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Clangore

Lancillotto e Ginevra
(Lancelot du Lac)
di Robert Bresson
Francia, 1974
Con: Luc Simon (Lancillotto), Laura Duke Condominas (Ginevra), Vladimir Antolek-Oresek (Re Artù)
Trailer del film

Inizia con scene di violenza. I cavalieri della Tavola Rotonda sono infatti delusi, amareggiati e impauriti per il fatto di non aver trovato il Santo Graal, il calice nel quale venne conservato il sangue di Cristo, e per questo saccheggiano e distruggono. Anche Re Artù è preoccupato per il fallimento e per la maledizione divina.
La Regina Ginevra accoglie il ritorno di Lancillotto con la gioia e l’inquietudine dell’amante. Il cavaliere le dice che la loro storia non può continuare ma Ginevra lo desidera ancora. Quando le sorti e i sentimenti si capovolgono ed è lei a non volergli far correre dei rischi, lui invece la vuole.
I tornei ‘pacifici’ tra i cavalieri diventano occasioni di vendetta, sino alla guerra e alla distruzione di un microcosmo leggendario che Bresson racconta con insolita crudezza, con una recitazione distaccata come se fossero i poemi a parlare, con delle riprese assai singolari che in molte scene partono dal basso, dalle superfici, dalla terra, e descrivono i personaggi -cavalli e cavalieri- nella espressività dei corpi e delle azioni ma non dei volti e degli sguardi. E su tutto dominano i suoni: quelli cadenzati a intervalli pressoché regolari del nitrito dei cavalli, quelli continui e pervasivi delle armature dalle quali i cavalieri sono sempre coperti. Un clangore di ferraglia che costituisce la cifra del film, che esprime con forza l’inquietudine della leggenda, le percussioni della morte.

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