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Abilitazione Scientifica Nazionale

Dall’8 luglio 2021 al 15 febbraio 2024 sono stato membro e presidente della Commissione Scientifica Nazionale per il Settore Concorsuale 11/C1-Filosofia teoretica, che corrisponde al Settore Scientifico Disciplinare M-FIL/01. Ciascuno dei 190 Settori Concorsuali nei quali è suddivisa l’Università italiana ha infatti il compito di vagliare, per il proprio ambito/settore, le candidature degli studiosi che intendono ottenere l’Abilitazione Scientifica Nazionale, vale a dire l’abilitazione necessaria al fine di poter accedere ai concorsi come professore Ordinario (in gergo ‘di I fascia’) e come professore Associato (in gergo ‘di II fascia’).
Le commissioni sono composte da cinque membri, sorteggiati tra i professori ordinari che presentano la propria candidatura e che superano delle precise soglie di competenza scientifica. Una volta sorteggiate e insediate, le commissioni nominano al proprio interno un presidente e un segretario. Le commissioni durano in carica per cinque quadrimestri. Il biennio 2021-2023 è stato prorogato di un ulteriore sesto quadrimestre, rimanendo dunque le commissioni in carica per poco più di due anni. Di fatto il compito della commissione che ho presieduto si è concluso con l’ultima riunione (30 novembre 2023) ma di diritto siamo rimasti in carica sino appunto al 15.2.2024.
L’Università italiana è un mondo molto complesso (a volte dall’esterno quasi incomprensibile) con strutture, regole, prassi che si articolano su vari livelli: scientifico, didattico, relazionale. Da quando esiste l’ASN (dal 2010) ottenere l’abilitazione è una condizione necessaria ma non sufficiente per aspirare a entrare nei ruoli universitari o per passare da ricercatore a professore associato e da professore associato a ordinario. Sul sito del ministero [https://www.miur.gov.it/abilitazione-scientifica-nazionale] la procedura viene descritta in questo modo:

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«Con l’articolo 16 della Legge 240 del 2010, per la partecipazione ai concorsi nelle singole università per la qualifica di professore di I o II fascia, è previsto come requisito necessario il possesso dell’Abilitazione Scientifica Nazionale.
L’Abilitazione Scientifica Nazionale è una procedura di valutazione non comparativa gestita direttamente dal Ministero attraverso le Commissioni nazionali di ognuno dei Settori concorsuali.
L’Abilitazione Scientifica Nazionale costituisce pertanto il titolo richiesto per partecipare:

  • ai concorsi indetti dagli atenei con procedura aperta (ex art. 18, L. 240/2010)
  • ai concorsi riservati (fino all’anno 2019) a coloro che già sono in servizio presso l’ateneo (ex. art. 24, comma 6, L. 240/10); 
  • alle procedure di assunzione per coloro che, essendo inquadrati come ricercatori di tipo b) (tenure – track), possono al termine del triennio essere assunti come professori di II fascia (ex. art. 24, comma 5, L. 240/2010).

L’Abilitazione Scientifica Nazionale è stata oggetto di alcune modifiche normative nel corso del 2014: da procedura a cadenza annuale (tornate 2012 e 2013) è diventata una procedura senza soluzione di continuità che si svolge durante tutti i mesi dell’anno. Nel processo dell’Abilitazione sono coinvolte 190 commissioni concorsuali (corrispondenti ai Settori concorsuali). Le Commissioni sono composte da cinque Professori ordinari, sorteggiati dal MIUR nell’ambito di apposite liste formate dall’ANVUR.
Tutte le procedure, dalla fase della candidatura alla pubblicazione dei risultati, sono gestite in modalità telematica. I risultati e gli atti dell’Abilitazione Scientifica Nazionale sono altresì consultabili direttamente attraverso l’apposita piattaforma ASN».

C’è infatti un sito dedicato a questa complessa procedura e vi si possono trovare documenti e informazioni di volta in volta aggiornate:
https://abilitazione.mur.gov.it/public/index.php.
La commissione 2021-2023 del Settore di Filosofia teoretica ha valutato 115 candidati, dei quali 27 per la I fascia e 88 per la seconda. Di ciascuno di questi studiosi abbiamo valutato i titoli (numerosi e di varia natura) e le pubblicazioni. Ogni candidato può presentare 15 pubblicazioni se aspira all’abilitazione a professore ordinario e 10 se punta all’abilitazione a professore associato. Ne consegue che abbiamo valutato  poco meno di 1300 pubblicazioni  (in varie lingue) tra libri, contributi in volume, saggi di rivista. È stato un lavoro davvero molto impegnativo ma di grande interesse sia scientifico sia professionale. Da questo incarico si esce infatti avendo una conoscenza assai chiara delle direzioni, delle prospettive, dei contenuti e delle metodologie di ricerca di chi in Italia si dedica alla Filosofia teoretica.
Sono stato molto fortunato perché la commissione che ho presieduto è stata composta da studiosi non solo di grande competenza filosofica ma anche e soprattutto psicologicamente equilibrati (cosa non ovvia) e di sicura correttezza deontologica. A conclusione del nostro lavoro, a fine novembre 2023, ho loro indirizzato queste poche righe, che spero possano descrivere il clima di lavoro all’interno della commissione.

«Cari amici,
[…]
Rileggere tutti i giudizi è stato impegnativo ma proficuo per una ragione ben precisa (oltre quella tecnica): ho infatti potuto confermare tramite una lettura ormai sinottica quanta dedizione e rigore abbiamo dedicato in questi due anni al nostro lavoro. Era nostro dovere, certo, ma non sempre la consapevolezza di un dovere conduce alle relative azioni.
Possiamo qualche volta aver sbagliato, sia individualmente sia collegialmente, ma se è successo non lo abbiamo mai fatto con malizia o pregiudizio nei confronti di nessuno, qualunque fosse la sua qualifica, scuola, tesi teoretica, metodo di ricerca.
Questo è uno dei risultati che mi porterò da questa bella esperienza scientifica e professionale: la consapevolezza che anche in un contesto degradato come è in Italia la funzione pubblica, anche in un ambiente spesso tossico quale è quello accademico, si può – se si vuole – espletare il proprio compito con correttezza e con serenità.
E tale risultato è dovuto naturalmente alle vostre persone».

Ringrazio quindi anche pubblicamente i colleghi professori Tiziana Andina, Franco Ferrari (membro in carica per il I quadrimestre), Giovanni Maddalena (segretario), Francesco Piro (per i quadrimestri dal II al VI), Salvatore Tedesco. E ringrazio i candidati che con il loro lavoro e le loro pubblicazioni hanno accresciuto le mie conoscenze.

Per la scienza, per gli studenti

Per la scienza, per gli studenti è una delle massime che guidano da tempo la mia esistenza. Da quando ho cominciato a insegnare -un bel po’ di anni fa- a oggi che la mia vita vede un compimento e una svolta.
Il compimento consiste nel fatto che ho vinto un concorso dell’Università di Catania e sono diventato professore ordinario di Filosofia teoretica. Nel gergo accademico l’espressione si riferisce al grado massimo della docenza universitaria e quindi della ricerca e dell’insegnamento in Italia (in Europa e altrove la formula è Full Professor). Un’altra denominazione -più ufficiale anche se meno utilizzata- è ‘Professore di prima fascia’.
La Commissione che mi ha conferito tale qualifica è stata composta da tre docenti. Due sono stati sorteggiati tra sei nomi di ordinari di Filosofia teoretica: Eugenio Mazzarella (Università Federico II di Napoli) e Luigi Tarca (Università Ca’ Foscari di Venezia). Il terzo è stato designato come membro interno dal Dipartimento di Scienze Umanistiche di Unict: Giancarlo Magnano San Lio. Ringrazio i colleghi professori per la generosa valutazione che hanno formulato della mia attività scientifica e didattica.
La svolta consiste nel fatto che farò di tutto per meritare questo riconoscimento della comunità filosofica e moltiplicherò il mio impegno verso la conoscenza e la sua trasmissione.
Al di là del mio caso personale, mi auguro che questo esito abbia anche un significato civile: entrare all’Università non è infatti facile, soprattutto per chi -come me- ha trascorso 17 anni nei Licei (esperienza bellissima) e quindi non ha intrapreso una carriera ‘canonica’. Spero che questo significhi che con abnegazione al sapere, passione per la scrittura, dedizione didattica e -naturalmente- con l’apprezzamento e il sostegno dei professori di un determinato ambito di studi, l’università rimane aperta a chi ama studiare e insegnare.
Pubblico quattro documenti/pdf relativi al concorso. I primi due si possono leggere anche qui: Procedura di selezione per la chiamata a professore di prima fascia ai sensi dell’art. 18, comma 1, della legge 30.12.2010, n. 240 – M-FIL/01 (DISUM)

Ringrazio coloro, e sono molti, che lungo gli anni mi hanno dato forza con la loro stima e il loro affetto e insieme ai quali posso ora condividere la soddisfazione di questo καιρός. Sono infatti convinto che un singolo da solo non possa ottenere alcunché nella vita, che qualunque risultato professionale conseguiamo lo raggiungiamo sempre in un contesto ben preciso, che la nostra persona è al servizio delle collettività alle quali appartiene e non il contrario. E io sono orgoglioso di appartenere all’Università di Catania e a un Dipartimento così ricco di intelligenze, energie e anche di simpatie tipicamente siciliane. Elencare tutte le persone alle quali debbo questo risultato sarebbe bello e doveroso ma riempirebbe pagine. Mi limito a rivolgere loro la dedica che il mio maestro pose a uno dei suoi libri più importanti: «Agli amici che l’hanno reso possibile: si riconosceranno»1. Aggiungo le parole affettuose e credo significative che mi hanno indirizzato due di queste persone:
«Diventare professore ordinario è il traguardo e il risultato dovuto al tuo impegno e alla tua passione assoluti, assoluti; risponde al palpito della filosofia nelle tue vene. La forma adesso calza a pennello la sostanza, per dirla con le parole con cui commentai il tuo passaggio ad associato, ma da allora la tua persona si è perfezionata ancora e molto e il successo che merita, di cui sarai orgoglioso e anch’io con te, è grande».
«Mi rallegra non soltanto per te, ma anche perché significa che in fondo il mondo accademico non è poi così terribile come è rimasto nella mia memoria. Sei stato davvero bravo, terribilmente testardo e bravo. Les opiniâtres sont les sublimes, scriveva il mio adorato Hugo. La perseveranza sostiene il coraggio come la ruota supporta la leva: rinnovandone costantemente il punto d’appoggio. Ti abbraccio in questa giornata importantissima per la tua carriera, te la sei guadagnata ‘con il sangue e col ferro’ e te lo dico: se sei arrivato vivo fino a qui, credimi, sei un guerriero».
E dunque ancora una volta e con rinnovata energia «an die Sachen selbst als freie Geister, in rein theoretischem Interesse»2.

1  Eugenio Mazzarella, Tecnica e Metafisica. Saggio su Heidegger, Guida 1981, p. 11.
2 [Alle cose stesse come spiriti liberi, nel puro interesse teoretico]. Edmund Husserl, Aufsätze und Vorträge. (1911-1921). Mit ergänzenden Texten, «Gesammelte Werke», vol. XXV, Martinus Nijhoff, Dordrecht/Boston/Lancaster 1987, p. 206.

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