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Epistemologia / Animalità

Epistemologia / Animalità

Per una etoantropologia
in Etica & Politica / Ethics & Politics, anno XXII, 2020, numero 1
Aprile 2020
Pagine 33-47

Forse è arrivato il momento per tutte le scienze di andare oltre il paradigma antropocentrico che accomuna creazionismi e tecnologie, che coniuga religioni e scientismi, per volgersi verso un più ampio paradigma etoantropologico consapevole del limite delle risorse della Terra e della profonda relazione che tutti i suoi abitatori intrattengono tra di loro, come singoli, come società e come specie.

Indice
Paradigmi
Etologia
Un caso empirico: la vivisezione
La fallacia antropocentrica

Abstract
The anthropocentric paradigm has been showing for a long time its own fallacies, weaknesses, limitations. A truly scientific attitude takes note of this crisis and is directed towards broader perspectives, capable of understanding the deep link between all living beings and the environ-ment. Innatism, temporality, relationship, measure are some of the main elementsof a new and necessary etho-anthropological paradigm.

[Foto di Vlado Pirsa]

 

1 commento

  • Pasquale

    Aprile 27, 2020

    Anche per questo non ha senso l’ossessione comparatistica per la quale l’intelligenza animale viene intesa come una categoria unitaria e confrontata sempre e soltanto con l’intelligenza umana, come se quest’ultima costituisse il criterio assoluto, il parametro sul quale misurare ogni altra abilità cognitiva.
    Basterebbe osservare che anche tra gattini e cagnolini l’intelligenza non è un monolite ma una modulazione di frequenza. Osservo le api e gli insettini in terrazzo e mi pare evidente che mi scrutano per capire se sono una sassifraga in fiore o un pezzo di ciccia non commestibile perchè non predigerita dai batteri né cotta se mai in padella, cosa che alle vespe gusta. Il ragno attaccato al muro teme l’aspirapolvere e scappa, non so perchè, ma scappa. Se casca nella vasca e lo faccio salire su un foglio di carta per sistemarlo in un vaso fuori, si lascia fare. Ma me si tace perchè intende bene ma non sa andar oltre.
    Però basterebbe guardare fuori di sè un po’ con umiltà, senso della misura di cui non siamo la misura, per afferrare l’idiozia del complesso di Adamo. Taccio taccio taccio

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