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Il vincitore

Due parole di commento ai risultati delle elezioni europee 2014.
Sono assolutamente contento del mio voto, che come hanno già mostrato questi risultati -e sempre più mostrerà il futuro- è l’unico voto di opposizione alle dinamiche di corruzione e di distruzione messe ogni giorno in atto dalle strutture partitiche, finanziarie e mediatiche.
Si conferma che chi possiede il controllo delle televisioni -chi insomma sta più tempo in tv e diventa oggetto positivo e ossessivo dei telegiornali- controlla l’intera società. Questa regola vale per Renzi come è valsa per Berlusconi e come varrebbe per chiunque. Da quanto mi dicono e da quello che posso intuire, la presenza di Matteo Renzi in video somiglia a quella del Caro Leader nella Corea del Nord.
Il Movimento 5 Stelle ha commesso errori di comunicazione anche gravi. È un Movimento che non è composto da politici ‘professionisti’, e si vede. Dicono sempre «sì, sì», «no, no», chiamano le cose con i loro nomi o con metafore che sono state facilmente distorte e strumentalizzate da un sistema mediatico attentissimo a propagandare tutto ciò che può nuocere al Movimento. Tenuto conto di tali fattori, che 5.807.362 persone (il 21,15 % degli elettori) abbiano votato per il M5S a me appare ancora straordinario.
Mi dispiace non tanto per me o per i miei coetanei quanto per il mio nipotino (di tre anni) e per i miei studenti. Affidarsi ancora mani e piedi all’ultraliberismo del Partito Democratico, al suo massacro sociale e alla sua corruzione amministrativa significa privare di qualunque futuro le nuove generazioni. Quando molti genitori lo capiranno sarà tardi, a meno che -naturalmente- tali famiglie appartengano alle varie categorie di ‘clienti’ del sistema politico.
Berlusconi è finalmente tranquillo. Il partito di Renzi, come già quello di D’Alema o Violante, costituisce la miglior garanzia per la prosperità delle sue aziende e per il mantenimento della sua influenza (Il PD lo ha chiamato a riscrivere insieme la Costituzione della Repubblica). Ciò che non perdono agli elettori del Partito Democratico è non aver capito questo, a meno che lo abbiano capito troppo bene e abbiano votato PD sapendo che continuerà a ‘collaborare’ con il mafioso evasore.
Sono contento del risultato del partito di Tsipras in Grecia: un chiaro no alle politiche della Troika finanziaria, un no alla svendita della società e dell’economia elleniche alle banche. Ciò che troppi italiani non hanno compreso.
In Europa la situazione delineata dai risultati è comunque assai dinamica. Per quanto riguarda l’Italia, si conferma ciò che penso da tempo: senza violenza questo Paese non cambierà. Il Partito Democratico vince infatti nettamente quando diventa indistinguibile (in pensieri, parole, opere e omissioni) dal berlusconismo. Mi sembra questo il risultato più significativo del voto italiano alle elezioni europee del 2014.

 

23 commenti

  • agbiuso

    Settembre 4, 2014

    C’è veramente qualcosa di psicopatologico e non soltanto di politico in tutto questo.

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    Renzi e la sindrome dell’annuncite
    di Alessandro Robecchi, il Fatto Quotidiano, 4 settembre 2014

    “Ti prometto che non ti farò più promesse” non è male come promessa, diciamo che è promettente. Intanto ci basterebbe la promessa della pubblicazione del nuovo vocabolario Renzi-italiano, che contenga tutti i neologismi e le parole nuove, tipo “annuncite”, sostantivo femminile che si potrebbe tradurre come “malattia dell’annuncio”, ma aspettiamo gli esperti di linguistica.

    A proposito di annuncite, comunque, in caso di ricovero e terapia intensiva, è sempre bene dare un’occhiata alla cartella clinica. Insomma, bisogna spulciare l’anamnesi del paziente, uno che fino a ieri sembrava impaziente (Adesso! Subito! Di corsa!) e oggi sembra invece pazientissimo (mille giorni sono quasi tre anni, per dire). E vabbè. L’anamnesi, si diceva. Essendo la cartella clinica molto corposa in materia di annunci e promesse, tocca pescare qui e là. Una per tutti, un titolo dell’Ansa (era il luglio scorso) con virgolettato del paziente. Si inaugurava un’autostrada, la BreBemi e lui diceva: “Pronti 43 miliardi per le infrastrutture”. Notare: “pronti”. Passa poco più di un mese e si scoprono alcune cose: i 43 miliardi non erano investimenti (“pronti”), ma il valore che gli investimenti avrebbero prodotto. Mah. Poi si scopre che i miliardi stanziati sono tre virgola otto. Mah. Poi si viene a sapere che di quei 3,8 miliardi ben tre miliardi arriveranno, se arriveranno, da un fondo europeo pluriennale (fine prevista degli stanziamenti: anno 2020). Risultato: dei 43 miliardi “pronti” in luglio, ci sono 200 milioni quest’anno e 500 milioni l’anno prossimo, tra l’altro già stanziati dai governi precedenti e dirottati da alcuni lavori su altri lavori. Ogni medico direbbe che l’annuncite si presenta in forma particolarmente acuta, quasi patologica.

    E non mancano altri luminosi esempi, come sanno circa centomila precari della scuola che si credevano assunti un mercoledì per riscoprirsi scomparsi il giovedì sera.
    Come sanno gli esperti della patologia (l’annuncite non è una cosa nuova, chiedete al ponte sullo Stretto, al milione di posti di lavoro, a meno tasse per tutti, eccetera, eccetera), il virus è mutevole. Nel senso che si rinnova. Potete provarci coi figli, se ne avete. Ti prometto la bicicletta. Poi: niente bicicletta, ma vedrai tra due anni che bel motorino! Poi: vabbè, caro, niente motorino, ma vedrai tra quattro anni che macchina! Contento?
    Ecco. Ma poi, siccome contro l’annuncite gli sciroppi non bastano, gli antibiotici sono impotenti e il vaccino ancora non c’è, si prova con un sito.

    Un sito internet: così potete controllare. Bene, ottimo. Uno va sul sito e le scadenze non ci sono, le infografiche sono grafiche e basta, ci sono tante slide e poco più (anzi, poco meno). Ci sono però gli “obiettivi”, cioè, ancora una volta, le promesse, quelle che si prometteva di non promettere più. Ma attenzione, dice il paziente che freme per guarire dall’annuncite: “ci sarà uno spazio di coinvolgimento”, un posto dove “ciascuno potrà giudicare e criticare”.

    Ah, bene, pensano i destinatari delle promesse, e corrono sul sito dove “lo spazio di coinvolgimento” è un indirizzo mail. Perbacco, che coinvolgimento! Giovanni Sasso, direttore creativo dell’azienda che ha creato il sito (Proforma), spiega che “si tratta di una versione beta” e che sul coinvolgimento del pubblico “faranno dei test”. Insomma, va a finire che è una promessa anche il sito che certifica la promessa che non si faranno più promesse. Il medico, a questo punto, se ne va sconsolato: la cura per l’annuncite non c’è ancora.

  • agbiuso

    Settembre 2, 2014

    Il grande silenzio sulla finanziaria
    di Roberto Romano, il manifesto 2.9.2014

    Mille giorni così sono vera­mente tanti. Il “sol­dato Ryan” (Renzi) non sem­bra nem­meno il pre­si­dente del con­si­glio. Qual­cuno ha sen­tito chia­ri­menti circa la mano­vra da 22 miliardi per il 2015?

    Il paese è caduto in reces­sione, in Europa si aggira lo spet­tro della defla­zione, con una disoc­cu­pa­zione reale (ita­liana) di oltre 6 milioni di per­sone. Le pro­spet­tive di cre­scita per il 2014 sono nega­tive e quelle per il 2015 potreb­bero diven­tare drammatiche.

    Renzi vuole il lavoro ita­liano come quello tede­sco? Si potrebbe ini­ziare con orari e salari: rispet­ti­va­mente 1.396 al posto delle 1752 ore, e salari medi annui, a tassi di cam­bio e prezzi costanti del 2012, in dol­lari, da 36.763 a 45.287. Abbiamo il sospetto che il pre­mier non farà niente del genere.

    Riforme strut­tu­rali? Aspet­tiamo la legge di sta­bi­lità e poi discu­tiamo. Per ora non rimane che lo «Sblocca Ita­lia», una riforma annun­ciata che dice molto su come il pre­si­dente del con­si­glio vuole aiu­tare il Paese.

    Il così detto «Sblocca Ita­lia», in realtà, riguarda pre­va­len­te­mente l’accelerazione e la rea­liz­za­zione di opere già appro­vate, e ha la pre­tesa di avere effetti posi­tivi in ordine ai pro­blemi reali del Paese e la capa­cità di sti­mo­lare lo sviluppo.

    Solo a luglio, il pre­si­dente del con­si­glio par­lava di 43 miliardi di euro, diven­tati 10 nella con­fe­renza stampa e 3,8 miliardi nel decreto legge. Il mini­stro delle Infra­strut­ture e Tra­sporti, Mau­ri­zio Lupi, pre­vede non meno di 100 mila nuovi posti di lavoro per le sole opere pubbliche.

    Le risorse dispo­ni­bili, vere, sono 3,8 miliardi di euro, di cui 840 milioni arri­vano dal fondo revo­che di opere bloc­cate e 3 miliardi dal “ban­co­mat” del Fondo svi­luppo e coe­sione. Pra­ti­ca­mente 38.000 euro per lavo­ra­tore, anche se non con­ta­bi­lizza la varia­zione del red­dito (Pil). Fatto abba­stanza ano­malo visto che stiamo impe­gnando risorse in conto capitale.

    L’idea poi di svi­luppo è tutto nel pac­chetto made in Italy fatto di sti­moli alle espor­ta­zioni e agli inve­sti­menti diretti esteri. Con poco meno di 220 milioni di euro nel trien­nio (2015–17), il Paese dovrebbe espan­dere la pro­pria quota di com­mer­cio inter­na­zio­nale di 50 miliardi e attrarre non meno di 20 miliardi di inve­sti­menti diretti esteri, con una cre­scita del pro­dotto interno lordo di un punto per­cen­tuale. Insomma: 220 milioni per­met­te­reb­bero una cre­scita di 15 miliardi. Gli eco­no­mi­sti key­ne­siani dovranno pas­sare molto tempo a riscri­vere il mol­ti­pli­ca­tore. Il nostro pre­mier impone una nuova for­mula del moltiplicatore?

    Ovvia­mente non manca il rifi­nan­zia­mento della così detta cassa inte­gra­zione in deroga per 720 milioni, che porta il fondo a 1.720 milioni per il 2014. Invece di avviare una riforma seria, si con­ti­nua a rifi­nan­ziare lo stru­mento che dovrebbe, in realtà, aggan­ciarsi a una gene­rale rivi­si­ta­zione degli stru­menti a soste­gno del lavoro. È una mate­ria deli­cata, ma pas­sare da ri-finanziamento in ri-finanziamento una tan­tum non è pro­prio quello che chie­dono i lavo­ra­tori col­piti dalla crisi.

    Ma qual­cosa dalla con­fe­renza stampa di ieri e dal decreto legge lo pos­siamo intrav­ve­dere: lo svi­luppo e la cre­scita dell’Italia passa attra­verso l’edilizia e le opere pub­bli­che. Il governo non ha pro­prio com­preso che gli inve­sti­menti in conto capi­tale hanno una logica eco­no­mica solo nella misura in cui modi­fi­cano il segno del Pil (come spiega effi­ca­ce­mente l’economista Sylos Labini) e, quindi, anti­ci­pano la domanda futura.

    Asse­gnare all’edilizia, alle opere pub­bli­che la cre­scita del Paese nell’era dell’innovazione tec­no­lo­gica, appare come la peg­giore poli­tica che si possa imma­gi­nare. Ormai il com­mer­cio inter­na­zio­nale mani­fat­tu­riero legato all’alta tec­no­lo­gia vale il 30% del totale, men­tre le imprese ita­liane si posi­zio­nano al 10%. Come può il Paese aumen­tare la quota di com­mer­cio inter­na­zio­nale di 50 miliardi di euro? Come potrebbe atti­rare inve­sti­menti diretti esteri se la spesa in ricerca e svi­luppo pri­vata è la più bassa tra i paesi di area Ocse? Misteri del nostro presidente.

    Indi­scu­ti­bil­mente l’edilizia attra­versa una fase di grave crisi, ma l’edilizia, più o meno ali­men­tata da incen­tivi, era spro­por­zio­nata rispetto alla neces­sità del Paese. Ripro­porre le stesse opere e anti­ci­parne delle altre, signi­fica ali­men­tare la ren­dita, non lo svi­luppo del Paese. Ripeto: la ren­dita, non il red­dito (Pil).

    L’impressione è quella di un governo in piena con­fu­sione nella migliore e posi­tiva inter­pre­ta­zione. La poli­tica eco­no­mica del governo risie­deva in tutto o in parte nei famosi 80 euro. Il bonus fiscale ha fal­lito per un sem­plice e banale fatto: men­tre i miliardi sot­tratti alla pub­blica ammi­ni­stra­zione, per ali­men­tare il bonus fiscale, erano risorse certe e quindi Pil, gli 80 euro erano e sono risorse incerte; diven­tano red­dito (e cioè Pil) nella misura in cui i cit­ta­dini deci­dono di spen­derli. La caduta del pro­dotto interno lordo del secondo tri­me­stre altro non è che il taglio della spesa pubblica.

    Il qua­dro però non è com­pleto. Con la legge di sta­bi­lità arri­verà il pac­chetto muni­ci­pa­liz­zate e spen­ding review. Sap­piamo che il governo ha ini­ziato un lavoro di modi­fica delle ali­quote Iva. Sarà un pac­chetto amaro, fon­dato su luo­ghi comuni e pesanti riper­cus­sioni sui lavoratori.

    Il pre­si­dente di Con­fin­du­stria ha detto, durante il mee­ting di Comu­nione e Libe­ra­zione, che l’Italia ha vis­suto al di sopra dei pro­pri mezzi. A que­ste con­di­zioni è dif­fi­cile imma­gi­nare di uscire dalla depressione.

    Spe­riamo di sba­gliare, ma il 2015 potrebbe diven­tare un altro anno orri­bile. Paolo Pini, di recente sul mani­fe­sto, si era già spinto in que­sta pre­vi­sione. Spe­riamo di avere torto, ma i segnali ci sono tutti, con l’aggravante di avere Renzi al governo

  • agbiuso

    Settembre 1, 2014

    Le annunciate riforme in 100 giorni sono passate a 1000 giorni, poi diventeranno 10.000. Quello del Partito Democratico / Forza Italia è proprio un reich millenario!

  • agbiuso

    Agosto 30, 2014

    Ieri accennavo alla buffonaggine di Matteo Renzi e di altri soggetti.
    E infatti:

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    Renzi, cono d’ombra
    di Antonio Padellaro, il Fatto Quotidiano 30 agosto 2014

    Con tutti i problemi che abbiamo non si sentiva proprio il bisogno di un replay di Berlusconi che fa il clown e passeggia per il cortile di Palazzo Chigi leccando un gelato. Anzi, duole dirlo, ma perfino l’ex Cavaliere avrebbe evitato di fare il pagliaccio con il governo nel bel mezzo di una crisi economica ogni giorno più devastante.

    Ma, come il Pregiudicato (con il quale non a caso è culo e camicia e stringe patti segreti), Renzi pensa di fare fessi gli italiani con queste piccole armi di distrazione di massa. Non gira un euro, i negozi sono vuoti, le imprese chiudono, le famiglie affrontano il peggiore autunno dagli anni 50, ma il premier giovanotto viene immortalato mentre mangiucchia banane o si tira una secchiata d’acqua in testa.

    Come dire: ragazzi va tutto benone, e se i gufi dell’Economist mi dipingono come un adolescente immaturo accanto a Hollande e alla Merkel mentre la barchetta dell’euro affonda, io ci rido sopra e fo il ganzo. Purtroppo, la bibbia della grande finanza voleva comunicargli che i grandi investitori non sanno che farsene del governo degli annunci ai quali quasi mai seguono i fatti. Dopo la figuraccia della riforma scolastica (con i centomila precari assunti da un giorno all’altro, secondo i giornali di corte) che aveva detto “vi stupirà” e che infatti molto ci ha stupito per la sua assenza, Renzi invece di chiudersi in un imbarazzato silenzio si è sparato la mirabolante riforma della giustizia civile che, venghino signori venghino, durerà la metà e mi voglio rovinare.

    Se continua così, lo statista di Rignano non farà l’annunciato big bang, ma un grosso botto sì. Al gusto di limone.

  • Biuso

    Luglio 27, 2014

    Un lucido psicopatico, costui.
    Come moltissimi tra coloro che bramano il comando.
    Elias Canetti lo ha spiegato assai bene.

    =======
    Riforme: il senso di Renzi per lo scazzo
    di Antonio Padellaro | 27 luglio 2014

    Chi abita a Roma conosce bene la tragica barzelletta dei lavori stradali consistenti in buche, cunicoli e cavità di ogni tipo e dimensione, annunciati da ammiccanti cartelli del tipo: “stiamo lavorando per voi”. Peccato che quelle voragini in genere restino tali cosicché l’Urbe vive in una condizione di caos permanente, a partire dalla famosa Metro C, abisso sterminato e inconcludente che i poveri romani subiscono come il verdetto degli ergastolani: fine pena mai.

    Le strombazzate riforme di Matteo Renzi assomigliano a quegli incasinatissimi cantieri: si blocca il traffico, si dice “stiamo lavorando per voi”, poi si lascia tutto per aria dando la colpa ai gufi e a chi complotta contro il cambiamento. Ricordate l’Italicum? Sembrava che dopo il patto (segreto) con il Pregiudicato la riforma elettorale fosse cosa fatta. Dov’è finita? Boh. E la riforma della Pubblica Amministrazione? Tagli di nastri, fanfare, la ministra Madia che proclama soave ma ferma che lo Stato dimagrirà, uffici accorpati, cittadini felici, tutto online, perepè perepè, poi il nulla. Un po’ come percorrere il nuovo tratto autostradale Brescia-Milano (inaugurato mercoledì dal premier) e che il Corriere della sera (non il Fatto) così descrive: “Tre corsie poi si torna alla coda in tangenziale”.

    D’accordo, Renzi governa da pochi mesi, i problemi sono tanti e non è solo colpa sua se ci sono le code, se mancano 786 decreti attuativi di leggi approvate, se i vari Salva Italia, Cresci Italia, Destinazione Italia della premiata ditta Monti-Letta sono gigantesche insegne al neon però spente. Il problema è un altro, la continua esibizione muscolare del premier e dei suoi accoliti, la strategia dello scazzo permanente, il “qui si fa come dico io”, la politica non più mediazione ma strattonamento in un susseguirsi di ultimatum nevrotici: ci metto la faccia, mi gioco l’osso del collo…

    Un giorno si decide di ribaltare la Costituzione, si scava una voragine in Parlamento, si azionano ghigliottine, si dettano ordini di caserma (“entro l’ 8 agosto prendere o lasciare”), poi si mena scandalo se qualcuno osa non essere d’accordo. Più che le riforme Renzi sembra agognare lo scontro, il casino, l’immagine del cantiere bloccato dai nemici del nuovo mentre gufi e sciacalli complottano a difesa della conservazione dei loro laidi interessi personali. Poi, al momento giusto si rivolgerà agli italiani che già ne hanno le scatole piene delle lungaggini della politica e dei politici formato casta e sarà un plebiscito. In un certo senso, gli oppositori stanno lavorando per lui. Ma è così chiaro.
    =============

    Fonte: Il Fatto Quotidiano, 27 luglio 2014

  • agbiuso

    Luglio 24, 2014

    «Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli» ha detto Renzi. O era Berlusconi? O Mussolini?

  • agbiuso

    Giugno 10, 2014

    Segnalo un interessante documento trovato da Elio Rindone nel futuro.
    Si intitola L’educazione del politico cattolico

  • agbiuso

    Maggio 28, 2014

    @ Carlotta
    Grazie per aver ricordato le parole di Seneca.
    Intanto propongo la lettura di questo testo che potrebbe intitolarsi Il PDC e il pitone:

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    Dopo le autoflagellazioni, le richieste di autocritica, il maalox, le dimissioni chieste a Grillo senza specificare peraltro da quale carica da miracolati della politica usciti allo scoperto, forse è il caso di cercare un minimo di obiettività e di realismo nel valutare il risultato elettorale.
    Il M5S ha oggi 17 europarlamentari da zero, è il secondo partito del Paese e il primo movimento, ha, per ora, un nuovo sindaco e partecipa a 12 ballottaggi in città importanti come Livorno, Modena, Fano e Civitavecchia, oltre 500 nuovi consiglieri comunali.
    Il M5S è nato nell’ottobre del 2009, il Pd, pur con continui cambi di nome dal dopoguerra, allora si chiamava Pci. Per una mutazione completa dovrebbe chiamarsi PDC (Partito democratico cristiano), un preludio al nome finale, DC, per chiudere il cerchio.
    I nipotini di De Mita, i selfie storici di Renzie e di Letta e di Alfano con De Mita sono rintracciabili in rete, hanno fagocitato la sinistra come un pitone inghiotte un topo e il bello che è i post comunisti sono pure contenti. La nostra affermazione, anche se non possiamo nascondere che volevamo arrivare prima del PD, è stata trasformata in una sconfitta storica, una Caporetto, una Waterloo. Ma quanto vino (scadente) bevono prima di scrivere?
    Il M5S è qui per restare e per contare in Europa. Siamo la prima forza di opposizione in Italia (l’unica in realtà dopo decenni), in attesa di diventare forza di governo. La maggioranza relativa degli italiani che hanno tra 18 e 29 anni vota M5S. E’ solo una questione di tempo. Poi tutto cambierà e ai partiti e ai loro media asserviti non resterà che piangere.
    ==========

    Fonte: Non vi resta che piangere!

  • bruno vergani

    Maggio 28, 2014

    Ho votato Tsipras per non contribuire, ancora una volta, alla connivenza PD-Berlusconi. Non ho votato il Movimento extraparlamentare 5Stelle che siede in Parlamento per non parlamentare, che tuttavia ho appoggiato nel mio comune alle amministrative: vivo in Puglia e la distanza dal volgare, messianico, leader plebeo mi ha facilitato la scelta. Chiudo con le annotazioni personali, che poco interessano, per chiedermi e chiederle, e è domanda filosofica: quanto saranno determinati dai governi nazionali e europei i miei figli, suo nipotino e i suoi studenti?
    Rispondo: se sani non più del 5 per cento. Il restante 95, qualsiasi sia il governo operante, sarà a loro esclusiva cura, personale responsabilità e lavoro dettate dal sovrano pensiero personale.

  • Carlotta G.

    Maggio 27, 2014

    Sono giorni tristi per la sinistra mondiale. Prima la vincita della nuova “Democrazia Cristiana” in Italia e dei popolari in Europa e subito dopo l’annuncio del ritiro del subcomandante Marcos dal comando del movimento zapatista.
    E dire che avevo sperato che la lista Tsipras prendesse un numero maggiore di voti in Italia, lista con all’interno nomi del calibro di Stefano Rodotà e con un ottimo programma (dalle politiche anti austerità, a quelle sull’immigrazione, fino alla TAV e al Muos ecc.. Il fatto è che ha proprio ragione lei: in Italia vanno avanti solo i partiti che hanno spazio sui mezzi di comunicazione. Dopotutto quel 4% è un risultato da non sottovalutare, poiché la lista ha avuto poco tempo per farsi conoscere e poco spazio visivo a sua disposizione.
    Ritengo, però, che ci sia una cosa da rimproverare alla sinistra italiana negli ultimi anni,cioè il suo voler essere dalla parte del popolo ma il non riuscire a parlare con il popolo. Una sinistra chiusa in sè stessa che ha dimenticato l’importanza di palare nelle piazze, che non è da confondere con la demagogia. D’altronde lo ricordava già Majakovskij: “Non rinchiuderti, Partito, nelle tue stanze, resta amico dei ragazzi di strada”.
    Ovviamente l’inerzia del popolo italiano ha giocato, come sempre, il ruolo da protagonista. Visto che siamo di citazioni ritengo che queste righe prese dalla “tranquillità dell’animo” siano abbastanza eloquenti :
    Soffrono tutti della stessa malattia sia gli uomini che sono afflitti dall’incostanza, dalla noia e dalla
    volubilità, cui piace sempre di più ciò che hanno lasciato, sia quelli che se ne stanno in ozio a sbadigliare.
    Aggiungi poi quelli che, non diversamente da chi soffre d’insonnia, si girano e si rigirano cambiando
    posizione per riuscire a trovare il sonno grazie alla stanchezza: modificando continuamente l’assetto della
    loro vita, rimangono alla fine in quello in cui li coglie non l’avversione al cambiamento, ma la vecchiaia,
    pigra di fronte alle novità. Aggiungi anche quelli che sono perseveranti per colpa non della loro costanza, ma
    della loro inerzia, e che vivono non come vogliono, ma come hanno incominciato.

    Ecco secondo me questo è il popolo italiano.

  • agbiuso

    Maggio 27, 2014

    Gli eletti del M5S al Parlamento Europeo

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    I dati definitivi del Ministero dell’interno dicono che il MoVimento 5 Stelle è stato votato da 5.807.362 di italiani, il 21,15% dei voti validi che valgono un totale di 17 seggi al Parlamento Europeo.
    Non era mai successo che una forza politica che si presenta alle elezioni europee per la prima volta ottenesse un risultato così importante.

    Gli eletti sono 17, hanno un’età media inferiore ai 36 anni e sono 9 donne e 8 uomini. Siamo oltre le quote rosa. Sono giovani, laureati, imprenditori e liberi professionisti, c’è chi ha il master, chi un PHD, chi ha due lauree, chi parla due lingue e chi ne parla tre o quattro. Tutti sono incensurati e sconosciuti alla procure.

    Nella circoscrizione Nord Ovest gli eletti sono: Beghin Tiziana, Evi Eleonora, Valli Marco e Zanni Marco.
    Nella circoscrizione Nord Est: Affronte Marco, Borrelli David e Gibertoni Giulia
    Nella circoscrizione Centro: Agea Laura, Castaldo Fabio Massimo e Tamburrano Dario.
    Nella circoscrizione Meridionale: Adinolfi Isabella, Aiuto Daniela, D’amato Rosa, Ferrara Laura e Pedicini Piernicola.
    Nella circoscrizione Insulare: Moi Giulia e Corrao Ignazio.
    ==========

    Fonte: I 17 eletti del M5S al Parlamento Europeo

  • agbiuso

    Maggio 27, 2014

    Cara Fausta, chi è critico verso questo euro e questa Europa lo è proprio perché crede che “il nostro sviluppo non dovrebbe passare sui corpi dei morti” e che parole come progresso/progressisti, destra/sinistra siano ormai il paravento dietro il quale si vogliono nascondere veri e propri crimini contro l’umanità, quella degli altri continenti ma anche quella europea.

  • fausta squatriti

    Maggio 27, 2014

    secondo me gli uomini sono diventati quello che siamo usando da sempre la dura legge dell’egoismo, e la organizzazione sociale è un modo per assicurare una vita migliore, se non per tutti, almeno per molti. E’ banale dirlo, ma il progetto dell’uguaglianza deve continuare, sebbene le pessime prove dei regimi totalitari che che lo hanno voluto imporre, con risultati tragici e spesso assurdi e patetici, come certe terribili regole imposte dai totalitarismi di stampo sovietico. Ma anche la destra estrema, si applica con il terrore. La materia difettosa, è l’umanità stessa. Ma esistono anche persone positive, belle, intelligenti, che lavorano per il -progresso – applicando privatamente le proprie capacità alla porzione di storia che è inevitabilmente loro affidata.
    Il risultato del voto di questi giorni, che in non pochi paesi europei considerati equilibrati e progressisti, si è spostato a destra, ad una destra anche estrema, è il classico segno che emerge nei periodi di crisi, con la paura di perdere i diritti acquisiti. Nei momenti di crisi economica, avanza la destra, che se non ha sogni lungimiranti, ha l’ingannevole concretezza dell’oggi. Io la penso diversamente. Sono europeista, non voglio tornare alla lira, credo che il nostro sviluppo non dovrebbe passare sui corpi dei morti. Difficilissimo organizzare il mondo dei diseredati, che però si stanno già muovendo e non rimarranno gli ultimi della terra per sempre. L’occidente si è formato sullo sfruttamento dei diversi, dei deboli, degli incapaci di stare al suo ritmo. L’ingiustizia è il solo, vero, costante trionfo dell’umanità. Ma, è lecito volere che così non sia, e fare progetti meno ottusi di quelli che ci sottopongono i vari istrioni che dovrebbero realizzare anche il pensiero di chi loro si affida.

  • agbiuso

    Maggio 27, 2014

    Osservo gli elettori che si credono «di sinistra» e che votando PD non si accorgono di aver resuscitato la Democrazia Cristiana. Stolti.

  • agbiuso

    Maggio 26, 2014

    L’ironia -anche quella con la quale Grillo parla della sconfitta e del futuro– è una delle cose più divertenti e intelligenti di questo Movimento.

  • agbiuso

    Maggio 26, 2014

    Cara Adriana, la ringrazio molto per la chiarezza e la determinazione con le quali insiste sulla radice profonda dell’attuale crimine finanziario.
    In effetti, non si possono distruggere gli effetti se si vogliono ancora le cause che li hanno determinati.
    Buona lettura dunque; è anche attraverso la poesia che si può relativizzare la storia e la sua arroganza, che assume di volta in volta facce diverse ma in fondo tutte uguali.

  • Adriana Bolfo

    Maggio 26, 2014

    Commento solo in parte per la forzosa fretta che devo avere davanti al computer e a tutto il resto in questo periodo per me assai indaffarato.
    Pochi italiani hanno compreso Tsipras?
    Ancor meno GRECI, maiuscolo come da tempo scrivo, e ancor meno italiani hanno compreso che le politiche di austerità sono diretta conseguenza dell’euro.
    Sono sinceramente dolente per tutti quelli che tuttora non lo capiscono, tsiprioti in primis, perché quando lo capiranno temo saremo davvero allo sfascio economico qui, sulla scia dei GRECI. E lo saremo nella stragrande maggioranza, compresa quella minoranza che invece lo ha capito sulla base di risultanze concrete.
    Sintesi: Tsipras deve fare ancora un non piccolo passo, altrimenti si colloca, di fatto, tra i sostenitori delle situazioni di cui contesta solo gli effetti e non le cause.
    Dolente davvero di non poter trattenermi ma, a parte la posta, da un lungo momento non ho più tanto tempo per seguire e rispondere. E c’è sempre un libro di poesie che aspetta, oltre tutto il resto.
    Tutto bene, da queste parti, ma ci sono impegni liberamente assunti da portare fino in fondo.
    Buona serata a lei e a tutti.

  • agbiuso

    Maggio 26, 2014

    Caro Pietro, io apprezzo invece lo stile comunicativo “evangelico” del Movimento 5 Stelle, che dice per l’appunto “sì, sì”, “no, no” (“il di più viene dal maligno”). Se invece si preferisce il politichese o la diplomazia a tutti i costi, vuol dire che si è introiettato un modello paludato di politica.
    Per quanto riguarda il “populismo” ripeto quanto ho scritto qui un mese fa:

    ============
    “Una parola, quest’ultima, dal significato semplicemente descrittivo -analoga a termini quali «conservatori, socialisti, liberali, anarchici, comunisti»- e che invece ha assunto connotati valutativi e addirittura spregiativi. Il populismo viene definito antipolitico mentre è evidente che si tratta di una opzione politica come le altre e anzi volta a restituire significato ai diritti del demos ponendosi contro lo strapotere delle strutture amministrative e di governo, tese soltanto a blindare il potere di cerchie ristrette e tendenti all’autoperpetuazione dei privilegi acquisiti in decenni di espropriazione della democrazia dal basso.
    ============

    Ricordo anche ciò che ne ha detto Dario Fo a Milano, citando il Vocabolario Zanichelli:
    «politica al servizio del popolo», politica -ad esempio- «contro la violenza dei padroni». L’utilizzo valutativo e spregiativo di questa parola (utilizzo frutto anch’esso del mainstream televisivo) mostra soltanto ignoranza o malafede.
    Rispetto alla situazione nella quale ci troviamo, la Lista Tsipras mi sembra troppo moderata ma spero che almeno in Grecia riesca a ottenere risultati concreti a favore del popolo greco (popolo, per l’appunto) e non delle banche senza territorio e senza identità.

  • pietro spalla

    Maggio 26, 2014

    Ciao Alberto.
    Forse più che di errori di comunicazione dei 5 stelle bisognerebbe parlare di uno stile comunicativo che ne rivela immaturità e tendenza al populismo. Con più sobrietà avrebbero meglio veicolato contenuti e proposte che in buona parte condivido. Personalmente sono contento che la lista Tsipras, per cui ho votato, abbia superato la soglia del 4%.

  • diego

    Maggio 26, 2014

    un bacino elettorale di cinque milioni di voti, per un partito/movimento per molti aspetti anche in evoluzione, non è un risultato banale, ma il segno d’un radicamento importante nel corpo sociale

    il risultato degli amici di Tsipras, anche in Italia, è una piacevole sorpresa

  • cristina

    Maggio 26, 2014

    Ho come l’impressione che gli itali..ani (italioti) aspettino di “toccare il fondo” prima di liberare “gli zebedei” dai ladroni di cui si circondano.
    Non abbiamo ancora vinto ma resistere è un dovere per chi oggi ha tre anni e per chi oggi vuole solo essere onesto.

  • agbiuso

    Maggio 26, 2014

    «Liberismo illibertario» è una formula tanto efficace quanto esatta, caro Pasquale.
    I partiti sono degli organismi e finché campano hanno anch’essi un loro DNA. Nel caso del Partito Democratico è quello che tu indichi: l’innesto del rampantismo narcisista e televisivo dentro l’antica forma autoritaria dalla quale provengono. Il tutto mescolato dentro un cattolicesimo democristiano i cui emblemi sono Don Abbondio, Donna Prassede e Gertrude.
    «Gli sventurati risposero» ma prima o poi un qualche Egidio chiederà loro il contraccambio. Non un Egidio monzese ma uno siciliano, calabro, campano. Come sta già accadendo per il TAV in Val di Susa.
    Condivido la tua tesi: con i metodi democratici non ce ne libereremo mai (i ‘mai’ della storia, naturalmente, non quelli della geologia).

  • Pasquale

    Maggio 26, 2014

    Aggiungo la postillina che il pd interpreta alla grande il bisogno di pontefici e cattolicismo del grande elettorato italiano; identificatosi nel popolo delle libertà il pd ha compiuto di sé il miracolo di trasformismo totale, chi sa non dimenticherà che l’acronimo nspd sta per partito nazional socialista tedesco; così si conquista il potere che non hanno mai avuto; ora sono perfetti e hanno fregato, credo, il lusco, troppo stupido per queste abilità, fusionandosi del tutto nel liberismo illibertario; loro del resto libertari non lo sono mai stati. Non ce li togliamo più dagli zebedei. La conclusione ora nelle tue parole alberto. Grazie p. Scritto a fatica dal telefono. Chiedo scusa

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