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COSTANTI del classico nell'arte del XX e XXI secolo

Catania – Palazzo Valle
Sino al 29 giugno 2009

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Splendida è la sede da poco inaugurata della Fondazione Puglisi Cosentino. Uno spazio sobrio e antico che con le sue grandi finestre, le luci, l’ampiezza dà rilievo alle opere che ospita, le quali sembrano respirare e intrattenere fra di loro una calma conversazione. La mostra di apertura, curata da Bruno Corà e allestita secondo i più avanzati criteri museografici, è impressionante per il numero e la qualità degli artisti del Novecento (e oltre) che è riuscita a far convergere in un solo luogo. Alcuni dei tanti nomi presenti: Beuys, Burri, de Chirico, Degas, Duchamp, Fontana, Giacometti, Kandinskij, Klein, Kounellis, Malevič, Manzoni, Mapplethorpe, Martini, Matisse, Melotti, Merz (Mario e Marisa), Messina, Mondrian, Moore, Morandi, Opalka, Parmiggiani, Picasso, Pistoletto, Arnaldo Pomodoro, Ray, Rosso, Rothko, Savinio, Sironi…

Un’antologia dell’arte contemporanea che non consiste, però, nella semplice somma di opere e di nomi ma sostanzia un percorso nel quale le “costanti” del titolo sono riferite non tanto e non solo al “classico” (qualunque cosa si intenda con questo termine) ma anche alla logica che sottende l’intera arte contemporanea e dunque il post-impressionismo. La rottura dell’armonia -simbolizzata perfettamente nelle sfere implose/esplose di Pomodoro e nei tagli di Fontana- produce in realtà nuove e perenni geometrie, equilibri continuamente reinventati, corpi plurimi, codici che riscrivono i segni dello spazio e del tempo, forme che acquistano la propria norma non da regole esterne ma dal senso stesso delle opere, cicli e vortici che si confrontano con la storia e col mito e però sono rivolti a nuove tensioni a rinnovati orientamenti. Emblematico il Microcosmo di Mattiacci, con un disco di ferro concavo nel quale convivono una miriade di piccole sfere mobili e una grande sfera al centro. Ma l’intera mostra sta sotto il segno del cerchio/sfera immobile e insieme cangiante, costante e in ogni istante rinnovato.

(Singolare è che il dépliant illustrativo della mostra non riporti l’indirizzo di Palazzo Valle -via Vittorio Emanuele 120- ma spero sia solo una distrazione…di gioventù).

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