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Un’estetica del frammento

Studio Azzurro. Immagini sensibili
Palazzo Reale – Milano
Sino al 4 settembre 2016
Video della mostra

Le immagini sono sensibili perché al tocco del visitatore prendono vita, si muovono, si spostano sui tavoli, sui tappeti, nei monitor e nello spazio. Coppie che dormono si involtano su se stesse, pozzanghere sprizzano acqua e rompono il ghiaccio al tocco delle scarpe. Una vera e propria etnoestetica fa del visitatore lo spettacolo stesso, l’opera, la performance.
I contenuti che lo Studio Azzurro ha affrontato dal 1984 a oggi sono molto diversi tra di loro ma tutti accomunati da una poetica del frammento come scheggia che riassume l’intero, solo frammento del solo mondo. Si va dalla rivisitazione di luoghi, spazi, genti e culture del Mediterraneo ai Benandanti studiati da Carlo Ginzburg, i quali proteggevano i campi e i raccolti  dagli influssi malefici attraverso il culto pagano della terra e della sua potenza.
Molto bello il video realizzato dentro il Grande Cretto di Gibellina. Tra le rovine che Alberto Burri ha trasformato in forma si muovono nella notte gli anziani, mentre una voce antica afferma che «u tempu ogni cosa scaccia, scaga».
Il lungo percorso si conclude nella grande Sala delle Cariatidi, dove un’installazione appositamente pensata per questo luogo rivisita il Miracolo a Milano di De Sica. Il visitatore si pone davanti a degli specchi, dopo qualche secondo la sua immagine scompare, sostituita da quella di un clochard -o di persone in ogni caso in difficoltà economica- che dice poche parole sulla propria storia e poi spicca il volo verso il soffitto affrescato della sala, dove la povertà diventa leggerezza.
L’ibridazione tra arti visive, video, cinema, performance, nuove tecnologie si fa racconto, movimento, suono.

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