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È strano livellare le proprietà senza sistemare il numero dei cittadini, lasciando che la riproduzione resti illimitata, come se bastasse la sterilità naturale dei matrimoni a mantenere invariato il loro numero, perché questo pare ora avvenire nelle nostre città. […] Si potrebbe pensare che è più urgente porre un limite alla procreazione che non alle ricchezze, perché non venga generato nessuno oltre il numero stabilito; nel fissare il quale limite bisognerebbe tenere conto dei casi in cui alcuni nati muoiono e della sterilità dei matrimoni. Ma il lasciare libere le nascite, come avviene nella maggior parte delle città, genera necessariamente la povertà dei cittadini e la povertà provoca ribellione e delinquenza.

— Aristotele, Politica, 1265a 38 – 1265b 12. A cura di C.A. Viano, Bur 2002, p. 160.
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