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La trasparenza totalitaria

Lo scorso 14 maggio 2015 alla Scuola Superiore di Catania si è svolto un incontro molto interessante con la Prof. Valeria Pinto (Università Federico II di Napoli), dedicato al tema della Valutazione. Pinto ha iniziato col dire che mentre preparava l’intervento -dal titolo programmato La bêtise: valutazione e governo della conoscenza– le è sembrato necessario fare un passo indietro e concentrarsi sul nesso valutazione/trasparenza. Tema cui, dopo il libro del 2012 Valutare e punire, ha dedicato uno dei suoi saggi più recenti e più profondi: Trasparenza. Una tirannia della luce, pubblicato nel volume collettaneo Genealogie del presente. Lessico politico per tempi interessanti (a cura di F. Zappino, L.Coccoli e M. Tabacchini, Mimesis 2014). Ha quindi proposto come titolo più adeguato La moneta della conoscenza. Trasparenza e valutazione nella Entrepreneuerial University.
Ho cercato di riassumere per il Bollettino d’Ateneo dell’Università di Catania le linee fondamentali di un intervento che non ha voluto soffermarsi sugli aspetti semplicemente tecnologici della valutazione ma si è incentrato sulla sua sostanza concettuale e politica. L’articolo è stato pubblicato sul numero del 19.5.2015.

Ministri

Il Ministro degli Interni del governo Renzi -il Ministro che con la sua sola presenza mostra la vera natura di un governo che evidentemente gli elettori del Partito Democratico un anno fa hanno scelto, voluto, indicato e del quale sono dunque giustamente soddisfatti- è stato a Catania, accompagnato da forze dell’ordine, scorte e notabili locali. A quale scopo? È venuto a Catania per rendere omaggio al «vero padrone» della città: Mario Ciancio Sanfilippo, editore del quotidiano La Sicilia, imprenditore e molto altro, uomo potentissimo senza la volontà del quale nulla di rilevante accade in questo luogo, personaggio indagato -a suo dire- «“solo” per concorso esterno in associazione mafiosa». A Ciancio fece visita anche il governatore Crocetta appena eletto. Il presidente regionale degli industriali, Ivan Lo Bello, «accompagnato dalla scorta che dovrebbe difenderlo dai mafiosi, se ne è andato a cena con Ciancio lo scorso 1 febbraio scorso in un ristorante alle pendici dell’Etna. La cosa è finita in Parlamento perché il senatore 5 Stelle, Mario Giarrusso ha presentato un’interrogazione chiedendo come mai uno sotto scorta vada a cena con un indagato per mafia. A chi l’ha presentata l’interpellanza? Ma al ministro dell’Interno. Sì, proprio ad Angelino Alfano che ha pensato di rispondere a strettissimo giro al senatore grillino e lo ha fatto in modo inequivocabile: con un voscenza benedica a Mario Ciancio…» (Domenico Valter Rizzo, «Mario Ciancio, la corsa al capezzale dell’indagato», il Fatto Quotidiano, 25.3.2014).
Renzi e i suoi dilettanti allo sbaraglio possono moltiplicare quanto vogliono le loro chiacchiere a vantaggio dei buoni elettori del Partito Democratico e del telepopolo. I fatti sono questi. I fatti sono che il ministro degli Interni del governo PD si offre alla propaganda di un potente indagato per mafia. In Sicilia.

 

Il concreto e l'astratto

Con il pragmatismo che lo caratterizza, il Movimento 5 Stelle sta proponendo in modo ufficiale una riduzione degli stipendi e delle indennità dei parlamentari della Repubblica, con le motivazioni addotte in questo documento e secondo la tabella qui mostrata:

[ Fonte: Il M5S propone tagli di 42 milioni l’anno per la Camera ]

A livello di spesa pubblica complessiva si tratta di un risparmio estremamente modesto ma che è dirompente dal punto di vista simbolico ed è radicato in ragioni di giustizia ed eguaglianza: perché mai deputati e senatori dovrebbero percepire emolumenti troppo alti, godere ovunque di gratuità, ottenere rimborsi non documentati e superflui, quando la condizione economica di milioni di cittadini si va aggravando sempre più?
Questa proposta è caratterizzata da una sicura e condivisibile concretezza. Di contro, nonostante la gravità e l’urgenza dei problemi politici ed economici, Napolitano ha preso una decisione astratta e grave, segnata da un puro politichese che ha gli obiettivi sin troppo evidenti indicati con chiarezza da Paolo Flores d’Arcais:

E’ difficile dire se i nomi proposti da Napolitano per le due “commissioni” costituiscano una indecenza o una esplicita provocazione contro milioni e milioni di cittadini che chiedono che si volti pagina.
Si tratta infatti di “commissioni” per l’inciucio più spudorato, non per la soluzione dei problemi del paese. La commissione “istituzionale” vede il sen. Mario Mauro (cioè Monti), il sen. Gaetano Quagliariello (cioè Berlusconi) e il prof. Luciano Violante (che non rappresenta neppure il Pd, ma solo l’ala più becera del Pd). Secondo Napolitano il M5S non fa parte del Parlamento?
Una epurazione del genere è al limite del golpismo. Quanto all’unico “intellettuale” o “tecnico”, l’ultima esternazione del professor Onida è avvenuta su Radio Popolare, rilanciata prontamente ed entusiasticamente dal Giornale (di Berlusconi) per sostenere che Berlusconi è perfettamente eleggibile (ma pensa un po’). Avevo sostenuto che Napolitano stava disputando a Cossiga il titolo di peggior Presidente della Repubblica, ma è ormai palese che lo ha definitivamente superato.
Spero che una grande ventata di democratica indignazione sia già cominciata a soffiare tra i cittadini italiani che hanno ancora a cuore la Costituzione e i suoi valori di giustizia e libertà.
Sia chiaro, Grillo e Casaleggio hanno fatto malissimo a non proporre loro un nome per la Presidenza del Consiglio, limitandosi a ripetere che “deve dare il governo a noi” (se non fate un nome per il Presidente del Consiglio nessuno può dare al M5S nessun incarico), ma è ormai lapalissiano che Napolitano vuole semplicemente salvare Berlusconi, malgrado in Parlamento vi sia per la prima volta una maggioranza potenziale che potrebbe decretarne l’ineleggibilità, liberando il paese dai miasmi di un quasi ventennio di illegalità, rendendo possibile una inedita soluzione governativa e consentendo all’Italia di tornare ad essere credibile in Europa.

L’articolo completo è leggibile su MicroMega.

Lettera a Pier Luigi Bersani

Caro Bersani,
visto che moltissimi non elettori del Movimento 5 Stelle si rivolgono a Grillo e ai deputati di quel partito per chiedere -o implorare- che compia queste o quelle scelte politiche, io mi permetto di rivolgermi a lei anche se non sono un elettore del Partito Democratico ma, appunto, del M5S.
Per il bene dunque dell’Italia in un frangente così rischioso e difficile, le chiedo:

  • di accettare di formare e di sostenere un governo guidato da una personalità indicata dal M5S;
  • di trovare tutti i possibili punti d’intesa tra il programma del suo partito e quello del Movimento;
  • di impegnarsi nella riduzione drastica dei costi della politica che gravano sulla finanza pubblica, cioè su tutti i cittadini, rifiutando sin d’ora per il suo partito il cosiddetto “rimborso delle spese elettorali”;
  • di cancellare l’enorme spreco di danaro pubblico costituito dall’acquisto dei cacciabombardieri F35 e dai lavori per il Treno ad Alta Velocità;
  • di destinare quanto così risparmiato alla scuola pubblica, alla sanità pubblica, alla ricerca;
  • di riferire alla magistratura tutto quello che sa sul gravissimo scandalo finanziario che ha riguardato il Monte dei Paschi di Siena;
  • di restituire legalità alla vita parlamentare esprimendosi nella Giunta elettorale del Senato per l’ineleggibilità del concessionario Silvio Berlusconi;
  • di ritirare l’esercito italiano dai paesi del Vicino Oriente nei quali è impegnato per scopi che contrastano con l’articolo 11 della nostra Costituzione – «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»- e che costituiscono un ulteriore e inaccettabile spreco di danaro pubblico.

Purtroppo su nessuno dei sei problemi concreti che ho indicato (finanziamento ai partiti; cacciabombardieri; TAV; Monte dei Paschi; ineleggibilità del senatore Berlusconi; missioni militari) ho sentito da lei e dal suo partito una minima apertura al confronto con il M5S. Comprende bene che, alla luce di questo pervicace rifiuto, il Movimento non può che respingere la richiesta di favorire la nascita di un governo da lei diretto, governo che risulterebbe inadeguato rispetto alle esigenze del Paese.
Sono pressoché certo che di fronte invece a delle scelte coraggiose, innovative ma normali per qualunque Paese civile, il Movimento 5 Stelle accetterà di costituire un esecutivo “di alto profilo” che governi l’Italia per l’intera legislatura liberandoci dai miasmi del passato e iniziando a operare per il superamento della congiuntura finanziaria -per quanto dipende dal nostro Paese- e garantendo così una maggiore eguaglianza economica e giuridica tra i cittadini italiani, secondo il dettato della Costituzione repubblicana.

La ringrazio e la saluto cordialmente,
Alberto Giovanni Biuso

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