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Bakunin filosofo

Bakunin filosofo
in Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee
28 ottobre 2023
pagine 1-5

Michail Bakunin fu anzitutto un filosofo. Un filosofo tout court prima che un pensatore politico. Lo slancio del giovane studente è tutto indirizzato verso le domande radicali, prime e ultime, che della filosofia costituiscono genesi e motivo. Dopo aver studiato soprattutto i classici antichi, dalla fine del 1835 Bakunin si dedica con grande rigore allo studio della filosofia tedesca, apprendendo la lingua tanto da diventare capace di scrivere dei saggi in tedesco. L’ordine cronologico è quello che tutti conoscono, scandito dalle tre figure di Fichte, Schelling e Hegel. A essere fondamentale è comunque l’assimilazione del pensiero di Schelling, al quale si devono alcuni degli sviluppi post-hegeliani (e non soltanto precedenti Hegel) in una direzione non più soltanto idealistica ma anzi di impronta materialistica ed esistenzialistica. L’anarchismo tende a presentarsi come una filosofia della storia totalmente immanente e soprattutto come una pratica politica materialistica, ma esso conserva la vibrazione trascendente che in Bakunin risulta sempre assai chiara.

Le libertà

È il senso dei giorni, è la condizione delle scienze, è l’eredità degli eventi e delle idee che hanno reso luminosa l’Europa, è il desiderio, l’impegno, la lotta per le libertà del corpo sociale e di conseguenza degli individui che ne fanno parte. A questo patrimonio stiamo rinunciando con miopia, incoscienza, stanchezza, rassegnazione, irresponsabilità.
Anche per questo il numero 27 (settembre 2022) di Vita pensata dedica alle libertà una riflessione molteplice e unitaria, che ruota intorno ad alcuni grandi pensieri della filosofia europea: Kant, Foucault, Fichte, Nietzsche, Rousseau, Proust; che difende la scuola e l’università in quanto luoghi nei quali può e deve svilupparsi un atteggiamento critico verso l’informazione e il potere. Se non lo fanno scuola e università, chi potrà mai garantire la libertà dai dogmi dell’autorità politica, religiosa, mediatica, finanziaria?
Al dominio e alle sue tentazioni di morte opponiamo il nostro essere pervasi di un amore spericolato e insieme lucido verso il vivere liberi. Un amore che ci fa vedere quanto e come le tendenze dispotiche che attraversano il corpo politico collettivo sono in questi anni talmente vaste e profonde da far sì che la libertà che riusciremo a conquistarci non sarà mai troppa.

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