorare la competitività delle loro economie” (art. 20).

    Insomma, le chiacchiere europeiste ad Aquisgrana si sono sciolte come neve al sole. L’unica buona notizia è che forse si tratta di un’ottima opportunità perché la UE deflagri e che (anche) l’Italia ritrovi una possibilità di rinascita. Con ben altre classi dirigenti ed un’idea di società alternativa a quella da decenni dominante, ovviamente. C’è comunque, politicamente, molto da fare in tal senso!

  • agbiuso

    Gennaio 18, 2019

    Una splendida risposta alla lettera che il Presidente Macron ha indirizzato ai francesi:
    Lettre au Président de la République à la suite de la lettre envoyée aux Français

  • agbiuso

    Ottobre 30, 2018

    Un’analisi assai lucida, per evitare di cadere nella “notte in cui tutte le vacche sono nere”:
    Après la victoire de Bolsonaro. Ni rire, ni pleurer, comprendre
    di Denis Collin
    La Sociale, 30.10.2018

  • agbiuso

    Ottobre 27, 2018

    Una pagina del test che l’INVALSI -l’Istituto Nazionale per la valutazione scolastica- somministra ai bambini delle elementari. Queste sono le domande ‘oggettive’ che indottrinano i nostri figli, questa è l’Unione Europea della finanza, questa è la società barbarica che i liberisti costruiscono con i loro complici che si credono di sinistra.

    La madre che ha fatto avere a Roars questa pagina l’ha così commentata:
    “Queste sono le domande che più mi hanno infastidito, mio figlio 10 anni era tornato a casa un po’ sconcertato, sono andata a scuola per chiedere informazioni, sapevano poco o nulla “è un test europeo” la foto l’ha fata una mia amica maestra, che era allibita, primo anno!”

  • agbiuso

    Ottobre 21, 2018

    Carlo Formenti a proposito della controrivoluzione liberista attuata da “quella Unione europea che incarna il sogno reazionario di Ludwig von Hayek, cioè la riduzione della democrazia a un guscio vuoto che serve solo a sancire le decisioni assunte dalle caste e dalle lobby che gestiscono i grandi flussi di capitali, merci e forza lavoro”.

    Qui l’articolo completo: Il popolo non esiste, parola di Panebianco
    MicroMega, 15.10.2018

  • agbiuso

    Ottobre 8, 2018

    Jacques Cotta: «La volonté de la finance est sans équivoque, tenter d’asphyxier le plus vite possible l’Italie pour imposer un changement d’orientation, ou mieux, un renversement du gouvernement. Déjà, comme pour la Grèce, les agences de notations, officine du capital financier, prévoient de réviser la note attribuée à l’Italie, entrainant de façon quasi mécanique une hausse des taux, toujours dans la perspective d’une asphyxie de la péninsule».
    “La volontà della finanza è chiarissima: tentare di asfissiare l’Italia il più presto possibile per imporre un cambio di direzione, o meglio, un capovolgimento del governo.
    Come già per la Grecia, le agenzie di rating, strumenti del capitale finanziario, prevedono di rivedere il rating assegnato all’Italia, determinando quasi automaticamente un aumento dei tassi, sempre nella prospettiva di un soffocamento della penisola ” .

    L’articolo completo si può leggere su La Sociale. Analyses et débats pour le renouveau d’une pensée de l’émancipation

  • agbiuso

    Ottobre 7, 2018

    Il ‘partito dello spread’ e il suo terrore sui mutui
    7.10.2018 associazioneindipendenza

    Per esorcizzare la rottura della gabbia UE-euro, o anche solo sgradite trasgressioni interne, la ‘propaganda della paura’ eurounionista ha collaudato una manciata di catastrofiche asserzioni, reiterate in modo martellante affinché siano assunte come dati di fatto incontrovertibili.
    Le linee generali degli annunciati provvedimenti del Documento di Economia e Finanza (DEF) della coalizione governativa Lega-M5S, nonostante la moderazione, il dichiarato ‘spirito compatibilista’ con i vincoli europei, forse anche l’insufficiente efficacia che li caratterizza, hanno purtuttavia scatenato il trasversale ‘partito dello spread’, voce dell’asse neoliberista di Bruxelles-Francoforte.
    Tale partito avverte in quei provvedimenti una trasgressività potenzialmente foriera di successive radicalizzazioni (non necessariamente espressione, un domani, delle attuali forze di governo) e quindi un pericolo alla tenuta del sistema eurounionista a trazione tedesca. In gioco, infatti, anche possibili effetti trasgressivi ‘imitativi’ in altri Paesi del continente.

    D’altra parte, a tutto ciò connesso, l’Italia è il terreno di un duro confronto tra le ambizioni regionali di potenza della Germania fondate sul permanere sostanziale del funzionamento di ‘questa’ Unione Europea degli Stati (a differente grado di subalternità) e il contenimento di dette ambizioni in vista di una piena e mai raggiunta sottomissione dell’Unione Europea che, dal secondo dopoguerra, gli Stati Uniti perseguono con il loro ultrasettantennale progetto degli “Stati Uniti d’Europa” (di cui la CEE-MEC/UE fosse solo una fase di passaggio…), con una piattaforma sistemica sempre neoliberista e soggetta alla subalternità d’indirizzo di volta in volta decisa a Washington.
    Questo, in estrema sintesi, è il contesto da tener presente nel ‘leggere’ gli eventi e nell’essere consapevoli di quale ben altra Italia costruire.

    Ora, nel ben noto armamentario ideologico degli eurounionisti ‘alla tedesca’ c’è anche l’ “incubo” del rischio “spread” sui mutui e sui connessi “risparmi degli italiani” a supposta difesa dei quali –si ricorderà– si pose come nume tutelare, di fronte alla nascita dell’attuale governo, anche il presidente della Repubblica. Sergio Mattarella, dimentico invece dello stato di prostrazione e sofferenza sociale (risparmi inclusi) nel quale decenni di euroatlantismo hanno gettato larghi strati della società italiana, in un piano inclinato ‘a tappe’ di cui strutturalmente non si vede la fine, ha come principale preoccupazione (finora…) quella di compensare e mediare nella compagine governativa i confliggenti interessi tedeschi e statunitensi.

    Sulla relazione tra “spread” e mutui contratti con le banche, quindi, è utile leggere l’articolo de “Il sole 24 ore”, a firma Vito Lops. Quanto in esso contenuto e il fatto che detto articolo esca sul quotidiano di Confindustria, che pure ha salutato positivamente, per interessi d’impresa, le misure neoliberiste veicolate dall’Unione Europea (a partire dallo scardinamento dei diritti sociali e delle contrazioni retributive nel ‘mondo del lavoro’) è filiazione di quanto sopra.

    ass.indipendenza.info@gmail.com *** info@rivistaindipendenza.org

  • agbiuso

    Ottobre 1, 2018

    Questo è l’Unione Europea, questo è la struttura politica nemica dell’Europa: estremismo liberista, minacce agli stati membri, separazione totale tra il ceto che governa e i cittadini che subiscono. Per salvare l’Europa bisogna farla finita con l’Unione Europea.
    La sinistra non è morta nel 1989, è morta quando si è sottomessa ai dogmi liberisti dell’Unione Europea, quando ha scelto le banche e ha tradito i lavoratori.

  • agbiuso

    Giugno 5, 2018

    Marzio Barbagli -sociologo- e Marco Tarchi -politologo- discutono della questione, tragica, dell’immigrazione in Europa da prospettive diverse ma entrambe argomentate:
    Corriere della Sera – La Lettura, 3.6.2018

  • agbiuso

    Giugno 4, 2018

    Marco Tarchi è uno dei maggiori conoscitori del fenomeno populista. Ha scritto molti testi sull’argomento, in particolare Italia populista. Dal qualunquismo a Beppe Grillo (il Mulino, 2014).
    In questo articolo -uscito sul Foglio Quotidiano del 2.6.2018- affronta in modo sintetico e chiaro la questione del populismo del governo Conte: Sorpresa: ‘Salvimaio’ non è populista.

  • Pasquale

    Maggio 31, 2018

    sai che ti seguo sempre con molto interesse e più volte mi sono sentito sollecitato a commentare diverse tue posizioni in diversi campi in cui tu, di solito e per nostra furtuna, ami spaziare. Ma indietreggio quasi sempre perché la tua competenza e padronanza smorza qualsiasi sforzo di pensiero da parte mia. Semplicemente ammutolisco. S.F.

    Una cosa però voglio aggiungere, questo sì. La mia analisi parte da un grande -direi immenso- amore per l’Europa, che considero mia madre. L’Europa è la filosofia, l’Europa è la bellezza, l’Europa è la libertà, l’Europa è la differenza nell’identità, l’Europa è la terra del tramonto al quale ha sempre fatto seguire nuove aurore.
    Sono così determinato e così duro perché vedo ora questa mia madre in mano a predoni senza cultura, senza bellezza, senza misura. A.G. B.

    Mi unisco Alberto al commento del Fricano, ah il bel cognome Salvatore, con ancora maggiore forza; tu sai che non sono capace che di associazioni, a volte fulminanti è vero, o non sarei ciò che sono, ma non di ben levigate argomentazioni. Inutile dirmi dalla tua per il grosso del discorso ma sì, per ciò che concerne l’Europa che, non a caso è un mito. Da pagano mi sento inondare di lacrime e lutto al vedere Avrupa suicidarsi. Stiamo perdendo la patria. Ecco tutto. Più guerra di così. Nessun perdono. Ma tutto cominciò col cristianesimo.

  • Salvatore Fricano

    Maggio 30, 2018

    Carissimo Alberto, grazie per la tua celere risposta. Se tu metti in evidenza il tuo amore per l’Europa trovi in me completa risonanza. La bella Europa, così carica di pensieri e contenuti di bellezza dovremmo averla cara sopra ogni cosa. Come una madre, appunto. Intona allora un Inno alla Gioia! Hai già intonato Inni alla luce. Ti ascolterò sempre volentieri. Un abbraccio.

    • agbiuso

      Maggio 30, 2018

      Sì, caro Salvatore, cerchiamo di essere i gute Europäer, i buoni europei dei quali parla magnificamente Nietzsche nell’aforisma 377 della Gaia Scienza:

      «Wir sind, mit Einem Worte – und es soll unser Ehrenwort sein! – gute Europäer, die Erben Europa’s, die reichen, überhäuften, aber auch überreich verpflichteten Erben von Jahrtausenden des europäischen Geistes»
      [Siamo, in una parola -e questa deve essere la nostra parola d’onore!- buoni europei, gli eredi dell’Europa, i ricchi, i sovraccarichi, ma eredi e impregnati anche dei millenni dello spirito europeo].

  • Salvatore Fricano

    Maggio 30, 2018

    A margine
    Il prof. di diritto dice, nel suo ‘Sul caso Mattarella’, anche che la sua tesi sulla possibilità di revisionare i trattati internazionali è sostenuta anche da fior di premi Nobel (dice testualmente ‘tutti rigorosamente premi Nobel’). Mi sembra il famoso principio d’autorità, da accostare al recente principio sociologico del Mainstream. Salvo affermare, poco dopo, come la dogmatica economica che impera nei manuale di ‘scienza’ economica e finanziaria vuole tenere lontano un economista critico quale Wynne Godley, professore ma non Nobel. Ma come? Dobbiamo credere ai professori, solo ai Nobel oppure solo a chi non ha ottenuto il Nobel, come è Godley? Sono stordito.

    • agbiuso

      Maggio 30, 2018

      Non credo che quel testo -per me illuminante- invochi alcun principio di autorità ma segnali semplicemente che ci sono studiosi di grande valore -Nobel o meno che siano- che la pensano in modo critico rispetto all’esistente.
      In ogni caso, mi sembra che sia importante concentrarsi sulle idee che questi studiosi sostengono, non su altro.

  • Salvatore Fricano

    Maggio 30, 2018

    Caro Alberto,
    sai che ti seguo sempre con molto interesse e più volte mi sono sentito sollecitato a commentare diverse tue posizioni in diversi campi in cui tu, di solito e per nostra furtuna, ami spaziare. Ma indietreggio quasi sempre perché la tua competenza e padronanza smorza qualsiasi sforzo di pensiero da parte mia. Semplicemente ammutolisco.
    Entro però in punta di piedi a margine della tua analisi dei recenti fatti italiani. Anch’io sono rimasto profondamente turbato dal precipitare di una crisi che, sebbene dopo 80 giorni, sembrava avviarsi ad una conclusione. La posizione del presidente della Reppubblica ha spiazzato un po’ tutti.
    Le osservazioni che farò subito più avanti terranno conto della tua analisi e anche di quanto riferito dal misterioso prof. (ordinario in pectore) di diritto costituzionale. Parto dunque dalla legittimità o meno di un Presidente di poter fermare un nascente governo opponendosi a un nome. Non sono naturalmente un esperto, ma applico una logica binaria. Se lo poteva fare e l’ha fatto va bene così. Se non lo poteva fare allora è ovvio che bisogna procedere con la messa in stato di accusa (tu parli di ‘tradimento’). Perché nessuno (nemmeno i Cinque stelle, adesso!!) la richiede? Tu dici che ha subito le ingerenze della burocrazia finanziaria dell’Unione Europea. Io parto da un’altra considerazione. Può l’Europa occuparsi delle faccende italiane (naturalmente nei limiti) o non deve occuparsene affatto? Inoltre, tale ingerenza agisce anche in altri paesi, quali la Germania, la Francia? Per coerenza bisognerebbe rispondere -a mio modesto avviso- con ‘si’, ma non mi pare che si dica questo.
    Chi ha a cuore l’Europa dovrebbe entrare con amore in Europa e convincere, con la forza della ragione, a nuovi assetti e non deve -mi pare- preparare un piano d’uscita. Se già lo dice è come lo avesse fatto. Savona poteva specificare meglio. E’ uno del sistema, carta ben giocata da Salvini (i Cinque Stelle non pervenuti).
    Tu parli di ‘mainstream mediatico’ da parte di costituzionalisti a favore della posizione di Mattarella. Non sono informato su questo, ma almeno il ‘mainstream’ giornalistico e politico è quasi tutto unanime nello stigmatizzare la posizione del Presidente della Repubblica. Travaglio, Sechi e Gasparri sono d’accordo, solo per citare alcuni personaggi pubblici. Tu dici che bisognerebbe dire che i costituzionalisti a favore sono di area PD. Ma questo è il classico argomento ‘ad hominem’ che non spiega il perché. Non vorrei mancare di rispetto – ma qui parla la lingua dell’apprendista filosofo che è in me- tante diverse persone perbene sono del PD, oppure in Cinque Stelle, ecc – ma cosa ne consegue, logicamente? Se non sbaglio anche il prof. Mazzarella è in area PD. Quindi?
    Tu dici che c’è il controllo degli USA. Ma ti riferisci agli USA di Trump, degli Obama, oppure a prescindere,come direbbe Totò? Una grande potenza esercita il suo controllo quasi per necessità della sua potenza stessa (toh! un pensiero che mi sembra hegeliano e anche nietzschiano). Trump è contro la globalizzazione, come i no-global… E’ contro il mainstream e difatti utilizza Twitter e non i ‘giornaloni’. Salvini dice, copiando, prima gli Italiani. Dobbiamo essere antisistema come loro?
    Tu dici che Mattarella ha pagato il suo debito a Renzi (che è ormai bollito, mi pare)! Secondo me ha sentito la Banca d’Italia. Ma allora, in alternativa, avrebbe dovuto fare il notaio? Mi ricordo come Grillo incontrando agli inizi Napolitano l’aveva soprannominato ‘Morfeo’, per il suo atteggiamento sopito. Epiteto poi ripreso in grande stile da Travaglio, tranne poi dimenticarsene successivamente, quando poi Napolitano ha agito (sbagliando, lo so, ma questo è un altro discorso)! Non è che non appena uno non è d’accordo con noi è ‘manipolato’, se invece annuisce è un essere pensante? E’ evidente che l’onesta intellettuale è sempre di chi la pronuncia! Meleto, Licone e Anito non erano forse onesti intellettualmente? Il prof. di diritto costituzionale che aspira ad una cattedra non è forse onesto? Se tutti siamo onesti, ci ricorda amaramente Shakespeare (mi sembra nel ‘Macbeth’), allora è arrivata la fine del mondo!!
    Tu dici che Cottarelli fa parte del FMI ed è stato nominato da Renzi nel 2014. Ma bisognerebbe anche dire che poi è stato esautorato dallo stesso Renzi.
    Quelli di ‘Potere al Popolo’ dicono che bisogna combattere quei presidenti della Repubblica che si ergono a difensori dei risparmiatori, cioè ‘banche e finanza’. Come? I risparmiatori non possono essere i singoli cittadini (vedi il caso del Monte dei Paschi)? Non ti sembra questo un passo logico azzardato?
    In anni abbastanza lontani, tu e io eravamo ragazzi, c’era il fascino della Cina. La Cina è vicina, diceva Bellocchio. Adesso, questo mostro comunista e capitalista allo stesso tempo, che inquina più di tutti, è ancora un modello che ispira gli intellettuali?
    La mia -semplicistica, lo so- chiave di lettura di questa angosciante, recente, vicenda italiana è che la Lega vuole ottenere il massimo consenso e ha manipolato i capi dei Cinque Stelle (non sarai d’accordo, ma mi sembrano miopi e incompetenti) e vorrà a tutti i costi le elezioni per poter avere la supremazia sulla coalizione di centro destra.
    Hai parafrasato Brecht a proposito del disamore nei confronti della politica e ho apprezzato molto. Ma è qui che voglio più volentieri condurre l’attenzione. Vero è che Platone dice che bisogna occuparsi di politica (cittadinanza attiva, si direbbe oggi), piuttosto che la politica si occupi di noi, ma è anche vero che Platone si scottò più volte volendola esercitare, in quel di Siracusa. E io sono attento alle vicende biografiche, come mi pare ti risulti evidente. Aggiungo che si contesta a Plotino lo sguardo rivolto verso l’alto – dalle abbastanza numerose erme che sono rimaste. Nel pensiero di Plotino è assente la storia. Qualcuno può dire che era distratto. Io preferisco pensare che era anzi molto concentrato, per evitare il frastuono delle faccende umane. E anche Platone sarebbe stato d’accordo. Perché un filosofo deve addentrarsi nei meandri delle partigianerie e nel fango della storia? E’ obbligato, letteralmente? La poesia è più ‘filosofica’ della storia…
    Dunque io posso solo dire, con prosodia baritonale ‘Amici, non questi suoni, ma alto e più grato cantico leviamo!’. Ma solo tu potresti intonare l’Inno alla Gioia, perché tu sei vero FILOSOFO!!!
    Sono sicuro che fra le pieghe del mio commento troverai difetti. Ma almeno anch’io sono onesto. E quindi -suppongo- mi unisco al coro

    • agbiuso

      Maggio 30, 2018

      Caro Salvatore, l’ampiezza del tuo intervento è già da sola per me ragione di gioia. Vuol dire infatti che la questione è anche per te importantissima e che hai preso sul serio la mia analisi.
      Rispondere punto per punto credo che sarebbe da parte mia semplicemente pedante -Renzi, ad esempio, non è affatto bollito ma rimane molto pericoloso; gli Stati Uniti sono una potenza imperialista chiunque la governi perché questa è la logica dell’impero; il Prof. Mazzarella è uscito da tempo dal PD, e così via…- preferisco semplicemente dichiarare che quanto ho da dire sulla questione ho cercato di dirlo in questo articolo e, come afferma con saggezza Manzoni, scrivere un testo per giustificarne un altro ha poco senso.
      Una cosa però voglio aggiungere, questo sì. La mia analisi parte da un grande -direi immenso- amore per l’Europa, che considero mia madre. L’Europa è la filosofia, l’Europa è la bellezza, l’Europa è la libertà, l’Europa è la differenza nell’identità, l’Europa è la terra del tramonto al quale ha sempre fatto seguire nuove aurore.
      Sono così determinato e così duro perché vedo ora questa mia madre in mano a predoni senza cultura, senza bellezza, senza misura. La vedo cioè in mano alle agenzie di rating che sono portavoce di interessi privatissimi e che invece determinano la vita delle collettività con le loro valutazioni interessate, parziali, strumentali. Nessuno di questi esperti, ad esempio, ci avvertì sulla grande crisi finanziaria che sarebbe nata dai derivati e da altri strumenti di speculazione. E non ci avvertirono perché ne trassero enormi guadagni.
      Vedere l’Europa ridotta a tale miseria, a causa del tradimento dei suoi attuali governanti, è qualcosa che mi spinge a utilizzare ogni volta che posso la mia penna.
      Mi sento e sono, nell’ordine, prima europeo, poi siciliano e infine italiano.
      I traditori dell’Europa sono persone come Merkel, Draghi, Mattarella -per parlare solo di nomi in ogni caso presentabili e non della maggioranza criminale che governa l’Unione-, e non chi, come me, desidera che il nostro Continente salvaguardi la Differenza, non ne uccida l’ontologia con il pretesto di una moneta.
      Ti abbraccio.

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