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Paramenti

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L’assoluzione
(True Confessions)
di Ulu Grosbard
USA, 1981
Con: Robert Duvall (Tom Spellacy), Robert De Niro (Des Spellacy), Charles Durning (Jack Amsterdam), Cyril Cusack (Il cardinale Danaher), Rose Gregorio (Brenda Samuels)
Trailer del film

I riti, i paramenti, gli abiti talari, il latino della Chiesa cattolica nella Los Angeles del 1948 costituiscono la sostanza di questo thriller religioso, nel quale Des Spellacy – giovane e abile monsignore di origine irlandese – sta facendo una veloce carriera e il suo più anziano fratello poliziotto Tom indaga sul male nelle versioni più truci. In questo caso si tratta di una prostituta ventiduenne trovata tagliata in due sulle colline della città. Tom, il poliziotto disincantato ma non toccato dalla corruzione della polizia, va sino in fondo nell’indagine, dalla quale emerge il coinvolgimento nel delitto di un ricco imprenditore edile che da tempo finanzia le opere pie dell’arcidiocesi. Il fratello monsignore sa che ne verrà toccato per i rapporti di interesse che ha con l’uomo d’affari. Rapporti dai quali non trae personalmente alcun guadagno e che intrattiene «per il bene della Chiesa». Il convergere dell’inchiesta di Tom e della volontà del sacerdote di liberare la comunità dall’ambiguo dominio finanziario porteranno a una svolta nelle vite di tutti.
La gloria del cattolicesimo è la sua forma, poiché «la Chiesa è tutta una bellezza» (Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta, Einaudi 1979, p. 103). La bellezza potente dei papi rinascimentali, la bellezza linguistica del latino, l’eleganza degli abiti che trasformano un qualsiasi umano in un tramite del Sacro. Pensare a un Pontefice in giacca e cravatta significa avere l’immagine del tramonto della «grande Chiesa», la sua riduzione al livello di uno dei tanti e tristi gruppuscoli protestanti.
Tolto infatti da questo film lo splendore dei luoghi e delle liturgie religiose, rimane soltanto il male.
True Confessions – questo il più corretto titolo originale – sembra una sorta di dilatazione malinconica e più sobria della cerimonia del battesimo del Padrino, nella quale Michele Corleone fa da padrino al figlio di sua sorella, dichiarando che «rinuncia a Satana e alle sue opere» proprio mentre i suoi uomini uccidono uno a uno e in luoghi diversi i capi delle altre famiglie mafiose.
Il titolo italiano, L’assoluzione, è comunque anch’esso indicativo, esprimendo un altro degli elementi di potenza del cattolicesimo romano, ben sintetizzato dall’ironica teologia dei siciliani: «Cu futti futti, Dio peddona a tutti».

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