Skip to content


Camorra sound

L’equilibrio
di Vincenzo Marra
Italia, 2017
Con: Mimmo Borrelli (Don Giuseppe), Roberto Del Gaudio (Don Antonio), Giuseppe D’Ambrosio (Saverio), Francesca Zazzera (Assunta), Anna Ferzetti (Greta)
Trailer del film

Don Giuseppe lavora a Roma, in un centro di accoglienza. Vorrebbe però tornare nella sua terra, in Campania. Viene dunque destinato a una zona dove i tumori causati dall’interramento dei rifiuti tossici mietono vittime e dove il degrado antropologico è palese. Nel campetto di proprietà della parrocchia staziona una capra, proprietà del capo camorra locale, e i bambini non possono giocare. C’è naturalmente assai di peggio ma questo elemento simbolico ben rappresenta la rassegnazione e la complicità con le quali persone (il precedente parroco, la suora del catechismo) e istituzioni (il vescovo, la polizia) sostengono la violenza camorristica.
La denuncia sociale è sempre una buona cosa anche al cinema ma deve essere sostenuta da capacità formali che a questo film mancano. La sceneggiatura è schematica, prevedibile e imballata. La regia si ispira a un neorealismo incapace di nascondere la finzione. La recitazione sembra spesso da principianti. Nonostante tali limiti, il film riesce comunque a trasmettere lo squallore autodistruttivo di queste comunità, la loro triste ricerca di un equilibrio che non tollera mutamenti.

========================

Ammore e malavita
di Antonio e Marco Manetti
Italia, 2017
Con: Giampaolo Morelli (Ciro), Claudia Gerini (Donna Maria), Carlo Buccirosso (Don Vincenzo), Serena Rossi (Fatima), Raiz (Rosario), Franco Ricciardi (Gennaro), Antonio Buonomo (zio Mimmo)
Trailer del film

Desacralizzare la camorra e prendere in giro Gomorra. Amare Napoli e mostrarne sorridendo le ferite. Cantare i sentimenti, le passioni, la guerra, come fanno gli umani da millenni. Alternare lo sguardo serio e dolente di Ciro -una specie di Leon partenopeo- a quello fru fru e hollywoodiano di Donna Maria. La musica coniuga sceneggiata e rock, melodia e pop.
Un divertimento ironico e tecnicamente scaltro, che non nasconde la violenza dei luoghi -da Scampia al porto-, che fa parlare i morti e li risuscita al ritmo del mare che bagna Napoli, del miracolo che sempre l’illusione cinematografica rappresenta.

Partito Democratico Mafioso

pd_mafiaAppena Roberto Saviano apre bocca su una varietà di argomenti, tutto il mainstream pravdesco ne dà conto. Ora che invece ha dichiarato con estrema chiarezza che «nel Partito Democratico c’è Gomorra», i giornali -tranne il Fatto Quotidiano– tacciono con impressionante silenzio. Nel Partito Democratico Gomorra vuol dire anche sostegno senza condizioni e finanziamento indiscriminato a ‘Grandi Opere’ criminogene come il TAV e l’EXPO. Nel Partito Democratico Gomorra vuol dire anche alleanza politica e strategica con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, ex tuttofare di Berlusconi. Nel Partito Democratico Gomorra vuol dire anche aver inserito nelle sue liste elettorali camorristi, vecchi democristiani, migliaia di inquisiti, italoforzuti (come il candidato sindaco del mio paese, Bronte, diventato ora candidato del PD).
Liste costruite per vincere. E per fare che cosa dopo aver vinto? Per devastare il territorio, la scuola, l’università, la sanità, il lavoro, il futuro. Una vittoria che è il trionfo della mafia nel suo più vero significato metafisico: la morte
Allora ripetiamolo: il Partito Democratico è un partito colluso con la mafia, di sicuro in Campania e in Sicilia, molto probabilmente anche altrove. Chi lo vota e chi lo sostiene della mafia si fa complice.

Vai alla barra degli strumenti