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Ciechi

Il colore nascosto delle cose
di Silvio Soldini
Italia, Francia, Svizzera 2017
Con: Valeria Golino (Emma), Adriano Giannini (Teo), Arianna Scommegna (Patti), Laura Adriani (Nadia), Anna Ferzetti (Greta)
Trailer del film


Per chi come me non ci vede, tutte le cose sono un urto, non altro
(Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò)

La sfida del cinema consiste anche nel far vedere la realtà, gli spazi, i movimenti secondo il corpo di un altro, che sia il regista, l’attore, lo sceneggiatore, l’inventore o l’interprete di storie che non sono le nostre, di vite che non ci appartengono, di corpimente che non siamo. Il colore nascosto delle cose è questa sfida in una delle sue forme più ardue: far vedere il mondo come lo percepisce un cieco. Emma, infatti, ha perso la vista a 17 anni; adesso che è adulta fa la osteopata e sopporta la vita tra disciplina, ironia, disincanto. Teo, invece, è un pubblicitario sciupafemmine che nella collezione di successi e di ingarbugliamenti sentimentali cerca di sopportare anche lui un antico dolore. Si incontrano durante una seduta di ‘Dialoghi nel buio’, lui la rivede in un negozio, sfida se stesso e un amico a conquistarla, ci riesce e da qui si scatenano memorie, timori, orizzonti, emozioni che travolgono le vite di questi umani, di questi poveri ciechi che pensano di vedere le profondità del tempo passato e futuro e inciampano di continuo nell’ostacolo del presente.
Il film racconta la passione universale dalla quale prima o poi in un modo o nell’altro veniamo accecati.

Ci restano le statue

Il comandante e la cicogna
di Silvio Soldini
Con: Valerio Mastandrea (Leo), Alba Rohrwacher (Diana), Luca Dirodi (Elia), Serena Pinto (Maddalena), Giuseppe Battiston (Amanzio), Claudia Gerini (Teresa), Luca Zingaretti (Malaffano), Maria Paiato (Cinzia), Fausto Russo Alesi (L’agente immobiliare), Giuseppe Cederna (il direttore del supermercato)
Italia, Svizzera, Francia 2012
Trailer del film

Leo Buonvento è un idraulico onesto e laborioso, che cerca come può di educare i due figli adolescenti -Elia e Maddalena- dopo la morte della moglie Teresa. Moglie che comunque lo viene a trovare di notte intorno alle 4 per ascoltarlo e dargli qualche consiglio.
Diana è una pittrice ingenua e squattrinata, sempre in lotta con il proprio padrone di casa -Amanzio- il quale a sua volta è senza lavoro -per sua scelta- e senza soldi ma capace di dispensare in giro perle di originale saggezza.
L’avvocato Malaffano è un lestofante, complice di ogni sorta di corrotti e faccendieri.
Le vite di questi personaggi un po’ paradigmatici dell’Italia contemporanea e un po’ anche macchiette si incrociano nei modi più imprevedibili, con in mezzo pure Agostina, una cicogna amica di Elia, il quale passa più tempo in un campo con lei che a studiare a casa.
A osservare queste esistenze, i loro guai, la loro forza, stanno le statue disseminate in città: Giuseppe Verdi, Leopardi, Leonardo da Vinci, e soprattutto Garibaldi a cavallo, continuamente disturbato dalla brutta statua del cavalier Cazzaniga, un malfattore onorato dai suoi complici. Le statue parlano, meditano, commentano. Il comandante Garibaldi è sempre indomito ma anche un poco sconsolato, tanto da farsi venire il dubbio se sia stato davvero sensato fare l’Italia vedendo a che cosa l’Italia si è ridotta: «Un popolo sbandato che crede alle promesse più mirabolanti dei bricconi», ammette con il suo accento ligure.
Una commedia civile dai toni surreali. Molto divertente in alcuni tratti, con un esplicito intento di meditazione e di denuncia. Un film che non graffia ma che può far riflettere sorridendo. Non ci restano che le statue.

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