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Anarchia

Recensione a:
Tomás Ibáñez
L’anarchia del mondo contemporaneo
elèuthera 2022
pagine 270
in Carmilla. Letteratura, immaginario e cultura d’opposizione
Supplemento a PROGETTO MEMORIA. Rivista di Storia dell’Antagonismo Sociale
8 aprile 2022

L’anarchia va sempre declinata al plurale. A esistere, sia nel passato sia nel presente,  sono infatti una molteplicità di anarchismi che sono per definizione e natura liberi da dogmi ideologici, linee di comando, ortodossie di qualunque natura, modelli organizzativi stabili. Movimenti, filosofie, individui che si definiscono anarchici hanno avuto e hanno solo un elemento veramente in comune: «l’insolita attitudine di non volere né obbedire né comandare». Per il resto l’anarchismo è differenza, è molteplicità, è rifiuto del dominio, è divenire, è incessante mutamento.
Uno dei più lucidi militanti e teorici dell’anarchismo contemporaneo, Tomás Ibáñez (1944), argomenta in questo suo libro chiarissimo e coinvolgente la necessità e la presenza dell’anarchia, oggi (e illustra molte delle ragioni per le quali sono un anarchico).

Mente

È del significato l’essere transeunte, è della verità l’essere nomade. Significati e verità abitano nel corpo che è per sua natura l’effimero e cangiante coagularsi della materia in un ordine temporale destinato sin dal suo apparire alla dissoluzione. Prospettivismo e relativismo non sono tanto e soltanto un’opzione culturale, gnoseologica e neppure esistenziale ma costituiscono, assai più radicalmente, la struttura stessa –paradossalmente costante- del pensare e dell’esserci umani nel tempo/mondo.
Ogni verità che si pone fuori dal tempo, ogni principio che si autocostituisce come variabile indipendente nel cangiare incessante delle sensazioni e delle conoscenze, è solo una labile espressione del bisogno che abbiamo di stabilità in quella transizione incessante che la vita umana –individuale e collettiva- è. La finitudine biologica del corpo fonda il limite ontologico del mondo. Noi siamo questo limite. Pensare il tempo è possibile solo a partire da un processo che esso stesso produce. La mente è tale processo. La mente è un grumo di tempo consapevole del proprio passare, è la consapevolezza che il flusso temporale acquista di se stesso in un’entità biologica che produce significati come il ragno fila la propria tela.

 

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