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Stucchevole

Il grande Gatsby
(The Great Gatsby)
di Baz Luhrmann
Con: Leonardo Di Caprio (Jay Gatsby), Tobey Maguire (Nick Carraway), Carey Mulligan (Daisy Buchanan), Joel Edgerton (Tom Buchanan), Jason Clarke (George B. Wilson), Isla Fisher (Myrthe)
Australia – USA, 2013
Trailer del film

 

Chi è Jay Gatsby? Chi è veramente? A raccontarlo è Nick Carraway in un testo scritto su consiglio del suo terapeuta per uscire dalla condizione di disagio psichico in cui si trova. Nick è stato vicino di casa di Gatsby (lui in una casetta, Gatsby in un castello incantato) ed è stato sopratutto l’unico vero amico, colui che in un momento di disperata speranza gli disse: «Tu sei migliore di tutti costoro. Tu sei pulito». Mentre gli altri vivevano in un’immensa noncuranza del prossimo, Gatsby aveva un sogno incorruttibile. Per raggiungere il quale organizzava feste sontuose alle quali poteva partecipare chiunque. Era un amore, naturalmente, a spingerlo. Amore per una donna che aveva costruito nella propria mente, a partire da pochi fugaci incontri. Come fanno tutti. La sua grandezza consistette nell’edificare un impero architettonico e finanziario all’unico scopo di poterla rivedere, incontrare.
I momenti migliori del film consistono nelle feste di Gatsby -anni Venti del Novecento- durante le quali si eseguono e ballano musiche techno del presente. Accade allora uno straniamento che interrompe un flusso tanto sovrabbondante di iconica frenesia quanto tradizionale nel tessuto narrativo. Gli effetti speciali si moltiplicano sino a diventare stucchevoli. Persino il barocco può essere noioso se non lo si sa dosare. In Baz Luhrmann l’artificio ha così la meglio sull’arte.
La perennità di questa storia consiste nel fatto che è una storia di soldi. Il danaro è più potente di ogni sentimento. Tranne che in Gatsby, il quale appunto per questo è the Great.

 

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