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La materia fotografica

Nino Migliori. La materia dei sogni
Milano – Fondazione Forma per la fotografia
Sino al 6 gennaio 2013

Si comincia con delle fotografie tradizionali e molto belle che descrivono Gente dell’Emilia e Gente del Sud negli anni Cinquanta. Un’Italia dissolta dallo sviluppo economico e che Migliori coglie nelle Mani che parlano di antiche donne meridionali come nella metafisica solitudine di un vigile urbano a un incrocio milanese dove non c’è nessuno. E poi i frati con la tonaca che giocano a pallavolo o discutono su un divano; i maschi che aspettano le loro consorti sulla porta di Renato. Parrucchiere per signora; un tuffatore perfettamente orizzontale che somiglia a quello degli affreschi di Pompei. E molta altra umanità.
Poi -«Mi piace lasciare la strada vecchia per la nuova», dichiara Migliori- la figura si dissolve e la fotografia diventa sempre più una profonda e attiva interrogazione della materia. Graffi e incisioni sulla pellicola (cliché-verre) producono forme astratte, così come i pirogrammi con i quali delle fiamme impressionano i negativi, gli idrogrammi che fanno cadere su di essi delle gocce d’acqua, le ossidazioni che trasformano le immagini in colori densi, nell’acciaio/ruggine che divora ogni forma consolidata. Persino delle comuni carte per caramelle assumono la valenza e la forza della pittura senza forma e proprio per questo ricca di pienezza. Migliori afferma infatti che la vera materia è quella della mente, perché è là che i ricordi, gli eventi, gli oggetti trovano il loro senso. Ha naturalmente ragione.

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