
Céline. Sulla guerra, contro la guerra
in Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee
9 giugno 2023
pagine 1-4
Da alcune settimane è in libreria Guerra di Céline, un libro il cui manoscritto era stato trafugato nel 1944, che è stato ritrovato ed edito da Gallimard nel 2022 e adesso in Italia da Adelphi.
La musica di questo romanzo comincia con una dichiarazione che poi tutto lo intride, lo guida, lo determina, lo spiega: «Mi sono beccato la guerra nella testa. Ce l’ho chiusa nella testa». Una guerra che il caporale Destouches (il vero nome di Céline) odia, pur essendo insignito della «Croce di Guerra», pur essendo stato eroe coraggioso ed esempio per gli altri soldati. Odio e orrore che abitano e gorgogliano in pagine nelle quali pulsa per intero la potenza di uno degli scrittori più grandi della letteratura universale.
Questo capolavoro coglie e restituisce la guerra come nessun’altra opera che io conosca; ci aiuta a capire in modo profondo e radicale anche la guerra in corso della NATO contro la Russia tramite l’Ucraina e ci fa chiedere che essa finisca. Perché la guerra è un fatto, una catastrofe, una potenza antica dentro la quale l’umano abita e si perde, diventando la sua mente nella guerra «ormai solo una corrente d’aria di uragani».
1 commento
agbiuso
Pasqua: coniglietti armati contro la Russia e contro la pace
il Simplicissimus, 21.4.2025
Oggi mi limiterò a una sola immagine, quella che vedete in apertura del post. Si tratta di un dolce pasquale realizzato da una tradizionale e rinomata pasticceria di Tubinga, il caffè Lieb che ha tre negozi in città: come si può vedere ci sono allegri coniglietti che brandeggiano cannoni o emergono dalla torretta di un carro armato. Il dolce viene chiamato Ostern Panzerhasen , ovvero conigli corazzati di Pasqua, altro che la nostra colomba con gli zuccherini. La cosa singolare e ancor più significativa dell’atmosfera che si va creando in Germania è che la pasticceria – panificio ha usato stampi risalenti all’era nazista per produrre questo dolci di zucchero ( proposti anche come lecca lecca) che ebbero un grande successo durante gli anni del nazismo. Ha usato a quanto pare la medesima ricetta che peraltro risente della mancanza di ingredienti “nobili” come per esempio il cioccolato, tipico dei tempi di guerra. Secondo quanto riportato dal Berliner Zeitung , il proprietario dell’azienda Hermann Leimgruber, ha risposto alle critiche con un’alzata di spalle. “Mio Dio, fa parte della nostra storia, non si può sempre negare tutto”. Insomma il passato nazista viene romanticizzato con un dolcetto nostalgico.
Si tratta del tentativo di imporre un’atmosfera generale che vede molte altre manifestazioni di bellicismo come la pubblicità della Bundeswehr sui tram, le scatole di popcorn color mimetico nei cinema, le interviste a ragazze ansiose di fare le soldatesse o comunque remunerate per questi spot in divisa. Una volta, solo qualche anno fa, nel periodo pasquale fiorivano le marce della pace che cominciarono dopo la fine del secondo conflitto mondiale e che avevano slogan come “mai più guerra”. Gli anni ’80 del secolo scorso furono il periodo più intenso e fino a 700 mila persone sfilavano in Germania per la pace. Adesso ci sono i coniglietti armati: sono dolci, ma rappresentano bene il momento storico in cui economisti, rappresentanti di aziende di difesa e associazioni imprenditoriali chiedono al Paese di perseguire con determinazione il riarmo e di sostenere attivamente la “militarizzazione della società tedesca”. E su questa scia si comincia a riparlare di coscrizione obbligatoria che era considerata fino a poco tempo fa “autoritaria e obsoleta”, mentre adesso viene ribattezzata “coscienza civica” e “senso del dovere”.
La guerra si sta insinuando nella coscienza dei cittadini non come un’emergenza ma come parte della normalità di cui fanno parte anche i dolci pasquali come ai bei tempi del cancelliere Hitler. Chiunque attiri l’attenzione su questa mutazione viene immediatamente etichettato come “lumpen-pacifista” prendendo a prestito il lumpen protelariat di Marx forse nel tentativo di accusare di populismo chi vuole la pace, oppure molto più rozzamente di essere “simpatizzante di Putin”. È proprio questo il problema: ogni critica viene soffocata da false argomentazioni, ogni avvertimento viene denigrato come ingenuità. Proprio una buona Pasqua.