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Nuova recensione di Longo a «Temporalità e Differenza», Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia

Rifp_testataNel volume 5/1 (2014) della Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia (pagine 134-137) Giuseppe O. Longo ha pubblicato una recensione più ampia (e leggibile gratuitamente) rispetto a quella che era uscita lo scorso dicembre nell’Indice dei libri del mese.

 

4 commenti

  • agbiuso

    Maggio 5, 2014

    Al contrario, caro Diego. Lo arricchisci come tutti coloro che lasciano qui le loro riflessioni.

  • diego

    Maggio 5, 2014

    grazie caro Alberto, in effetti la 4a parte de «La mente temporale» e le conclusioni di «Cyborgsofia» presentano questa ibridazione come una inevitabile prosecuzione dell’umano, anche se, almeno alla mia lettura, l’ibridazione delle componenti corporee è anche un cammino inverso all’impossibile intelligenza artificiale priva di un corpo

    sempre riguardo la bellissima recensione, c’è la frase finale che risponde ad un mio dubbio

    «l’enigma del tempo è ciò che renderà sempre enigmatico l’umano a se stesso»

    il mio dubbio era se in effetti la temporalità debba essere esclusivamente costitutiva della mente umana, perchè a me non pare; esempio: anche la non particolarmente istruita lumachina degli esperimenti di kendall si «ricorda» di uno stimolo innocuo e dannoso, quindi anche la sua mente assai semplificata è temporale, dovendo trasferire una reazione in un prima e in un dopo; ma il mio dubbio è risolto nella frase giustamente riportata da G.O. Longo, perchè umano non è il tempo ma «l’enigma», la domanda, lo stupore, quella molto umana tendenza a cercare un senso

    ora basta, ho già infestato abbastanza il thread

  • agbiuso

    Maggio 5, 2014

    Caro Diego, nel mio breve commento alla tua recensione a Bit Bang. La nascita della filosofia digitale ho scritto, appunto, che gli elementi di convergenza tra me e Longo sono così profondi che “ci siamo stupiti e rallegrati entrambi quando li abbiamo reciprocamente studiati”.
    Le differenze, che pure ci sono, sono probabilmente relative alle nostre competenze specialistiche: Longo è un matematico e il massimo teorico dell’informazione che operi in Italia, io sono un filosofo teoretico.
    Pino è, ad esempio, di solito più preoccupato dalla prospettiva dell’ibridazione, da ciò che lui chiama Simbionte; a me sembra invece che si tratti della prosecuzione di un cammino che costituisce parte della nostra stessa identità.
    All’inverso, in questo libro lui e Vaccaro mi sembrano forse troppo favorevoli agli elementi matematico-platonici della “filosofia digitale”, mentre molte delle posizioni che analizzano mi lasciano piuttosto perplesso.
    Sull’essenziale, però, -e anche su ciò che va oltre quanto è possibile dire 🙂 – io e Longo convergiamo interamente.

  • diego

    Maggio 5, 2014

    La sensazione che ho provato leggendo Longo, per esempio in «Bit bang», caro Alberto, è quella dell’impressionante somiglianza fra il suo pensiero ed il tuo. E fin qui nessun stupore (del resto per molti tratti, seppur nella ben minore robustezza teoretica, lo è anche il mio). Quel che stupisce è la somiglianza anche nello stile, nel mondo di «sentire» la corporeità. Io ho la sensazione che siate simili proprio come menti, anzi corpomenti come s’usa in queste pagine. Allora ho una domanda che tutti coloro i quali leggono Biuso e leggono Longo si porranno: secondo te, dov’è che siete differenti, c’è qualcosa sulla quale la pensi in modo diverso da lui? Mi risponderai immagino che lui è più bravo, più tutto, ma non vale, vorrei una differenza vera.

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