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Arte nucleare

Enrico Baj
Bambini, ultracorpi & altre storie
Fondazione Arnaldo Pomodoro – Milano
A cura di Flaminio Gualdoni
Sino al 20 dicembre 2013

La fantasia come stile. Questo voleva, probabilmente e anche, significare il manifesto Contro lo stile promosso nel 1957 da Enrico Baj e Sergio Dangelo. Nessuna ortodossia, nessuna scuola, nessuna gerarchia. Piuttosto la contaminazione, l’ibridazione, lo scambio. E dunque nelle opere esposte dentro il piccolo ma prezioso spazio della Fondazione Arnaldo Pomodoro si vedono ritratti tradizionali mescolati a strani abbracci e paesaggi iperbucolici invasi da singolari oggetti celesti, simili a degli Ufo. E poi il ripetersi del cerchio, dei rettangoli, delle forme archetipiche trasformate in gioco. E una densa Composizione firmata insieme da Baj e Lucio Fontana. Il Manifesto per l’arte nucleare è la sintesi tra una volontà rivoluzionaria ormai incipiente ed evidente in quegli anni e la dimensione ludico-ironica che per fortuna sopravvive anche al disincanto. 

 

2 commenti

  • agbiuso

    Dicembre 14, 2013

    Cara Fausta, grazie davvero per una testimonianza così vivace ed esatta. Venendo da un’artista che, come te, ha conosciuto questi personaggi, direi che è il mio testo a costituire un commento alle tue parole.

  • fausta squatriti

    Dicembre 14, 2013

    il movimento nucleare aveva anticipato di molto la percezione dello spazio, e della vita nello spazio, e lo ha fatto per intuito, in modo poetico, e deliziosamente ironico. Per quanto invece riguarda la perdita dello stile, si capisce bene cosa intendessero, nei primi anni ’50, quel manipolo di eroi! In quegli anni si era definito il nuovo conformismo dell’era post-picassiana, che come filiazione del cubismo, era, a sua modo, formale. Enrico Baj aveva una vena ironica, nulla per lui era veramente seria, e Dangelo era, ed è, un bizzarro e surreale artista, con un senso inevitabile del -bello – applicato anche nelle opere sue più trasgressive, quelle di quegli anni, sempre elegantissime. E dicendo eleganti, non intendo di sicuro diminuire il suo talento. Lucio Fontana, che era un genio, mi disse che se i suoi detrattori lo taciavano di eleganza per sminuirlo, ebbene, quello lui lo riteneva
    un complimento.

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