
L’isolamento non esiste nel mondo dei saperi
il manifesto
19 novembre 2014
pag. 11
«Ninfe ed ellissi. Frammenti di storia della cultura tra Dilthey, Usener, Warburg e Cassirer», il libro di Giancarlo Magnano San Lio, per Liguori editore. Come si scardinano le polarità di apollineo e dionisiaco, caos e razionalità, conscio e inconscio.
- Tags:
- apollineo,
- biblioteca,
- Borges,
- Cassirer,
- Dilthey,
- dionisiaco,
- filologia,
- filosofia,
- Geisteswissenshaften,
- Ghirlandaio,
- Giancarlo Magnano San Lio,
- Il manifesto,
- Keplero,
- Naturwissenschaften,
- Nietzsche,
- Ninfe ed ellissi,
- razionalità,
- Rinascimento,
- storia dell'arte,
- storia della cultura,
- storia della filosofia,
- Usener,
- Warburg
3 commenti
Dinamismo - agb
[…] dell’importanza del saper disegnare, della padronanza di ogni tecnica pittorica e plastica. Come Aby Warburg, anche Boccioni raccolse in un Atlante della memoria molte riproduzioni di opere che vanno dalla […]
agbiuso
Caro Diego, hai colto molto bene quanto ho inteso dire in questa recensione e ciò che in generale sostengo a proposito del nostro stare immersi nel mondo.
Assai bella l’immagine del diventare tutt’uno con l’acqua che ci disseta. Sì, la conoscenza è esattamente questa sorgiva che mai smette di zampillare.
“Il bagliore ultimo è oltre il testo stesso”. È assolutamente vero. È quell’oltre che fa la Differenza.
Ordinatissimo quindi il tuo scrivere, del quale ti ringrazio, così come della rilettura di Temporalità e Differenza 🙂
diego
una recensione molto interessante, in generale anche la tua filosofia avversa ogni dualismo, seppur nella consapevolezza che senza «differenza» non possiamo nulla capire o anche concepire
il corpomente centro isotropo non puo’ certo conoscere a compartimenti stagni, sarebbe come se noi, abbeverandoci ad una sorgiva fonte, al termine d’una salita, non diventassimo tutt’uno con l’acqua che ci disseta, non fossimo coinvolti dal piacere del bere
è tutta un’unica esperienza, il conoscere e il vivere, e quando leggo un libro bello (sto rileggendo «Temporalità e Differenza») il testo e me stesso non sono più separabili, perchè il testo è diventato parte di me
è questa unità, secondo me, quella a cui spesso fai riferimento, caro Alberto, certo nel rigore di studi seri e completi come i tuoi, ma il bagliore ultimo è oltre il testo stesso, è il quel qualcosa che solo personagi come Colli e pochi altri sanno evocare
un po’ disordinato il mio scrivere, ma tu sai bene con chi hai a che fare, e porti pazienza