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Il dolore umano

Alaska
di Claudio Cupellini
Italia, Francia – 2015
Con: Elio Germano (Fausto), Astrid Berges-Frisbey (Nadine), Valerio Binasco (Sandro), Paolo Pierobon (Marco), Elena Radonicich (Francesca),  Roschdy Zem (Benoit)
Trailer del film

alaskaFausto e Nadine si incontrano sulla terrazza di un albergo parigino. Lui, immigrato, fa il cameriere; lei tenta senza convinzione la carriera di modella. Il loro incontro comporta sùbito delle gravi conseguenze. Una serie di circostanze -che i due non fanno nulla per evitare- li porta in ambienti equivoci, in galera, alla ricchezza e al fallimento. Tra Parigi e Milano si delinea una vicenda colma di tensione e di passione.
Alaska è la prova di come si possa costruire una storia ottocentesca nel pieno del postmoderno e del XXI secolo. Si tratta infatti di un vero e proprio melodramma, di una intensa storia d’amore -irrazionale come tutte le storie d’amore-, nella quale la passione reciproca rimane inspiegabile, le conseguenze sono previste ma scartate, il sacrificio di ciascuno all’altra è sacrificio al proprio stesso desiderio. Per quanto possa sembrare strano, Alaska mi ha ricordato La traviata.
Il ritmo del film è ottimo sino all’ultima mezz’ora, che si prolunga inutilmente. Esperta e gigiona la recitazione di tutti quanti gli attori. Il nucleo di verità del film è la costanza del dolore umano.

Una vita tranquilla

di Claudio Cupellini
Italia, Germania, Francia 2010
Con Toni Servillo (Rosario Russo), Marco D’Amore (Diego), Francesco Di Leva (Eduardo), Juliane Köhler (Renate), Alice Dwyer (Doris), Maurizio Donadoni (Claudio)
Trailer del film

Nel cuore della Germania. Uno dei tanti emigranti italiani ha fatto fortuna, è il proprietario e lo chef di un ben avviato ristorante, ha sposato una bella donna, ha un bambino di nove anni. Una vita tranquilla, appunto. Sino a che arriva Diego, un altro suo figlio che Rosario ha dovuto lasciare fuggendo da Napoli tanti anni prima. Diego non viene da solo e ha una missione criminale da compiere. Con lui ritorna dunque il passato, in tutta la sua necessità.

Questo film non è la ripresa -come alcuni hanno detto- de Le conseguenze dell’amore, e non è soltanto imperniato sull’interpretazione di Servillo. Anche gli altri caratteri e personaggi sono ben delineati e la sintassi cinematografica è di buon livello. Il film, insomma, intriga e coinvolge dall’inizio alla fine. Servillo conferma di essere il miglior attore italiano vivente, con una interpretazione ancora una volta splendida, che dà corpo e vita a un personaggio plurale: timoroso e spietato, affettuoso e individualista, limpido e oscuro. Una scena, in particolare, colpisce: quando Rosario rivolge all’amico di Diego uno sguardo profondo, carico di rancore, di minaccia e di odio. La dramatis personae, la maschera, è perfetta.

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