Oscurantismi, censure, ortodossie
Contro il politicamente corretto
in I linguaggi del potere.
Atti del Convegno internazionale di studi
(Ragusa Ibla, 16-18 ottobre 2019)
A cura di Felice Rappazzo e Giuseppe Traina
Mimesis Edizioni, 2020, pp. 532
Pagine 25-35
Nell’ottobre del 2019 si svolse a Ragusa Ibla un Convegno i cui giorni furono splendidi per lo scambio scientifico e la condivisione tra amici in un luogo tra i più belli del Mediterraneo.
Come si vede dall’indice del corposo volume che ne raccoglie gli Atti, la relazione tra linguaggi e potere è stata in quest’occasione affrontata da prospettive diverse, feconde, disvelatrici.
Ribadisco la mia gratitudine agli amici e colleghi Rappazzo e Traina per avermi dato l’occasione di discutere in modo critico del Politically Correct, delle sue radici, dei suoi danni, dell’impoverimento linguistico e dunque sociale che produce.
Qualche mese fa avevo messo a disposizione il file audio del mio intervento, al quale aggiungo ora il testo pubblicato, che si divide nei seguenti paragrafi:
-Intellettuali, un tramonto?
-Umanitarismi vs marxismi
-Una globalizzazione politicamente corretta
-Politicamente spettacolare
-Un caso linguistico-culturale italiano
-Conclusione: λόγος – Linguaggio
- Pdf con la copertina, il colophon, l’indice generale, il testo del mio contributo al Convegno
- Pagina dell’Editore dedicata al volume
36 commenti
agbiuso
Condivido per intero questa riflessione di Salvatore A. Bravo (girodivite.it, 3.4.2024) dedicata al significato, alle radici e alle implicazioni di una assai bizzarra decisione dell’Università di Trento (o Trenta?):
Per genere unico
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All’Università di Trento, d’ora in avanti, gli incarichi saranno indicati tutti al femminile, anche se ricoperti da uomini.
Le parole del Rettore di Trento aprono a una nuova epoca, in cui i due generi scompaiono, in nome del genere unico:
“Nella stesura del nuovo Regolamento abbiamo notato che accordarsi alle linee guida sul linguaggio rispettoso avrebbe appesantito molto tutto il documento. In vari passaggi infatti si sarebbe dovuto specificare i termini sia al femminile, sia al maschile. Così, per rendere tutto più fluido e per facilitare la fase di confronto interno, i nostri uffici amministrativi hanno deciso di lavorare a una bozza declinata su un unico genere. Hanno scelto quello femminile, anche per mantenere all’attenzione degli organi di governo la questione”.
D’ora in avanti gli incarichi saranno indicati tutti al femminile, anche se ricoperti da uomini. Sulla novità bisognerebbe riflettere: ribaltare la logica tradizionale, in base alla quale si indicava col maschile generico “uomini e donne”, per poi declinare i generi al maschile e al femminile nel concreto, non significa riprodurre lo stesso sistema ritenuto colpevole di tutti i mali peggiorandolo notevolmente? Nella cornice del tempo segnato dal complesso di Telemaco, ovvero dalla nostalgia del padre e del maschile, quali archetipi positivi della legge e del limite etico, puntare ancora una volta alla scomparsa dei generi non può che comportare un senso di disorientamento…
La vituperata formula maschile per indicare il maschile e il femminile in sé non ha nulla di discriminatorio e punitivo, essa è la modalità con cui si indicavano con un nome declinato al genere maschile l’umanità tutta. Tutti uomini e donne sapevano e sanno che è legge grammaticale della lingua nazionale tale modalità espressiva. Voler eliminare un espediente grammaticale riconosciuto dalla lingua italiana e usato dal linguaggio comune con una soluzione che esclude in modo riparatorio per una discriminazione grammaticale che non c’è mai stata che progresso è?
Dinanzi a università e scuole sempre più irraggiungibili per ragioni economiche e culturali per ragazzi e ragazze delle classi subalterne porsi tali problemi di ordine linguistico induce a notevoli dubbi sull’efficacia del provvedimento. Molti ragazzi hanno difficoltà a pagare tasse e a trovare case in affitto a prezzi decorosi, ebbene il vero problema che ormai si elude è che la vera discriminazione è di ordine sociale, è il censo che sempre più spesso determina il futuro dei singoli. Non si sollevano dubbi, non ci sono proteste coordinate tra accademici e studenti per la giustizia sociale. Giustizie è riconoscere i generi, rispettare il merito delle persone e consentire come Costituzione italiana decreta e afferma la possibilità per i capaci e meritevoli di frequentare le Facoltà universitarie e le scuole in base all’indole personale.
Tutto questo sembra scomparso dalla politica e dai luoghi del sapere. Si potranno chiamare tutti gli incarichi al femminile ma le vere ingiustizie restano nel silenzio generale. Un’ ultima osservazione ci sono parole al femminile che indicano anche gli uomini. Umanità e persona sono due esempi rilevanti, cosa dovrebbero fare gli uomini? Dovrebbero intervenire per contestarne la validità? Si spera di “no”, in quanto la lingua italiana sta soffrendo per l’aggressione anglofona e per lo studio superficiale di cui è oggetto nelle scuole. Il declino di un popolo e di una civiltà lo si legge nella involuzione della sua lingua e nell’uso sempre meno comunitario e sempre più strumentale a scopi specifici. Su tutto questo una nazione dovrebbe interrogarsi per capire la direzione che sta prendendo. Dovremmo tutti riflettere sull’art. 34 della Costituzione:
“La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.
Woke - agb
[…] correct, cancel culture e wokismo (stadio estremo del politicamente corretto, apparso dal 2012-2013) sono accomunati dal rifiuto programmatico della logica argomentativa alla […]
agbiuso
Credo che sarebbe opportuno, e sufficiente, far pagare a queste persone il recupero dei monumenti e dei luoghi danneggiati. Sino all’ultimo euro. Si estinguerebbero.
agbiuso
“Né Huxley, né Orwell né Dick sono in grado di starle dietro. Manca loro il passo grottesco per descrivere tutto questo, manca lo sguardo assorto e incantato sulla idiozia umana. […]
È ormai evidente: l’anima vibrante del transumanismo è il subumanismo”.
L’ETÀ PORNOVITTORIANA
Davide Miccione
Avanti! – 12.2.2023
agbiuso
Elon Musk: worse than Hitler.
In which Titania tries to keep things in perspective
By Titania McGrath, The Critic, December/January 2023
It is no exaggeration to say that Elon Musk’s annexation of Twitter is the most terrifying development in recent history. Only a fascist would seek to impose free speech on humanity.
This is why there has been such a chorus of execration from left-wing commentators, celebrities and influencers. On the day that Musk seized control of Twitter, Washington Post columnist Taylor Lorenz noted that it was “like the gates of hell opened on this site tonight”. Charlie Warzel in The Atlantic wrote that there was “an apocalyptic feel to the ordeal”.
But it was the Independent that really grasped the full gravity of this moment. Its headline read — “RIP Twitter, 2006-2022: Dead at the Hands of Elon Musk”. It is a testament to the cool-headed stoicism of left-wing journalists that they have managed not to overreact.
I also am trying my best to keep matters in perspective, but Musk’s takeover of Twitter is far worse than anything Hitler ever did. I do not approve of mass genocide, but it pales in comparison to providing a social media platform where Eddie Izzard might be misgendered.
The whole point of Twitter is to ensure that the masses aren’t exposed to wild conspiracy theories. If tweets aren’t censored, people might start to think that Covid-19 could have originated from a lab in Wuhan, or that there was something dodgy on Hunter Biden’s laptop.
Musk has argued that Twitter ought to be a place where all political viewpoints can be aired. But keeping people informed can have dire consequences. Democracy has no chance of working properly if people keep insisting on voting for the wrong candidates.
Like many on the left, I have decided to delete my Twitter account in protest. Musk won’t know what hit him. Without my wisdom on the platform, the company will soon collapse into oblivion. There will be an outcry, share prices will plummet, and Musk will come begging for me to return. But I shall stand firm.
Come to think of it, maybe I should wait until next week to delete my account. I’ve got a book to sell.
Platone e la morale - Dino Valle
[…] dei moralisti, che è sempre stata tra le peggiori sue forme. Un’aggressività che trova nel politicamente corretto il proprio luogo di elezione. Sino a instillare e instaurare l’obbligo di credere alle più […]
Platone e la morale - Come Don Chisciotte
[…] dei moralisti, che è sempre stata tra le peggiori sue forme. Un’aggressività che trova nel politicamente corretto il proprio luogo di elezione. Sino a instillare e instaurare l’obbligo di credere alle più […]
agbiuso
Analisi sintetica, molto chiara, del tutto condivisibile:
Il capolavoro delle élites dominanti
Giuseppe Masala, 4.11.2022
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E oggi è toccato a Roma: tre gretine hanno imbrattato “Il Seminatore” di van Gogh.
Un tempo i giovani erano motore di cambiamento e le idee giuste o sbagliate che fossero erano generalmente spontanee.
Ora in epoca di incapsulamento totalitario anche le idee alternative sono fornite dalle élite dominanti innescando rivoluzioni di cartapesta.
Guardateli i Gretini, protestano per avere meno pane, meno acqua, meno energia, meno mobilità, meno sanità.
Si battono per il loro impoverimento cronico e per il big business del green new deal ovvero l’arricchimento delle élites con un nuovo ciclo di speculazione capitalistica.
La von der Leyen ride spostandosi in aereo da Vienna a Bratislava (50 km di distanza) consumando come 100mila congolesi in una vita. Così come Bezos e Gates alla fine del Cop27 sul clima si recano in aereo privato nell’Egeo dove era pronto uno yacht per una mega festa (lontano da incursioni di qualche gendarmeria) e consumando come tutto il popolo somalo in una vita.
Il capolavoro delle élites dominanti: grazie al marketing politico sono riusciti a convincere i poveracci che impoverirsi è giusto magari fino alla consunzione”.
agbiuso
Segnalo due attente e profonde riflessioni sull’ideologia distruttiva delle parole, dei significati e della realtà. Ne riporto alcuni brani e indico dove leggere per intero i testi dai quali sono tratti.
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“L’ultima forma di resistenza proposta dalla storia è probabilmente la più subdola e più volgare. Si chiama ‘resilienza’.
Il termine è nato nella scienza dei materiali per descrivere la quantità di stress che un materiale può sopportare prima di rompersi, ma nel quadro sociale ed economico è diventato un valore necessario e si è trasformato in un’ideologia.
Non si basa sul perseguimento di uno scopo, né su un principio deterministico, né su una valutazione di ciò che è nei limiti delle possibilità umane e di ciò che ne è al di fuori.
Ha la sua origine nella dottrina del TINA, (There Is No Alternative) e nel concetto di flessibilità.
Poiché nel tardo capitalismo tutto deve cambiare affinché niente cambi, è necessario che il sistema si espanda nello spazio (globalizzazione) e nel tempo (high-speed society), gli esseri umani devono cambiare continuamente il modo in cui producono e consumano e adeguare la loro vita individuale e sociale secondo la produzione ed il consumo.
Nella misura in cui il capitalismo si è rimodellato sulla dottrina dello shock e del disastro (Klein), adottando una governance di emergenza permanente, è necessario che il valore morale proposto dalle istituzioni e accettato dall’uomo comune, consumatore e dal proletario, sia resilienza, la capacità di adattarsi e sopportare senza uno scopo reale, senza alcun vantaggio, senza un disegno o una provvidenza sottostante, senza fare domande e senza protestare”.
Giuseppe Sapienza, Tassonomia della resistenza, Aldous, 15.10.2022
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“Alla protesta anche fisica contro gli eccessi del capitalismo e gli elitismi della democrazia si sostituiva la geremiade del linguaggio inclusivo. Il mirino passava dai rapporti di forza alle questioni sintattiche, dalle costruzione di un fronte coeso di esclusi alla frammentazione di mille soggettività intente tutte a circoscrivere attentamente il proprio spazio vitale. I pericolosi “proletari” si fanno esangui lamentosi segnalatori di ogni offesa a una visione del mondo che non tollera alcuno strappo. Una perfetta utopica giustizia domina su ogni cosa tranne che sulle “cose vere”, quelle che esistono per tutti indipendentemente da quanto siano delicate le nostre coscienze: fame, inquinamento, ignoranza, immobilismo socioeconomico eccetera.
La natura di simulacro della correttezza politica, utile al blocco della pensabilità del mondo e della costruzione di un vero dibattito democratico, apparirà evidente se solo si pensi a come questa ossessione per l’offesa subita sia immediatamente scomparsa di fronte all’esigenza della costruzione violenta, artificiale e artificiosa di una categoria (i no vax) e alle numerose e volgari offese di cui essi sono stati fatti oggetto, perlopiù proprio dai rappresentanti di quella cultura progressista che tanto lacrima per le sensibilità di ognuno.
La correttezza politica abitua le persone a pensare, in una inquietante inversione storica, che la democrazia sia l’opposto di quello che dovrebbe essere: non il sistema in cui si parla di tutto ma quello in cui non si parla di nulla”.
Davide Miccione, Quel che non si può più dire, Avanti!, 17.102022
agbiuso
Barbari.
Propaggini del politicamente corretto e ulteriore segnale dell’odio dell’Europa per se stessa.
agbiuso
Mi è stato segnalato questo foglio apparso nei corridoi dell’Università di Padova: incomprensibile nel lessico per l’uso barbarico della cosiddetta “Ə”, catastrofista e apocalittico nei contenuti.
E chi lo ha redatto si presenta come “scienziato” 🙂 🙂
Il politicamente corretto e il covid stanno pericolosamente cancellando ogni spirito scientifico.
agbiuso
Il caso parla da sé.
agbiuso
Da twitter, 11.8.2022
agbiuso
A dimostrazione che il politicamente corretto induce non soltanto pensieri e linguaggi assai sciocchi ma produce anche crimini molto gravi, in questo caso dei veri e propri orrori.
Fonte, Le Figaro
Cfr. anche: Plus de 1.000 enfants ont été violés et exploités sexuellement pendant 30 ans à Telford (G-B) par des gangs de Pakistanais. Les autorités ont “ignoré” ces abus “par crainte d’être perçues comme racistes”, révèle une commission d’enquête
agbiuso
“So the time has come to put an end to comedy once and for all”
in Laughter is a fascist hate crime. Dave Chappelle had it coming
di Titania McGrath
The Critic, June 2022
agbiuso
Coerenza e arroganza dei virtuosi, degli inquinatori ecologisti.
agbiuso
Un’ottima sintesi del politicamente corretto, delle sue patologiche bizzarrie.
agbiuso
Il politicamente corretto contro la filosofia.
agbiuso
Un intervento di Antonello Piroso sugli effetti paradossali del politicamente corretto e soprattutto della metamorfosi di ciò che chiama se stessa ancora sinistra.
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Cari amici, vicini e lontani, della sinistra (chiunque voi siate: nel senso che non mi è chiaro quante e quali sinistre ci siano oggi in Italia, ma transeat), capisco vi sentiate “sinistrati”, dopo l’intervenuta “tagliola” sul ddl Zan, ma vorrei provare a sottoporvi alcuni spunti di riflessione.
1. Vi siete impossessati dello slogan “legge e ordine”, tipicamente di destra. Norme, sempre più norme, che dovrebbero garantire una più efficace repressione dei comportamenti criminali o criminogeni. Per capirci, con un esempio necessariamente grossier, prendiamo l’omicidio, art. 575 del codice penale: “Chiunque cagiona la morte di un uomo è punito…”. Lo disciplinano anche altri articoli che aumentano la pena, se sussistono la premeditazione o le cosiddette aggravanti (assassinio per motivi “futili e abietti”, la compresenza di “sevizie” o “crudeltà” ecc).
2. Ad un tratto, però, si è ritenuto che tutto questo non bastasse più, e si è iniziato ad inasprire ulteriormente le sanzioni in caso di determinate vittime. Come? O con l’introduzione di articoli bis, ter e quater, o con leggi ad hoc. Muore, o è vittima di brutalità o discriminazioni, un nero, un ebreo, un sionista, un arabo, un musulmano, e, perchè no, un “terrone”? Ecco la norma nuova di zecca sul delitto compiuto per motivi di odio etnico-razziali, nazionali, religiosi.
3. Stesso format con l’omicidio stradale (da colposo in volontario, con molti dubbi su estensione e campo di applicazione), nonchè con la legge sul cosiddetto femminicidio, un pigro mantra come se fosse in atto uno sterminio del genere femminile da parte di maschi desiderosi di annientarlo, e non casi -sempre troppi, terribili e dolorosi- di donne uccise da uomini che non meritano neppure di essere definiti tali.
4. Quindi ci si è preoccupati dei comportamenti esecrandi, vili e sadici verso omosessuali e lesbiche, cui poi si sono aggiunti i trans, e poi i queer, gli asessuali, con la proliferazione dell’acronimo da Lgbt a Lgbtqia+ etc, da sanzionare anch’essi con prescrizioni apposite.
5. La domanda sorge spontanea: quante e quali altre tipizzazioni delle vittime di violenza e omicidio vanno previste? Quali categorie andranno vieppiù protette? Se i minori sono tutelati, come la mettiamo per esempio con gli anziani? Immaginando il geriatricidio? E perchè fermarsi agli umani? Che fare con soppressione e maltrattamenti dei nostri amici animali? Ci sono già gli articoli 544 bis e ter, però attenzione: non distinguono tra animali domestici e quelli allo stato brado, mettendo sullo stesso piano cani e gatti di casa, con orsi, lupi e cinghiali…
6. Manette agli evasori, spazzacorrotti, codice degli appalti, codicilli, editti, pandette e grida manzoniane. Massì, facciamo vedere che abbondiamo. Un aumento dei precetti penali, però, non comporta una diminuzione dei reati. Fosse così, avrebbero ragione i sostenitori della pena di morte. Che non è mai stato un deterrente, mentre semmai lo è la sua abolizione. Potete verificare voi stessi sul sito NessunotocchiCaino.it: “Un rapporto ha esaminato i tassi di omicidio in 11 paesi che hanno abolito la pena capitale, constatando che dieci di essi hanno registrato un calo di tale reato nel decennio successivo all’abrogazione”.
7. Vogliamo stigmatizzare lo spettacolo “indecoroso e degradante”, “gli applausi e quell’orrido tifo da stadio” intervenuti alla proclamazione del risultato sul ddl Zan? Facciamolo pure, ma evitando di fare i sepolcri imbiancati: sottintendere, o sostenere, che questo dimostrerebbe la consustanziale omofobia della destra (vi do una notizia: esistono gay pure lì) significa cercare di lanciare la palla in tribuna per occultare la sconfitta politica incassata, a colpi di franchi tiratori (a sinistra). Chi a destra si è lasciato andare a sgradevolezze, lo avrebbe fatto su qualsiasi altra mozione sostenuta dalla sinistra e bocciata dopo mesi e mesi di martellante campagna propagandistica a favore. L’incivile scompostezza dei politici, nelle aule parlamentari o fuori, è trasversale, e non è una novità. I resoconti parlamentari sono pieni di sguaiatezze, “risse”, “urla”, “applausi”, “cori” registrati nell’emiciclo e dintorni, fin dal 1949 per l’adesione dell’Italia alla Nato: si vide un cassetto volare da una parte all’altra dell’aula. Senza dimenticare le scuse tardive, vedi Luigi Di Maio, il balcone, l’esultanza, l’abolizione della povertà: “Sbagliai il gesto e le parole”.
8. Ultimo, ma non in ordine d’importanza. Il segretario del Pd Enrico Letta, nel commentare la debacle, è ricorso ai toni apocalittici: “Hanno voluto fermare il futuro”. Nientemeno. C’è da chiedersi: qual è invece il futuro di lavoro, previdenza, sanità, insomma, qual è il posto riservato a sinistra per i diritti sociali? Non è una provocazione, e non intendo certo declassare quelli civili, contrapponendoli ai primi. Ma è questione urticante. Lo certifica questo testo del dicembre 2017: “La motivazione fondamentale, e ufficiale, della rottura tra il movimento di Giuliano Pisapia e il Pd è stata la mancata tempestiva calendarizzazione in Parlamento dello ius soli, un argomento importante, una battaglia di civiltà, ma, rispetto alle questioni aperte, alquanto circoscritto”. Circoscritto. Continuiamo: “Anche in questo caso si conferma una singolare inversione di priorità nelle politiche della sinistra: i diritti civili ormai prevalgono su quelli sociali, che hanno sempre meno spazio nei programmi”. Però. Andiamo avanti: “Questo mutamento è evidente da quando a sinistra si è affermata la linea più liberale che socialista della “terza via”: i diritti (individuali) civili sono diventati centrali nella strategia di sinistra e di fatto la loro rivendicazione è diventata un alibi, una sorta di copertura, rispetto al fatto che le problematiche sociali venissero, se non abbandonate, lasciate sulla sfondo”. I diritti civili come alibi. Conclusione: “Così facendo si ponevano le premesse per una rinnovata contrapposizione con la destra conservatrice su basi diverse rispetto al passato e per l’acquisizione del consenso dei ceti medi cosiddetti “riflessivi”. Ma al tempo stesso si minava alle radici il rapporto tradizionale tra sinistra e ceti popolari”.
9. Su che giornale o sito di destra è comparsa tale critica analisi? Nessuno.
10. Le ritrovate sul web all’indirizzo nens.it, Nuova economia nuova società, il centro studi fondato da Vincenzo Visco e da Pier Luigi Bersani. Non riesco a immaginare qualcuno più a sinistra di lui (senza offesa).
agbiuso
Sulla triste scelta linguistica della Scuola Normale Superiore di Pisa.
agbiuso
Il “benvenuto” rivolto ad “allievə e ex allievə” scritto in questa strana grafia -probabilmente tratta da qualche erudito studio su antiche civiltà italiche- è stato rimosso da @scuolanormale.
Speriamo che si torni all’italiano contemporaneo.
agbiuso
L’ossessione del Me Too non lascerà tranquillo nessun maschio molto noto (e poi tutti gli altri).
Anche in questo caso opera il piano inclinato del politicamente corretto.
Un’accusa relativa a presunti eventi di 56 anni fa denunciati OGGI quale credibilità può avere?
Ma per il Politically Correct tutto serve alla causa, anche a costo di distruggere la vita delle persone.
agbiuso
Lo spirito statunitense (detto anche “americanate“) soffoca ogni buon senso.
La rivolta contro il sessismo dei cavi audio. Jack “maschio” e “femmina” politicamente scorretti
HuffPost, 10.7.2021
Questo il politicamente corretto commento di un amico:
«Chissà quant* jack hanno una percezione del proprio genere diversa dal sesso biologico “assegnato” per convenzione sociale e intendono vivere quella percezione senza essere obbligat* a un percorso di transizione presso il ferramenta. In attesa della legge Zan e del self-id generalizzato, l’utile decisione segnalata dall’articolo rimuove una fonte di sofferenza per tant* jack»
agbiuso
Ma, in italiano, “benvenuti a bordo” è un chiaro segno di maschilismo, rispetto a “benvenute a bordo”.
Propongo di pronunciare così il saluto: “Benvenut asterisco a bordo’.
(Il nostro tempo è sempre più segnato da fanatiche follie).
Lufthansa non saluterà più i passeggeri con “signori e signore”. “Non è inclusivo, importante tenere in considerazione tutti”
il Fatto Quotidiano, 14.7.2021
agbiuso
Donna, di madre indiana, di padre giamaicano, democratica, contraria all’immigrazione di massa.
Per il politicamente corretto è imbarazzante.
agbiuso
Sembra che in GB si voglia vietare l’utilizzo della parola “madre”. Una soluzione alternativa e coerente con il Politically Correct sarebbe -quando a partorire sarà un maschio- utilizzare “madro” oppure “mammo”.
agbiuso
Può accadere persino di concordare con Enrico Mentana:
agbiuso
Per quanto disprezzi il politicamente corretto in quanto subdolo e radicale nemico di ogni intelligenza e libertà, per quanto mi aspetti sempre il peggio da tale ideologia oscurantista, questi liberali statunitensi, questa destra così profonda, riescono sempre a sorprendermi.
agbiuso
Paradossi, insensatezze, gravi conseguenze del politicamente corretto applicato alla questione del genere/sesso:
L’intervista a Marina Terragni: «Zan ha il terrore di noi femministe. Fermiamo la sua legge liberticida»
La Verità, 25.4.2021
agbiuso
Le Università statunitensi vanno diventando «théâtres d’une restriction sans précédent de la liberté d’expression, au nom de la défense des minorités et d’un nouveau “droit à ne pas être offensés”».
Ne parla Alessia Lefébure su éléments, 16.3.2021
La liberté académique des enseignants est-elle en danger sur les campus américains ?
agbiuso
Ci si chiede a volte come sia stato possibile per secoli in Europa un Indice dei libri proibiti.
Ci si chiede a volte se sarà davvero possibile la distopia raccontata in Fahrenheit 451 , il rogo politico e sistematico dei libri.
Ci si chiede come sia stato possibile nella civile Germania l’avvento del Nazionalsocialismo.
Ecco come è stato possibile: in nome dei valori, in nome del Bene e del Male.
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Amazon quietly ends sales of books it labels ‘hate speech’
Retail giant made policy change sometime prior to purging from its store “When Harry Became Sally,” a book criticizing transgender ideology.
agbiuso
L’account twitter del sito francese Boulevard Voltaire è stato chiuso perché «enfreint les règles de Twitter […] relatives à la violence explicite et au contenu pour adultes dans les images de profil». La ragione? L’immagine del profilo, che raffigura un dipinto assai famoso di Eugène Delacroix La liberté guidant le peuple,
I segni di un odio sempre più profondo verso la libertà si stanno moltiplicando in modo inquietante. Emendare un simile dipinto è infatti significativo non soltanto dell’ignoranza dei censori ma anche dell’impulso totalitario del Bene, nemico da sempre di ogni cultura. Si chiama Inquisizione.
agbiuso
Da Trump all’Europa, dal politicamente corretto all’epidemia, «les mots n’ont plus de sens aujourd’hui, parce que ceux qui les emploient sont incultes».
« Internet n’est pas un espace de liberté, mais un espace de flicage, d’ordures verbales et de tout à l’égo »
Alain de Benoist, éléments, 26.1.2021
agbiuso
Un deputato del Congresso degli Stati Uniti d’America conclude la sua preghiera aggiungendo alla parola amen la parola awomen, in modo da evitare discriminazioni di genere :-))))
Un caso in cui il politicamente corretto mostra di sgorgare dritto dritto dalla più crassa ignoranza.
Amen and awomen (YouTube)
agbiuso
In difesa di Letizia Battaglia, contro l’ennesima manifestazione della barbarie politicamente corretta, del cinismo politico, del bigottismo.
Rolling Stone, 22.11.2020
agbiuso
TRA CISGENDER E FAMIGLIE ARCOBALENO ARRIVA IL DIZIONARIO DELLA NEOLINGUA
di Francesco Borgonovo (La Verità, 10.11.2020)
È stata l’indimenticabile antropologa Ida Magli, una delle più autorevoli e coraggiose intellettuali italiane di ogni tempo, a spiegare che il politicamente corretto è «l’obbligo di acquisire, attraverso le norme linguistiche, un sistema di giudizio non corrispondente alla realtà – alla realtà così come viene automaticamente percepita».
Secondo la studiosa, il politicamente corretto costituisce «la forma più radicale di “lavaggio del cervello” che i governanti abbiano mai imposto ai propri sudditi», proprio perché esso agisce a partire dal linguaggio. «La corrispondenza pensiero-linguaggio», continua la Magli, «è infatti praticamente automatica. Inserire una distorsione concettuale in questa corrispondenza significa impadronirsi dello strumento naturale di vita cui è affidata la specie umana: l’adeguamento del sistema logico-cerebrale alla percezione della realtà nella formulazione linguistica dei concetti, impedendone così qualsiasi cambiamento e trasformazione».
In buona sostanza, modificando il linguaggio si modificano i pensieri delle persone, e in questo modo si cambia radicalmente la loro percezione del mondo esterno, sostituendo alla realtà una costruzione artificiale e artificiosa.
Se pensate che queste siano soltanto le elucubrazioni da intellettuali con la vocazione al complottismo, forse dovreste dare un’occhiata alla nuova edizione del celebre dizionario italiano Devoto-Oli, pubblicato per la prima volta nel 1967.
Ieri Repubblica ha dedicato una paginata gonfia d’entusiasmo agli aggiornamenti messi a punto dai gallonati curatori, tra i quali il linguista Luca Serianni e Biancamaria Gismondi, caporedattrice della redazione lessicografica.
È stata proprio quest’ultima a rilasciare alcune dichiarazioni abbastanza inquietanti: «Il nostro impegno», ha detto, «è di rappresentare la lingua nel modo più completo e politicamente corretto».
Un atteggiamento condiviso da Serianni: «In questi anni», ha spiegato l’accademico, «abbiamo prestato attenzione a una serie di cambiamenti sociali e culturali: dalle questioni di genere alle discriminazioni razziali, dalle tematiche ambientali all’impatto della tecnologia sulle nostre vite».
È dunque in ossequio al «politicamente corretto» che, tra i 600 neologismi inseriti nella nuova edizione, compare anche la parola «cisgender», che indica una «persona la cui identità di genere coincide con il sesso attribuito alla nascita».
Ecco un esempio concreto di costruzione artificiale che sostituisce la realtà. Il termine «cisgender», particolarmente sgraziato, si riferisce a un uomo che si senta uomo o una donna che si senta donna. Cosa che dovrebbe rappresentare la norma. E invece tale norma viene derubricata a «un caso fra tanti», viene riscritta in base a un’ideologia (quella Lgbt, per la precisione).
Quel che era appunto «normale» e facilmente comprensibile attraverso l’osservazione, perde il suo carattere di immediatezza. Diventa «mediato», cioè viene «corretto» da una visione politica, riadattato in base ai dettami del pensiero dominante.
Creando una nuova parola, si crea un nuovo modo di pensare e di interpretare il mondo: la realtà viene fatta passare attraverso il filtro politico. Ovviamente, nel Devoto-Oli di fumisterie arcobaleno ce n’è per tutti i gusti: genderqueer, genderless, gender neutral… Un bel campionario di burocrazia applicata alla sessualità.
Tra le altre novità di cui i curatori del dizionario sono particolarmente orgogliosi ci sono poi i cambiamenti a cui è stata sottoposta la definizione di «famiglia». Ecco che cosa si legge sul vocabolario: «Nucleo sociale rappresentato da due o più individui che vivono nella stessa abitazione e, di norma, sono legati tra loro col vincolo del matrimonio o da rapporti di parentela o di affinità». Qui, invece, l’esistenza della norma viene riconosciuta, salvo poi essere artificialmente ampliata in ossequio alla retorica Lgbt. Curiosamente, tra l’altro, questa «nuova» definizione di famiglia confligge in maniera piuttosto netta con quella fornita dalla Costituzione, la quale «riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio».
I curatori di Devoto-Oli, per non farsi mancare niente, hanno voluto inserire nel dizionario le locuzioni «famiglia arcobaleno» (la famiglia «formata da due genitori dello stesso sesso») e «famiglia di fatto» (quella «formata da due persone non sposate e da eventuali figli»). Inoltre, spiega la caporedattrice Gismondi, «abbiamo eliminato il concetto di famiglia uguale “prendere moglie”, retaggio di un tempo in cui l’uomo era il capofamiglia». Nella prossima edizione del vocabolario, conclude la curatrice, assisteremo a una coraggiosa operazione antisessista. Verrà infatti inserito «il femminile di carpentiere», giusto per fare un inchino al femminismo lessicografico.
Ironia a parte, funziona esattamente come diceva Ida Magli: si cambia il linguaggio per cambiare la realtà. E all’improvviso un autorevole vocabolario italiano diventa il dizionario della neolingua.