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La favola del fratello cambiato

Viva la libertà
di Roberto Andò
Con: Toni Servillo (Enrico Oliveri / Giovanni Ernani), Valerio Mastandrea (Andrea Bottini), Valeria Bruni Tedeschi (Danielle), Michela Cescon (Anna), Anna Bonaiuto (Evelina Pileggi), Eric Trung Nguyen (Mung), Gianrico Tedeschi (Furlan), Massimo De Francovich (Presidente), Renato Scarpa (Arrighi)
Italia, 2013
Trailer del film

Vigilia delle elezioni politiche in Italia. Il maggior partito dell’opposizione è guidato da Enrico Oliveri, un burocrate senza slancio, spesso depresso, quasi rassegnato alla sconfitta. Dopo l’ennesima contestazione, decide di sparire. Si rifugia in Francia presso la famiglia di un’antica amante. Bottini, il suo principale collaboratore, dice alla stampa e anche alla direzione del partito che Oliveri è in clinica per un intervento chirurgico. Bottini è l’unico a sapere della fuga. Si consulta con la moglie di Oliveri, che lo informa dell’esistenza di un gemello di Enrico, un professore di filosofia da poco dimesso da una clinica per malati di mente. Disperati, si rivolgono a lui. Il quale si cala perfettamente nel ruolo del fratello, trasformandone però l’identità da uggiosa in ilare, da prudente in spericolata, da grigia in carismatica. Tra risposte spiazzanti ai giornalisti, citazioni da Brecht e dalla poesia giapponese, invenzione di nuovi ed efficaci slogan, comizi dalla parola acuminata e coraggiosa, il fratello filosofo riesce là dove il politico aveva fallito.
Un apologo intelligente, misurato e divertente, che incrocia due caratteri differenti e conflittuali sino a fonderli nelle notevoli scene conclusive, dove lo spettatore -che pure sa come stanno le cose- non riesce più a distinguere i due personaggi. L’opera si chiude con il sorriso ironico e saggio di Enrico o di Giovanni? Il film racconta una politica diventata carisma personale e consenso spettacolare ma il suo significato va oltre e abita nel luogo dell’identità, nella lotta tra la serenità personale e la sottomissione che anche il potente deve accettare nei confronti delle masse, nelle domande di fondo sul significato dell’agire umano.
A tutto questo dà voce, corpo e sguardi Toni Servillo, capace di essere due personaggi e non soltanto di interpretarli. La favola del fratello cambiato, nella speranza che sia l’Italia a cambiare.

2 commenti

  • agbiuso

    Marzo 4, 2013

    Sì, caro Diego, è un film significativo anche come analisi dell’attualità politica italiana.
    Il M5S sta procedendo come deve in questi primi marosi parlamentari.
    Gli altri rincorrono a fatica. E persino l’entità immonda ha perso la ribalta della scena. Quest’ultimo effetto non è da sottovalutare.
    Sono contento che Viva la libertà ti sia piaciuto e che tu abbia potuto godertelo 🙂

  • diegod56

    Marzo 4, 2013

    Ho visto il film. «Cucito» sulla bravura quasi esagerata di Servillo. Ma debbo dire che, mentre assistevo alla proiezione, non potevo non stupirmi di come il film fosse azzecato riguardo il problema centrale della politica odierna: il distacco degli apparati di partito dal corpo sociale, dalle vite reali di quei cittadini ai quali si chiede il suffragio. Quindi il pensiero va al Movimento di Grillo, che pare aver rotto la crosta, il diaframma, con un cammino a lungo trascurato dai mezzi d’informazione, anch’essi largamente impastati, intrisi in un vischioso collante con le strutture partitiche.
    Io vedo anche dei rischi in questa vicenda, ma sono anche convinto che alla fine potrebbe anche prevalere una certa saggezza e oculatezza nei comportamenti, da non confondersi con un tentativo di annacquare e depotenziare ogni vera novità. Il film è molto interessante perchè alla fine la «saggia follia» del protagonista ha la meglio, sembra ridare nuova linfa alla natura «buona» del far politica. Certo, in una favola tutti vissero felici e contenti, nella realtà non si sa come andrà a finire. Intanto mi son comunque goduto il film, caro Alberto.

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