Skip to content


Etnie

Etnie

Sul numero 19 (luglio 2019) di Vita pensata ho parlato di un film che ho visto durante una rassegna milanese dedicata al Festival di Cannes 2019. Si intitola Les Misérables, il regista è Ladj Ly.
Nato da genitori del Mali, Ladj Ly ha girato vari documentari su Montfermeil, la banlieue dove è cresciuto e dove Victor Hugo compose Les Misérables. Questo regista sa dunque di che cosa parla, sa quali sono i sentimenti e i pensieri dei francesi di origine africana, sa in quale degrado essi vivano e soprattutto sa che tra la Francia -la sua storia, la sua cultura, i suoi modi di vivere- e questi cittadini ci sono differenze che diventano abissi.
Il film descrive tale differenza in un modo che è insieme sociologico e narrativo. Letto alla luce di uno dei libri più rigorosi e informati sulla questione dei migranti dall’Africa all’Europa (è quello che in questo articolo ho cercato di fare), Les Misérables offre una prospettiva inquietante e realistica sul conflitto sociale ed etnico che attraversa sempre più le società europee.
Il trailer dà un’idea, per quanto parziale, di ciò che il 
film esprime e di come lo racconta.

7 commenti

  • agbiuso

    Luglio 2, 2023

    Da Ce n’est pas une guerre civile
    Di Mathieu Bock-Côté, Le Figaro 1.7.2023

    «Nulle surprise : depuis des années, il suffit de regarder la carte de Paris pour constater qu’elle est en quelque sorte assiégée. On pourrait dire la même chose des autres grandes villes du pays. La fracture identitaire engendrée par l’immigration massive et la mutation démographique qu’elle entraîne s’expose à qui veut bien la voir. […]
    Une pulsion qui relève moins de l’agressivité idéologique que de l’instinct de conquête. […]
    Mais c’est aussi une guerre pour la maîtrise du territoire qui se dévoile sous nos yeux. […]
    Mais le déni de réel ne tient plus, et le courage élémentaire, pour bien des politiques, consistera demain à redire publiquement ce qu’ils disaient en privé. Je serais hélas surpris qu’ils le fassent».

    Pdf dell’articolo

  • agbiuso

    Giugno 29, 2023

    Come negli Stati Uniti d’America, il melting pot non funziona.
    Milioni di giovani (e non solo giovani) diventati francesi non si sentono tali per il semplice fatto che non sono tali. Essi odiano la Francia.
    Queste società meritano la guerriglia civile perché non hanno compreso alcuni fondamenti antropologici delle comunità umane.

  • agbiuso

    Aprile 30, 2023

    A Milano, nella sua bella stazione ma non solo, si vanno confermando i rischi di un’accoglienza indiscriminata, si va confermando l’incapacità di capire e il danno che producono i sedicenti buoni.

  • agbiuso

    Ottobre 29, 2020

    Sanno solo chiudere, non sanno governare. Una dichiarazione molto grave quella del sindaco di Nizza, sinonimo di resa al fanatismo. Ma era ed è tutto prevedibile, basta conoscere un poco la storia dell’Islam e dei Paesi islamici dalla fine della I guerra mondiale a oggi. Ancora una volta si vogliono le cause ma non si vogliono gli effetti. Irrazionalismo.

  • agbiuso

    Giugno 8, 2020

    Il libro di Raffaele Simone L’ospite e il nemico. La grande migrazione e l’Europa (Garzanti) affronta la questione che qui ho cercato di discutere. Di questo libro ha parlato qualche giorno fa sul Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia, il quale così conclude la sua analisi:
    ==========
    Che cosa sostiene di così scandaloso per il benpensante progressista il libro di cui stiamo parlando? Innanzitutto un criterio di metodo: «Non c’è nessun immigrato, in quanto persona, leggiamo, che visto da vicino, non susciti compassione e impulso al soccorso (…). Ma si possono osservare i fenomeni collettivi persona per persona?». Simone non ha dubbi: non è possibile. L’immigrazione verso l’Europa è un evento di una tale vastità potenziale che, incontrollato, non potrebbe che condurre questa parte del mondo a un’autentica catastrofe, più o meno analoga a quella rappresentata a suo tempo dalle invasioni barbariche. Si tratta di una presa di posizione niente affatto ideologica: infatti è davvero impressionante, in proposito, la vasta e varia documentazione, la quantità di notizie, di dati, di fatti di cronaca, circa le conseguenze negative già in atto o assai prevedibili contenute nel libro. Il cui autore, proprio perciò, sottolinea come siano a dir poco sorprendenti lo «spesso clima di ipocrisia e di falsità», «la sceneggiatura irenico-umanitaria» e la «sconsiderata rilassatezza» delle politiche migratorie praticate finora: attuate «quasi tutte — si aggiunge — contro il parere del popolo». Ce n’è abbastanza, come si vede, per giustificare la censura decretata al libro dal Club Radicale.
    ==========

    Qui la versione integrale dell’articolo: Immigrazione e multiculturalismo. Il silenzio degli «accoglienti»

  • diego

    Settembre 23, 2019

    è molto interessante il tuo articolo, caro Alberto; al di là del soccorso a chi sta effettivamente annegando su un barcone o a una bambina che viene ripeturamente stuprata prima di giungere sulla spiaggia di Lampedusa, esiste, fondamentale, la mecessità di capire «a mente lucida il problema»; per la questione del soccorso sto leggendo il libro del medico di Lampedusa, che narra fatti di una crudezza e durezza insopportabili perfino a pensarli; ma, come ho scritto, occorre capire il fenomeno nella sua vastità; è vera la questione sollevata dal Vescovo, molti migranti sono dei sognatori che sperperano risorse inseguendo un sogno «europeo» coltivato da un’informazione smisuratamente accessibile e smisuratamente superficiale; accadde a suo tempo con gli albanesi che vedevano l’italia delle tv, non quella vera; in Africa quello che manca, rispetto alla vecchia Europa, è una borghesia produttiva, è mancata l’etica protestante di cui scriveva Weber; in Africa manca una burocrazia efficiente e non corrotta, che è la rete su cui si intesse un buon tessuto economico e sociale; comunque il veleno più grave è proprio l’informazione deformata; vedremo che succederà, nei prossimi anni, per fortuna si muore prima o poi

    • agbiuso

      Settembre 23, 2019

      Caro Diego, ti ringrazio per l’apprezzamento verso il mio tentativo di riflessione e per le tue opportune osservazioni.
      Analizzare “a mente lucida il problema” conduce alla conclusione che la responsabilità prima dei morti annegati e delle donne stuprate è di chi, come tu osservi, illude le persone, specialmente dell’informazione televisiva e di altro genere; di chi organizza questi viaggi –nessuno infatti obbliga i cittadini dell’Africa centrale e settentrionale a lasciare le loro case-; di chi approfitta di tali illusioni e viaggi per schiavizzare altri esseri umani; di chi li mette in mare su barconi, sapendo che a una chiamata del cellulare satellitare queste persone saranno trasferite dai barconi alle navi delle ONG (come il libro di Smith ben documenta). E quindi è anche responsabilità delle stesse ONG, che incrementano e favoriscono il fenomeno migratorio.
      A una semplice domanda non ho trovato sinora risposta: armare delle navi costa moltissimo; chi investe in queste flotte delle ONG?

      Quanto a ciò che manca all’Africa, mi sembra che il tuo elenco sia lungo, oltre che qualitativamente impegnativo. Aggiungerei che mancano anche classi dirigenti libere dal dominio coloniale che ancora -e con successo- Francia, Stati Uniti, Cina cercano di imporre a questo Continente.

      La chiusa della tua riflessione è davvero keynesiana, visto che Keynes osservava con saggezza che “in the long run we are all dead” (A Tract on Monetary Reform, [1923], cap. 3, p. 80).

Inserisci un commento

Vai alla barra degli strumenti