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Lettera aperta ai candidati alla carica di Rettore di Unict

Lettera aperta ai candidati alla carica di Rettore di Unict

Sono giorni di tempesta per l’Università di Catania, che ha bisogno di ritrovare identità, trasparenza, correttezza. E dunque anche attenersi allo Statuto. La richiesta, o addirittura la pretesa, di differimento dell’elezione del nuovo Rettore e di commissariamento di Unict pur in presenza delle dimissioni del precedente Rettore, è un sintomo molto chiaro non soltanto del livello del ceto politico nazionale che parla in questi termini ma anche e soprattutto dell’atteggiamento di alcuni docenti dell’Ateneo e dei media locali.
Le forze che hanno contribuito all’attuale disastro vogliono tempo per ritessere le trame dei loro affari. A costoro nulla importa degli studenti, della ricerca, del territorio, dell’insegnamento, della scienza. Presto verranno invece formalizzate le candidature; da qual momento si discuta in modo aperto e pubblico della situazione in cui ci troviamo e delle vie d’uscita. E poi si elegga il nuovo Rettore, nei tempi previsti dallo Statuto e stabiliti dal Decano. Un Rettore radicato nella didattica e nella ricerca.
Mai come in questo momento ci devono accompagnare lucidità, energia, freddezza. Ne usciremo, nonostante le forze oscure che vogliono distruggere l’Università di Catania.
Qui sotto la Lettera aperta che il CudA indirizza ai candidati alla carica di Rettore.

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Lettera aperta ai candidati per la carica di Rettore dell’Università di Catania

L’Università di Catania si appresta a eleggere nei prossimi mesi il quarto Rettore in sei anni (ovvero l’arco previsto per una sola carica rettorale). Dal 2013 al 2019 già tre Rettori dell’Ateneo catanese si sono dimessi anzitempo o sono decaduti per deliberazioni della giustizia amministrativa. Basta questo dato per dire quanto complessa se non drammatica sia la situazione della nostra Istituzione.

La Nostra Università si trova oggi dinanzi a una duplice e ardua sfida: rigenerare la sua fisiologica autonomia istituzionale, ricuperando così quella credibilità e affidabilità che le è necessaria per operare all’altezza della sua tradizione; e insieme intraprendere un percorso di profonda riforma interna – sul piano culturale, gestionale e amministrativo – che le consenta non solo di recuperare il tempo in parte perduto nelle vicende di questi ultimi anni, ma anche di mettersi al passo con quei processi di trasformazione dell’Università che essa non ha ancora pienamente assimilato, in un tempo ancor più lungo.

A render ancor più complesso questo quadro, l’Ateneo dovrà, nel corso del 2020, sottoporsi a una non facile validazione della sua complessiva attività (didattica, ricerca, terza missione) da parte dell’Agenzia Nazionale della Valutazione dell’Università e della Ricerca (ANVUR).

Una tempesta perfetta.

Riteniamo che il Nostro Ateneo abbia le risorse per rispondere a queste sfide, a patto di sapere mobilitare il meglio delle sue energie, dei suoi talenti e delle sue capacità.

Riteniamo che questo non sia il momento per pur comprensibili ambizioni personali e individualismi; ma che sia necessario un valido e credibile progetto di gruppo che coniughi una visione condivisa e disinteressata nei confronti della missione formativa e scientifica con un alto profilo programmatico e gestionale.

Il prossimo Rettore dell’Ateneo – oltre a un ovvio ma indiscutibile curriculum di scienziato/a e studioso/a, stabilmente radicato/a nell’Università e nei suoi problemi – dovrà dunque, a nostro parere, esser capace di produrre quella “mobilitazione di idealità e ingegni” che è l’unica vera chance per la nostra comunità, oggi ferita, da ultimo (ma non solo) dalle vicende giudiziarie che la hanno interessata; ma viva e forte del suo passato, del suo futuro ma soprattutto del suo presente di comunità di eccellenza costituita da giovani, studiosi, lavoratori e lavoratrici.

È per questo fondamentale che il prossimo Rettore sia il pivot di un processo di trasformazione forte del nostro ateneo, legato a doppio nodo ai valori della legalità, della trasparenza, dell’autonomia vera e reale da interessi di cricche, lobby e partiti; e dunque dedicato senza esitazioni alle esigenze di benessere e futuro delle nostre studentesse, dei nostri studenti, delle loro famiglie e del nostro territorio.

In questo quadro proponiamo alcuni temi che ci paiono qualificanti per una vera ripresa del nostro Ateneo.

A livello locale consideriamo fondamentali i seguenti punti:

- Il rafforzamento del codice etico interno recentemente approvato (con il connesso codice deontologico dei doveri del docente) e la sua discussione in tutte le sedi istituzionali dell’Ateneo, oltre che la presentazione pubblica dello stesso ai portatori d’interesse, ai Comitati Consultivi dei Corsi di Studio e alle Consulte Studentesche.

- Una energica politica di sostegno al diritto allo studio, attraverso il finanziamento delle borse di studio e dei servizi agli studenti meritevoli ma non abbienti, per i quali UNICT (pur avendo messo in campo in questi anni alcune positive iniziative) è pur sempre tra i fanalini di coda del sistema universitario (si vedano le ultime statistiche nazionali). In generale è fondamentale il sostegno agli studenti come attori centrali dell’Università, cui garantire spazi e opportunità di crescita collettiva e individuale, nonché la possibilità di incidere sulle scelte dell’Ateneo a vari livelli. In questo quadro ci pare fondamentale un rinnovato rapporto con il sistema scolastico, affinché l’Università sia soggetto propulsivo e ascensore di crescita sociale per il suo territorio.

- Una revisione statutaria della governance di Ateneo, finalizzata a limitare la concentrazione dei poteri in poche mani e garantire meccanismi di controllo dal basso; in particolare per quel che riguarda la diminuzione del numero di direttori presenti in Senato Accademico, l’istituzione della consulta dei direttori di dipartimento, la scelta dei membri interni del Consiglio di Amministrazione effettuata tramite elezioni, l’innalzamento della quota studentesca e del PTA nelle elezioni del Rettore.

- Una politica di rilancio dell’offerta didattica in ambito di lauree triennali, una politica di incentivo e rafforzamento delle lauree magistrali, con una difesa dei saperi di base in tutti gli ambiti scientifici, e un programma strategico e urgente di sostegno ai dottorati di ricerca e ai processi di internazionalizzazione dell’Ateneo, su cui si è ancora in una condizione di insufficiente capacità.

- Una politica di investimento continuo nell’ambito della ricerca, con particolare riferimento ai bandi internazionali.

- Una programmazione condivisa e trasparente per gli investimenti sulle grandi apparecchiature.

- Un processo di crescita e riqualificazione del PTA, connesso allo snellimento delle procedure amministrative, al potenziamento del monitoraggi o della didattica e della gestione e diffusione dei risultati ottenuti nell’ambito della ricerca.

- Una piattaforma delle attività di Terza Missione e Public Engagement, che parta dal rilancio del sistema museale e della Città della Scienza.

- La ripresa della pratica delle conferenze programmatiche aperte a tutto l’Ateneo e al territorio sui temi principali della missione istituzionale: didattica, ricerca, internazionalizzazione, public engagement.

Nella dimensione nazionale della presenza di UNICT riteniamo che il nuovo Rettore debba promuovere un Coordinamento con gli altri Atenei, a partire da quelli meridionali, ai seguenti fini:

- La revisione del meccanismo di attribuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario con una rideterminazione del peso della VQR

- La revisione dei criteri di distribuzione dei Punti Organico, con la richiesta di un piano straordinario di assunzioni di giovani leve, di un piano di almeno 100 mln per i passaggi da RTI a PA, della rideterminazione dell’indicatore nazionale di sostenibilità economico-finanziaria e delle spese di personale e l’incremento delle risorse del fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio.

- L’apertura di un tavolo nazionale sulla riforma della legge Gelmini e in particolare dello stato giuridico della docenza; un tavolo aperto di lavoro che vagli tutte le proposte oggi in campo, tra cui la creazione di un pre-ruolo unico che sfoltisca e razionalizzi la giungla di figure precarie della ricerca, la separazione tra reclutamento e avanzamento e la creazione di un ruolo unico della docenza universitaria con valutazione paritaria e permanente della didattica e della ricerca, come presente in altre realtà europee.

Infine, una richiesta accorata.
La campagna elettorale, breve ma intensa, che ci apprestiamo a vivere ci chiama tutte e tutti a una responsabilità diretta.
Non è il tempo di polemiche sterili e veleni personali.
È il tempo della trasparenza, del confronto democratico e franco e del comune sentimento di appartenenza a un’Istituzione che vede oggi messo in discussione il suo futuro.
Un’Istituzione – lo sappiamo tutti – da cui dipende il benessere di un territorio e di nuove generazioni che potrebbero vivere nel degrado culturale e nella desertificazione economica; o essere protagoniste di quel rilancio socio-economico e civile che da tempo tutte e tutti aspettiamo.
E che a loro dobbiamo.

Catania, 10 Luglio 2019

CUDA

(Coordinamento Unico dell’Ateneo di Catania per un’Università pubblica, libera, aperta e democratica)

5 commenti

  • agbiuso

    Maggio 31, 2022

    Un nuovo documento del CUDA evidenzia la paralisi della ricerca in Unict.
    Le ragioni stanno in una superfetazione burocratica, in tempi lunghissimi, in procedure sempre più incomprensibili.
    Alcuni brani del documento che pubblico qui sotto:
    «Siamo lontani dagli obiettivi prefigurati e non bastano battage mediatici per invertire dati di realtà. Ci compiacciamo delle performance contabili recentemente dichiarate (anche se l’obiettivo di un ateneo non è perseguire l’utile) ma che senso hanno se la spesa per la ricerca è al palo da mesi?»;
    «I tempi troppo lunghi per ricevere materiale di laboratorio o servizi specialistici possono compromettere seriamente l’efficacia delle attività di ricerca e la competitività dei ricercatori»;
    «La programmazione annuale di spesa penalizza i docenti/ricercatori di questa Università nei confronti di quelli di altre istituzioni di ricerca».

    Si ha l’impressione che all’attuale Amministrazione si possa applicare una delle celebri battute del film The Untouchables: «Tutto chiacchiere e distintivo». Il distintivo, poi, (un nuovo e banale logo di Ateneo) è proprio alla lettera.

    La ricerca strozzata. Criticità a Unict
    30.5.2020

  • agbiuso

    Febbraio 8, 2022

    Un documento del Cuda di Catania a proposito di una delle più importanti e non mantenute promesse dell’attuale Rettore di Unict.

    Versione in pdf

  • Pasquale

    Luglio 18, 2019

    Comprendo benissimo le tue ragioni, le stesse mie quando anni fa mi chiesero di candidarmi alla Direzione. In più credo di potere aggiungere per te, come per me, una radicata,consustanziale, nolountas di potere. Capisco bene e non posso darti torto. Ci vorrebbe un vice pratico di questioni burocratiche con il quale dividersi i compiti; al Rettore la politca della scuola, al Vice, le questioni gestionali cui dare una soluzione. Tanto tu segnala segnala. Qualcosa resta.

  • Pasquale

    Luglio 16, 2019

    Io candido a distanza il professor Alberto giovanni BIuso.
    Tu mio caro pensa raggiunato e candidati (si potes). La tua lettere è un programma di lavoro così preciso che solo un cretino potrebbe non votarlo.

    • agbiuso

      Luglio 16, 2019

      Caro Pasquale, riferirò il tuo giudizio così positivo agli estensori del documento. La Lettera aperta, infatti, non è mia ma del Coordinamento di docenti del quale sono membro.
      Ti ringrazio anche dell’invito a candidarmi. Ho i requisiti formali per farlo (sono docente ordinario) ma non quelli sostanziali che consistono nell’essere conosciuto in tutto l’Ateneo e non soltanto nel mio Dipartimento, nell’essere ben radicato nel territorio e nell’avere capacità gestionali che non possiedo.
      Inoltre, diventare Rettore in questa situazione significa avere davvero coraggio e spirito di dedizione, a meno che non ci si candidi per ragioni oscure. Confidiamo, come CudA, di individuare un collega candidato con il quale poter collaborare per salvaguardare il nostro Ateneo e il presente/futuro dei nostri studenti.

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