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Controllo

Trasparenza
Aldous, 17 luglio 2023
Pagine 1-2

Non c’è soltanto Black Mirror. Lo spettacolo delle distopie ambientate in un futuro molto vicino, un futuro che è già nelle tecnologie del presente, si esprime anche in altri modi. Ad esempio The Circle di James Ponsoldt è del 2017, sono trascorsi soltanto sei anni dalla sua uscita ma in questo lasso di tempo molte delle possibilità di cui parla, e che erano più o meno da venire alla fine degli anni Dieci, sono adesso realtà.
Sbandierato per anni come frontiera della dignità della persona, il diritto alla riservatezza viene progressivamente cancellato mediante dispositivi di controllo diventati pervasivi anche in nome di una sicurezza del tutto immaginaria e strumentale al dominio. L’autorità intende infatti entrare nei gangli più riposti della vita e dei corpi. Persino questo film del 2017 lo aveva capito. Molti contemporanei, invece, continuano a non vedere, fidandosi delle ‘autorità’ e della loro volontà di garantire «sicurezza e salute».
(Nel testo accenno, a proposito delle contraddizioni relative alla “privacy”, a una delle tante norme sconclusionate imposte negli ultimi anni dall’Università di Catania).

Negazionismi

Contro i negazionismi
in Dialoghi Mediterranei
Numero 47, gennaio-febbraio 2021
Pagine 519-527

La rivista Dialoghi Mediterranei ha pubblicato negli ultimi due numeri dei dossier dedicati al concetto di negazionismo. Nel mio contributo ho parlato delle varie forme di negazionismo relative all’epidemia in corso, tentando di far emergere la loro estrema pericolosità.
La redazione della rivista ha accompagnato il testo con alcune immagini di Maurits Cornelis Escher, scelta che ho molto apprezzato anche perché l’arte geometrica e insieme visionaria di Escher suggerisce che la realtà è assai più complessa rispetto a ogni forma di riduzionismo gnoseologico e politico. Che è quanto ho cercato appunto di sostenere a proposito dell’epidemia da Sars2. Il saggio comincia infatti in questo modo:

«Le modalità, le cause, gli effetti degli eventi contemporanei sono quasi sempre più complessi di come appaiano dalle notizie e interpretazioni della grande stampa, delle televisioni, dei social network. Uno dei compiti degli intellettuali – intendendo con tale termine coloro che cercano di pensare l’accadere in un modo non istintivo, non banale e non conformista e che abbiano strumenti per far conoscere il loro pensiero – consiste nel ricordare questa complessità all’intero corpo sociale, in modo che circostanze e problemi possano essere affrontati nel modo più profondo e fecondo possibile.
I mesi che ci separano dall’inizio dell’epidemia da Sars2 mostrano che questa funzione viene svolta soltanto in parte e in modo frammentario. Circostanza che ricorda ciò che negli anni Venti del Novecento Julien Benda ha definito trahison des clercs, ‘tradimento dei chierici’, dove i chierici sono, appunto, gli intellettuali. Tradimento anche della prospettiva universalista e olistica, capace di cogliere nel divenire complesso del mondo sia le identità sia le differenze, le evidenze e i labirinti, l’apparente semplicità e la reale complessità che sempre il mondo è.
È quanto sta avvenendo anche a proposito dell’epidemia da Sars2. A essere spesso negata è infatti la complessità dell’esistenza umana, ricondotta e ridotta soltanto alla sua immunità da virus. Di più: a un sogno di sicurezza totale e senza rischi che ovviamente non si dà in nessuna condizione del vivente.
L’esistenza viene per lo più ricondotta e ridotta alla sua dimensione soltanto individuale, alla salute illusoria del singolo corpo, che non tiene conto del fatto che l’essere umano vive di una intrinseca socialità, fatta di incontri, comunicazione, trasmissione, insegnamento, apprendimento attuati dal corpotempo che vive, agisce, comunica nello spaziotempo condiviso e reale.
L’esistenza è ricondotta e ridotta all’obbedienza acritica o a una altrettanto istintiva ripulsa di un potere che prende decisioni talmente gravi da mettere in discussione – ad esempio in Italia – la Costituzione della Repubblica, mantenendo a tempo indeterminato la condizione di asocialità, di miseria economica, di angoscia psichica nella quale il corpo collettivo va precipitando.
Un’esistenza nella quale la salute è un semplice fatto virale e non un evento complesso, costituito da dimensioni organiche, metaboliche, immunitarie, relazionali, psicosomatiche, temporali.
Un’esistenza che priva i ragazzi del sapere e del futuro, gli adulti della pienezza, gli anziani della compagnia che lenisce l’inevitabile morire».

Internet

Corporeità, sicurezza e potere in Internet
in Lessico di etica pubblica
Anno IX, numero 1/2018, a cura di Davide Sisto
Luglio 2018
Pagine 11-20

Indice
1. Intelligenza e computazione
2. Sicurezza
3. Rivoluzione e colonizzazione
4. Memorie permanenti e controllo digitale
5. Trasparenza
6. Algocrazia
7. Tecnocrazia e fede

Abstract
L’intelligenza è sempre del corpo. Uno dei limiti fondamentali di Internet è dunque la pura virtualità, il potere degli algoritmi, la sostituzione dello spessore complesso e carnale delle relazioni con il dato numerico e quantitativo. È dall’illusione che il mondo possa diventare digitale che nascono anche i gravi problemi di sicurezza dei quali il corpo sociale non sembra ancora essere consapevole, sia nei comuni utilizzatori sia nelle aziende. Si tratta di una trasformazione funzionale a una vera e propria metamorfosi del corpomente, una colonizzazione dell’immaginario che nasconde le relazioni di potere e le differenze sociali nell’uguaglianza dei soggetti virtuali. Memorie permanenti, controllo digitale, trasparenza e algocrazia delineano una costellazione di potere tra le più pervasive che le tecnologie abbiano generato.

Intelligence always belongs to the body. So, one of the fundamental limits of Internet is pure virtuality, algorithms’ power, the replacement of the complicated and carnal thickness of relationships with numerical and quantitative data. From the illusion the world can become digital, serious security problems of which the social body isn’t beware yet arise both in common users and in companies. It’a a transformation aiming at a real metamorphosis of bodymind, a colonisation of the Imaginary hiding power relationships and social differences in equality of virtual subjects. Permanent memories, digital control, transparency and algocracy outline one of the most pervasive power constellations technologies have ever created.

Sicurezza

Nei prossimi giorni parlerò in due occasioni dei rapporti tra Filosofia e Rete.

Giovedì 26.10.2017 dalle 15.45 alle 16.30 nell’Aula Magna del Disum terrò un dialogo con Alessandro Curioni dal titolo Prolegomeni a ogni futura sicurezza. L’incontro fa parte del IV Colloquio di ricerca del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania, dal titolo Presente e futuro della conoscenza.

Sabato 28.10.2017 alle 11.30 nell’Auditorium del Disum parteciperò al Linux Day 2017, con una relazione dal titolo Filosofia della (libera) sicurezza.

[Photo by Sergey Zolkin on Unsplash]

Privacy

Il business dei big data e della sorveglianza in nome della trasparenza
il manifesto
22 luglio 2017
pag. 11
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Siamo ancora qui e siamo i padroni del pianeta anche e soprattutto perché in milioni di anni l’Homo sapiens è riuscito a coniugare due caratteristiche: utilizzare i nostri sensi per percepire con estrema cura i suoni, gli odori, i movimenti dell’ambiente intorno a noi, in modo da evitare d’essere preda e diventare appena possibile predatori; coniugare i sensi con una tendenza immediata e pervasiva alla manipolazione degli oggetti e del mondo. A tutto questo abbiamo unito una formidabile capacità mnemonica, sia dei singoli sia della specie.
Anche per mezzo di tutte queste facoltà abbiamo costruito il mondo digitale e virtuale dentro cui miliardi di umani sono immersi ogni giorno e senza il quale non saprebbero più neppure immaginarsi.
Eppure questo mondo presenta dei rischi letali.

[Il titolo dell’articolo -poco corrispondente al contenuto del testo- non è mio ma è redazionale.
Photo by Matthew Henry on Unsplash]

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