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Daria Baglieri su Chronos

Daria Baglieri
Chronos. Una teoresi del (nostro) tempo
in il Pequod
anno V, n. 11, giugno 2025
Pagine 14-20

«Vita è differenza, e la vita umana è esperienza della differenza. Questa è la chiave degli scritti raccolti nel volume, che tanto della storia quanto della teoresi fanno il loro metodo, senza rinunciare alla lettura diacronica e filologica delle fonti tipica dell’una né alla prospettiva rigorosamente olistica e sincronica caratteristica dell’altra. Ne risulta un cammino verso la comprensione dell’intero nella sua differenziazione e delle parti nella loro unità un’econtologia, il discorso sull’essere come ambiente-mondo, realtà vivente e animata. […]
Chronos coniuga una struttura di pensiero apollinea, come ‘lucida e disincantata coscienza’ della vita che pensa sé stessa, alla dionisiaca multiformità ‘della misura dolente dell’esserci’. Un dolore che trova un’insuperata espressione nel sapere tragico e gnostico i quali, difatti, prendono la parola in tutti questi scritti e non solo in quelli relativi all’antichità greca, pagana, politeista. Essi, allora, non presentano direttamente una cronologia del sapere filosofico, quanto anzitutto, e senza contraddizione, il percorso teoretico ed ermeneutico per ‘diventare parte del flusso infinito’ di cui non siamo che un attimo».

Panteismo e storia

Antichità e natura in Goethe
Recensione a:
Ricordati di vivere. Goethe e la tradizione degli esercizi spirituali
di Pierre Hadot
in Vita pensata
anno XV, n. 32, maggio 2025
pagine 144-146

Antichità e natura sono i due poli e le due luci che guidano Goethe nella sua vita e nel suo creare. Entrambe, antichità e natura, sono oggettive, antropodecentriche, pervase da una distanza dal dolore e da un coinvolgimento nel dolore la cui dinamica plasma la loro identità. In natura la gran parte della materia non prova alcuna sofferenza, anche quando subisce condizioni e forze estreme. Soltanto una piccola parte di essa, la materia biologica, la materia cellulare, è sensibile al dolore. Ma si tratta di un accidente rispetto alla perfezione delle leggi che guidano l’energia del cosmo. 

Sarah Dierna su Logos

Sarah Dierna
La letteratura è anche sempre filosofia
Recensione a:
Logos. Scritti di estetica e letteratura
in Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee
22 aprile 2025
pagine 1-6

«Che si tratti di una coniugazione voluta come nella narrativa di Leonardo Sciascia o spontanea come nella potenza letteraria di Borges e Dürrenmatt; che sia l’esito di un’ermeneutica letteraria come accade nel critico Giuseppe Savoca; che avvenga nella forma poetica di Eugenio Mazzarella o alla maniera barocca di Carlo Emilio Gadda, la letteratura è sempre anche filosofia. L’ultimo libro di Alberto Giovanni Biuso, Logos. Scritti di estetica e letteratura, fa trasparire tale connubio a ogni pagina, capitolo e sezione che compone questo ampio volume il quale prosegue, per forma, intenti e disposizione, Chronos. Scritti di storia della filosofia, uscito per la stessa collana di Mimesis nel 2023.
Mentre quest’ultimo testo ha fatto emergere, sia pur in modo variegato e non sempre manifesto, i dispositivi dell’essere, del tempo e della materia che guidano il pensare filosofico dell’autore, gli scritti di estetica, di letteratura e di arti visuali toccano con disincanto e delicatezza la dimensione profonda dell’umano: gli archetipi della guerra e del viaggio, le passioni che lo sconvolgono – prima fra tutte l’amore – la costitutiva solitudine e, sopra ogni cosa, il trionfo della morte. […]
L’espressione letteraria così come la forza delle immagini – a cui l’autore dedica una sezione visuale – possiedono una potenza evocativa, una capacità comunicativa che rendono anche molte manifestazioni artistiche dei capolavori filosofici attraverso i quali è possibile portare ‘a evidenza, comprensione e dolore ciò che di più radicale gorgoglia nelle vite’; se c’è una differenza rispetto alla scrittura filosofica più stringente e teoretica, essa risiede nel fatto che nella poesia, nella letteratura e nelle arti visuali ‘è il mondo stesso che prende la parola, che si fa parola’ per mezzo di un linguaggio in cui la forma lirica e narrativa fa ‘in modo che dei corpimente possano comprendere’ così da trasformare il fango dell’esistenza nell’oro della conoscenza che riscatta la vita investendola di una luce che non cancella il principio dionisiaco del mondo ma impara ad accoglierne la necessità e a esprimerla mediante la forma e l’equilibrio pacato di Apollo».

Federico Nicolosi su Chronos

Federico Nicolosi
Essere, tempo, materia
Recensione a Chronos. Scritti di storia della filosofia
in Dialoghi Mediterranei
n. 71, gennaio-febbraio 2025
pagine 538-542

«Il cammino di quest’opera, che in certo qual modo ingloba e supera i precedenti lavori Temporalità e differenza e Tempo e materia, collocandosi sulla medesima scia di ricerca da essi inaugurata, si dispiega in una metafisica dell’immanenza drasticamente materialista e disincantata, la quale affonda le proprie radici nel gioco dialettico che mette perpetuamente in relazione tra loro l’Identità e la Differenza, l’essere e l’ente, la Zoè della materia organica e il Bìos che l’uomo è, il tempo cosmico e la temporalità dell’esserci umano. […]
Tutto ciò, sovente in maniera esplicita e altre volte più velatamente, filtra da ogni pagina di Chronos, che di questa tesi di fondo – ovvero, di oltre venti anni di ricerche – è il coronamento e forse la realizzazione migliore; un quadro unico e molteplice capace di compendiare con tagliente schiettezza e con finezza talora quasi poetante l’intero sistema filosofico di Alberto Giovanni Biuso o, come sopra mi è piaciuto chiamarlo, il suo cammino verso il Tempo, dal Tempo, nel Tempo».

In apertura il fotomosaico (realizzato dal telescopio spaziale Hubble) della Galassia di Andromeda (M31), la più vicina alla nostra (dista 2,5 milioni di anni luce) e a essa molto simile. M31 si compone di circa mille miliardi di stelle. Quelle che si vedono nell’immagine sono soltanto una piccola frazione. Le immagini in basso sono un ingrandimento di alcune sezioni della foto principale, con la relativa descrizione.
Utilizzo immagini astronomiche per illustrare le pagine di questo sito, in particolare di quelle che parlano dei miei libri, poiché in essi, soprattutto nella tetralogia dedicata al tempo ma anche in Chronos, uno dei concetti fondamentali è l’antropodecentrismo. Concetto e realtà che ha nella immensità del cosmo – per la nostra mente di fatto inimmaginabile – una delle sue prove più semplici e più evidenti. Platone si chiede (Repubblica, VI 486a) quanto possa essere e apparire μέγα τὸν ἀνθρώπινον βίον (grande la vita degli umani) di fronte alla potenza senza pari dell’essere e del tempo. E risponde che essa non può che apparire vicina al nulla. Ecco: sta qui, esattamente in questo, l’identità della filosofia e della sua storia. Sta in questo sguardo rivolto alla ζωή dalla prospettiva della Φύσις, dalla prospettiva del Cosmo, dell’Intero.

Federico Nicolosi su Tempo e materia

Federico Nicolosi
Recensione a Tempo e materia. Una metafisica
il Pequod, anno V, n. 10, dicembre 2024
Pagine 137-142

«La metafisica di Biuso, radicalmente materialistica e antropodecentrica, si propone così di ‘comprendere ciò che siamo dentro l’intero che noi non siamo’, non subordinando solipsisticamente l’essere (existentia) degli enti al loro mero esser-conosciuti da un umano, bensì al contrario sforzandosi di comprenderli nella struttura diveniente e pur immutabile da cui di volta in volta si staccano rendendosi accessibili a un corpomente conoscente.
Questa struttura si chiama Tempo, o parimenti (e forse più correttamente) esseretempo; la condizione del suo darsi è quell’incessante, ineliminabile e sempre dinamico attrito tra identità e differenza che senza sosta anima il presentarsi e lo scomparire degli enti dal mondo, ovvero il loro emergere (come differenza) dall’Intero e il loro rientrarvi, mutando forma e a un tempo rimanendo ciò che sono».

[L’immagine (NASA/ESA Hubble Space Telescope) raffigura la nebulosa Westerlund 2, al cui centro si trova un magnifico ammasso stellare. Questo è il tempo, questa è la materia]

Al di là dell’etica

Recensione a:
Chiara Agnello
Una ontologia della tecnica al tempo dell’Antropocene
Saggi su Heidegger
InSchibboleth, 2023
Pagine 179
in Discipline Filosofiche, 29 aprile 2024

L’interesse e la fecondità degli studi di Chiara Agnello consistono in gran parte nell’applicare quanto emerge dalla disamina del pensiero heideggeriano a due temi tra di loro legati: l’Antropocene e l’etica. E questo a partire ancora una volta da un esito ermeneutico più generale. Per Heidegger, infatti, «sembra non bastare la semplice cura e consapevolezza umana del limite invocata da Heisenberg, l’unica strada da percorrere appare piuttosto la deposizione della soggettività in favore di un decentramento che lascia spazio alla capacità degli uomini di porsi in ascolto dell’essere, consapevoli che persino l’impiego provocante è l’illusione di dominare ciò che invece concede all’uomo la possibilità di disvelare» (pp. 128-129), posizione che a sua volta deriva dalla ben nota tesi heideggeriana per la quale «la questione della tecnica va posta su basi ontologiche e non antropologiche, così come la questione dell’essere. […] L’affermazione della tecnica su scala planetaria è intesa come l’esito naturale della metafisica del soggetto caratterizzante la filosofia e la scienza d’età moderna» (p. 119).
Sta qui la spiegazione più profonda di quell’apparente paradosso per il quale la diffusione nel nostro tempo del concetto di «Antropocene» è parallela e si accompagna a mature e argomentate esigenze antropodecentriche, anche e proprio perché la consapevolezza di quanto e come la presenza umana possa costituire un rischio esiziale per la sopravvivenza della Terra rende sempre più giustificato l’invito anche heideggeriano a sostituire la tracotanza di una parte, la parte umana, con la consapevolezza dell’intero del quale l’umano è appunto soltanto una parte.

Sergej su Ždanov

Benvenuti nel lato oscuro dell’Impero
Recensione di Sergej a:
Ždanov. Sul politicamente corretto
in Girodivite.it
23 maggio 2024

«L’agile libro di Alberto G. Biuso affronta in alcuni densi brevi capitoli alcune delle caratteristiche più inquietanti di questo nostro tempo. Già il titolo è una sfida al conformismo: “Zdanov”, richiamo al funzionario sovietico del XX secolo. Ma, dice l’autore nella nota di premessa: “Naturalmente, il libro avrebbe potuto intitolarsi anche Goebbels. Sul politicamente corretto“. Il saggio parla delle culture devastanti di questi anni: il “politicamente corretto”, appunto; il “woke”, il “gender”. Si parla della scuola e del degrado dell’Università. Biuso interviene nella carne viva di questo nostro tempo distopico – usa un linguaggio forte, sferzante».

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