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Distanziamento

Per una specie come la nostra le parole sono tutto, perché sono insieme pensiero in atto, pensiero pubblico, pensiero che comunica. Un’espressione come «distanziamento sociale» dice quindi molto, e drammaticamente, della visione che sta attualmente vincendo; ‘attualmente’ da alcuni decenni, da quelli che videro Thatcher e Reagan imporre l’ordine liberale e liberista al mondo. Un ordine del tutto ed esclusivamente individualista e quantitativo, si tratti di beni, risorse, denaro, velocità, vita. L’ordine che anche un fisico come Carlo Rovelli ha mostrato di condividere pienamente quando sul Corriere della sera del 2 aprile 2020 ha affermato che «il bene più prezioso» è «un po’ di vita in più». Che significa qualche anno, mese, giorno in più. ‘Tempo’ in più. Una contraddizione ironica e non piccola per chi afferma che il tempo esiste soltanto come struttura della mente (ho discusso le tesi di Rovelli in Tempo e materia. Una metafisica). Ma è sempre così: i negatori teorici del tempo diventano i suoi più fanatici sostenitori pratici quando si arriva al dunque della finitudine, vale a dire della condizione pervasivamente temporale dello stare al mondo.

Un po’ di vita in più è anche quella che i decisori politici si sono assunti come compito primario, a costo di rendere quel tempo ottenuto un periodo di miseria, angoscia, depressione. A questo conducono infatti superstizione e panico quando si impossessano non soltanto del corpo sociale ma anche di chi avrebbe il compito di guidarlo: «I terrori irragionevoli si allacciano alle folli speranze: quale laboratorio, per primo, fornirà il vaccino miracoloso? Si prendono misure di ‘distanziamento sociale’, a volte eccessive, a volte tardive, spesso inapplicabili. […] Nessuna autorità, pubblica o privata, vuole subire il rimprovero di ‘non aver fatto abbastanza’. Quindi spesso ne fanno troppo. L’economia e l’intera popolazione ne faranno le spese» (Slobodan Despot, in Diorama Letterario 353, p. 8).
La vicenda del coronavirus nell’anno 2020 è stata ed è anche la testimonianza di un complottismo al contrario, testimonianza dell’attribuzione di ogni responsabilità all’elemento biochimico, al virus – indubbiamente presente – e però del silenzio a proposito delle condizioni finanziarie; delle modalità alimentari e produttive (i macelli e i mercati della carne); delle politiche sanitarie (la diminuzione drastica e feroce dei finanziamenti alla sanità pubblica) che ne hanno favorito la comparsa, la virulenza, la diffusione. 

Il nascondimento della presenza umana e politica dentro questo virus impedisce la comprensione dei suoi effetti o la loro riduzione a polemiche tra i partiti, qualcosa non solo di patetico ma anche di criminale rispetto al pericolo che il Covid19 rappresenta. Il silenzio sulle ragioni strutturali del contagio conferma che per il complottista, anche per quello al contrario, «dietro c’è sempre qualcuno, mai qualcosa. Egli si focalizza sugli uomini ed ignora i processi privi di un attore e quelli senza un soggetto, per riprendere una griglia analitica cara agli strutturalisti, e più specificamente a Louis Althusser. […] Non capisce che le strutture sono più potenti degli attori» (François Bousquet, ivi, p. 21).
Gli attori sono in questo caso i Fontana, i Conte, gli Speranza et similia. Le strutture sono l’Unione Europea, i debiti degli stati, il nutrirsi di carne, l’ossessione liberista dell’‘austerità’ a danno delle vite umane, qualunque durata esse abbiano.

[Photo by Sasha Freemind on Unsplash ]

Lezioni 2019

Lunedì 4 marzo avranno inizio le lezioni dei tre corsi che svolgerò nel 2019 nel Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania.
Riassumo qui i titoli dei corsi, l’articolazione dei programmi, i libri e i saggi che analizzeremo, gli orari delle lezioni. I link ad alcuni dei titoli aprono i pdf o la versione digitale di cinque dei testi in programma; altri link rinviano a brevi presentazioni o ad analisi utili a una loro prima comprensione.

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Filosofia teoretica
Metafisica
Corso triennale in Filosofia / aula A7 / lunedì 10-12; mercoledì e venerdì 12-14

Alberto Giovanni Biuso, La Metafisica si dice in molti modi (pdf), in «Rassegna storiografica decennale», vol. I, Limina Mentis 2018, pp. 177-183
Alessandra Penna, La costituzione temporale nella fenomenologia husserliana 1917/18 – 1929-34 (pdf), Il Mulino 2007 (Introduzione; cap. I, §§  1, 3, 4; cap. IV, §§ 1, 2)
Edmund Husserl, Esperienza e giudizio (pdf), Bompiani 2007 (§§ 36, 38, 39, 42, 64 e Appendice I)
Martin Heidegger, Introduzione alla metafisica, Mursia 1979
Alberto Giovanni Biuso, Temporalità e Differenza, Olschki 2013
Alberto Giovanni Biuso, Heidegger e Sofocle: una metafisica dell’apparenza (pdf), in «Engramma», n. 150, ottobre 2017, pp. 154-161

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Filosofia della mente
Tempo della mente e Tempo del mondo
Corso magistrale in Scienze filosofiche / aula A12 / lunedì 12-14; mercoledì e venerdì 10-12

Martin Heidegger, Il concetto di tempo, Adelphi 1998
Carlo Rovelli, L’ordine del tempo, Adelphi 2017, capitoli dall’1 all’8 e 12-13
Lee Smolin, La rinascita del tempo. Dalla crisi della fisica al futuro dell’universo, Einaudi 2014
Arnaldo Benini, Neurobiologia del tempo, Raffaello Cortina 2017
Alberto Giovanni Biuso, Aiòn. Teoria generale del tempo, Villaggio Maori Edizioni 2016

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Sociologia della cultura
Dismisura
Corso triennale in Filosofia / aula A9 / martedì 12-14; giovedì 10-12

Rocco De Biasi, Che cos’è la Sociologia della cultura, Carocci 2008
Olivier Rey, Dismisura. La marcia infernale del progresso, Controcorrente 2016
Giuseppe Frazzetto, Artista sovrano. L’arte contemporanea come festa e mobilitazione, Fausto Lupetti Editore 2017
Alberto Giovanni Biuso, «Anarchismo e antropologia. Per una politica materialistica del limite» (pdf), in La pratica della libertà e i suoi limiti – Libertaria 2015, pp. 102-125

Programmi 2018-2019

Nell’anno accademico 2018-2019 insegnerò Filosofia teoretica, Filosofia della mente e Sociologia della cultura. Pubblico i programmi che svolgerò, inserendo i link al sito del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania per tutte le altre (importanti) informazioni relative ai miei corsi.

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Filosofia teoretica
Metafisica

Alberto Giovanni Biuso, La Metafisica si dice in molti modi, in «Rassegna storiografica decennale», vol. I, Limina Mentis 2018, pp. 177-183
Alessandra Penna, La costituzione temporale nella fenomenologia husserliana 1917/18 – 1929-34, Il Mulino 2007 (Introduzione; cap. I, §§  1, 3, 4; cap. IV, §§ 1, 2)
Edmund Husserl, Esperienza e giudizio, Bompiani 2007 (§§ 36, 38, 39, 42, 64 e Appendice I)
Martin Heidegger, Introduzione alla metafisica, Mursia 1979
Alberto Giovanni Biuso, Temporalità e Differenza, Olschki 2013
Alberto Giovanni Biuso, Heidegger e Sofocle: una metafisica dell’apparenza, in «Engramma», n. 150, ottobre 2017, pp. 154-161

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Filosofia della mente
Tempo della mente e Tempo del mondo

Martin Heidegger, Il concetto di tempo, Adelphi 1998
Carlo Rovelli, L’ordine del tempo, Adelphi 2017, capitoli dall’1 all’8 e 12-13
Lee Smolin, La rinascita del tempo. Dalla crisi della fisica al futuro dell’universo, Einaudi 2014
Arnaldo Benini, Neurobiologia del tempo, Raffaello Cortina 2017
Alberto Giovanni Biuso, Aiòn. Teoria generale del tempo, Villaggio Maori Edizioni 2016

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Sociologia della cultura
Dismisura

Rocco De Biasi, Che cos’è la Sociologia della cultura, Carocci 2008
Olivier Rey, Dismisura. La marcia infernale del progresso, Controcorrente 2016
Giuseppe Frazzetto, Artista sovrano. L’arte contemporanea come festa e mobilitazione, Fausto Lupetti Editore 2017
Alberto Giovanni Biuso, «Anarchismo e antropologia. Per una politica materialistica del limite» in La pratica della libertà e i suoi limiti – Libertaria 2015, pp. 102-125

Materialismo

Ho inserito su Dropbox il file audio (ascoltabile e scaricabile sui propri dispositivi) degli undici minuti conclusivi della lezione di Filosofia teoretica svolta il 20.3.2017.  Vi si dice che «la prospettiva di questo corso è una prospettiva radicalmente materialistica». Nelle lezioni successive ho cercato di spiegare in che senso lo sia. Qui ho tentato un chiarimento del titolo del corso: Teoria generale del tempo come identità e differenza. Tempo che, scrive Carlo Rovelli, «è dolore perché quello che abbiamo e a cui ci attacchiamo poi lo perdiamo. Perché tutto quello che inizia poi finisce. Quello che soffriamo non è né nel passato né nel futuro: è lì ora, nella nostra memoria, nelle nostre anticipazioni. Aneliamo all’atemporalità, soffriamo il passaggio; soffriamo il tempo. Il tempo è il dolore»  (L’ordine del tempo, Adelphi 2017, p. 61).
Ma il tempo è anche la gioia dell’inizio, la vitalità dell’inedito, la gratificazione della scoperta, la pace dell’inevitabile, la pulizia del rinnovamento, la costanza dell’andare che ci libera dalla morta gora dello stare. Il tempo è la bellezza del nomadismo, la lievità dell’effimero, la potenza dell’essere stati, la pienezza dell’essere adesso.

Anassimandro / Gravità quantistica

Il_manifesto_3.9.2014

 

 

Nel campo unificato del tempo e dello spazio
il manifesto
3 settembre 2014
pag. 11

Alla ricerca della struttura elementare delle cose. Una spiegazione che ruota attorno a un sistema primordiale in continuo divenire.

[Segnalo un refuso: la frase “una costante e passabile incostanza” va intesa come “una costante e inoltrepassabile incostanza”]

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