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Sul Dio abramitico

Sul Dio abramitico

Mente & cervello 123  – marzo 2015

 

«Violento, arrogante, intollerante con i nemici, benevolo solo se blandito con offerte e atti di sottomissione. Non è il ritratto di un bullo di quartiere ma di un dio, anzi del Dio onorato dalle religioni del Libro, ebraismo, cristianesimo e islam» (P.E.Cicerone, p. 26). È quanto emerge dall’analisi del monoteismo condotta da Hector A. Garcia nel suo libro Alpha God. The Psychology of religious violence and oppression (Prometheus Books, 2015, pp. 287).
E in effetti basta leggere la Bibbia, leggerla davvero per ciò che vi è scritto e non tramite filtri allegorici o pregiudizi di fede, per comprendere che il Dio degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani è un Dio violento: «Lo scrittore Steve Wells si è preso la briga di contare quante sono le persone uccise da Dio durante tutta la narrazione e si arriva alla cifra di 24 milioni. Per avere un riferimento, le persone uccise da Satana nella stessa narrazione sono 60» (Garcia, p. 27); Hitler e Stalin messi insieme non arrivano a un tale successo.
Il Dio degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani è un Dio che ama l’ignoranza: «Una delle mistificazioni trasmesse dalla fede è l’idea che la conoscenza sia un peccato: le religioni tendono a sopprimere la cultura, il pensiero critico» (30).
Il Dio degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani è un Dio vanitoso (e antispinoziano): «In effetti è curioso pensare che un essere morale e onnipotente richieda rispetto: il rispetto è una conferma del proprio potere, di cui potrebbe avere bisogno un maschio dominante. Ed è uno dei modi con cui è gestito il potere nelle gerarchie maschili, perché implica che la posizione dominante possa essere assunta da qualcun altro, e che sia necessario impegnarsi per mantenerla» (29).
Il Dio degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani è un Dio inquinante e nemico della Natura: «In una religione di questo tipo l’uomo è visto come colui che deve dominare le altre forme di vita piuttosto che instaurare con esse un rapporto egualitario» (31).
Il Dio degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani è quindi un Dio maschio alfa, «e quando nella religione si fa strada la psicologia del maschio dominante, combattere la violenza diventa impossibile. Come si fa a contrastare la volontà dell’essere più potente dell’universo? Come si esprime il dissenso, quando andare contro il volere di dio è considerato blasfemia?» (28). Bisogna ricordare che il comandamento mosaico del ‘Non uccidere’ si riferisce «ai membri della tribù, della comunità, non all’umanità in generale»; e infatti «la Bibbia è piena di stragi, rapimenti, stupri. Nel Nuovo Testamento la violenza è meno presente, ma accanto agli inviti alla mitezza non mancano minacce contro i non credenti. […] D’altronde la Chiesa ha sempre combattuto  e sterminato popolazioni in nome di Dio. Pensiamo a quello che è avvenuto in Sud America con i conquistadores» (28-29). Stragi, genocidi, guerre, torture non costituiscono comportamenti ‘da deboli peccatori’ ma rappresentano il modo più coerente di essere ebrei, cristiani e musulmani.
Anche le religioni animistiche e politeistiche presentano alcuni caratteri violenti ma essi sono del tutto incommensurabili con ciò che ebraismo, cristianesimo e islam hanno generato: «Le religioni più antiche sono state religioni politeistiche con divinità di entrambi i sessi, spesso ispirate a fenomeni naturali. Più avanti l’organizzazione delle società è diventata più complessa, i sistemi di potere hanno sentito l’esigenza di tutelarsi, e così in Medio Oriente è nato il monoteismo, da cui poi si sono evolute le religioni abramitiche» (26-27).
Capisco che leggere simili affermazioni può risultare disturbante ma è dalla Bibbia che scaturisce l’abominio. Bisogna comunque riconoscere che se tutto questo è stato ed è ancora possibile è anche perché «la religione, in particolare le sue tendenze oppressive, è radicata nel nostro passato evolutivo profondo» (27). Forse possiamo difenderci dalle più disastrose conseguenze di tale eredità filogenetica, dalla demenza monoteistica, con gli stessi strumenti con i quali è possibile difenderci dall’Alzheimer: «La lettura, l’apprendimento e il gioco accrescono la cosiddetta riserva cognitiva, che permette di rallentare il declino cognitivo e il rischio di demenza. D’altra parte la pratica di un’attività fisica regolare favorisce la liberazione di molecole dette neurotrofine e la produzione di nuovi neuroni -o neurogenesi- che contribuiscono allo sviluppo di questa riserva cognitiva» (L.Buée, 78-79).
M&C_123_marzo_2015I giovani europei che lasciano le loro vite per entrare nell’ISIS o in analoghe organizzazioni -come Boko Haram allo scopo di imporre mediante lo sterminio delle esistenze altrui la verità secondo cui «Allah è l’unico Dio e Maometto è il suo profeta»; allo scopo di distruggere i resti di millenni di civiltà politeistiche e animistiche; allo scopo di rinunciare per sempre alla libertà del corpomente; tali giovani avrebbero tutto da guadagnare da qualche conoscenza filosofica e storica in più, da qualche esercizio fisico nello spazio libero della natura. Quello spazio che il Dio degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani contrae sino alla propria piccola persona.

7 commenti

  • agbiuso

    Dicembre 31, 2016

    Dei simpatici giovani milanesi di origine egiziana mostrano che per essere liberi bisogna abbandonare le consuetudini di una religione immonda come l’Islam. Naturalmente, la stessa cosa bisogna fare con un’altra religione -il cristianesimo. che è diventata un po’ meno immonda soltanto perché è stata costretta a esserlo dagli sviluppi della filosofia europea. L’ebraismo, poi, conferma sempre la propria natura violenta e razzista:
    La primavera araba di Milano

  • agbiuso

    Marzo 29, 2015

    @diego
    Caro Diego, fenomeni di questa portata sono sempre pluricausali e quindi coinvolgono elementi di varia natura: geografici, demografici, psicologici, economici, simbolici. Tra i quali certamente quelli da te indicati. In particolare, che molte persone -giovani soprattutto ma non solo- sentano il bisogno di significati e pratiche estreme sino allo sterminio, è un segno del fatto che gli umani sono animali semantici ma anche del fatto che sono pure animali gregari.

    @ Dario Generali
    Ti ringrazio, caro Dario, per l’esplicita e forte condivisione. La conoscenza quanto più profonda, razionale, argomentata degli enti, dei concetti, dei simboli -in una parola, la filosofia- è l’antidoto più efficace nei confronti di tali infamie e servitù.

  • diego

    Marzo 29, 2015

    Se mi è permesso, caro Alberto, vorrei rivolgere una domanda al Prof. Dario, in relazione a quanto ha scritto.

    È vero, lo sa anche un ragazzino del liceo, che le gerarchie ecclesiastiche si sono macchiate, nel corso della storia, di numerosi crimini contro la scienza e gli uomini di scienza. Però, io domando, non è che in altri casi siano stati uomini di chiesa a portare avanti o addirittura a «salvare» la cultura? Sicuramente Aristotele è stato tenuto vivo da Tommaso, e poi c’è l’esempio classico dei Benedettini: senza di loro molte opere della classicità sarebbero perdute. Nel nostro tempo, io onestamente non definirei un Ravasi o, per citare un autore che amo molto, un Ernesto Balducci dei nemici della cultura. Nella città di Brescia, città di grande fermento culturale, abbiamo avuto una grande tradizione editoriale (es. Queriniana). Insomma, è proprio così netto il giudizio?

    Sulla questione della Bibbia, ed della grandissima quantità di male che vi trasuda, suggerirei (ovviamente non son un autorevole suggeritore) il bel saggio di Mancuso «il principio passione» dove il tema del male nella Bibbia è affrontato senza il consueto paravento dell’allegoria, ma a viso aperto, riconoscendo il male come tale e con i problemi che comporta.

    Scusa, caro Alberto, dello spazio in cui mi sono allargato, ma son pochi i luoghi come questo, nell’internet.

  • Luca

    Marzo 28, 2015

    Scusate ma trovo incredibile il contenuto di questa pagina. Provo a rispondere almeno a qualcuna delle molte affermazioni contenute, pur non possedendo la cultura teologica che sarebbe necessaria per tale impresa.
    1) “…basta leggere la Bibbia, leggerla davvero per ciò che vi è scritto e non tramite filtri allegorici…”. Davvero si può pensare di leggere la Bibbia come si leggerebbe un libro di storia o di cronaca, senza filtri allegorici? Mi sembra che anche chi non ha molta dimestichezza con tale Testo dovrebbe avere la necessaria umiltà per comprendere che si tratterebbe di una lettura del tutto superficiale e fuorviante.
    2) Esemplare, in tal senso, è proprio il caso dei “numeri” che vengono citati in seguito, a proposito delle “persone uccise da Dio”. Fin dai tempi del Catechismo, ho saputo che i numeri contenuti nei testi biblici (anche relativi ad eventi meno cruenti) hanno SEMPRE un valore allegorico o simbolico.
    3) “Le religioni tendono a sopprimere la cultura”. Ma, scusate: CHI ha trasmesso in Europa la cultura classica latina e greca, fin dai primi secoli dopo Cristo?… (E mi limito a questo, perché non potrei in una breve replica ricordare le insuperabili opere d’arte e di pensiero prodotte da artisti di formazione e cultura “cattolica”, in Italia e in Europa, nel corso di 2000 anni…).
    4) Sul carattere “vanitoso” di un Dio che richiede “rispetto”, mi limito a ricordare la vita (e morte) di Gesù Cristo. I FATTI della sua vita, intendo, senza neanche mettermi a ricordare il contenuto del messaggio evangelico.
    5) “Dio inquinante e nemico della natura”, solo perché assegna all’uomo il compito di “utilizzarla” nel modo migliore?… Mi sembra francamente eccessivo dedurre, dal primato dell’uomo sul resto della natura, un presunto compito di sfruttare quest’ultima in modo sfrenato e irrazionale.
    Ricordo solo un passo evangelico, che esprime in modo splendido la bellezza ed il valore riconosciuti al mondo naturale “Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro…” (Matteo, 6, 28-29).

    Non posso aggiungere altro, perché (come già detto all’inizio) non possiedo la cultura teologica più adeguata per rispondere nel modo migliore.
    Cordiali saluti

  • Dario Generali

    Marzo 28, 2015

    Caro Alberto,

    come sempre non posso che condividere la tua lucida recensione al n. 123 di “Mente & cervello”, dedicato alla violenza e al dogmatismo delle grandi religioni monoteistiche che si sono affermate nel mondo a partire dal Medio Oriente.
    In particolare trovo assai puntuali i tuoi commenti sul carattere intollerante e prevaricatorio di simili religioni e sulla condizione di generale ignoranza della popolazione che permette il loro proliferare. Non a caso una corrente non irrilevante della tradizione cattolica vede nella scienza e nella cultura un pericolo micidiale per la religione, come, fra i tanti, dichiarò esplicitamente – “Scientia inflat! – S. Bernardo di Chiaravalle, il Doctor mellifluus dell’enciclica di Pio XII. Nello stesso modo è autorevolmente sostenuta da S. Roberto Bellarmino, nelle sue “Confutationes”, la necessità e anzi l’obbligo della persecuzione e dell’eliminazione fisica degli eretici, cioè degli oppositori, che sarebbero addirittura avvantaggiati dall’essere arsi vivi, perché in questo modo smetterebbero di diffondere il loro veleno eretico e sarebbero quindi condannati dalla giustizia divina a precipitare in un girone meno profondo dell’inferno.
    Impeccabile infine la tua conclusione, che pone in evidenza che unico rimedio a simili barbare assurdità – l’infame per gli illuministi – sarebbe un po’ di cultura e di intelligenza critica, perché non c’è peggior abiezione nella quale l’uomo possa cadere che quella di mantenersi in uno stato di volontaria minorità intellettuale e di ignoranza, contro la quale si espresse l’invito kantiano del “Sapere aude!”, supremo e terso culmine della sensibilità illuministica.
    Un caro saluto.
    Dario

  • diegod56

    Marzo 28, 2015

    Mi permetto di aggiungere una nota, dato che nel lasso di tempo sono andato a leggere l’intervista a H. Garcia. Il nesso fra il cosiddetto maschio alpha e il dio delle religioni monoteiste non è una scoperta originale, ma certamente è un tema rilevante. Solo un accenno di contraddizione è nel situare l’incardinarsi di queste forme religiose nella dimensione storica, salvo poi ricollegarsi ad un passato filogenetico. Perchè i monoteismi sono venuti dopo le forme religiose politeiste? Se una forma di sottomissione è istintiva, perchè non è venuta prima il monoteismo del politeismo? La spiegazione politica regge meglio: grandi conquiste territoriali, grandi masse da sottomettere, rendono più efficace un dio unico, universale. Comunque, caro Alberto, sulla questione che lo studio, l’istruzione, la conoscenza diffusa è la miglior «cura» per il genere umano, nessun dubbio, è così. Il meglio della specie umana viene dal pensare libero da mode e preconcetti.

  • diego

    Marzo 28, 2015

    Non ho ancora letto l’articolo, ho la strana abitudine di leggere le riviste dal fondo. Ma intanto vorrei chiedere a te, caro Alberto, un parere sul motivo che spinge questi giovani europei verso l’ISIS. Ovviamente un filosofo non è uno psichiatra ma un’idea su cosa li spinga sicuramente la puo’ avere. Io ho un’idea forse banale. Nel nostro mondo occidentale non esistono più, neanche nel campo delle idee, delle aspettative, prospettive radicalmente «diverse» (come poteva essere in passato ad esempio il maoismo). E siccome c’è un istinto «alternativo» nell’esser giovani, questo potrebbe non aver trovato altri canali che quelli. Ma ci torneremo su.

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