La voce di Hind Rajab
di Kaouther Ben Hania
Tunisia – Francia, 2025
Con: Motaz Malhees (Omar A. Alqam), Saja Kilani (Rana Hassan Faqih), Amer Hlehel (Mahdi M. Aljamal), Clara Khoury (Nisreen Jeries Qawas)
Trailer del film

I fatti
29 gennaio 2024. Nella Striscia di Gaza un’automobile con un’intera famiglia a bordo viene crivellata di proiettili (355 per l’esattezza) sparati dall’IDF, l’esercito di Israele. Muoiono tutti tranne una bambina di 6 anni, che si chiama Hind Rajab. La bambina riesce a mettersi in contatto con gli uffici della Mezzaluna Rossa di stanza in Cisgiordania, chiedendo di essere salvata. Le persone con cui interagisce cercano di mantenere il contatto con lei, le parlano per ore e intanto provano a espletare tutte le procedure, le quali prevedono che un’ambulanza debba essere autorizzata dall’esercito di Israele a percorrere un ben preciso itinerario. La procedura è assai lunga e complicata ma la bambina resiste per molte ore.
Dopo numerosi tentativi l’autorizzazione viene concessa ma è una trappola. Quando infatti l’ambulanza arriva a pochi metri dall’automobile viene colpita da un carro armato e i due soccorritori muoiono (l’immagine di apertura mostra l’ambulanza distrutta e, a sinistra, una foto di Hind Rajab). Poco dopo anche la bambina non risponderà più al telefono. I cadaveri vengono estratti dalle lamiere dell’automobile e dell’ambulanza soltanto 12 giorni dopo, quando i carri armati e i soldati di Israele lasciano la zona.
Questo è l’episodio realmente accaduto. Gran parte del film consiste nell’ascolto delle autentiche registrazioni audio delle conversazioni intercorse tra la bambina e i suoi soccorritori.

Il film
Le vere voci delle persone coinvolte si mescolano ai volti degli attori; le tracce elettroniche dell’audio scandiscono la frustrazione, la commozione, la disperazione dei soccorritori. Una frustrazione che si esprime anche nel contrasto assai acceso sulle strategie da adottare per salvare la bambina. A quanti premono per inviare un’ambulanza a salvare subito Hind, il responsabile del coordinamento ribatte che senza l’autorizzazione piena dell’esercito di Israele rischiano la morte anche i soccorritori. Quando tale autorizzazione arriva, giunge con essa anche la morte dei soccorritori e della bambina. Un inganno, insomma, allo scopo di moltiplicare le vittime.
Tutto appare implacabile e claustrofobico; i soldati di Israele non si vedono mai; a dominare sono i primissimi piani di persone che comprendono quello che sta accadendo, una strage e la morte di una bambina, e sono impotenti a evitarlo.

Un commento
Il film racconta uno delle decine di migliaia di episodi nei quali l’efferatezza sionista si esprime da anni in Palestina. Da anni vuol dire ben prima del 7 ottobre 2023. Una ferocia che da quella data si è centuplicata e per capire la quale bisogna mettersi nei panni dei carnefici. Avevo già ricordato un paio di mesi  fa le ragioni profonde dello sterminio, le ragioni del sionismo, le ragioni del Popolo Eletto da Dio e al quale Yahweh ordina appunto di dare la morte a coloro che non sono Ebrei, dare la morte ai Gentili.
Le parole del Deuteronomio, del libro di Giosuè, di quello di Samuele e di altri testi biblici sono interpretate in modo diverso nella tradizione ebraica, la quale non ha nulla di corrispondente a una chiesa gerarchica ma è piuttosto costituita da una varietà di commenti alla Bibbia, soprattutto il Talmud, che comprende la Torah. Tra queste interpretazioni, è fondamentale quella che ritiene sempre attuale e viva l’ingiunzione di colpire e distruggere Amalèk, vale a dire tutti coloro che Israele identifica come propri nemici. Dice infatti Mosè:

«Una mano contro il trono del Signore!
Vi sarà guerra per il Signore contro Amalèk,
di generazione in generazione!»
(Esodo, 17, 16, traduzione della Conferenza Episcopale Italiana)

Sia storicamente sia psicologicamente, se un popolo si considera spiritualmente e razzialmente superiore a ogni altro a causa di un’investitura divina, si riterrà non giustificato ma proprio giusto nell’annichilire altri popoli con ogni mezzo disponibile. Questa è l’essenza del sionismo e della sua base nella storia culturale e antropologica dell’ebraismo. La verità del sionismo è infatti lo sterminio dei non eletti. Tale è la ragione degli eventi narrati in questo film e che vanno moltiplicati a migliaia. Questa è la causa antica della morte lenta e straziante di una bambina di sei anni della quale è rimasta soltanto la voce, la voce di Hind Rajab.

2 pensiero su “La voce, la morte”
  1. Israele continua a partecipare a tutte le competizioni sportive perché, dicono i dirigenti della FIFA, «noi non risolviamo i problemi geopolitici». Ma per la Russia hanno ragionato all’opposto, escludendola immediatamente nel 2022 da qualunque competizione mondiale, compreso il calcio. E dunque è giusto che le squadre israeliane vengano accolte in questo modo, ovunque si presentino.
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