
Casorati
Palazzo Reale – Milano
A cura di Giorgina Bertolino, Fernando Mazzocca e Francesco Poli
Sino al 29 giugno 2025
La carne, la malinconia. L’umano e la sua nudità, la filosofia e il tempo. Il verde del mondo dentro il quale stanno le Persone, come si intitola un dipinto del 1910 che sembra scandire in un solo spazio le diverse età degli umani.

Tutto questo accade e sta dentro la tradizione della grande pittura europea e però con un tratto, uno stile, una Stimmung che accennano all’abisso, che permettono di sporgersi su di esso, guardarlo e poi ritirarsi dalla soglia e descriverlo con freddezza e precisione. Tutto questo è misticismo poiché uno dei più nascosti e potenti significati dello sguardo mistico consiste anche nel relativizzare ogni cosa e ogni fatto del mondo per coglierlo in una luce che lo supera pur assorbendone per intero la tragicità.
Questa tonalità mistica si esprime nella densità dello spazio e nella geometria dell’esistere. In essa gli oggetti prendono vita, sono la vita. Soprattutto gli oggetti/corpi, il corpo della donna, l’eros. Un desiderio che è il tocco asintotico dello sguardo dentro il quale rimane sempre la distanza.
A mostrare questa tensione che non si quieta sono molte opere e specialmente la Conversazione platonica (1925; immagine di apertura), uno stupefacente oggetto composto da due corpi dei quali uno è maschile, vestito, scuro. Una massa chiusa in se stessa come un triangolo. Il secondo corpo è femminile, nudo, luminoso. Una linea arcuata e fremente, che fa vibrare colui che guarda. Un archetipo del desiderio, disteso lungo un letto nero e bianco, dalle forme sode e prorompenti, adornato di un bracciale e un orecchino.
Ma gli oggetti che abitano e scandiscono molti dei quadri di Casorati sono i più belli del mondo, i più fecondi. Sono i libri, che stanno davvero ovunque: nei ritratti individuali e collettivi, nelle tavolate, tra le nature morte. Libri e scrittura che costituiscono il vero geroglifico del mondo.
In Felice Casorati il Rinascimento di Piero della Francesca, il Simbolismo mitteleuropeo, la Metafisica di De Chirico si coniugano in un linguaggio la cui distanza è proprio ciò che avvolge.
Un quadro realizzato per la Scala di Milano nel 1948, per una rappresentazione delle Baccanti, svela il sangue delle forme, la geometria della carne.

1 commento
Michele Del Vecchio
Mi sono più volte chiesto quando avrei finalmente letto la tua recensione su Felice Casorati , un pittore che ha tutto per essere da te ammirato. Come si evince dalla splendida riflessione che la visita a Palazzo Reale ti ha suggerito e ispirato. Condivido la tua interpretazione:l’abisso, la tonalità mistica, l’eros pudico, il simbolismo,Piero della Francesca e De Chirico. Aggiungerei solo un paio di parole: la penombra che tu giustamente evidenzi da subito e la presenza costante di un “ambiente”, di un contesto umano, di una tradizione, di un femmineo, di un decoro, di un colorismo che mi hanno sempre fatto pensare al suo radicamento piemontese. Un caro saluto.