Sabato 15 e domenica 16 novembre 2025  si svolgerà a Vicenza (Corso Fogazzaro 18) un Convegno dal titolo La scuola sospesa tra istruzione e pedagogismo. Alle radici di un fallimento annunciato. Domenica 16 alle 9.00 terrò una relazione nella quale cercherò di analizzare le radici e la struttura del fatto educativo.

Diversamente da quanto l’impoverente lessico della didattica contemporanea dà a intendere, la conoscenza e la sua trasmissione non costituiscono opera di formazione ma di educazione. La prima intende plasmare dall’esterno qualcosa che sembra nascere dal nulla; la seconda riconosce che la propria funzione è far emergere da corpimente autonomi il meglio di cui sono capaci.
Uno dei più gravi fraintendimenti pedagogici sta infatti nella pretesa di onnipotenza dell’educatore sull’educando, la quale distrugge l’assoluta centralità – invece – del rapporto fra persone senza il quale non esiste educazione. L’apprendimento consiste nel dialogo vivo tra umani e non nell’impiego di tecniche tese a ridurre l’educazione a un puro riflesso condizionato. Il cuore del fatto educativo è la maieutica socratica non le tecniche behavioriste. Per l’antropologia e la pedagogia socratico-platonica l’avventura dell’uomo consiste nell’aprire lo spazio di massima libertà consentito dalla struttura finita-biologica dell’umano.
Difendere la dimensione socratica della scuola e dell’università significa difendere l’intera società, vuol dire difendere la libertà di tutti, anche di coloro che da decenni non mettono più piede in una scuola. È nella scuola, è nelle aule universitarie che si rinnova infatti giorno dopo giorno l’elemento più proprio dell’umano: la curiosità, il θαυμάζειν di cui parlano Platone e Aristotele, vale a dire lo stupore e la gioia della conoscenza.

 

Un pensiero su “Sul fatto educativo”
  1. Ho letto con molta attenzione il testo in cui indichi lo sviluppo argomentativo del tuo intervento al Convegno di Vicenza. La sequenza mi pare equilibrata e solida a partire dal principio che la scuola e l’insegnamento sono “educazione” e non “formazione” poiché l’ educare comporta un processo che inizia dalla mente dello studente, un processo che procede in modo dialogico e maieutico nel senso socratico-platonico. Molto positivo il tuo richiamo alle tre forme lungo le quali si snoda e cresce il percorso educativo: la curiosità, la meraviglia, lo stupore. E ribadire che la dimensione maieutico-socratica afferisce tutte le dimensioni della istituzioni educative: dalla scuola alla Università.
    Mi raccomando una occhiata alla città che ha mantenuto la splendidore dell’ opera palladiana.

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