Ultime linee dell’Apocrifo di Giovanni (Nag Hammadi Codex)

 

Le fonti dello Gnosticismo antico
in Mondi. Movimenti simbolici e sociali dell’uomo
Volume 8 – 2025
Pagine 137-147

Indice
1 Gli eresiologi
2 Marcione
3 I codici di Nag Hammadi: la luce
4 I codici di Nag Hammadi: la caduta
5 I codici di Nag Hammadi: la sostanza ineffabile, il nulla
6 I codici di Nag Hammadi: la gioia

Abstract
In a text published in Mondi (2023) I tried to document the constant presence – often obvious and even more often hidden – of ancient Gnosticism in philosophers, narrators, artists of various eras, up to the contemporary age. Here I present three of the main sources of ancient Gnosticism: the heresiologists of the Great Church; the Gospel of Marcion; the Nag Hammadi library, whose texts have recently been fully translated for the first time into Italian.

In un saggio pubblicato su Mondi nel 2023 avevo cercato di documentare la presenza costante – spesso palese e ancor più spesso nascostadello Gnosticismo antico su filosofi, narratori, artisti di varie epoche, sino alla contemporaneità. Rinvio a quel testo per le indicazioni bibliografiche relative alla letteratura scientifica sullo gnosticismo. Qui mi limiterò a presentare brevemente tre delle principali fonti: gli eresiologi della Grande Chiesa; il Vangelo di Marcione; la biblioteca di Nag Hammadi, i cui testi sono stati di recente tradotti integralmente per la prima volta in italiano.

Alcuni brani del testo
È ormai ben noto che una delle più importanti – persino epiche – scoperte della filologia e della storia delle religioni del Novecento si è verificata in una località dell’Alto Egitto dove nel dicembre del 1945 vennero «ritrovati dodici codici egiziani (più alcuni fogli di un tredicesimo codice) vergati in copto tra IV e V secolo» (Annese, Berno, Tripaldi 2024: 13). Di questi 52 scritti, quasi tutti frutto di traduzioni da originali greci, 40 erano sconosciuti, 30 sono quasi completi, 10 sono frammentari. Da essi e dalle opere precedentemente note – prima tra tutte Pistis Sophia, che deriva dallo stesso ambiente di Nag Hammadi – scaturisce un fascino che è rimasto intatto nonostante le persecuzioni, e la conseguente distruzione delle opere, alle quali gli gnostici sono stati sottoposti da parte della Grande Chiesa. 

Non le azioni, quindi, risultano decisive ma la mente che comprende o al contrario ignora il riposto significato dell’avventura umana. Al di là della sua straripante e barocca mitologia, la gnosi conserva sempre questo nucleo di razionalità. Le azioni sono infatti segnate da un limite radicale che è l’essere frutto del corpo e della materia. Il νοῦς può invece accogliere la grazia che è conoscenza, la salvezza che è sapienza. È per questo che anche il corpo di Gesù fu solo apparente e il Cristo non poté davvero soffrire, secondo la peculiare e assai influente dottrina del docetismo di Basilide (II secolo).
Per i movimenti e le filosofie gnostiche soltanto la facoltà razionale dimostra l’affrancamento di alcuni uomini dalla creazione inferiore nella quale l’umanità in quanto tale è immersa. Non a caso il cristiano Ireneo accusa gli gnostici di venerare assai più Pitagora, Platone e Aristotele che Gesù di Nazareth. In effetti, il vero peccato per essi è l’ignoranza – da quella del Demiurgo è derivato ogni male – «sì che la gnosi è redenzione dell’uomo interiore» (Ireneo, Contro le eresie, Simonetti 1993 § I 21,4: 353). Non i sacramenti né le azioni rendono veramente puri, pienamente umani ma lo fa «la conoscenza: chi siamo, che cosa siamo diventati; dove siamo, dove siamo stati precipitati; dove tendiamo, donde siamo purificati; che cosa è la generazione, che cosa è la rigenerazione» (Excerpta ex Theodoto, Simonetti 1993 § 78: 391-393). 

Lo gnosticismo antico è una prospettiva di per sé plurale, complessa, variegata, dai contenuti e dalle sfumature assai diverse. Un solo esempio tratto dai codici egiziani: la Parafrasi di Seem (NHC VII, 1)1 è un testo intriso di una intensa fisicità, di una materialità erotica e copulativa persino sorprendente, pur se simbolica. E questo dovrebbe rendere prudenti nella definizione univoca e scontata dello gnosticismo come credenza e pratica soltanto ascetica, encratica, dualistica. 

Questa è la condizione mortale e finita degli umani, una condizione temporale per la quale «procreazione chiama [procreazione], ora genera ora, gior[no produce giorn]o, i mesi annunciano un me[se, il tempo]o già, assommandosi [al temp]o (già trascorso). Co[sì] il (ciclo infinito) del mondo che a questo si riduce, si compie e consuma: valutato, è ben misera cosa, perché dito slega dito e catena scioglie catena» (Protennoia triforme, NHC XIII,1; 42-43: 650). 

L’ignoranza è servitù e sottomissione, la conoscenza è libertà e luce. Questo è la Gnosi di ogni tempo. 

 

2 pensiero su “Gnosticismo: le fonti”
  1. L’interesse che riveste lo gnosticismo è generato, a mio parere, dalla impostazione “razionalistica”, sapienziale, esoterica, spirituale, iniziatica, elitaria che caratterizza e definisce la relazione redentiva e salvifica con il “divino”. Al tempo stesso lo gnosticismo afferma il pieno riconoscimento del potere esercitato sulla natura umana dalla sua condizione corporeo-sensibile-temporale che trattiene l’umano ancorato al mondo materiale . Un potere che è antitetico a quello della spiritualità pura, ascetica, intellettuale. Lo gnosticismo riemerge in una pluralità di forme “eretiche” e contrapposte alla consolidata tradizione cristiana. Esso è una tentazione inevitabile perché fa leva sul radicale dualismo del nostro essere mondano e prospetta una salvezza elitaria dal ciclo della ripetizione cosmica.

  2. Penso che l’uomo nella sua storia ha attraversato momenti di grande brutalità e che le religioni siano servite per salvare l’anima e quindi cercare attraverso leggi di avere un comportamento meno violento, dove la vita terrena doveva servire per raggiungere l’eternità, ma c’è il rovescio della medaglia, dove estremisti religiosi hanno fatto più danni che le stesse religioni. In ogni caso il cristianesimo ha fatto sue il pensiero Platonico, che ha vissuto in un contesto storico lontano dal cristianesimo stesso, anche Aristotele che in un primo momento era stato allontanato dal cristianesimo poi si sono ravveduti. Insomma tutto dipende dal contesto storico e non possiamo prevedere che cosa succederà nei prossimi secoli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *