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Cannata e Ingallina su «Libertaria 2018»

Uno degli aspetti più belli del mestiere che svolgo consiste nell’avere lettori competenti e appassionati dei miei libri: gli studenti 🙂
Lo provano anche le due recensioni che Katia Serena Cannata e Pietro Ingallina -entrambi miei laureati al corso triennale di Filosofia al Disum di Catania- hanno pubblicato sul numero 2018 della rivista Libertaria, edita da Mimesis. Li ringrazio e pubblico qui i due testi.

Pietro Ingallina, Anarchisme et Anthropologie Pour une politique matérialiste de la limite (pp. 201-202)

Katia Serena Cannata, Aión. Teoria generale del tempo (pp. 209-211)

«Nelle regioni oscure»

Tra le molte soddisfazioni che l’insegnamento regala, una delle più intime è vedere i propri allievi crescere, pensare, pubblicare. Katia Serena Cannata si è laureata con me in Filosofia  (Corso triennale) nel novembre del 2016 e ha ora pubblicato sul numero 3 della rivista In Circolo un saggio dal titolo La fragilità e la sofferenza umana. Una lettura antropofenomenologica del  disturbo depressivo  (pagine 125-134)
Riporto qui l’abstract, invitando a leggere l’intero testo.
«Depression seems to represent the dominant twenty-first century Zeitgeist. Beyond nosological classifications and strict diagnostic criteria, this paper describes and supports the collaboration between philosophy and psychiatry, focusing on depression and its features from a phenomenological perspective. Particularly outlining the approaches of Karl Jaspers, Ludwig Binswanger and Eugenio Borgna to these issues, the essay examines the principal aspects of phenomenological psychiatry, a fruitful alliance that – far from simple explanations of reductionist paradigms – rediscovers the singularity of each existence, analyses the temporal structures of mental illness and reveals the deep sense hidden inside a psychotic Lebenswelt, always respecting the significance and the richness of human being».

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