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2 commenti

  • agbiuso

    Novembre 3, 2015

    Caro Diego, anzitutto grazie per le splendide parole che ancora una volta mi rivolgi.
    Io credo che la filosofia meriti un linguaggio quanto più coinvolgente possibile e sono contento se nei miei testi vi si riconosce questo elemento.

    Sulla questione che mi poni, concordo con te e con Darwin. In natura non esistono salti ontologici ma una lunga, complessa, ricchissima variazione sugli stessi temi di fondo.
    Aggiungerei che va proprio cambiato paradigma, evitando di confrontare sempre e comunque la complessità dei viventi con la nostra specie soltanto. Ogni specie ha le proprie caratteristiche: “coscienza”, “intelligenza”, “linguaggio” non costituiscono degli assoluti ma degli strumenti atti a far sopravvivere le diverse specie nel loro ambiente.
    Da questo punto di vista, non parlerei quindi neppure di “diversità qualitativa o quantitativa’ ma soltanto di differenze funzionali all’ambiente. Anche la ‘cultura’ è biologia, costituendo un’espressione e un risultato del corpomente.
    Basta, insomma, con i confronti che mi sembrano abbastanza insensati, o almeno superflui.

    Grazie ancora dei tuoi giudizi e delle tue domande.

  • diego

    Novembre 2, 2015

    Ho letto, immagino il fascino che certi squarci di luce eserciteranno su chi, per la prima volta, s’imbatte nella tua filosofia, caro Alberto. Sono d’accordo su tutto e ho tentato anche, ripetutamente, di scriverne e parlarne, seppure in modo non professionale.

    Ora però avrei una domanda su un punto che nella concisione dell’intervista non è stato toccato. Il corpomente non umano, la mente dei viventi non umani, specie quelli dotati di una coscienza del sè mi ha sempre affascinato. La domanda: queste menti sono diverse in modo solo quantitativo oppure la mente umana possiede una qualche caratteristica esclusiva? Se c’è una differenza è dovuta solo alla potentissima evoluzione non più biologica ma culturale?

    Personalmente sono molto convinto, come Darwin, che vi sia una sostanziale continuità, e pensarlo ci mette al riparo anche da un possibile antropocentrismo.

    Comunque complimenti per lo stile, caro Alberto, quelle ripetizioni, rimarcature, potenti ed eleganti del tuo modo di descrivere sono da fuoriclasse, è filosofia solidissima intrisa di potenza che oso definire poetica.

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