Il tuo amico aveva ragione, caro Diego.
La poesia in volgare italiano è nata qui, nell’Isola, al tempo di Federico II. Poi si spostò in Toscana. I siciliani amano il canto e dunque anche la poesia.
La lingua di Alessandro Giuliana non ha nulla di folcloristico, è esatta e tagliente. E nello stesso tempo è, appunto, musicale.
Una piccola notazione sulla poesia a Catania. Ormai oltre vent’anni fa il mio amico (e compianto) poeta Armando Bonazzi mi raccontò di un suo viaggio a Catania in occasione di un convivio di poesia, con annessa premiazione e concorso. Rimase colpito dall’amore profondo e diffuso per la poesia, oltre che dall’accoglienza umana caldissima e dalla ricchezza della festa, un tripudio senza badare a spese. «Lì amano la poesia» mi ripeteva descrivendo il viaggio, che poi sarebbe stato l’ultimo, essendo già malato da tempo. «Una cosa che qui ce lo sogniamo» diceva.
3 commenti
pasquale
Vado a ordinarlo.P.
agbiuso
Il tuo amico aveva ragione, caro Diego.
La poesia in volgare italiano è nata qui, nell’Isola, al tempo di Federico II. Poi si spostò in Toscana. I siciliani amano il canto e dunque anche la poesia.
La lingua di Alessandro Giuliana non ha nulla di folcloristico, è esatta e tagliente. E nello stesso tempo è, appunto, musicale.
diego
Una piccola notazione sulla poesia a Catania. Ormai oltre vent’anni fa il mio amico (e compianto) poeta Armando Bonazzi mi raccontò di un suo viaggio a Catania in occasione di un convivio di poesia, con annessa premiazione e concorso. Rimase colpito dall’amore profondo e diffuso per la poesia, oltre che dall’accoglienza umana caldissima e dalla ricchezza della festa, un tripudio senza badare a spese. «Lì amano la poesia» mi ripeteva descrivendo il viaggio, che poi sarebbe stato l’ultimo, essendo già malato da tempo. «Una cosa che qui ce lo sogniamo» diceva.