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Κρατος e βια

Non uccidere
(No Matarás)
di David Victori
Spagna, 2020
Con: Mario Casas (Dani), Milena Smit (Mila), Elisabeth Larena (Laura)
Trailer del film

Le unità ‘aristoteliche’ di tempo, di luogo e di azione iniziano in questo film non da subito ma dopo che abbiamo conosciuto Dani, il protagonista, e lo abbiamo visto assistere affettuosamente il padre malato e lavorare con scrupolo in un’agenzia viaggi. Dopo la morte del genitore, la sorella Laura gli propone invano di lasciare tutto e mettersi in viaggio per il mondo. Sino a che un’altra donna, Mila, lo fa in effetti viaggiare nei territori a lui ignoti della violenza, della droga, del sesso.
Comincia allora l’azione unitaria che in una sola notte trasforma il tranquillo e un po’ limitato ragazzo in una vittima e insieme in un carnefice, con l’inattesa capacità di districarsi dalle situazioni più estreme dopo essere precipitato – a causa della sua ingenuità e della malizia altrui – in un mondo di tenebra e follia. Dani sembra davvero pronto a tutto pur di sopravvivere. Ma sembra anche frenato da una natura/carattere che contrasta profondamente con la lotta.
«Vittoria sui Titani fatti precipitare nel Tartaro. Questa vittoria è possibile solo con l’aiuto di kratos e bia, della potenza e della violenza, che poi passano ad attributi dello stesso regime di Zeus […] ma questo precisamente tradisce il vincolo fatale che lega all’indietro il mondo spirituale dell’ordine alla pura potenza».
(Hans Urs von Balthasar, Gloria. Un’estetica teologica, vol. IV, Nello spazio della metafisica. L’antichità, Jaca Book 2017, p. 79)

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