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In molti modi

In molti modi

La metafisica si dice in molti modi
in Rassegna storiografica decennale, vol. I
Limina Mentis, Monza 2018
Pagine 177-183

Questo contributo alla sezione ‘Filosofia teoretica’ di un recente volume collettaneo è un abbozzo di quanto intendo pensare a proposito della metafisica, se gli dèi mi daranno tempo e salute.
Il testo è articolato nei seguenti paragrafi:

  • Il mondo è
  • Enti, eventi e processi
  • Mετά

Pdf del saggio

«La metafisica è una scienza trascendentale, nel senso che gli oggetti che indaga non possono essere accostati e colti direttamente ma emergono dalla pluralità di enti che compongono il mondo, lo spazio, il tempo, la materia; enti che anche altre scienze studiano e che la metafisica riconduce a unità di senso -diventando epistemologia- e a unità di struttura -diventando ontologia.
[…]
Metafisica non vuol dire soltanto dimenticanza della differenza ontologica, non è la verità come corrispondenza e rappresentazione, non è l’emergere esclusivo degli enti come orizzonte fondante della tecnica. Metafisica è anche il domandare che cerca le ragioni perenni del contingente. E pertanto ogni analisi, riflessione, ipotesi generale sul cosmo debbono essere metafisiche se non vogliono precludersi l’obiettivo stesso del loro costituirsi».

1 commento

  • agbiuso

    Ottobre 20, 2019

    Un articolo di Angelo Vulpiani uscito sul Manifesto del 20.10.2019 si intitola Perché non possiamo scavalcare le teorie. Ne consiglio la lettura integrale (è breve) e intanto trascrivo qui le sue conclusioni:

    “Dunque non convince la retorica su una presunta rivoluzione di cui finora, nonostante le dichiarazioni enfatiche, almeno nella ricerca di base non c’è traccia. L’idea di usare dati e algoritmi per fondare una scienza senza basi teoriche sembra in linea, in maniera allarmante, con la visione pragmatica ormai imperante negli atenei italiani e stranieri, in cui si privilegiano aspetti con finalità immediatamente pratiche a scapito di una solida formazione di base e soprattutto della possibilità di sviluppare senso critico. Ben vengano i «Big Data» e l’intelligenza artificiale, ma non illudiamoci troppo di fare scienza, almeno quella interessante, in maniera automatica: dobbiamo rassegnarci a studiare e farci venire qualche buona idea”.

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