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Eurofollie

Eurofollie

Una conferma della natura criminale dell’Unione Europea è che ciò che non si poteva fare per salvare la sanità, i bambini, gli anziani, la formazione scolastica e universitaria, i trasporti, il lavoro (in Grecia e in tutta Europa) è ora legittimo, richiesto e voluto per continuare una guerra e incrementare il militarismo, per distruggere in tal modo le risorse e le vite dei cittadini europei.
Cittadini che sembrano per la più parte passivi, rinchiusi nella loro bolla televisiva, tanto che a volte ho il cattivo pensiero che non mi dispiacerebbe vedere andare a morire in Ucraina i figli degli italiani, dei tedeschi, dei francesi, dei danesi e degli altri che hanno affidato le loro esistenze a un ceto politico così sciocco e così folle come quello che pensa seriamente che la Russia voglia invadere l’Europa e che ha fiducia nel governo di Ursula von der Leyen, personaggio che sta al di là di ogni giudizio, di ogni razionalità, di ogni decenza.
Il fatto è che i decisori politici liberali che governano l’Europa e la UE sono ormai affetti da una dissonanza cognitiva, da un distacco così inaudito dal reale, che se non verranno fermati condurranno il Continente all’autodistruzione.
Questi decisori politici pensano e agiscono secondo l’antico principio colonialista, con la convinzione di essere gli unici detentori della Civiltà, del Bene e della Verità. Una convinzione che ha condotto l’Europa al suo trionfo ma che ora la instrada verso la dissoluzione. Contro tale colonialismo va ribadito che gli altri popoli e le altre culture non hanno nessun dovere di conformarsi ai principi liberali e capitalistici, gli altri hanno le loro culture e i loro sistemi.
E invece siamo ormai alla psicopolitica. L’Europa tramonta nella follia. Una patologia che in Italia è stata di recente testimoniata da quanti hanno scoperto il patriottismo per continuare a danneggiare i cittadini, per ridurli alla miseria e alla morte. E che sono scesi in piazza per chiedere più armi, il che vuol dire meno servizi, meno sanità, meno scuola e formazione, meno trasporti. Si tratta di un evidente caso di masochismo collettivo. Un masochismo ben stimolato e guidato dai giornalisti in generale e in particolare da quelli del gruppo GEDI, come la Repubblica che è proprietà degli Elkann-Agnelli produttori di armi che intendono convertire le loro fabbriche di automobili in fabbriche appunto di armi.
A 110 anni dalle piazze che nel 1915 reclamarono e ottennero la sciagurata partecipazione dell’Italia alla Prima guerra mondiale tornano le piazze interventiste guidate da bolsi e ormai grotteschi personaggi del giornalismo, del cinema, della canzone (tutti con redditi consistenti). Piazze incoraggiate dal Partito Democratico e dai suoi satelliti politici e sindacali. Questo è il progressismo del PD, delle piazze asservite ai padroni «europeisti», dei buoni.
Dell’Unione Europea si può dire ciò che afferma Francesco Berni nel suo rifacimento dell’Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo (canto LIII, ottava 60): «Così colui, del colpo non accorto, / andava combattendo, ed era morto».
La condizione affinché l’Europa continui a vivere è che l’Unione Europea e la NATO si dissolvano.

19 commenti

  • agbiuso

    Aprile 22, 2025

    I Quisling italici che hanno proceduto a questa denuncia hanno comunque affermato qualcosa di esatto: l’Unione Europea è «uno Stato estero»; non solo estero ma proprio nemico.

    ============
    Da: Indipendenza, rivista e associazione
    22.4.2025
    Genova, bruciata bandiera dell’Unione Europea: denunciati

    Il 5 aprile, alla manifestazione a Genova contro il sistema euro-atlantico e a favore dell’indipendenza nazionale, alcuni patrioti hanno bruciato pubblicamente lo straccio blu, simbolo del regime di Bruxelles.
    Un gesto pienamente legittimo, viste le politiche belliciste e anti-popolari che l’Europa porta avanti, politiche dirette anche contro l’Italia e il suo futuro.

    Ciò non è passato inosservato, probabilmente anche a causa di simili roghi a Bologna e a Roma.
    Lunedì pomeriggio è stato notificato ai tre autori del gesto l’avvio di indagini preliminari: si contestano loro lo sfregio alla “bandiera di uno Stato estero” e il “travisamento”.

    Con queste righe non intendiamo piangere per la “repressione” subita: chi ha dato fuoco a quella bandiera, simbolo di oppressione, guerra e povertà lo ha fatto consapevole del significato politico del gesto, che tutti noi rivendichiamo.
    Vogliamo invece spronare tutti gli italiani a seguire l’esempio di chi ha voluto colpire uno degli emblemi dell’oppressione del nostro popolo e del suprematismo occidentale.
    È giusto e legittimo combattere in ogni modo e in ogni occasione contro l’Europa e i suoi agenti, è giusto distruggerne i simboli, è giusto vincerne le idee.

    Per la Patria italiana, per l’indipendenza nazionale, per un’alternativa di società!

    Collettivo Antimperialista per il Multipolarismo, Coordinamento Paradiso, Contronarrazione, Associazione e rivista “Indipendenza”.

    ^^^^^^^^^^^^^^^

    Notazione. Nella denuncia si fa riferimento a quella dell’Unione Europea come “bandiera di uno Stato estero”. Unione Europea, Stato estero?!? Le comiche o che?

    Cogliamo questa occasione per socializzare alcuni slogan scanditi a Genova che auspichiamo riecheggino in altri cortei:

    Nazione, Patria, socialismo
    alternativa all’imperialismo!

    Nazione, Patria, socialismo
    alternativa al capitalismo!

    Il proletariato si fa nazione
    quando fa la rivoluzione!

    Nessuna base / Nessun soldato
    Né per la UE / Né per la NATO!

    Contro la guerra europea
    presto presto presto saremo una marea!

    Cancella diritti, prepara guerre
    Unione Europea per te saranno sberle!

    Il precariato non è un diritto,
    è solo sfruttamento per il profitto!

    La scuola è formazione e socialità
    non addestramento per la precarietà!

    L’Italia patriottica non la vuole
    Fuori l’autonomia dalle scuole!

    I partigiani ce l’hanno consegnata
    la Costituzione non va stracciata!

    Ma che decentramento, ma che semplificazione
    quest’autonomia è solo secessione!

    Privatizzazioni e ruberìa
    è questa la vostra autonomia!

    L’istruzione dev’essere unitaria
    dalla primaria all’universitaria!

    Regionalizzazione, Invalsi e alternanza
    ecco la scuola della disuguaglianza!

  • agbiuso

    Aprile 16, 2025

    Non credere, non obbedire, non combattere
    il Simplicissimus, 16.4.2025

    In questi giorni ci hanno fatto sapere che, sì, il servizio militare non è più obbligatorio, ma che la leva è ancora in vigore e che in casi eccezionali potrebbe essere ripristinata. Addirittura qualcuno ha calcolato il numero dei possibili coscritti in alcune città, cercando di dare una qualche concretezza a questo delirio del riarmo europeo che in sostanza non è altro che un pretesto per prendere 800 miliardi a prestito e creare una nuova bolla di finanziarizzazione. Paradossalmente siamo tutti coscritti in questa operazione che da una parte prevede il trasferimento di fondi dai ceti medi e bassi verso i padroni del denaro, correndo perciò sui binari del globalismo, mentre da un’altra serve a nascondere il declino industriale dell’Europa, privata delle risorse energetiche e minerarie russe. E infine ci caccia dentro una più profonda subalternità agli Usa visto che questi pretendono che la Ue compri non solo armi americane, peraltro rivelatesi tutt’altro che magiche, ma anche energia ad altissimo costo e scarsa qualità dagli Stati Uniti e rinunci alla Cina e ai mercati asiatici. Questa è la capitolazione, la resa senza condizioni a cui si appresta la Meloni: non facciamoci illusioni, gli amici degli Stati Uniti fanno spesso una fine peggiore dei nemici.

    Che l’idea di riarmo sia un ballon d’essai non ci sono dubbi perché la sola idea di portare guerra alla Russia è priva di qualsiasi senso. Da 80 anni i Paesi europei hanno rinunciato di fatto alla difesa, con la sola eccezione della Francia di de Gaulle e solo un pazzo furioso può pensare che in un anno, ma forse anche meno, visto come si mettono le cose in Ucraina, i Paesi della Ue possano pensare di sfidare quello che oggi è l’esercito più forte del mondo, non foss’altro perché dei due milioni e passa di uomini da cui è formato, almeno la metà ha fatto qualche mese al fronte, acquisendo esperienza di guerra sul campo e non nelle accademie. La produzione di armi russa è molte volte superiore a quella europea e americana, lo stesso generale Cavoli (nomen omen), comandante della Nato, ha ammesso che la capacità produttiva della Russia nel campo dei mezzi corazzati supera 30 a 1 quella degli Usa. Per non parlare dell’artiglieria e delle sue munizioni o dei missili ipersonici che l’Occidente non possiede e dai quali non può difendersi. Per giunta non ci sono scorte perché tutto o quasi è stato mandato al regime di Kiev, non ci sono comandi unificati e persino, Dio non voglia, la capacità nucleare è affidata a mezzi antiquati o addirittura, come nel caso dell’Inghilterra, direttamente gestiti dagli Usa. Peraltro i tentativi di modernizzazione si sono risolti con disastri. Ci vorrebbero almeno dai 15 ai 20 anni per essere effettivamente pronti alla guerra, mentre basta un attimo per diventare convinti guerrafondai.

    Ora immaginate quello che porta le pizze e che non ha mai visto un’arma in vita sua se non al cinema, preso, istruito per un mese e portato al fronte: può fare paura a gente che sa come si combatte, ha armi migliori e per giunta lo fa per il proprio Paese e non in nome di élite sovranazionali? Lo stesso vale per il ragionier Rossi, lo studente Bianchi, lo youtuber Verdi ai quali era stato promesso che l’Europa significava pace e prosperità, anche se quest’ultima era ormai una promessa mancata. Un esercito non si improvvisa e finora tutte le forze armate delle nazioni europee sono state concepite come collaterali a quelle americane, non come sistemi di difesa in grado di funzionare autonomamente. I piccoli eserciti professionali che abbiamo sono stati concepiti per dare una mano agli Usa nelle loro facili avventure coloniali ed è molto probabile che in caso di una guerra vera anche molti riservisti si tirino indietro come del resto sta accadendo in Francia. E come sta accadendo anche in America. Per non parlare dei tempi che occorrerebbero per ricostruire un’industria bellica all’altezza della sfida e delle tecnologie necessarie.

    Tutto questo è ancora più delirante perché il solo modo di pensare a un’autonomia europea prevederebbe l’esatto contrario di quanto si sta facendo, ovvero un’apertura verso il mondo Brics e la cessazione dell’assurda conflittualità ad oltranza per portare avanti una guerra già persa. In realtà questo è l’ennesimo espediente retorico per nascondere una nuova e più integrale servitù nei confronti degli Usa e delle sue oligarchie finanziarie, comprese le succursali europee. Tutto questo è assolutamente evidente a tutti salvo agli ipocriti che ora manifestano per l’Europa, sottintendendo ma nascondendo la prosecuzione della guerra e un ingaggio più diretto nel conflitto o nel grande affare del rearm. Contro questo rigurgito di fascismo reale bisognerebbe ribaltare i vecchi slogan: non credere, non obbedire, non combattere.

  • agbiuso

    Aprile 9, 2025

    Il paradosso di Nancy e la libertà di espressione
    il Simplicissimus, 9.4.2025

    Nella Ue di oggi non è raro trovarsi di fronte a paradossi di quelli proposti da Bertrand Russel o ereditati dall’antichità classica, in pratica proposizioni che sono auto contradditorie e insolubili. La cosa non è strana visto che la Ue stessa è un costrutto geopolitico paradossale e contraddittorio, visto che è nato per la pace e invece serve alla guerra, da quella fredda a quella calda che oggi vuole a tutti i costi, che è nato per la democrazia, ma che la confuta svuotando gli Stati che ne sono il luogo deputato e che ha scelto un parlamento farsa che in pratica non ha alcun potere.

    Ma veniamo al fatto e al paradosso di Beatrix. Qualche tempo fa un redattore del Deutschland Kurier, David Bendels, pubblicò un fotomontaggio satirico nel quale la ministra dell’Interno Nancy Faeser, regge un cartello, quello posto all’inizio del post, in cui dice “io odio la libertà di espressione”. Subito fu denunciato per “diffamazione di personaggio politico”, il che farebbe supporre che Bendels avesse attribuito al ministro intenzioni e posizioni diverse dalla realtà. Ma non è così: nel momento stesso in cui il giornalista è stato condannato a sette mesi su denuncia presentata – come si è scoperto all’udienza – dalla stessa Faeser, viene dimostrato che effettivamente la ministra odia la libertà di parola. In poche parole la condanna dimostra l’innocenza dell’imputato, mentre la sua assoluzione avrebbe dimostrato la sua colpevolezza.

    Non ci dobbiamo stupire: in una Germania ormai prefascista tutto è possibile, questa Nancy Faeser durante il suo mandato si è lasciata sfuggire una frase significativa “Coloro che prendono in giro lo Stato devono essere affrontati da uno Stato forte” intendendo con questo uno Stato che fa tintinnare le manette. L’unica satira possibile è quella contro l’Afd, ma quelli, come ci raccontano, sono fascisti. Peccato che il fascismo, al di là delle manifestazioni storiche novecentesche che conosciamo, consista esattamente nell’impedire alle persone di esprimersi e questo non in nome di un qualche ideale più o meno utopico, ma come espressione di adesione all’autorità in quanto tale.

  • agbiuso

    Aprile 6, 2025

    Una nave dei folli, davvero.

  • agbiuso

    Aprile 5, 2025

    Da: Complessità contro ottusità: i dedali dell’Occidente
    il Simplicissimus, 5.4.2025

    «Ormai gli Usa in prospettiva abbiano da offrire solo questo: ovvero di ridurre il proprio debito a spese altrui. Tutto questo è un formidabile assist alla dedollarizzazione (che ovviamente coinvolge anche l’euro, in quanto dollaro di serie b) e alla creazione di nuovi circuiti commerciali che escludano gli Usa.
    […]
    Ue anti trumpiana che vuole vendicarsi dei dazi in maniera davvero singolare, ovvero spendendo centinaia di miliardi di dollari in armi americane con il pretesto di fare la guerra alla Russia. Insomma, mentre la Casa Bianca tenta fuori tempo di ristabilire una sorta di potere di ricatto planetario dopo lo smacco delle sanzioni alla Russia che hanno rivelato i reali rapporti di potere, la Ue cerca per dispetto ideologico di continuare la disastrosa politica di guerra di Biden, arricchendo l’amministrazione Trump».

  • agbiuso

    Aprile 2, 2025

  • agbiuso

    Aprile 1, 2025

    Da: In Europa precipitano missili e democrazia
    il Simplicissimus, 1.4.2025

    Ma è del tutto evidente che ci vorranno parecchi anni prima che si possa mettere a punto un’arma sulla quale i russi hanno ormai decenni di esperienza, tanto che nel 2021 sono stati eseguiti 25 lanci di analoghi ordigni di cui peraltro dispongono da tempo anche gli Usa e la Cina. Insomma la dimostrazione di potenza che si voleva dare si è trasformata in una sceneggiata dell’impotenza.

    Ma il fallimento più importante e clamoroso è stata l’esclusione della Le Pen dalle elezioni sulla base di una un’accusa davvero di lana caprina: il fatto che alcuni funzionari ufficialmente pagati da istituzioni Ue, lavorassero invece per il Rassemblement National, ovvero il partito lepenista. Si tratta di qualcosa che avviene da noi ad ogni livello da decenni o almeno fin da quando ho cominciato a seguire le vicende politico – amministrative e che accade anche in molti altri Paesi. Si tratta di una pratica certamente scorretta, ma comunque diffusa, che merita una sanzione quando venga scoperta, ma che – ammesso e non concesso che i fatti siano dimostrati – non può prevedere una condanna tale da arrivare all’esclusione dalle elezioni. Si è trattato quindi di un’evidentissima forzatura. Qui, dopo la Romania, abbiamo la dimostrazione palese dell’uso politico della magistratura per far fuori candidati scomodi, ovvero quelli che non sono allineati col potere reale e che rischiano di vincere. Ma il fatto che questo sia possibile, vuole semplicemente dire che non siamo più in uno stato di diritto il quale prevede appunto l’indipendenza dell’ordine giudiziario.

  • agbiuso

    Marzo 28, 2025

  • agbiuso

    Marzo 27, 2025

    Unione Europea. Una risata la seppellirà.

  • agbiuso

    Marzo 26, 2025

    Il dittatore ucraino chiede carne europea.
    La tragica farsa continua…

  • agbiuso

    Marzo 26, 2025

    Da: Il Manifesto di Ventotene è una ca***a pazzesca
    di Alessio Mannino, girodivite, 23.3.2025

    «Eccolo, il centro oscuro del Manifesto di Ventotene: la neutralizzazione della conflittualità sociale. Il sogno bagnato di ogni liberale (o del socialdemocratico da compagnia, che scodinzola dietro il capitalismo ammantato di buone intenzioni). Tanto che, sempre a opinione di Spinelli e soci, l’assemblea costituente avrebbe dato risultati “scadenti”, se il “popolo” fosse stato ancora “immaturo”, ossia impastoiato nello scontro di classe. La preoccupazione degli europeisti ante litteram era la pacificazione, una laboriosa bonaccia da materializzare grazie al “mercato unico”»

  • agbiuso

    Marzo 26, 2025

    Tra le maggiori, ma anche emblematiche, insensatezze dell’attuale Unione Europea c’è questa:

  • agbiuso

    Marzo 23, 2025

    Casi clinici.

  • agbiuso

    Marzo 23, 2025

    La Germania. Amo molto la Germania. Dopo la Grecia e l’Italia è la mia terza patria.
    Ma la Germania non cambia mai, anche nei suoi difetti, quelli che conducono a guerre distruttive.

  • agbiuso

    Marzo 22, 2025

    Punto di non ritorno
    il Simplicissimus, 22.3.202566

    Quando un ceto politico viene selezionato per piegarsi ai poteri reali che determinano la sua sopravvivenza e la sua permanenza in quella che una volta veniva chiamata la stanza dei bottoni ignari che essi sarebbe stati sostituiti dagli schermi tattili, è quasi ovvio che rimangano come pugili suonati, quando, per qualche motivo, la musica cambia. Così con l’avvento di Trump e la caduta di interesse degli Usa per la guerra ucraina si assiste allo spettacolo pietoso di gente che non sa che pesci pigliare. Dopo aver partecipato in ogni sua fase alla preparazione del conflitto che avrebbe dovuto distruggere la Russia, abbandonando qualsiasi possibile diversificazione rispetto a Washington, ora si trovano nella fossa dei leoni. Gridano al tradimento e maledicono Trump così fascista che non vuol fare la guerra, vogliono continuare il conflitto ad ogni costo e Londra lavora giorno e notte per organizzar sabotaggi ogni qualvolta si parli di cessate il fuoco o di colloqui di pace. Come per esempio è accaduto col gasdotto dato alle fiamme.

    Tuttavia l’Ue non è in grado economicamente e tanto meno militarmente di condurre effettivamente una guerra contro la Russia, tanto che tutti i Paesi, tranne la Germania, hanno rifiutato il piano di riarmo da ottocento miliardi della von der Leyen e i suoi vari passaggi: ci si accorge che tutto il sistema della Nato poggia di fatto sulla deterrenza americana e che ci vorrà molto tempo prima di poter costruire un sistema di difesa efficace e autonomo, mentre in precedenza si era insistito sull’urgenza e sull’ imminenza di una invasione russa, completamente inventata dagli spin doctor del sistema, che non coincidono ovviamente con il potere politico visibile. Da una parte si invoca la Nato, dall’altra ci si vuole ribellare ad essa e fare da soli con un oggetto di piacere per gli speculatori, ovvero l’esercito europeo. Ma ogni giorno si assiste a una qualche giravolta disperata perché il problema è evidente: la guerra è persa, ma sono solo i Paesi della Ue ad averci rimesso essendo stati costretti a tagliare i ponti con la Russia che è il Paese con più risorse al mondo e su cui era stata costruita l’economia del continente. Detto in altro modo: la guerra in Ucraina può anche finire, ma le conseguenze della sconfitta rimarranno e cancelleranno la prosperità europea e assieme ad essa il consenso o la rassegnazione verso questo costrutto geopolitico di carattere sempre più oligarchico.

    Ovvio che il ceto politico così poco intelligente, così eterodiretto dal globalismo da aver combinato questo disastro epocale, stia cercando in tutti i modi di far sì che la guerra continui per perpetuare la propria permanenza al comando o comunque la propria presenza nel teatro dei burattini. Ma senza alcuna strategia riguardo al futuro, solo per istinto di conservazione. Tuttavia nel tentativo di perseguire questa impossibile strada, sta mettendo a nudo le proprie viscere e scoprendo i propri istinti. La manifestazione di Roma, organizzata dalla cosiddetta sinistra e da reperti archeologici di vario genere nell’asserire più Europa (Ue in realtà) attraverso la guerra, è stata da questo punto di vista una rivelazione e uno choc per molti. Soprattutto è stato un momento di illuminazione sul baratro che separa ciò che ancora si intende idealmente per sinistra con quella reale e politicante. Ciò ha dato il destro alla Meloni di infierire svelando qualche passo di un supposto evangelio di questa parte politica, ovvero il Manifesto di Ventotene. In realtà si tratta di un testo a suo tempo inviso sia al Pci che inizialmente anche al partito socialista, proprio per la sua ambiguità e il riferimento al potere economico come sovraordinato rispetto alla democrazia, sia pure quella liberale. E a questo punto non parrà strano che al Pci non piacessero nemmeno i progetti di unione europea ispirati al primato del potere economico. Se Benigni avesse compreso Berlinguer invece di prenderlo in braccio forse si sarebbe astenuto dal fare penose lezioncine, pensando di essere Bertoldo, mentre è solo Cacasenno. Il che naturalmente piace a un certo pubblico che beve la più scontata e bugiarda delle retoriche come se fosse una bibita rinfrescante. E che naturalmente pagherà le conseguenze della propria della propria assenza etica dietro lo strepitio delle parole.

    Dunque in mezzo alla più totale confusione e in questo vivere alla giornata vengono alla luce i resti di naufragi, vecchi amuleti dell’ideologia, scaramanzie e ballon d’essai. Di certo non c’è da meravigliarsi che il tentativo di salvare l’Ue diventi il più forte pericolo proprio l’Unione nel nome della quale si sta recitando la commedia dell’autonomia e della battaglia a tutti i costi. Non durerà a lungo ovviamente, ma a questo punto tornare indietro, alla “favola bella” che ieri ci illuse è ormai impossibile: rimane la guerra.

  • agbiuso

    Marzo 21, 2025

    Le ambizioni bellicose degli eurofanatici stanno già scendendo…

  • Enrico

    Marzo 21, 2025

    Caro professore, sperando che possa tornare utile alla riflessione, riporto una mia testimonianza riguardo alle questioni da lei sollevate con questo testo. Sabato 15, per alcuni impegni, mi sono trovato a Roma. Preso dalla curiosità, mi sono diretto nel pomeriggio verso Piazza del Popolo, dove però per incapienza non si poteva più accedere. Ho fatto tuttavia molta attenzione a ciò che si diceva, ai pensieri dei passanti, all’aria che si respirava. A parte i nostalgici comunisti e fascisti in Piazza Barberini o sul Lungo Tevere (a cui mi sa in questa occasione ci si poteva anche unire), il pensiero comune, tra le strade, in metro, sul treno verso Fiumicino, era esattamente quello da lei descritto, ovvero di difendere l’Europa dall’invasore, di rilanciarla accanto agli Stati Uniti paladini della democrazia, persino di costituire un esercito europeo. La cosa che mi ha destato preoccupazione è stata che questi pensieri erano formulati da gente convintamente e sinceramente europeista, ma in un senso nel quale ci si può difficilmente riconoscere. La ringrazio per questa riflessione.

  • agbiuso

    Marzo 21, 2025

    Su Altiero Spinelli e il Manifesto di Ventotene.

  • Corrado

    Marzo 19, 2025

    È vero ciò che disse Krishnamurti e le tradizioni arcaiche (con buona pace per i cosiddetti “cronorazzisti”). Il cambiamento dell’umanità avviene se l’individuo cambia, se si osserva, se si accorge della propria dissonanza cognitiva, se osserva la propria gabbia di ragioni etero-mutuate. In sintesi deve liberarsi. Non è facile (O forse si?). Abbiamo la mente (l’Io, ego chiamiamolo come ci pare) che dirige il nostro Sé profondo.
    L’anima è esiliata.
    Cadmo e Armonia sono ancora in cerca di Europa.
    Ripartiremo dalla Nigredo come è giusto che sia.

    Grazie Alberto per le tue riflessioni.

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