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Rassegnato

Sully
di Clint Eastwood
USA, 2016
Con: Tom Hanks (Chesley “Sully” Sullenberger), Aaron Eckhart (Jeff Skiles)
Trailer del film

Chesley “Sully” Sullenberger vola da quando era ragazzo, è stato pilota di caccia in varie guerre, adesso è un esperto pilota civile. Una mattina di gennaio il suo aereo appena decollato da New York con 155 persone a bordo si scontra con uno stormo di uccelli, perdendo entrambi i motori. Le decisioni prese in pochi secondi -218 per l’esattezza- determineranno la differenza tra la vita e la morte. Andando al di là di procedure e regolamenti, Sully decide di escludere il ritorno all’aeroporto LaGuardia e di non accettare l’alternativa di uno scalo vicino. Decide di ammarare sul fiume Hudson. Una scelta imprevedibile che salverà tutti i passeggeri ma che lo sottopone a un’inchiesta molto insidiosa. Le simulazioni computerizzate sembrano infatti stabilire che l’aereo sarebbe potuto tornare in aeroporto. Le simulazioni. Non il fattore umano, che alla fine mostrerà la propria saggezza.
Eastwood e Hanks sono molto bravi a dare sobrietà al personaggio e alla vicenda. In questo evento realmente accaduto il 15 gennaio del 2009 tutto spingerebbe infatti verso l’enfasi, l’eccesso, lo spettacolare. E infatti le televisioni piombano come i soliti avvoltoi nella vita anche privata di Sullenberger. Ma il corpo e il volto di Hanks rimangono sempre misurati, trattenuti, interiori. Molto più dell’ammirazione del popolo o dei sospetti della commissione d’inchiesta, valgono gli incubi che accompagnano le sue notti.
L’ennesimo eroe solitario narrato da Clint Eastwood esprime ancora la fiducia del regista nel destino americano -una componente di retorica yankee è tanto ineliminabile dai suoi film quanto non condivisibile- ma qui è come temperata da una vera e propria rassegnazione nei confronti del fato. Si percepisce infatti che se il volo US Airways 1549 è riuscito a evitare un esito tragico lo si deve certo all’esperienza e all’autocontrollo del comandante Sullenberger e del suo equipaggio ma è dovuto anche e soprattutto all’imponderabile, all’invisibile, all’incomprensibile intreccio di circostanze. La fiducia verso la patria è diventata una fede negli eventi. Nasce da qui, probabilmente, la temperanza stilistica del film.

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