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Sul ricordo

Quei labirinti temporali che redimono il dolore
il manifesto
20 gennaio 2018
pagina 11

Percorriamo di continuo il magnifico labirinto del tempo, fatto con i mattoni dei nostri ricordi, i quali però non sono mai rappresentazioni statiche, ferme e sempre uguali a se stesse. No, i ricordi sono continuamente cangianti, riletti e riscritti alla luce delle urgenze presenti e delle aspirazioni future. Questo vuol dire Husserl quando sostiene -come prima di lui aveva fatto Agostino- che il presente della mente si distende e si estende in ogni altra dimensione del tempo, sino a creare quei ricordi di fantasia che sono generati «dalla capacità della coscienza intenzionale di ricollocarsi in ogni punto del flusso e di produrlo ‘ancora una volta’» (Pio Colonnello, Fenomenologia e patografia del ricordo, Mimesis 2017, p. 21).

Nuda festa

La festa insidiosa e la mobilitazione totale del sistema spettacolare
il manifesto
3 gennaio 2018
pagina 11

«Dal Neoclassicismo in avanti l’arte si è trasformata da un agire che ha fuori di sé il proprio scopo in una prassi chiusa dentro se stessa. A questo movimento si è accompagnata la metamorfosi dell’artista artigiano -il quale faceva come voleva e poteva ciò che in ogni caso doveva fare- nell’artista sovrano che abbandona la prospettiva, un punto di vista oggettivo sul mondo, a favore di una pluralità di punti di vista creati dall’artista stesso, padrone dello spazio, delle relazioni, delle durate e -alla fine- della stessa denominazione di qualsiasi oggetto o situazione come arte».

I professori resistenti

I professori resistenti e il Congresso negato per «ordine pubblico» 
il manifesto
28 settembre 2017
pag. 11

Trascrivo qui l’incipit e la conclusione dell’articolo.
« “Si sa che la gente dà buoni consigli / se non può più dare cattivo esempio” canta De André in Bocca di Rosa. Capita così che dalla sicurezza della propria cattedra non pochi professori parlino e scrivano contro colleghi del passato che si sarebbero sottomessi a poteri autoritari e totalitari di diverso segno. Ma che cosa avrebbero fatto loro trovandosi in quei frangenti?
[…]
Il tentativo di trasformare i docenti da ricercatori scientifici a funzionari dello Stato impauriti e prudenti può essere attuato in forme molto diverse, non soltanto con la violenza esplicita dei regimi fascisti ma anche con l’asservimento liberista del sapere a scopi puramente economicisti».

Tra i professori universitari che si rifiutarono di prestare giuramento al fascismo ci fu il filosofo Piero Martinetti, al quale dedico questo articolo.

Metafisiche cannibali

Decolonizzare il pensiero per restituire il sapere dell’Altro
il manifesto
19 agosto 2017
pag. 11
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Tutto qui appare diverso rispetto a come siamo abituati a pensare. Categorie, concetti e modi d’essere si mostrano in una prospettiva completamente differente, attraversamento di una soglia del mondo. All’opposto dell’evoluzionismo europeo, la differenziazione non parte dalla comune animalità ma si origina dalla comune umanità. E pertanto dove la nostra posizione tende a essere multiculturalista, quella dei popoli amazzonici è multinaturalista. Lo sciamano attraversa i confini ontologici, non semplicemente raggiungendo una conoscenza dell’alterità ma trasformandosi nell’alterità.

πολιτικον ζωον

Siamo individui soli eppure sociali, «abitati» da trame di relazioni
il manifesto
2 agosto 2017
pag. 11
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I comportamenti sono sempre sociali, anche quando stiamo da soli con noi stessi e con il corpo che siamo, il quale è tanto nostro quanto delle relazioni che lo intessono. Siamo con-essere sin nei gangli più fondi e profondi della vita e del tempo; siamo persona comunitaria in quel «testo e non solo contesto» che è la natura di cui siamo fatti, siamo intrisi, siamo dall’inizio alla fine attraversati.

Privacy

Il business dei big data e della sorveglianza in nome della trasparenza
il manifesto
22 luglio 2017
pag. 11
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Siamo ancora qui e siamo i padroni del pianeta anche e soprattutto perché in milioni di anni l’Homo sapiens è riuscito a coniugare due caratteristiche: utilizzare i nostri sensi per percepire con estrema cura i suoni, gli odori, i movimenti dell’ambiente intorno a noi, in modo da evitare d’essere preda e diventare appena possibile predatori; coniugare i sensi con una tendenza immediata e pervasiva alla manipolazione degli oggetti e del mondo. A tutto questo abbiamo unito una formidabile capacità mnemonica, sia dei singoli sia della specie.
Anche per mezzo di tutte queste facoltà abbiamo costruito il mondo digitale e virtuale dentro cui miliardi di umani sono immersi ogni giorno e senza il quale non saprebbero più neppure immaginarsi.
Eppure questo mondo presenta dei rischi letali.

[Il titolo dell’articolo -poco corrispondente al contenuto del testo- non è mio ma è redazionale.
Photo by Matthew Henry on Unsplash]

Linguaggio

La Torre di Babele inevitabile e necessaria che dà i nomi alle cose
il manifesto
15 giugno 2017
pag. 11

Pensiero e linguaggio sono inseparabili sia sul versante della costante conversazione che intratteniamo con noi stessi sia su quello della comunicazione con gli altri. Inseparabile dal corpo e dal pensiero, il linguaggio è legato anche al tempo, essendo una struttura che muta di continuo rimanendo però sempre ben riconoscibile. La complessità e la ricchezza dei rapporti che il linguaggio intrattiene con il corpo, la biologia, l’animalità, il pensiero, il tempo, mostrano la sua centralità per ciò che definiamo ‘civiltà’.

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