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Un barlume di fasto

Scrimm Edizioni
Catania 2013
Pagine 60
€ 4,99

LUCE / MUSICA

Il mondo è un tessuto di parole dette, taciute, gridate, pensate. Il loro accadere, permanere e divenire dà vita a ciò che chiamiamo scienza, cultura, conoscenza. Dentro questo oceano di suoni e di significati, la poesia è lo “scarto”, è l’imprevisto, la porta che si apre verso uno spazio inatteso, un’inattesa luce.
È la luce che cerco di disegnare nei miei versi. “Luce” è il loro contenuto. La forma che lo esprime vorrebbe essere “musica”. Lo sbalzo del suono rispetto all’intrico comune del parlare non può rimanere una parodia del dire, una semplice messa in riga del linguaggio quotidiano. Il salto spaziale che dà vita al verso deve inoltrarsi nel territorio, rischioso ma esaltante, della musica, della nota e dell’accento che suonano dentro la fatica dei sentimenti, il rigore del capire, l’incontro con la morte. Solo così, diventando musica, la parola dolorosa della vita potrà aprire l’intervallo di una qualche gioia.
So bene che in questo modo i versi che tento si pongono lontano dalla poetica prosastica del mio tempo, dal dogma estetico che fa di molta poesia contemporanea un’estrema e paradossale propaggine del futurismo rumorista. Ma ho la sensazione che le parole che si scrivono debbano possedere l’arrogante ambizione di parlare ai millenni. Sennò, è meglio tacere. È da tale tracotanza, infatti, che nasce la più oggettiva delle misure: quella che segue il perimetro irraggiungibile del mondo. E ai suoi confini trova luce.
Dal sito di Scrimm Edizioni

Recensione di Diego Bruschi (28 luglio 2013)

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