Presenza e realtà
Sul virtuale
in Dialoghi Mediterranei
n. 62, luglio-agosto 2023
pagine 27-33
Indice
-Una premessa metafisica
-La presenza
-Realtà e documanità
-Una «biopolitica progressista»
-Simulacri
Dopo una breve premessa a sostegno del realismo metafisico – vale a dire che il mondo esista indipendentemente da qualunque entità che lo percepisca – ho cercato di descrivere le diverse prospettive sul virtuale proposte da due recenti libri di filosofi italiani: Contro Metaverso. Salvare la presenza (Mimesis, 2022) di Eugenio Mazzarella e Documanità. Filosofia del mondo nuovo (Laterza, 2021) di Maurizio Ferraris. Ho concluso con un accenno al concetto di «simulacro» proposto da Jean Baudrillard, il quale difende la presenza rispetto alla società dello spettacolo diventata l’«estasi della comunicazione», che si è trasformata a sua volta nella pervasiva potenza di un virtuale il cui esito ultimo è la rimozione della presenza, la dissipatio della realtà.
3 commenti
agbiuso
I furti letterari dell’intelligenza artificiale
di Daniele Ioannelli, 4.1.2024
Mentre il Mainstream vede nella Intelligenza Artificiale Generativa nuove opportunità da cogliere e sfruttare, qualcuno comincia – seppur per solo interesse – a vederne la vera faccia e chiede tutele.
L’Intelligenza Artificiale Generativa può creare qualsiasi cosa come fosse un umano. Si dà per buono che sia lei a farlo, invece è niente altro che un programma, molto sofisticato, creato da professionisti specializzati. E per creare ha bisogno che nel suo programma ci siano dei dati da processare. Questi dati altro non sono che migliaia e migliaia di opere già esistenti da analizzare e rimescolare tra loro. Le opere di autori che oggi cominciano a chiederne la tutela dal furto. Sì, perchè le aziende che si occupano di Intelligenza Artificiale Generativa riempiono i loro programmi di tali opere senza corrispondere nessun diritto d’autore a nessuno. Le rubano come farebbe un qualsiasi pirata informatico che mettesse in piedi un sito dove scaricarle P2P. Con la differenza però che ciò che viene creato poi dalla Intelligenza Artificiale Generativa viene fatto pagare. Capito il meccanismo? Prendere gratis la materia prima per programmare – le opere già fatte – e vendere guadagnando o il prodotto generato dal loro programma o il programma stesso. Il sogno di tutti gli imprenditori (disonesti).
In più essendo in grado di generare contenuti a costi e tempi ridotti rende obsoleti gli autori umani distruggendo potenzialmente interi settori artistici e culturali. E ancora oltre se l’uomo perde la capacità di creare con la propria mente e le proprie mani e diventa semplice utilizzatore di una tecnologia, proprio come succede oggi con i personal computer, in un futuro lontano (ma quanto?) sarà completamente dipendente da essa e indottrinato dai suoi contenuti che saranno controllati da chi questa tecnologia la possiede.
Il grosso problema, di cui sempre ci si comincia a rendere conto, è che non c’è tutela efficace. Il furto delle opere da parte della IA Generativa è illegale ma è altrettanto impossibile determinare il furto. A livello normativo si parla di creare un database con tutte le opere inserite nel programma dell’Intelligenza ma si è capito subito che sarebbe impossibile fare una ricerca per trovare la propria opera da parte di nessun autore. Sarebbe più efficace, come ipotizzato da qualcuno, inserire un malware nelle opere così da infettare e creare guasti alla Intelligenza al momento del “furto” sul web. Soluzione impraticabile ovviamente, sia tecnicamente che legalmente.
Ciò che impedisce una vera soluzione è come sempre non affrontare il paradigma su cui è basata la nostra società: se alla base vi poniamo il profitto e la competitività è perfettamente normale che tutto lo sviluppo ruoti attorno a cose che facciano, per chi le inventa o le usi, acquisire una posizione di dominio. Se parlare di Etica è oggi osceno, quale normativa può essere efficace senza limitare il mercato (L’intelligenza Artificiale Generativa è una nuova tecnologia che deve crearsi un suo mercato), considerando anche che da circa cento anni una corrente di pensiero striscia inesorabile nel mondo ossia il Transumanesimo, l’integrazione uomo macchina fino a rendere l’uomo addirittura obsoleto? Senza aver paura del Progresso, ben diverso dallo Sviluppo come ha già spiegato Pier Paolo Pasolini, l’Intelligenza Artificiale Generativa è una nuova tecnologia che può e deve avere una sua utilità se usata con funzione di utensile, come un aiuto al lavoro dell’uomo e il paletto etico che dovrebbe essere fissato dalla politica sarebbe quello di non invadere lo spazio esclusivo dell’uomo perchè è ovvio che un computer è piu veloce, produttivo ed economico ma ciò non è utile al Progresso della società. Se però la politica insiste a compiacere le aziende e il profitto come finirà la nostra povera società?
Michele Del Vecchio
Caro Aberto ho letto il tuo lungo saggio sul virtuale e ti esprimo la mia piena soddisfazione intellettuale e teoretica per il notevole livello speculativo che caratterizza il tuo scritto. Hai compiuto una vera e propria maratona, percorsa con determinazione e rigore lungo gli stretti sentieri del pensiero contemporaneo. Ho apprezzato molto la lunga parte iniziale in cui hai riesposto con chiarezza ammirevole il profilo complessivo della tua filosofia. Sei stato chiaro e deciso. Molto interessante il confronto con Maurizio Ferraris, un autore sempre stimolante e suggestivo che seguo da lungo tempo. Il tuo impegno ti ha portato poi ad esaminare anche altri autori come Gehlen e Baudrillard. Davvero un saggio notevole sul quale spero di poter tornare prossimamente. Un caro saluto. Michele.
agbiuso
Caro Michele, mi fa molto piacere che tu abbia trovato questo saggio proficuo per ragionare sullo statuto del virtuale.
Grazie sempre per la tua attenzione.