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6 commenti

  • diego

    Agosto 27, 2015

    in effetti la prof.ssa fausta mi fa emergere un dilemma che da sempre alberga in me, cioè il giudizio politico e morale sull’arte

    per capirsi, un capolavoro assoluto come gli affreschi di piero d.f. ad arezzo, come anche le magnifiche sculture antiche khmer in asia, come anche le gli splendidi rembrandt commissionati dai ricchissimi banchieri genovesi, insomma la maggior parte degli oggetti artistici sono legati ad un potere (ci sarebbe da ragionare come in antico la bellezza fosse pagata dai ricchi ma per farla vedere anche ai poveri, mentre con l’avvento della borghesia si è privatizzata la fruizione)

    e poi se guardiamo ad un’arte «democratica e sociale» abbiamo il realismo socialista e altre faccende del genere, insomma arte di regime

    io credo che l’arte contenga sempre, nel suo incardinarsi storicamente, le dinamiche economiche della società che la produce, quindi ne contenga anche il male e non solo il bene

    certo è orribile veder distruggere il tempio di palmira, ci lacera l’anima, ma l’arte, non è «incolpevole», o meglio è in una dimensione che agglutina tutto l’umano

    ho scritto troppo, ma i non artisti, si sa, son prolissi

  • fausta squatriti

    Agosto 25, 2015

    tutte le chiese sono organo di potere, il più grande, riescono a far credere nell’invisibile. Il timore dell’umanità di fronte all’incomprensibile, il cui confine è via via spostato dalla scienza, li rende vittime della articolata e per molti versi crudele – spiegazione – offerta dalle pazzesche regole religiose alle quali, chi vuole crederci, umiliando la propria intelligenza, offre ubbidienza, quando non fanatismo.
    Personalmente non vivo nessun dilemma, di fronte al mistero dell’universo, faccio la mia parte per onorarlo. Però va detto, che senza la trasformazione in religione della spiritualità spontanea, e per questo grande, l’arte non esisterebbe, e sarebbe una perdita.

  • agbiuso

    Agosto 24, 2015

    Cara Marina, conosco quella motivazione. Ma anch’essa è debole; infatti il suicida può senz’altro pentirsi mentre agonizza o addirittura proprio mentre preme il grilletto.
    Rimane invece l’infamia di una Chiesa “disposta all’ubbidienza, sempre disposta all’ubbidienza”, come rispose Don Abbondio ai bravi inviati da Don Rodrigo.

  • marina

    Agosto 24, 2015

    Un motivo c’è, se si è disposti ad accettarne la logica, o pseudo tale (d’altra parte, ogni religione ed ogni chiesa ha una sua logica, ed è coerente con essa soltanto): L’assassino si può pentire in articulo mortis, mentre il suicida muore sicuramente in peccato mortale.

  • agbiuso

    Agosto 24, 2015

    Sì, cara Fausta.
    La Chiesa papista nega i funerali ai suicidi e li offre in modo fastoso agli assassini.
    È la Chiesa delle tenebre.

  • fausta squatriti

    Agosto 24, 2015

    sarebbe divertente, se non fosse tragico. E così, abuso e dimenticanza, ignoranza dopo abuso, complicità, e leggerezza, un funerale in chiesa non si nega a nessuno. Il noleggiatore dell’elicottero, è stato punito, ma chi rimuoverà dal suo incarico il prete mafioso? certo, come si può rifiutare qualcosa alla delinquenza organizzata? il pericolo è quello della morte, e credo che alla base del sontuoso quanto orripilante funerale, grottesco, ci sia il timore della vendetta, qualora qualcuno si fosse sottratto. Ma probabilmente, nessuno si è sottratto, perché a un morto, come rifiutare il conforto religioso? Soltanto lo si è rifiutato a chi, con l’uso del vero amore, per la vita e per la dignità della vita, ha deciso di uscire dal dolore dei viventi
    , ecco, per la chiesa, per quel parroco ignorante, questo comportamento non è degno di essere accettato. Una delle tante violenze al concetto di bene, che la chiesa compie da secoli.

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