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Eva

Recensione a:
Giuseppe O. Longo

La gerarchia di Ackermann
Jouvence, 2016
Pagine 365
in Nuova Prosa. Semestrale di narrativa
Numero 68 – Settembre 2017 – Socialpatie, a cura di Simona Castiglione
Pagine 129-132

L’amare, il desiderare, il cantare i propri giorni come se fossero altro da un Requiem all’inizio sereno e pieno di attese ma che poi volge alla inesorabilità dell’ardere dentro «le fornaci del caos», dominate dal principio di dissoluzione; dominate dalla patomimesi che ripete ogni giorno le sofferenze dei nostri avi, spalmate nel tempo ma non per questo meno cristalline e presenti; dominate dalla nostalgia di una pienezza della quale serbiamo ricordo ma che ci sembra lontana lontana.
La gerarchia di Ackermann è un libro terribile e potente, che conferma per intero e sino in fondo la trama gnostica del pensiero di Giuseppe O. Longo.

Il catalogo è questo

Laure Prouvost
GDM – Grand Dad’s Visitor Center
Milano – Hangar Bicocca
A cura di Roberta Tenconi
Sino al 9 aprile 2017

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OSGEMEOS
Efêmero
Milano – Hangar Bicocca
A cura di Cedar Lewisohn
Sino  all’aprile 2018

Una trappola per topi disegnata sopra un televisore. Piramidi di vetri rotti. Il salone di bellezza di un parrucchiere bianco figlio di una donna ghanese, che ha soltanto clienti nere, ricostruito in ogni minimo dettagliato. Una porta di ingresso che è parte del pavimento. Una panca circolare di pietra da dove è possibile sedersi per vedere dei filmati, decorata con una serie di seni simili a quelli della dea dell’Artemision di Efeso. Una sala da the nella quale è possibile prendere davvero del the. Una stanza buia e vuota che si illumina di suoni sincopati. Uno spazio per il karaoke, fatto di meduse, uccelli, pietre. Acqua, alberi, luci, canti. Piante rampicanti, oggetti di ogni tipo, foglie, cielo. Processioni di santi. Occhi in ceramica per sale e pepe. Disegni infantili, schizzi, indicazioni sensate e insensate. Ironia, corse, frenesie, accumulo.
«Come se questa complicata ed eterogenea macchina, l’umanità, per produrre quel po’ che produce, avesse bisogno di sperperare una gran quantità di energia in una sorta di attrito fatto di piccole azioni ripetute, di chiacchiere, di futili contese, di cavilli» (Giuseppe O. Longo, La gerarchia di Ackermann, Jouvence 2016, pp. 120-121).
Ovunque ironia. «Time is speed». Due seni enormi pendono dal soffitto. «Plural viewing». L’invito è «Look, look!», guardare il delirio dell’essere a partire dal proprio delirio. Il divenire. Il mondo.

OSGEMEOS_EfemeroUsciti da questo catalogo si può andare a sinistra, percorrere il lungo perimetro dell’Hangar Bicocca per arrivare a Osgemeos. Efêmero, un enorme murales dei fratelli Gustavo e Otávio Pandolfo che rappresenta il vagone di un treno con abbarbicato un ragazzo. Un’ispirazione simile a quella della Cappella Sistina.

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