Avevo intenzione di vedere la sintesi di una partita di calcio allorché improvvisamente mi è apparso su YouTube un video pubblicitario che mostra ricchi mercati alimentari e persone sorridenti e tranquille che acquistano gli alimenti.
La voce e delle scritte sovrapposte alle immagini affermano che questi mercati si trovano a Gaza, oggi.
La sorpresa è stata surclassata dal disgusto; la pena per la propaganda israeliana si è volta in disprezzo verso i signori della menzogna, i quali non si accontentano di massacrare degli umani; di distruggere luoghi ed edifici millenari; di cancellare una popolazione dalla faccia della Terra. Pretendono anche di essere creduti e giustificati nel loro terrore.
Sullo stesso tema, e con le medesime impressioni, Alberto Capece ha scritto il testo argomentato che trovate qui sotto. Io non avrei saputo farlo. Ormai l’unico commento che posso rivolgere al sionismo è quello di un famoso ebreo: «Gli risposero: ‘Il nostro padre è Abramo’. Rispose Gesù: ‘Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro’. Gli risposero: ‘Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!’. Disse loro Gesù: ‘Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna’»
(Gv, 8, 39-44; traduzione della Conferenza Episcopale Italiana).
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I ricchi mercati di Gaza: la nuova favola di Tel Aviv
il Simplicissimus, 29.8.2025
Uno va a vedersi un video su YouTube, ma per prima cosa deve subire una pubblicità ignobile: si vede un mercato mediorientale non ben identificabile sia nello spazio che nel tempo, stracolmo di ogni tipo di alimenti attorno ai quali si affollano persone tranquille, serene e ben pasciute, ma viene detto che si tratta di Gaza e che la carenza alimentare, la guerra per fame, è una malvagia invenzione degli antisionisti, anzi degli antisemiti secondo una pazzesca equazione che prima o poi cadrà sulle teste di chi l’ha inventata e di chi la diffonde. I video (ne circolano due leggermente diversi) sono ovviamente prodotti dal Ministero degli esteri di Israele e distribuiti a tradimento, come se fosse una comune pubblicità, da YouTube che in questo se ne intesta la responsabilità. Se qualcuno osasse proporre su questo canale qualunque campagna pubblicitaria volta a smentire una delle centinaia di cazzate che l’informazione occidentale diffonde ogni giorno, YouTube la rifiuterebbe in tronco e magari ne denuncerebbe gli autori. Ma questa infamia, è stata invece la benvenuta, viene diffusa a tradimento e del resto il celebre canale di video accozzaglie e di imbonitori di ogni tipo, significa Google e Google per chi ancora non lo sapesse significa Cia, ovvero la parte peggiore, dell’amministrazione di Washington.
Del resto non è certo la prima volta che l’informazione occidentale ha girato la testa dall’altra parte o è stata complice della strage di Gaza e fin dall’inizio, nonostante le immagini che giungevano ora per ora, minuto per minuto, ha sempre tentato di spacciare il tentato genocidio per una sorta di fake news. Dapprima ha cercato di coprire il governo di Tel Aviv accreditando le leggende sui neonati decapitati o messi nei forni, oppure sugli stupri di massa perché essi costituivano il pretesto di Israele per giustificare il grande massacro. Poi ha sempre tentato di nascondere il fatto che Israele ha impedito l’ingresso a Gaza ai giornalisti occidentali, per il timore che per quando condizionati e coinvolti nella grande nuvole di menzogne, qualcuno avesse potuto testimoniare dell’orrore. Del resto quello della mancanza di una testimonianza diretta, potrà profilarsi come un comodo alibi In compenso il governo di Tel Aviv ha provveduto ad eliminare, uno per uno, i giornalisti palestinesi presenti nell’enclave, fino a assassinarne più di 200, 11 solo nelle ultime due settimane, tra cui collaboratori di Middle East Eye e Al Jazeera. Ma anche qui i giornaloni occidentali che arrivano persino a schiarire la pelle di stupratori e assassini per tentare di nasconderne l’origine, hanno a malapena dato la notizia. E solo quando un raid nei ha uccisi sei in una volta sola è riuscita a ritrovare una flebile voce, peraltro giù estinta.
Anzi in qualche modo ha accreditato una balla totalmente assurda: che una delle sei vittime, il giornalista Anas al-Sharif, vincitore del premio Pulitzer, era segretamente un “terrorista di Hamas”. Dove avrebbe trovato il tempo fra un reportage e l’altro di fare pure il terrorista? Eppure questa assurdità è stata riportata come se fosse in qualche modo credibile. Ora sappiamo esattamente da dove ha avuto origine questa ridicola storia: dalla “Cellula di Legittimazione”, il nome dell’unità di intelligence il cui compito è quello di legittimare le atrocità israeliane con storie che denigrano le vittime, rendendo così le stragi più accettabili sia al pubblico israeliano sia a quello occidentale che, peraltro, non chiede altro se non quello di essere illuso e di continuare così il sonno della ragione. Basandosi su tre fonti di intelligence di Tel Aviv, il sito di notizie israeliano +972, ha riferito che il motivo per cui Israele ha creato la Cellula di legittimazione, nata nel 2023, non era legato alla sicurezza, ma era guidato da mere esigenze di propaganda, ovvero da ciò che in Israele è noto come “hasbara”. Lo scopo è impedire che in Occidente l’opposizione popolare al genocidio crescesse al punto da costringere i sostenitori di Israele a staccare la spina alla macchina di morte israeliana.
E infatti circa un mese fa il portavoce dell’esercito israeliano Avichay Adraee, ha accusato il reportage di Sharif da Gaza City di danneggiare l’immagine di Israele promuovendo “la falsa campagna di fame di Hamas”. La denuncia della carestia artificiale voluta da Netanyahu e denunciata sia dall’Onu, che dall’Oms, era infatti pericolosa per l’immagine di Israele. Così adesso abbiamo il video con i ricchi mercati di Gaza che viene diffuso a tradimento da YouTube. E infatti l’uccisione di Sharif è arrivata ad essere designata come legittima dalla Bbc, ovvero dal peggior organo di informazione di tutto l’orbe terraqueo, quella, tanto per intenderci, che ritiene razzista denunciare lo stupro di bambine, se per caso i violentatori sono immigrati. Ecco perché mi auguro che questo Occidente sia finalmente spazzato via.
Impossibile fare un commento. L’orrore e la menzogna degli israeliani sono di tale proporzione e vastità che tolgono spazio alla parola. Basta leggere quanto hai pubblicato sul sito: un grido di orrore risuona dentro di me. In silenzio accolgo la denuncia di una infamia imperdonabile.