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Don Chisciotte

Teatro Strehler – Milano
Con Franco Branciaroli, da Miguel de Cervantes
Progetto e regia di Franco Branciaroli
Teatro de Gli Incamminati
Sino al 15 febbraio 2009

donchisciottelibro

A un certo punto dello spettacolo Branciaroli spiega che cosa sia lo humour, la sua natura, la differenza rispetto alla satira, alla beffa, al comico. E attribuisce a Cervantes (anche) il merito di aver inventato lo humour nella letteratura. Uno dei segreti del Chisciotte è l’imitazione. L’hidalgo imita i cavalieri erranti, un libro trovato per caso da lui e da Sancho imita le loro avventure. Branciaroli imita -perfettamente- Vittorio Gassman e Carmelo Bene mentre imitano, rispettivamente, Don Chisciotte e lo scudiero. Gassman imita Bene e quest’ultimo imita Gassman mentre entrambi recitano il Faust di Marlowe.  Lo spirito di Dante viene evocato a giudicare chi dei due reciti meglio la Commedia. Tutti e tre, infatti, sono ormai vivi nell’aldilà…

Un vorticoso gioco di specchi, un’idea splendida realizzata magnificamente. L’impressione è che i due grandi attori siano davvero tornati, con le loro voci, le tonalità, l’istrionismo, la malinconia, la potenza. E su tutto una riflessione partecipe e disincantata sul teatro, la sua finzione, la sua fine. Si ride moltissimo e molto si pensa, tra Totò, Peppino e Borges. Uno degli spettacoli più originali dei quali abbia goduto negli ultimi anni.

Il Sogno di Ronconi

Teatro Strehler – Milano

Sogno di  una notte di mezza estate
di William Shakespeare

Traduzione di Agostino Lombardo e Nadia Fusini

Con: Riccardo Bini, Francesca Ciocchetti, Francesco Colella, Pierluigi Corallo, Giovanni Crippa, Raffaele Esposito, Gianluigi Fogacci, Alessandro Genovesi, Elena Ghiaurov, Melania Giglio, Marco Grossi, Sergio Leone, Giovanni Ludeno, Fausto Russo Alesi, Clio Cipolletta, Gabriele Falsetta, Andrea Germani, Andrea Luini, Silvia Pernarella, Stella Piccioni, Jacopo Crovella, Mario Fedeli, Antonio Gargiulo, Sandro Pivotti

Scene di Margherita Palli
Costumi di Antonio Marras
Musiche cura di Paolo Terni
Regia di  Luca Ronconi
Fino al 2 novembre 2008 – 12/23 novembre 2008 – 9/23 gennaio 2009

Il Sogno shakesperariano è quasi un unicum nella letteratura universale anche per la perfetta geometria onirica che lo intesse, per la varietà del linguaggio e quindi dei livelli ai quali può essere fruito, per il profondo disincanto -per nulla sognatore!- sulle relazioni umane e sull’amore. Metterlo in scena è dunque difficilissimo, perché si tratta di dare figura e forma a delle idee, a una tonalità emotiva.
Anche l’impresa di Ronconi è secondo me riuscita soltanto in parte. Tutto è insieme fastoso e sobrio, fondato sull’intuizione della fisicità del sognare e quindi su una grande concretezza di movimenti e di recitazione. L’incontro tra la regina Titania e l’asino Bottom è reso, ad esempio, con grande realismo, come un vero e proprio accoppiamento. Ma rimane l’impressione della impossibilità di trasformare le parole in teatro. Probabilmente, con quest’opera Shakespeare volle costruire l’estremo e suggerire l’irraggiungibilità del verbo. Per questo l’elemento più originale dello spettaolo è costituito dalla scenografia di Margherita Palli. A rappresentare gli ambienti sono infatti delle lettere, più o meno grandi e illuminate: Atene è dunque la parola “Atene”, così per la foresta e per la luna. Una intuizione geniale.
Annotazione in margine a proposito del pubblico, che si è messo ad applaudire freneticamente  durante le scene conclusive dedicate alla rappresentazione da parte degli artigiani ateniesi della “lacrimevole commedia di Piramo e Tisbe”. Come se non si aspettasse altro che di ridere. Ed era la prima dello spettacolo, quella seguìta da un pubblico composto soprattutto di attori e di critici…

Gregory Crewdson – Dream House

Gregory Crewdson
Milano – Galleria Photology
Sino al 22 novembre 2008

La casa è abitata dall’inquietudine e dall’immobilità. Come se le esistenze si fossero fermate su un interrogativo, in un istante di dolore, di meraviglia, di svelamento. Gli umani sono circondati da oggetti, mobili, vegetali. Le scene sono accuratissime. Il crepuscolo o la notte avvolge l’aria e la rende densa di un accadere che sappiamo sarà ma non sapremo come sarà. Il sogno sembra virare a ogni istante verso l’incubo senza però mai toccarlo. È dunque un asintotico sognare, quello di Gregory Crewdson.

Non avevo mai visto la fotografia avvicinarsi sino a questo punto alla pittura. Al di là della presenza nelle scene di noti attori hollywoodiani, al di là dei riferimenti all’arte documentaristica o anche alle solitudini e ai silenzi di Hopper, mi sembra che uno dei segreti di queste immagini così difficili e così potenti sia la luce caravaggesca che si sprigiona dai protagonisti umani e lambisce di sé le cose trasformandosi in tenebra.

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